Lungo splendidi sentieri boschivi con viste spettacolari sulle montagne circostanti il percorso porta al Passo delle Erbe per poi proseguire fino al rifugio Munt de Fornela ai piedi del possente massiccio del Monte Putia.
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Lungo splendidi sentieri boschivi con viste spettacolari sulle montagne circostanti il percorso porta al Passo delle Erbe per poi proseguire fino al rifugio Munt de Fornela ai piedi del possente massiccio del Monte Putia.
Lunghezza in km: 17,9
Dislivelli: salita 777 m – discesa 761 m
Tipo di percorso: asfalto, strada forestale, breve tratto Single Trail (Mohlboch)
Livello tecnico: S0/S1 – prevalentemente facile con breve tratto Single Trail S1
Il Passo della Mendola è la montagna di casa dei ciclisti caldaresi, molti dei quali affrontano la salita e la discesa semplicemente per allenarsi. Ma se giunti al passo si scende dall'altro versante, si arriva in Val di Non, zona di coltivazione della mela. Sui suoi soleggiati pendii, molti sentieri conducono attraverso i villaggi fino a Cles, il centro operativo della valle. Questo è un tour passa dai vigneti ai meleti, dalla Valle dell'Adige alla Valle di Non, ossia dall’Alto Adige al Trentino. Il confine tra le due province è il Passo della Mendola, che in questo itinerario viene affrontato due volte: la salita lunga da Caldaro, baciata dal sole nelle ore fresche del mattino, e la salita breve dalla Val di Non nel pomeriggio, protetti dall’ombra degli alberi del bosco. In estate, sulla Mendola il caldo di mezzogiorno non preoccupa: si scende in velocità a Caldaro appagati dalla brezza e da un grandioso panorama. Raggiunto Passo Mendola, il tour della Val di Non si snoda rapidamente lungo la via più breve che porta a Cles. Lungo il tragitto si incontrano le località di Brèz, Clòz, Romallo e Revò ai margini della valle, fino a quando, sulle rive del lago artificiale di Santa Giustina, si raggiunge il vivace capoluogo di Cles dove fare una pausa e ritemprarsi in uno dei tanti caffè e ristoranti: perché per tornare al Passo della Mendola, ora si sale di livello. Fino al paese di Rumo, la strada sale verso i meleti più alti, per poi scomparire definitivamente tra le montagne. Ora si continua a salire fino a raggiungere la Val d'Ultimo, una delle più incontaminate dell'Alto Adige. La si attraversa solo per pochi chilometri alle sue propaggini più esterne, perché presto, a Lauregno, la strada svolta bruscamente a destra. Ora il percorso conduce alla Forcella di Brez, passo poco appariscente situato a 1398 metri sul livello del mare, che segna anche il punto più alto di questo tour. Ora, dopo il sole della Val di Non, il percorso si snoda in piacevole ombra attraverso boschi di pini più o meno fitti. Dopo una breve e ripida discesa che impone un po' di concentrazione, l’anello della Val di Non si chiude con la salita finale moderatamente ripida, con un dislivello di circa 500 metri verso il Passo della Mendola. È bene lasciare la strada principale e attraversare il paese di Ruffrè sulla strada provinciale parallela. A questo punto si sfreccia in discesa o si fa una sosta per gustare lo straordinario panorama su Caldaro, l’omonimo lago, la Valle dell'Adige e le Dolomiti.
Varianti: l'anello attraverso la Val di Non può essere percorso in entrambe le direzioni. Chi ha ancora le forze, può salire a Passo Palade da Fondo affrontando oltre 130 chilometri e circa 3.400 metri di dislivello.
Il Kronplatz Bike Park è tutt'altro che un bike park con trail tutti uguali. Invece di pianificare i sentieri sul tavolo da disegno, siamo andati nei boschi e abbiamo usato quello che abbiamo trovato. Dove è ripido, i sentieri sono ripidi. Dove c'è spazio, ci sono salti, dove c'è bosco, ci sono radici, dove ci è stato permesso, è stato usato un escavatore, e dove no, proprio no. Non c'è copia-incolla a Plan de Corones, ma ogni tracciato racconta la sua storia.
Anche i nomi dei sentieri sono unici nel Kronplatz Bike Park: Franz e Hans hanno sono ormai un culto e sono nomi familiari nella community da anni. I loro successori Andreas, Alex e Co. non hanno nulla da invidiare e sono tra i percorsi preferiti dai numerosi partecipanti al Trailtrophy e all'Alpine Enduro Series.
Vi aspettano un totale di 18 percorsi: 1 facile-medio, 3 medi, 10 medio-difficili e 2 difficili.
Ben 5 impianti di risalita sono aperti in estate per gli appassionati di mountain bike, più che in qualsiasi altro posto delle Alpi: l'impianto Kronplatz 2000, la nuova cabinovia Olang 1+2, l'impianto Ried e le funivie Ruis e Piz de Plaies. Con l'eccezione dell'impianto del Piz de Plaies di San Vigilio, tutti gli altri impianti raggiungono i 2.275 m sul livello del mare e offrono una vista a 360° che non è seconda a nessuno.
