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    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

    Risultati
    Arte e cultura
    Il monte Lagazuoi
    Badia, Regione dolomitica Alta Badia

    L'area intorno al monte Lagazuoi è una combinazione di escursionismo, sci, cultura e storia in uno dei paesaggi più belli del mondo, le Dolomiti. Le montagne dell'area Lagazuoi - 5 Torri, portano tracce di uno degli eventi più tragici del ventesimo secolo, la prima guerra mondiale.

    Da non perdere: in inverno, al termine di una suggestiva discesa di 8,5 km, ti aspetta il taxi più ecologico delle Alpi. Una pariglia di cavalli porta gli sciatori dalla località Sas Dlacia fino all’impianto Armentarola per rientrare nel comprensorio sciistico Skicarosello che collega tutti paesi dell’Alta Badia.

    Chiese e abbazie
    Cimitero dei francesi a S. Leonardo
    San Leonardo in Passiria, Merano e dintorni

    Nel novembre 1809 migliaia di soldati dell'esercito di Napoleone, diretti a Merano, valicarono il Passo Giovo e giunsero in Val Passiria. Nei pressi di S. Leonardo ebbero tuttavia luogo furiosi scontri con i rivoltosi passiriani: vi persero la vita 22 valligiani, ma anche 200 soldati e 30 ufficiali dell'esercito napoleonico.

    Secondo racconti successivi agli eventi i caduti francesi sarebbero stati sepolti in un vecchio cimitero ai margini del paese, probabilmente usato per le vittime della peste. Nell'anno commemorativo 1959, 150 anni dopo la rivolta hoferiana, gli Schützen della Val Passiria fecero qui apporre una targa commemorativa in marmo. L'ambasciata transalpina ha fino ad oggi contribuito alla manutenzione del cimitero e su di esso sventola il tricolore francese.

    Uno primo scavo archeologico, eseguito nel 2009, non ha riportato alla luce tracce di soldati napoleonici e ciò parve confermare i vecchi dubbi sull'effettiva sepoltura. Nel 2013 il Ministero alla Difesa francese fece quindi eseguire ulteriori scavi: essi hanno portato alla luce un coltello, ossa e resti di vestiario in grado di attestare la sepoltura di soldati francesi.

    Arte e cultura
    Catinaccio
    Nova Levante, Regione dolomitica Val d'Ega

    Da sempre protagonista di miti e antichi misteri, il Catinaccio nelle Dolomiti – Patrimonio Mondiale UNESCO – sembra fiorire al tramonto, come per magia: si racconta nella leggenda che molti anni fa, ci fosse un giardino pieno di rose (giardino delle rose=Rosengarten) del Re dei nani Laurino. Un giorno, mentre combatteva contro i cavalieri, Re Laurino usò la sua cappa magica che lo rendeva invisibile. I cavalieri, tuttavia, riuscivano a individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi. Molto arrabbiato per questo, Re Laurino lanciò una maledizione sul roseto che lo aveva tradito. Decise che né di giorno né di notte nessuno avrebbe mai più rivisto il suo roseto; ma si dimenticò del crepuscolo. Ora si può ammirare l’enrosadira, che colora la montagna di rosa e rosso all'alba e al tramonto.

    Al Catinaccio ci sono innumerevoli sentieri escursionistici di diversi livelli da esplorare: dal sentiero Masarè che porta al Monumento Christomannos, il giro del Catinaccio e molto altro ancora. Il Catinaccio invita anche gli alpinisti avventurosi a esplorare le vie ferrate e scalate.

    Arte e cultura
    Piani Rosim a Solda
    Stelvio, Val Venosta
    I Piani Rosim sono un altopiano di prateria alpina in una piccola valle laterale di Solda. Il vasto panorama e la flora d'alta quota invitano a sedersi e osservare la meraviglia di questo posto.
    Fortezze e castelli
    Rovine del Castello Wolkenstein
    Selva di Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    La rovina è oggi accessibile da un ripido sentiero che parte nei pressi del Centro di Addestramento dei Carabinieri di Vallunga. Il castello, costruito all'inizio del XII secolo, crollò già nel 1525 e non fu mai più ricostruito. Dal XIV secolo appartiene alla famiglia dei conti Wolkenstein, di cui porta il nome. Si ritiene che vi soggiornasse nei mesi estivi il celebre poeta e compositore Oswald von Wolkenstein, nato fra il 1376 e il 1387 in Alto Adige e morto nel 1445 a Merano.

