La terra del Törggelen: magiche cittadine, pittoreschi alpeggi e premiati vini bianchi Bressanone e i suoi dintorni pulsano di vivacità. Da secoli si snoda qui una delle principali arterie stradali europee, percorsa da un gran numero di imperatori e commercianti che, attraversando il Passo del Brennero, raggiungevano Vipiteno e la Valle Isarco. Ancora oggi il Brennero è considerato la “cruna dell’ago” d’Europa. Ciò ha lasciato un segno nella regione: Vipiteno è stata la città dei Fugger, mentre nella cittadina di Chiusa soggiornavano “star” del calibro di Albrecht Dürer. Bressanone è addirittura una delle più antiche località del Tirolo, decorata da splendidi edifici come la Hofburg, un tempo residenza dei potenti vescovi-principi. Come potete osservare durante una passeggiata lungo i vivaci vicoli del centro storico, oggi passato e modernità si coniugano armonicamente. Tuttavia, il modo migliore per esplorare questa zona è percorrendo gli innumerevoli sentieri in un tour ad alta quota e in sella a una bici, oppure visitare la straordinaria Gola di Stanghe e intraprendere un’escursione al villaggio alpino di Malga Fane. In autunno tutto si svolge all’insegna del Törggelen, una tradizione altoatesina molto amata, che ha avuto origine proprio in questa zona. Nelle osterie vengono serviti vino novello, caldarroste e gustose specialità, mentre gli eccellenti vini bianchi della Valle Isarco possono essere degustati tutto l’anno.
Nella cantina del Kuenhof di Bressanone nascono quattro vini bianchi
dalla forte personalità. Le uve da cui provengono crescono sui ripidi terrazzamenti
aggrappati ai pendii della Valle Isarco e vengono vinificate nella storica
cantina del maso – sotto tutela dei Beni Culturali – le cui radici
risalgono a un lontano passato. Molto lontano, in realtà.
Il Kuenhof di Bressanone viene citato per la prima volta in documenti storici
risalenti al XII secolo, epoca nella quale – come molti altri masi in Valle
Isarco – faceva parte dei possedimenti del vescovo di Bressanone. Da ormai
quasi duecento anni la gestione del Kuenhof è nelle mani della famiglia
Pliger che a poco a poco l’ha trasformato in una azienda vinicola. L’ultimo
e decisivo passo in questa direzione i Pliger l’hanno compiuto nel 1990: da allora
le uve del Kuenhof vengono messe in cantina personalmente e i vini di casa
vengono commercializzati autonomamente.
Alla base di questa attività, oggi come in passato, ci sono da sempre i circa
sei ettari di vigneti. I ripidi terrazzamenti sono orientati a sud-ovest e si
trovano tra i 550 e gli 890 metri di altitudine. “Il clima qui è rigido, ma per
i nostri vini bianchi è assolutamente ideale”, spiega Peter Pliger che gestisce
il Kuenhof con la moglie Brigitte e il figlio Simon. I “nostri vini bianchi”
sono quattro: Sylvaner, Riesling, Veltliner e Gewürztraminer.
“Per noi è importante che i nostri vini nascano da una simbiosi più equilibrata
possibile tra persone, piante coltivate e natura”, afferma Pliger. In questo
credo rientra anche la vinificazione con lieviti naturali che rende i bianchi
del Kuenhof longevi e digeribili. E “longevità” potrebbe benissimo
essere la parola chiave perfetta – per un maso con oltre ottocento anni di
storia.