Questo tour è un excursus nella storia della Valle dell'Adige. Il percorso si snoda attraverso i villaggi storici del soleggiato versante orientale passando per portici e strette viuzze prima di arrivare al suo punto culminante: il cuore del mistico paesaggio collinare che caratterizza questo antico luogo di culto, che nulla ha perso della sua magia di biotopo. Castelfeder sorge nella Bassa Atesina, tra Ora e Montagna. Come già detto, si tratta di un antico luogo di culto che si distingue dall'ambiente circostante. Stravaganti formazioni rocciose e gigantesche pietre scavate dal ghiaccio definiscono un paesaggio collinare selvaggio e romantico dal fascino particolare. Castelfeder è avvolto da miti e leggende. I cosiddetti "Kuchelen" localizzati in cima alla collina, sono i resti di una cerchia muraria medievale. Lo scivolo di roccia levigata sul picco più alto è attribuito a un antico culto della fertilità e le donne desiderose di procreare lo scendevano a pancia in giù. All'inizio del XX secolo, le ragioni che spinsero alla costruzione del tracciato della ferrovia della Val di Fiemme sul margine meridionale della magica collina, erano di natura sicuramente più pratica che mistica: il percorso si snodava dai piedi della Valle dell'Adige e saliva in Val di Fiemme attraverso Passo San Lugano. La ferrovia è stata chiusa negli anni Sessanta, ma oggi i ciclisti sono felici di poter utilizzare il tracciato che risale il versante orientale della Valle dell'Adige con una pendenza moderata, inizialmente attraverso il magico labirinto di Castelfeder. La salita inizia sulla pista ciclabile dell'Adige tra Ora ed Egna. Per arrivarci, si segue il percorso che dal villaggio di Caldaro passa per il lago, scende a Ora e costeggia l'Adige in direzione sud. Dopo la salita attraverso il mistico biotopo, si sale ancora fino al centro storico di Montagna, poi si scende a Egna passando per la piccola frazione di Pinzano con vista libera sulla Val d'Adige. In passato, Egna era un importante snodo commerciale sulla via della Valle dell'Adige, la cui importanza è ancora oggi testimoniata dai magnifici portici risalenti al suo periodo di massimo splendore. Sul percorso che da Montagna riporta a valle si incontra un'altra attrazione: il viadotto di Gleno, un ponte ad anello con il quale gli ingegneri hanno elegantemente evitato il necessario "tornante" della ferrovia in questo tratto un po' più ripido. Questo itinerario offre molti punti di interesse fotografico, per cui vale la pena pianificare un po' di tempo in più. Da Egna il percorso ritorna sulla pista ciclabile passando per il Lago di Caldaro fino al paese, dove si può concludere il tour in Piazza Principale con un bel caffè o un calice di buon vino caldarese.
Varianti: il giro può essere fatto in entrambe le direzioni, passando prima da Egna e lasciando Castelfeder per ultimo. Poiché l’itinerario attraversa la strada tra Egna e Montagna, si può anche percorrere l'anello passando per Pinzano e Montagna in senso inverso, oppure saltarlo.
Sull’altra sponda dell’Adige si snoda un tour per ciclisti preparati con resistenza e forza nelle gambe. I più forti possono mettersi alla prova sulla strada che porta a Trodena, con una pendenza fino al 17%. Oltre alle sfide atletiche, questo percorso breve ed emozionante, offre anche splendidi paesaggi ed è culturalmente interessante. Il tragitto inizia dolcemente e in maniera rilassata, solo più tardi si comincia col lavoro di gambe. Partendo da Piazza Principale a Caldaro, il percorso si snoda dapprima lungo la pista ciclabile che attraversa la Valle di Lavason fino al Lago di Caldaro, costeggiando le sue sponde orientali e raggiungendo la Valle dell'Adige. Si prosegue in piano per qualche chilometro attraverso i frutteti e superando l’Adige, fino a Egna dove inizia la salita sull'altro versante della valle. Se avete tempo e voglia, potete visitare Egna e rifocillarvi prima di affrontare la salita successiva. In realtà, una visita al centro storico con i suoi portici medievali è d'obbligo: restaurato con cura, il nucleo più antico è uno dei più belli dell'Alto Adige. Egna rappresenta l'elegante preludio di questo tour emozionate. La strada si snoda ora lungo i pendii soleggiati della Valle dell'Adige attraverso i paesi di Pinzano e Montagna, i cui vicoli acciottolati sono fiancheggiati da altrettanto splendide dimore storiche. La fine di questa tappa culturale e l'inizio della prova sportiva è segnata dallo stretto passaggio attraverso la piccola frazione di Gleno. Una volta superate le ultime case del borgo, la strada sale bruscamente. Con una pendenza fino al 17%, per farcela sarà fondamentale inserire il giusto rapporto. Ma arrivati a Trodena è fatta! Si può fare una sosta per rifocillarsi o continuare a pedalare, perché il percorso scende rapidamente a Fontanefredde e prosegue sulla strada statale proveniente dalla Val di Fiemme con una vista indisturbata sulla Valle dell'Adige. Dopo aver attraversato Ora, comune confinante con Egna, si attraversa nuovamente il fiume. Tra l'Adige e il Lago di Caldaro incontrerete la sella Kreith, che coi suoi 150 metri di dislivello e una pendenza del 13% circa metterà a dura prova la vostra resistenza. Attenzione a non esaurire completamente le energie perché fino alla Piazza Principale di Caldaro ci sono da affrontare altri 200 metri di dislivello, anche se meno ripidi.
Oltre ad offrire eccezionali scorci panoramici su Caldaro e sui vigneti circostanti, questo è un fantastico tour nel bosco. Probabilmente però, presi dalla tecnica di guida e dal divertimento, resterà poco tempo per gustare il panorama. Dopo la salita da Caldaro, per un breve tratto lungo la Strada della Mendola e poi su un lungo sentiero di ghiaia, inizia il lungo tratto di trail: dapprima si scende lungo un segmento accidentato e pietroso che richiede la massima concentrazione anche ai ciclisti più preparati. Dopo poco meno di 300 metri si supera questo ripido passaggio per svoltare con decisione a destra imboccando un sentiero stretto e scorrevole che si snoda nel bosco, in parte con serpentine piuttosto serrate. Questo sentiero è quello che i biker definiscono "flow trail": si scorre velocemente lungo il tracciato per lo più coperto di foglie, infilandosi nelle curve e affrontando piccoli dossi. È un po’ come andare sulle montagne russe, forse più divertente. Dopo questo fantastico tratto si arriva finalmente a un sentiero di ghiaia che, attraversato il tunnel della funicolare della Mendola, si riallaccia a un sentiero. Si procede in piano o in leggera salita lungo il pendio fino a raggiungere un'altra strada sterrata che conduce a Ziegelstadel ed è segnalata come Alta Via di Caldaro. Da qui si snodano meravigliosi sentieri forestali in salita e in discesa. Una breve capatina a Termeno e poi via verso il Lago di Caldaro, in estate un chiaro invito a fare un tuffo. Dopo esservi rifocillati, dovrete obbligatoriamente affrontare un dislivello di 180 metri sulla pista ciclabile fino a Caldaro, dove concludere il tour con un calice di vino nella piazza del paese.