    Fortezze e castelli
    Chiusa di Rio Pusteria
    Rio di Pusteria, Bressanone e dintorni

    La Chiusa di Rio Pusteria è situata tra i paesi Rio Pusteria e Vandoies all’imbocco della Val Pusteria. Si trova direttamente alla strada statale, anche la Ciclabile Val Pusteria, chiamata Pusterbike, passa per la chiusa imponente. Quì correva nel 1271 il confine tra le contee di Tirolo e Gorizia e proprio per questa ragione Mainardo II fece costruire uno sbarramento, la Chiusa di Rio Pusteria.

    La chiusa antica di una volta si trovava 600 m a ovest della struttura conservatasi sino ad oggi. Questa vecchia chiusa consisteva di un lungo muso di sbarramento e due torri. La struttura fu costruita conformemente al modello corrente delle dighe di sbarramento di quell’epoca. Pietre fluviali lavorate solo in minima parte fungevano come materiale di costruzione, e furono posate regolarmente. Purtroppo a partire dal 1340 le fonti scritte sulla struttura vecchia si esauriscono.

    Il committente della nuova chiusa, che si è conservata fino a oggi, fu il Sigismondo d’Austria detto il danaroso. Questa nuova struttura è dotata di torri circolari, ed un muro di sbarramento risale il dorso boscoso. La Chiusa di Rio Pusteria non aveva solo scopi difensivi, ma fungeva anche come residenza e dogana. Oggi la chiusa può essere visitata con guida.

     

    Arte e cultura
    Lago di pausa a Terento
    Terento, Bressanone e dintorni
    Il lago di Pausa e quello di Campofosso sono due laghi di montagna color blu intenso. La saga racconta che al posto del lago di Pausa, in passato c’era un territorio sassoso sul quale c’erano molte baite. In una delle baite abitavano piccoli nani che lavoravano nelle miniere per conto del Re dei nani di nome Mute. Cercavano cristalli e venivano pagati generosamente. I nani però non si accontentavano mai e un giorno decisero di tenersi una grande pietra preziosa per venderla per conto proprio. Mute ne venne a conoscenza e la sua ira provocò una grande tempesta. L’acqua scese come fiumi dalle montagne e inondò i nani. Da allora il lago di Pausa esiste ancora, così come il Monte Mutenock.
    Arte e cultura
    Mulino glaciale a Plata
    Moso in Passiria, Merano e dintorni

    A Plata si trova un mulino glaciale del diametro di 1,4 m e di una profondità di 3,6 m. Questo fenomeno naturale è un prodotto delle acque dei ghiacciai che assieme a dei sassi hanno formato queste buche enormi nelle rocce.

    Da Plata il sentiero nr. 6 verso “Pianlargo” conduce fino ad una cappella, e da lì il sentiero nr. 5 porta in pochi minuti alla marmitta. Tempo di percorrenza: 30 minuti.

    Arte e cultura
    Tschaufer Weiher - biotopo
    Meltina, Bolzano e dintorni
    Il Tschaufer Weiher un tempo era un laghetto artificiale per la pesca. Oggi questa oasi naturale è un biotopo protetto che invita a soffermarsi e rilassarsi.
    Arte e cultura
    La grotta della neve al Sas dla Crusc/Santa Croce
    Badia, Regione dolomitica Alta Badia

    L’Alta Badia è un vero scrigno di meraviglie, contenente capolavori scolpiti dalla Natura stessa – da quelli più imponenti, forgiati nel corso dei millenni, a quelli più delicati ed effimeri, ma persistenti grazie alla loro ciclicità. Tra questi spicca la Grotta della Neve, situata ai piedi della Cima Dieci, che invita a scoprire una natura di algida e candida bellezza, rivelando il cuore ghiacciato di un antro decorato da imponenti pareti ondulate, modellate pazientemente stagione dopo stagione.