Varianti: seguire la strada della Mendola e scegliere il tour "Penegal" o "Malga Romeno".
Da non perdere: la funicolare della Mendola, il Lago di Caldaro, il bellissimo panorama sui vigneti e sui frutteti.
Questo tour su sterrato ha come sfondo il margine occidentale della Valle dell'Adige. Su sentieri variegati, si pedala attraverso Castelvecchio e Corona fino al lago di Favogna e si torna indietro passando per Termeno e il Lago di Caldaro.
La dorsale della Mendola si erge sopra la Valle dell'Adige, nel sud dell'Alto Adige. A prima vista tra i villaggi vitivinicoli a valle e le vette c'è solo bosco. Ma se si ha il coraggio di esplorare la zona, al secondo sguardo si scopre un paesaggio variegato, precluso alla vista dalla valle. Dal centro sportivo di Castelvecchio, i sentieri forestali conducono lungo il pendio alla piccola frazione di Corona passando per la locanda di montagna Gummererhof. Qui si apre la vista sui villaggi di Termeno e Cortaccia. Ora potete rimanere su questo balcone e raggiungere il lago di Favogna, un luogo idilliaco che, dal basso, non vi aspettereste di vedere. Sovrastato dalla chiesa, il lago, nascosto alla vista della trafficata valle, irradia una particolare tranquillità. La via del ritorno è inizialmente sullo stesso percorso, ma poi si lascia questo balcone per scendere nella Valle dell'Adige. Da Termeno, passando per il Lago di Caldaro, i vigneti dominano ancora una volta il paesaggio. Se avete tempo, qui troverete innumerevoli punti di ristoro. Tuttavia, nulla vieta di terminare il tour prima e di concluderlo in Piazza Principale a Caldaro con un calice di Kalterersee o un tuffo nel lago durante il tragitto. Varianti: potete fare il giro in andata e ritorno. Se scegliete questa opzione, al ritorno da Corona potete anche raggiungere Castelvecchio. Da qui, la strada torna direttamente a Caldaro.
L'Alta Via di Appiano è un sentiero senza grandi salite o discese che si snoda a un'altitudine media di 1.000 metri offrendo una vista spettacolare su Bolzano, la Bassa Atesina e le Dolomiti. Dopo la partenza da Caldaro, si percorre la pista ciclabile fino ad Appiano per poi imboccare una strada sterrata piuttosto ripida fino a Masaccio (Matschatsch). Seguire la Strada della Mendola a destra per un breve tratto e in corrispondenza del tornante di San Michele (tornante 6) svoltare su un sentiero forestale che, inizialmente pianeggiante e poi ripido, conduce alla gola della Forcolana, un ripido burrone situato tra il Penegal e il Macaion in direzione di Appiano. Dopo un breve passaggio a spinta, si raggiunge la gola, da cui ci si può disimpegnare solo percorrendo un altro sentiero sterrato, breve ma molto ripido.L’Alta Via di Appiano sale dapprima dolcemente fino a un'altitudine di circa 1050 metri. Dopo una leggera discesa su ghiaia, si raggiunge il punto culminante del tour: l’ex albergo Buchwald con la sua sensazionale vista panoramica su Bolzano. Il percorso prosegue su ghiaia fino a Predonico. Il ritorno avviene su un sentiero sotto l'Alta Via di Appiano, in parte su asfalto, in parte su fondo sterrato nel bosco fino all’uscita dalla Gola della Forcolana, passando per varie locande, attraversando il paese di Appiano e continuando sulla pista ciclabile fino a Caldaro.
Varianti: proseguire sulla Strada della Mendola da dove intraprendere i tour “Penegal” o “Malga Romeno”.
Da non perdere: lo splendido panorama su Bolzano e le Dolomiti.
Il tour inizia a Caldaro in direzione di Ora. Arrivati in centro si attraversa la strada statale SS12 nel centro e si prosegue in direzione Cavalese/Val di Fiemme/Val di Fassa. Guardando verso l’alto, spicca la strada per San Lugano che si inerpica sulla montagna. La salita continua passando per Montagna e dopo 30 chilometri, sulla sinistra si trova la deviazione per Aldino. Il percorso prosegue attraverso prati, frutteti e piccole aree boschive, passando per Aldino e la gola del Bletterbach. Dal villaggio di Monte San Pietro è possibile fare una deviazione verso santuario della Madonna di Pietralba. Il percorso conduce quindi a Nova Ponente e prosegue in direzione di Obereggen. All'incrocio successivo si gira a destra per circa 2 chilometri fino a Novale dove poi si gira a sinistra. Qui inizia il tratto più ripido con una pendenza fino al 13% fino a raggiungere Obereggen (1.560 m), da cui si scende. Passando per il paesino di Ega e il borgo di Ponte Nova, due lunghe gallerie portano dalla Val d’Ega in Val d’Isarco dove imboccare la pista ciclabile in direzione di Bolzano e proseguire per Caldaro.
Tempo di percorrenza: 4 ½ h, grado di difficoltà: medio
In Val d’Ega si trova un osservatorio astronomico. A soli 10 chilometri in linea d'aria da Bolzano, di notte è possibile osservare il cosmo in profondità. Ma vale la pena visitarlo anche di giorno, in quanto si trova su un punto panoramico con vista sulle Dolomiti. Per iniziare si percorre la pista ciclabile fino a Bolzano. (Attenzione! All'altezza delle cantine, passata la vecchia locomotiva, imboccare la pista ciclabile per Bolzano, non quella per il Lago di Caldaro). Raggiunta la città, seguite la pista ciclabile che costeggia il fiume Adige fino a lasciarvi alle spalle il vivace capoluogo: qui, nel giro di pochi chilometri in linea d'aria, i contrasti paesaggistici sono straordinari. Il versante della Valle dell'Adige sale ripido al Colle o in Val d’Ega, il cui omonimo torrente per raggiungere l'Adige deve attraversare una profonda gola. Bastano due o tre chilometri in linea d'aria dalla periferia di Bolzano, dall’autostrada o dalla trafficata strada statale, per ritrovarsi in un altro mondo. Ma per raggiungere questo paradiso di tranquillità bisogna affrontare una salita su strade tortuose. Non bisogna farsi un'idea sbagliata della Val d'Ega, perché oltre alla valle stessa, la regione comprende una vasta zona con catene montuose, altipiani e valli laterali. L'osservatorio si trova su una di queste alture a nord del torrente Ega. Se percorrete questo itinerario dalla valle dell'Adige passando per il villaggio di Cornedo all’Isarco fino alla chiesetta “Kaserer Bild", troverete pace assoluta e tranquillità su una strada secondaria con poco traffico e 1000 metri di dislivello al vostro attivo. Ma prima di fare una pausa, conviene aspettare ancora un po’ perché il punto panoramico dell'osservatorio non è lontano e la stradina per raggiungerlo esce presto dal bosco ripagando con un panorama grandioso. Anche la discesa è un punto di forza di questo tour, quando nel fondovalle lungo il torrente Ega si percorrono i tornanti stretti e veloci da San Valentino in Campo a Ponte Nova. Ora la strada sale con moderata pendenza fino a Nova Ponente, uno dei centri principali della zona che si estende su un vasto altopiano a ovest del Latemar. La strada rimane ad un’altitudine di circa 1300 metri sul livello del mare ancora per qualche chilometro, dirigendosi verso sud, passando per Aldino, fino alla strada statale che porta nella vicina Val di Fiemme. Lungo il percorso è possibile fare una deviazione verso il santuario di Pietralba, luogo di pellegrinaggio di Monte San Pietro (2 km, 100 metri di dislivello). La tappa non è interessante solo per i devoti, ma anche per chi decide di fare una sosta alla locanda accanto al monastero. Dietro ad Aldino si continua sulla strada principale non girando a sinistra verso la Val di Fiemme, ma scendendo a destra nella Valle dell'Adige per raggiungere il fondovalle a Ora. Adesso ci aspetta ancora un po' di fatica: la Sella di Novale al Varco, detta anche "Passo del Coyote", impone altri 170 metri di dislivello tra l’Adige e il Lago di Caldaro. E c'è ancora la salita finale dal lago attraverso la valle di Lavason fino alle cantine, poi attraverso Via Stazione fino alla Piazza Principale di Caldaro. Ma rispetto alla Sella di Novale è una salita più tranquilla.
Varianti: in Val d'Ega si può accorciare il percorso prendendo la strada statale che esce dalla valle e porta verso Bolzano. Attenzione però al traffico nelle due gallerie lunghe rispettivamente 600 e 2800 metri. Si consiglia di munirsi di una luce a intermittenza da posizionare sulla sella.
Un altro itinerario superlativo nei dintorni di Caldaro si snoda su un percorso di 80 chilometri e richiede una buona condizione fisica. Si parte dalla pista ciclabile di Caldaro e passando per Egna lungo la vecchia linea ferroviaria per Fontanefredde si arriva a Trodena. Procedendo sul tracciato dell'ex ferrovia della Val di Fiemme, si superano gli 800 metri di dislivello con una pendenza massima del 6%. Questa linea ferroviaria che collegava Ora a Predazzo fu costruita dai prigionieri di guerra russi durante la Prima Guerra Mondiale per trasportare truppe e materiali dalla Valle dell'Adige alla Val di Fiemme verso il fronte. Dopo la guerra, la piccola ferrovia trasportava principalmente legname e passeggeri, finché non fu dismessa negli anni Sessanta a causa della sua scarsa redditività. Ciò che rimase fu il percorso perfettamente sviluppato, che oggi è una strada sterrata chiamata "ex ferrovia della Val di Fiemme" o semplicemente "ex ferrovia". Poiché le ferrovie non sono in grado di superare il 5-6% di pendenza, oggi il percorso è assolutamente adatto ai ciclisti e il dislivello lo si affronta molto agevolmente. Le vecchie gallerie della linea ferroviaria, che al primo impatto possono sembrare lugubri cunicoli, in realtà non devono spaventare perché i rilevatori di movimento attivano automaticamente le luci. A Fontanefredde si lascia la linea ferroviaria e si sale per un breve tratto sulla strada per Trodena. La sterrata, facile da percorrere e non troppo ripida, conduce a Passo Cisa, il passante per Anterivo. Si continua a salire fino a quando, poco prima della Malga Monte Corno, verso est si apre una vista fantastica sull'intera Val di Fiemme e le possenti torri di roccia delle Pale di San Martino dietro Passo Rolle. La Malga Monte Corno, a circa 1700 metri di altitudine, è una meta molto frequentata in estate dai ciclisti di Bolzano e dintorni. Da qui, prima di scendere si affronta un'altra piccola salita passando per il Lago Nero e il Lago Bianco, su una strada sterrata fino a Cauria/Gfrill. Questa piccola località montana domina la Valle dell'Adige offrendo una vista mozzafiato sulle Dolomiti di Brenta. Inizialmente si percorrono le vecchie strade agricole, in parte asfaltate, attraverso i prati alpini, poi si imbocca il sentiero forestale numero 7, un tracciato tecnicamente piuttosto impegnativo che scende a quasi 1.000 metri di quota fino a Laghetti. In caso di bel tempo, il ritorno a Caldaro nel pomeriggio è particolarmente piacevole perché nella Valle dell'Adige soffia un forte vento da sud (chiamato Ora) che favorisce la pedalata e consente di raggiungere facilmente una velocità media di 40 km/h. Nel complesso, quello di Monte Corno è un tour straordinario che offre un panorama grandioso e richiede una moderata preparazione tecnica e una buona forma fisica.
Varianti: a Trodena si può decidere se scegliere percorsi più brevi e meno impegnativi come quelli verso Malga Cislon o Kanzel.