    In estate la grotta si allarga: la stretta cavità creata dal ruscello è piena di aria fredda, più densa e quindi più pesante della temperata aria esterna. È l’inizio di un effetto chiamato “effetto camino inverso”: l'aria fredda e pesante nella grotta scende verso il basso e nella grotta si alza una corrente di vento dall’alto verso il basso. L'aria calda estiva viene risucchiata nella parte alta nella caverna e la caverna si scioglie dall'interno. L’aria calda risucchiata si raffredda a contatto con il ghiaccio e quindi va nuovamente a posarsi in fondo alla grotta come aria fredda pesante, creando così un circolo. Questo circolo può durare mesi e sciogliere una cavità sempre più grande nel ghiaccio.

    L'accesso alla grotta è ufficialmente vietato. È permesso avvicinarsi fino all’ingresso per scattare foto, ma bisogna fare attenzione al rischio di caduta massi.

    Arte e cultura
    Parco Naturale Fanes-Senes-Braies
    La Val, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, con i suoi boschi di abete rosso, si trova nel cuore delle Dolomiti di Braies e del Gruppo di Fanes. Formazioni morfologiche tipicamente carsiche quali solchi di dissoluzione, campi carreggiati, fenditure e doline caratterizzano la zona, la cui parte centrale è costituita dall'Alpe di Fanes e dall'ampio Prato Piazza, costellato di variopinte erbe aromatiche. Incastonato tra fiere montagne si riposa la perla dei laghi di montagna: il Lago di Braies, con le sue scintillanti acque verde smeraldo.

    Arte e cultura
    Sasso Gigante
    Valdaora, Regione dolomitica Plan de Corones
    Il "Sasso Gigante" è un imponente masso di dolomia che si trova sul sentiero dalla Mondo Bimbi in direzione della Malga Brunst. Secondo un’antica leggenda, fu il gigante Haunold a lasciarlo lì, stanco di portarlo con sé. Sul posto i visitatori possono leggere l’affascinante leggenda del Sasso Gigante – un luogo magico per escursioni in famiglia e per chi ama le storie leggendarie.

    La leggenda trovi qui: Cultura a Valdaora | Olang-Valdaora
    Arte e cultura
    Parco Naturale Puez-Odle
    Funes, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il parco naturale Puez-Odle, nel cuore delle Dolomiti, è un'area naturale che si estende in parti delle valli: Val Badia, Val Gardena e Val d'Isarco. Racchiude principalmente due gruppi montuosi: il gruppo del Puez e quello delle Odle.

    In diversi posti nel parco naturale si possono osservare bene le sedimentazioni stratificate, che documentano la formazione delle nostre montagne ed offrono una varietà geologica eccezionale. Questo parco offre tutto l'anno diverse possibilitá per gli amanti della flora e fauna, non dimenticano le varie attivitá sportive.

     

    Arte e cultura
    Cascata Stieber a Moso
    Moso in Passiria, Merano e dintorni

    Da Moso fino alla chiesa e lungo la strada principale in direzione Plan fino al ponte. 50 m più avanti inizia a sinistra della strada il sentiero che vi porta direttamente alle cascate Stieber. Il Rio Plan precipita 19 m e poi 18 m nella gola e si getta nel Passirio.

    Arte e cultura
    Forte Mitterberg/Monte di Mezzo
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    Il Forte Mitterberg (Festung Mitterberg) sul Monte di Mezzo a Sesto risale agli anni 1884-89. Due anni prima della sua costruzione fu firmata la Triplice Alleanza tra l'Impero Austro-Ungarico e il Regno d'Italia. Per rafforzare questa unione difensiva, furono costruiti numerosi forti lungo i confini e sui passi, tra cui il Forte Monte di Mezzo sul versante sud e il Forte Haideck sul versante nord di Sesto. L'obiettivo dell'impianto costato 427.000 corone era quello di chiudere la sella del Passo Monte Croce e perciò l'accesso alla Val Pusteria in caso di necessità. I forti erano connessi tramite telefono e telegrafo ottico.