Da non perdere: l'ex linea ferroviaria della Val di Fiemme, il Lago Bianco e il Lago Nero, le località di Trodena e Cauria/Gfrill.
Partendo da Caldaro, il tour si snoda su piste ciclabili e sentieri tra vigneti e frutteti fino a Lana, vicino a Merano. Per affrontare i 19 km di salita che portano a Passo Palade (1.515 m) è richiesta una buona forma fisica. La strada si snoda quasi senza tornanti fino al passo offrendo in compenso una vista panoramica sulla Val d'Adige. Una volta raggiunta la cima, si può fare una pausa e poi pedalare in discesa fino a Fondo, prima di affrontare la breve salita che conduce al Passo della Mendola. La Mendola è il monte che domina Caldaro, il suo punto più alto tocca i 1.363 metri. Il tour di 80 km è quasi completato. L'ultimo tratto scende lungo la strada della Mendola fino a Caldaro dove la giornata si conclude nel migliore dei modi in uno dei tanti ristoranti con un calice di Kalterersee ben fresco.
Tempo di percorrenza: 4 h, grado di difficoltà: medio-alto
Questo tour superlativo è la promessa di uno straordinario panorama sul sud dell'Alto Adige.
Per scalare il Monte Roen, si devono superare senza sosta circa 1800 metri di dislivello. La prima meta intermedia è il Passo della Mendola. Da Caldaro, la strada della Mendola si snoda prima attraverso il bosco, poi su uno stretto tratto di strada ricavata in modo piuttosto ardito nella roccia, fino a raggiungere il passo a 1363 metri di altitudine. Qui si può godere della prima vista spettacolare su Caldaro, la Valle dell'Adige e il Lago di Caldaro.
Chi vuole evitare la strada della Mendola può anche prendere la funicolare fino al passo, evitandosi 850 metri di dislivello. (Informazioni su prezzi e orari su kaltern.com/de/die-mendelbahn-in-kaltern.html)
Giunti al Passo della Mendola, si lascia la strada e con il panorama aumenta anche il fattore avventura. Una strada sterrata conduce dapprima al Rifugio Mezzavia. In seguito, i sentieri diventano più impervi. Il percorso fino a Malga Romeno, in parte segnato da radici affioranti, metterà le gambe a dura prova. Chi vuole arrivare in cima avrà bisogno di una potente bici elettrica e di una tecnica perfetta. In alternativa, dopo essersi rifocillati sull'alpeggio, si può spingere. In ogni caso, il consiglio è di non stressarsi: meglio fare una sosta ogni tanto e godersi la maestosità della natura. Più ci si avvicina alla vetta, più il sentiero svela il panorama a 360 gradi che ci aspetta in cima. Alla croce di vetta, la vista è travolgente: l'intera catena dolomitica con lo Sciliar, il Catinaccio e il Latemar a oriente, le Dolomiti di Brenta e la regione dei ghiacciai dell'Ortles a occidente. E una vista su Bolzano come quella che si gode in sorvolo. E poi una dolce discesa lungo la cresta di confine tra la Val d'Adige e la Val di Non, che inizia dai prati alpini sulla cima per proseguire su un comodo sentiero fino a Passo Curon.
A questo punto si lascia la Val di Non. Il sentiero forestale scende fino alla strada per Castelvecchio. Una volta arrivati, vale la pena fare una breve sosta alla cappella e al punto panoramico per godere della meravigliosa vista sul Lago di Caldaro. Il percorso conduce ora attraverso il bosco fino alla zona sportiva di Sant’Antonio. La ciliegina sulla torta di questo grandioso tour è un divertente percorso nel bosco fino a superare le prime case. Giunti finalmente nel centro di Caldaro, a coronamento di questa epica avventura, è ora di un meritato calice di vino in Piazza Principale.
Varianti: la funicolare della Mendola permette di risparmiare 850 metri di dislivello. Chi raggiunge il passo in funicolare può considerare le combinazioni con i tour "Penegal" o "Malga Romeno".
Già nel XVII secolo, la borghesia bolzanina era solita trascorrere i caldi mesi estivi al Renon. Oggi, la strada che da Bolzano porta nella culla delle vacanze estive è un percorso prediletto da chi ama la bici da corsa ed offre una fantastica vista panoramica sulle Dolomiti. Ad un’altitudine di 1000 metri, il Renon e Soprabolzano sono mete ricreative favorite dai bolzanini, che per sfuggire alla canicola estiva della conca, sfruttano l'opportunità di salire in funivia partendo direttamente dal centro città. Ma gli sportivi più ambiziosi non prendono la funivia, ma salgono sulla strada che parte dal margine nord-orientale della città, dove il fiume Isarco esce dalla stretta valle di Bressanone per immettersi nell'Adige. La pedalata inizia sulla pista ciclabile che si snoda da Via delle Cantine a Caldaro fino a Bolzano, prosegue lungo le rive dell'Adige, poi lungo le rive dell'Isarco verso nord fino a lasciarsi quasi alle spalle la città. Ora, però, bisogna serpeggiare nel traffico della stazione ferroviaria per raggiungere presto la strada che si snoda fino a Collalbo. A circa 1200 metri di altitudine, abbiamo superato i 1000 metri di dislivello e possiamo goderci una pausa, mangiare qualcosa o magari fare una deviazione verso le piramidi di terra che si trovano nelle vicinanze. A Collalbo inizia la stradina che in un saliscendi sui pascoli alpini aggiunge altri 300 metri di dislivello continuando ad offrire splendide viste panoramiche. Solo adesso si scende in Val Sarentino, sulla strada che sale da Bolzano e si estende verso nord. Ora si scende in velocità verso Bolzano all’interno di diverse gallerie. Dopo il rifacimento totale del tratto inferiore ultimato qualche anno fa, oggi le gallerie sono tutte larghe e illuminate, ma un lampeggiante da fissare alla sella è comunque consigliabile. Arrivati a Bolzano, la pista ciclabile costeggia il torrente Talvera che scende dalla Val Sarentino. Ben presto si ricongiunge alla pista ciclabile della Valle Isarco. A questo punto si ripercorre la stessa strada per tornare a Caldaro affrontando altri 300 metri di dislivello. Se avete tempo, potete fermarvi a Bolzano e visitare il centro con i suoi vicoli e la Via Portici. Ma non trattenetevi troppo a lungo perché alla fine di questo bellissimo tour estivo, un calice di vino in Piazza Principale a Caldaro è un must.
Percorrendo la Val d’Adige da Bolzano a Merano, sulla destra si notano solo ripidi pendii e pareti rocciose, solcati da due funivie. Ma alle loro spalle si estende un enorme tappeto di rigogliosi prati alpini punteggiati da piccoli villaggi e innumerevoli masi. La strada sovrastante è una vera delizia per gli amanti della bici da corsa: è la strada che conduce da Caldaro al Burgraviato. Il comprensorio ha conservato questo nome dai tempi del dominio dei burgravi tirolesi fino all’epoca moderna. Oggi la regione è uno dei centri turistici dell'Alto Adige e la vita pulsa soprattutto a Merano, suo capoluogo, e nei comuni direttamente confinanti. Lungo il tracciato, l'unica cosa che potrebbe infastidire è il vento che soffia verso sud dalla Val Venosta lungo il fiume Adige. Il tour inizia dalla Piazza Principale di Caldaro, si snoda attraverso Via Stazione e Via delle Cantine (punto di partenza alternativo) alla fine della quale, in corrispondenza della vecchia locomotiva, inizia la pista ciclabile che scende nella valle dell'Adige. Seguite ora la pista ciclabile Valle dell’Adige e proseguite su piccole strade vallive fino alle porte di Merano. Ora il traffico si fa più intenso fino ad aver oltrepassato le strade di accesso al centro di Merano e la strada che sale a Scena. Alla periferia di Merano inizia la salita fino ad Avelengo, balcone soleggiato sopra la Val d'Adige, diventato famosa per l'allevamento dell'omonima razza di cavalli.
Durante la salita, una volta superata la stazione a valle della funivia di Merano 2000, meta di turismo motorizzato, lentamente il traffico si riduce. Ora si può ancora godere della vista sulla Valle dell'Adige finché la strada, a tratti piuttosto ripida, non scompare dietro le pareti rocciose. Non è solo la vista sulla valle a scomparire. Merano è improvvisamente lontana e si entra in un mondo completamente diverso, fatto di prati alpini e masi di montagna.
Da Avelengo, la strada si snoda lungo l'altopiano passando per Verano e Meltina. Poco prima di Meltina, arrivati nella frazione di Salonetto, si può anche rimanere sulla strada principale. Questo percorso alternativo si snoda lungo una piccola strada secondaria che passa davanti alla stazione a monte della funivia che parte dalla Valle dell'Adige e a Meltina si ricongiunge alla strada principale: una deviazione che può solleticare la curiosità, perché tra Avelengo e Meltina ci sono delle strade secondarie che conducono a piccole malghe e masi da scoprire al di fuori di questo percorso. Da Meltina si rimane sulla strada principale in perfette condizioni che inizialmente costeggia l'altopiano. Ben presto, però, durante la discesa in velocità e con alcune curve, il vento caldo torna a soffiare contro fino a raggiungere nuovamente i vigneti di Terlano, alle porte di Bolzano. Da questo momento in poi, i vigneti saranno protagonisti di questo itinerario che non conduce a Caldaro sulla strada principale, ma aggira il traffico attraversando le stradine secondarie dei villaggi vinicoli. Ci vorrà ancora un po’ di lavoro di muscoli fino a raggiungere Bellavista e la frazione caldarese di Villa di Mezzo per poi scendere agevolmente nel centro del paese per un caffè o un calice di vino a coronamento di questa interessante escursione.
Varianti: questo tour può essere fatto in entrambe le direzioni, ma la discesa da Meltina a Terlano è più piacevole di quella da Avelengo a Merano. Poiché l’itinerario si snoda a forma di “otto” con il punto di intersezione fra Terlano e Andriano, può anche essere interpretato liberamente.
Lungo di 17 chilometri e con circa 300 metri di dislivello, il giro del Lago di Caldaro è il percorso ideale per allenarsi il giorno di arrivo, esplorare l'area intorno al lago e avere una visione d'insieme. Poiché il tracciato si snoda prevalentemente su piste ciclabili asfaltate, questo tour è particolarmente adatto ai principianti e alle famiglie con bambini. Si parte dal punto informativo di Via delle Cantine lungo la pista ciclabile che scende nella valle di Lavason per poi proseguire in piano e in discesa verso il Lago di Caldaro e Ora. Solo una breve salita rallenta la rapida corsa verso il lago attraverso i vigneti. Una volta raggiunta la località di Campi al lago, si prosegue verso sud lungo il versante orientale del lago. Appena a sud del lago, si svolta a destra dalla pista ciclabile Bolzano-Ora, si percorre un tratto pianeggiante intorno al lago, passando davanti alla chiesa di San Giuseppe fino a raggiungere l'ampio parcheggio: in estate, ristoranti e stabilimenti balneari invitano a fermarsi per un tuffo o un gelato. Dopo una piacevole e rigenerante sosta, il percorso risale a Caldaro su piste ciclabili asfaltate. Le soglie in pietra calcarea bianca incastonate nel terreno lungo la Strada del vino contrassegnano i vigneti. Ora si pedala per 180 metri in salita; di solito è più facile nel pomeriggio aiutati dal vento che soffia da sud. Tornati in centro a Caldaro, il viavai di Piazza Principale è un chiaro invito a gustare un gelato o bel caffè.
Varianti: a sud del Lago di Caldaro, sulla pista ciclabile per Ora, si può continuare su molti altri percorsi facili, ma un po' più lunghi come il giro di Monte di Mezzo o di Egna.
Da non perdere: il Lago di Caldaro con il suo biotopo e il punto di osservazione degli uccelli. Il Sentiero del vino di Caldaro.
Partendo da Caldaro, questo tour si snoda lungo la pista ciclabile in direzione di Bolzano fino alla funivia del Colle, la prima al mondo adibita al trasporto di persone. Dalla stazione a valle, una strada di montagna con una pendenza media del 10% porta al Colle. Il percorso conduce per 7 km verso la Val d’Ega prima che la strada svolti a destra e porti al Colle di Villa. Da qui si raggiunge il culmine di questo tour in corrispondenza del bivio di La Costa (Schneiderwiesen/Seit).
Qui si svolta a destra in discesa verso Laives, dove si apre uno splendido panorama sulla Mendola e, nelle giornate limpide, fino alle Dolomiti di Brenta. Dopo alcuni tornanti, si attraversa il paesino di La Costa, da dove proseguire in discesa nella Valle dell'Adige fino a Pineta di Laives. Ora si torna sulla pista ciclabile superando Bolzano e rientrando a Caldaro.
Con un lunghezza di circa 23 chilometri, il più breve dei tre circuiti sulla Strada del Vino tocca alcuni dei più famosi e bei villaggi storici come Cornaiano, Appiano e Caldaro, noti per il loro Pinot Bianco e per l'autoctono Kalterersee. Il percorso inizia a Caldaro sul piazzale antistante le grandi cantine sociali (Kellerei Kaltern e Erste + Neue). Da qui si snoda attraverso un'area boschiva fino a raggiungere i due laghi di Monticolo. Il tour prosegue fino a Cornaiano, storico villaggio vinicolo le cui cantine sotterranee sono più estese del villaggio stesso. Le tappe successive sono San Paolo e San Michele che è il vero e proprio centro di Appiano, villaggio famoso per i suoi numerosi castelli. Una breve deviazione verso il Castel d’Appiano, risalente al XII secolo, ricompensa con una straordinaria vista mozzafiato sulla Valle dell'Adige e sulle Dolomiti. La Strada del Vino conduce ora a Caldaro al lago, uno dei villaggi vitivinicoli più famosi della regione, non solo per il suo vino che prende il nome dal lago. In paese consigliamo una visitare la Casa del vino Punkt in Piazza Principale o il Museo Provinciale del Vino.
Informazioni generali sui tre percorsi lungo la Strada del Vino:
Pedalare lungo la Strada del Vino dell'Alto Adige è un'esperienza davvero speciale. Le temperature miti e 300 giorni di sole all'anno rendono la più antica strada del vino d'Italia il luogo ideale per una vacanza attiva e divertente in bicicletta. Lungo la Strada del Vino dell'Alto Adige a traffico limitato, tre gradevoli percorsi ciclabili offrono numerose opportunità di visitare cantine e castelli. I tre circuiti (nord, centro e sud) non presentano pendenze significative e possono essere percorsi tutto l'anno, singolarmente o in combinazione.
Ufficialmente il tratto meridionale non passa per Caldaro, ma lambisce l’omonimo lago. Se non vi spaventa il viaggio di andata e ritorno, potete partire anche da Caldaro, come descritto qui. Il tratto si snoda su un anello di 40 chilometri fino a Salorno, il comune più a sud dell'Alto Adige. Lungo il percorso si incontrano i villaggi vinicoli di Termeno, Cortaccia, Magrè e Cortina all’Adige.
Il sud dell'Alto Adige: tour in bicicletta
Questo tour inizia in Via delle Cantine, davanti alle cantine sociali Kellerei Kaltern e Erste + Neue. Da qui, il percorso conduce attraverso i vigneti fino al Lago di Caldaro e oltre la sua sponda orientale (Campi al lago) in direzione di Ora. Superato il canneto, biotopo sulla sponda meridionale del lago, il percorso si ricongiunge alla pista ciclabile Ora-Termeno innestandosi nel tratto meridionale della Strada del vino. Si può seguire l’itinerario in entrambe le direzioni. In altre parole: ci sono due modi arrivare all’estremità sud di Salorno.
Girando a destra si raggiunge lo storico villaggio vinicolo di Termeno, località da cui prende il nome un celebre vino autoctono: il Gewürztraminer. Il percorso prosegue in direzione sud passando per Cortaccia e la Vite Centenaria (Ur-Rebe) piantata a Magrè nel 1601. Da qui si prosegue fino a Cortina all’Adige nota come "La piccola Venezia" per le sue frequenti inondazioni. Solo ora il percorso attraversa il fiume Adige. Salorno si estende sulla sua sponda orientale. Da qui si può fare una breve deviazione verso l’omonimo castello eretto nel XI secolo come fortezza su un ripido sperone roccioso.
Tornando a Caldaro, su questo versante della valle si incontrano gli abitati di Egna e Ora. A Egna meritano una visita i suggestivi portici secolari del centro storico interdetto al traffico veicolare: dalla frenesia dell'era moderna ci si immerge nel Medioevo, godendo della vista delle belle case antiche, della piacevole frescura dei portici e della zona commerciale medievale della città.
Più a nord, il percorso tocca il biotopo di Castelfeder, antico luogo di culto incastonato in un paesaggio collinare romantico e selvaggio che ancora oggi esercita un'attrazione magica con le gigantesche pietre scavate dal ghiacciaio e i resti risalenti a tempi lontani. Se ne avete voglia, potete fare una visita ad Ora prima di tornare indietro attraversando l'Adige fino al Lago di Caldaro e salire in paese.
Una visita all'enoteca in corrispondenza del punto di partenza e di arrivo di questo tour oppure una tappa in Piazza Principale sono un ottimo modo per concludere la gita in bellezza. La Casa del vino Punkt offre un'ampia selezione di vini del Lago di Caldaro.
Varianti: volendo prendere una scorciatoia, a Magrè e Egna ci sono altri due ponti sull'Adige. Tra Salorno, Cortina all’Adige, Magrè, Egna e Ora passa anche un treno che permette di risparmiare qualche chilometro (www.altoadigemobilità.info).
Informazioni generali sui tre percorsi lungo la Strada del Vino:
Pedalare lungo la Strada del Vino dell'Alto Adige è un'esperienza davvero speciale. Le temperature miti e 300 giorni di sole all'anno rendono la più antica strada del vino d'Italia il luogo ideale per una vacanza attiva e divertente in bicicletta. Lungo la Strada del Vino dell'Alto Adige a traffico limitato, tre gradevoli percorsi ciclabili offrono numerose opportunità di visitare cantine e castelli. I tre circuiti (nord, centro e sud) non presentano pendenze significative e possono essere percorsi tutto l'anno, singolarmente o in combinazione.
Un tour ricco di suggestioni culturali che collega due dei più bei comuni limitrofi di Caldaro. Passando per il Lago di Caldaro, si raggiunge Termeno, patria del Gewürztraminer. È un incantevole villaggio vitivinicolo adagiato sui pendii soleggiati della Valle dell'Adige contraddistinto da vicoli serpeggianti, edifici storici e cantine caratteristiche. Il centro del paese sorge a circa 50 metri sopra il fiume che, dopo soli tre chilometri a ovest, scorre verso la Pianura Padana. Se a Termeno volete conoscere meglio la cultura della regione, visitate il Museo Hoamet sito in Piazza Municipio. In ogni caso, questo tour offre un interessante excursus nel passato perché lungo l'Adige si trova Egna, uno dei luoghi più belli dell'Alto Adige che vanta una ricca storia.
Dopo il periodo di fioritura in epoca rinascimentale, quando lungo la trafficata via commerciale del Brennero, ogni 30 chilometri i mercanti si fermavano per far riposare i cavalli, con l'invenzione della ferrovia la città perse la sua importanza. Lontano dalla linea ferroviaria tra Bolzano e Trento, la città si impoverì, i giovani emigrarono e quasi nulla venne risanato. Ma questa presunta povertà di Egna si trasformò in una risorsa. Negli anni Ottanta, quando un esperto di conservazione del patrimonio locale riconobbe il valore del centro storico, trascurato ma rimasto immutato, ne suggerì il risanamento completo fedelmente allo stile antico. Dopo un’accurata riqualificazione, oggi con le sue belle case storiche e i suoi portici, Egna è un vero gioiello. In alcuni cortili si trovano ancora affreschi rinascimentali originali. La cittadina è una meta particolarmente interessante a queste latitudini. Il comodo tour in bicicletta da Caldaro a Egna conduce attraverso i frutteti della Bassa Atesina fino al centro del paese interdetto al traffico. Dalla frenesia dell'era moderna ci si immerge nel Medioevo, godendo della vista delle belle case d’epoca, della piacevole frescura dei portici e della zona commerciale medievale della città. Vale senz’altro la pena visitare il piccolo Museo Andreas Hofer o il Museo di cultura popolare. Condannato a morte, sulla via verso Mantova l'eroe tirolese dovette fermarsi a Egna per una notte. Sistemato nella cantina di una casa, si dice che abbia detto alle sue guardie: "Fate attenzione che non vi scappi, altrimenti uccideranno voi". Sazi di piacevoli impressioni, si continua lungo la pista ciclabile dell'Adige in direzione di Ora per affrontare i 180 metri di dislivello per tornare a cena a Caldaro in uno dei bei ristoranti del paese.
Varianti: Il tour può essere combinato, ad esempio, con il giro del Monte di Mezzo.
Da non perdere: Termeno con il Museo Hoamet. Egna con il centro storico, il Museo Andreas Hofer e il Museo di cultura popolare di Egna.
I ghiacciai risalenti all'era glaciale hanno generato sul versante occidentale della Valle dell'Adige una parete rocciosa pressoché verticale alta fino a 600 metri, delimitata dal Macaion a nord e dal Roen a sud. Al centro si erge il rilievo del Penegal con il ripetitore visibile da lontano. Da Caldaro, l’unico modo per raggiungerlo facilmente in bicicletta è lungo la strada della Mendola e richiede una buona ora. La pendenza media è lieve, del 6-8%, quindi consente di acquisire un ritmo costante. Tuttavia, questo primo tratto in salita può anche essere superato molto più agevolmente con la funicolare della Mendola: una volta arrivati al passo, si continua per una buona mezz’ora sulla strada stretta e poco trafficata che porta alla cima. Ma poi ecco la meritata ricompensa per la fatica: un panorama mozzafiato sul Lago di Caldaro e su tutto il sud dell’Alto Adige! Infine, l’impegnativa discesa verso il Bait del Prinz. Il sentiero n. 500, in parte accidentato, sassoso e con radici affioranti, si snoda prevalentemente in discesa, ma è caratterizzato anche da alcuni brevi tratti in salita. Al rifugio Prinzhütte si raggiunge un sentiero di ghiaia che si segue in discesa verso sinistra fino a raggiungere le Regole di Malosco, una malga dove si servono specialità trentine. Dopo una breve salita su ghiaia, si scende nuovamente all'Hotel Paradiso, da dove si risale al Passo della Mendola su strada. Dopo una breve discesa, si imbocca il Nuovo Sentiero della Mendola, appositamente concepito per i ciclisti. Questo sentiero forestale ghiaioso piuttosto largo, facile da percorrere per tutti, scende con alcune serpentine fino alla strada forestale Boos. Arrivati in fondo si imbocca il sentiero forestale Hohlweg, leggermente più largo e in discesa che conduce alle porte di Caldaro: una sfida per i ciclisti esperti. Qui si segue il circuito su splendidi sentieri e sterrati attraverso la zona sportiva di Caldaro e il sentiero Kardatsch fino al lago da dove, per arrivare al punto di partenza dell’escursione, rimangono altri 180 metri di dislivello. Ma lo sforzo vale sicuramente la pena. I sentieri che scendono al lago sono perfettamente scorrevoli. Nel complesso, il tour verso la cima del Penegal è un'attrazione per i biker in buona forma e offre un panorama da sogno. Grazie alla fluidità dei sentieri la tecnica di guida non risulta troppo impegnativa.
Varianti: questo tour può essere combinato con il tour a Malga Romeno.
Da non perdere: il trasmettitore sul Monte Penegal, la malga "Regole di Malosco", il fantastico panorama su Caldaro e l’omonimo lago, la Bassa Atesina, le Dolomiti e le montagne della Val di Non.