    Arte e cultura
    I laghi d'oro di Stelvio Paese
    Stelvio, Val Venosta

    Vicino alla malga Obere Stilfser Alm passa un sentiero circolare che porta ai Laghi d’Oro di Stelvio Paese, da non confondere con il Lago d'Oro che si trova nei pressi del Passo dello Stelvio. Si tratta di laghetti alpini che, oltre ai candidi ciuffi dell’Eriophorum, offrono una visuale nitida anche sull'area dell'Ortles.

    Arte e cultura
    Insediamento preistorico "Burgstall" a Rifiano
    Rifiano, Merano e dintorni

    La colonia agricola risale al periodo del 400 a. C. e venne utilizzata per molti secoli. Nella prima metà del primo secolo a. C. un incendio distrusse la colonia agricola e non venne più ricostruita. In buone condizioni sono gli scavi della casa padronale, e provabili sono un’altra abitazione per la servitù, dei granai e delle stalle.

    Raggiungibile da Rifiano lungo la via Chiesa e poi sul sentiero "Gnealersteig". Tempo di percorrenza: circa 40 min.

    Mostra permanente "Vestigia Vita Raetica" nella Cassa Raiffeisen a Riffiano
    LU, VE 08:00-12:30 + 15:30-16:30 · MA, ME 08:00-12:30 · GI 08:00-12:30 + 17:00-18:30

    Fortezze e castelli
    Malga Pfandler Alm presso S. Martino
    San Martino in Passiria, Merano e dintorni

    La malga Pfandler Alm venne usata come rifugio dall'eroe storico Andreas Hofer. Per un mese e mezzo Andreas Hofer si nascose qui con la sua famiglia. Il 28 gennaio del 1810 vennero presi in ostaggio e portati a Bolzano per proseguire per Mantova.

    Raggiungibile solo a piedi.

    Fortezze e castelli
    Gampenbunker
    Senale-S.Felice, Merano e dintorni

    Per scopi difensivi nel 1940-41 dal regime fascista fu realizzato questo bunker al Passo Palade, è un’impressionante fortificazione sotterranea su più piani costituita da una lunga rete di gallerie che collegano postazioni di tiro e ampi spazi interni. Nella parte iniziale è allestita una galleria espositiva di immagini (Gampen Gallery), mentre l’interno ospita tra l’altro un’esclusiva collezione di minerali.

    Arte e cultura
    Cappella commemorativa
    Selva di Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    Al cimitero di Selva Gardena si trova la cappella commemorativa in ricordo degli scalatori che hanno perso la vita in incidenti sulle Dolomiti gardenesi.

    Arte e cultura
    Wandelhalle
    Merano, Merano e dintorni

    La Wandelhalle di Merano è un’elegante struttura a colonnato costruita tra il 1864 e il 1866, dunque ancora prima della Belle Époque. È uno degli edifici più significativi della città dal punto di vista storico-culturale: non solo rappresenta uno dei primi esempi di architettura termale rappresentativa dell’Impero austro-ungarico, ma costituisce anche un importante trait d’union, dal punto di vista architettonico, tra il tardo Biedermeier classicista e il nascente stile liberty, con i suoi motivi decorativi e pittorici. Si stende per quasi 100 metri lungo la Passeggiata d’inverno sul Passirio, diventando un vero e proprio salotto urbano a cielo aperto: fresco e arioso d’estate, riparato e soleggiato d’inverno.

    La sua storia comincia nel 1850, quando l’allora sindaco Valentin Haller – con grande lungimiranza – promosse la realizzazione di un luogo pubblico in un’area fino ad allora utilizzata per lavare e stendere i panni. Il suo obiettivo era chiaro: dare nuova forma a Merano in quanto città termale d’eccellenza. Nel 1891 la Wandelhalle fu ampliata e arricchita di busti e targhe commemorative dedicate a personalità illustri, oltre che di vedute pittoresche dei pittori Lenhart, Complojer e Demetz – un omaggio artistico ai paesaggi altoatesini. Dal punto di vista architettonico, colpisce per la raffinata struttura in ghisa lavorata, realizzata dalla celebre fonderia viennese Griedel. Una scelta stilistica al passo coi tempi, che richiama l’eleganza delle stazioni metropolitane parigine e delle linee urbane progettate da Otto Wagner a Vienna. Nel salone d’onore centrale spicca il busto del duca Karl Theodor, celebre oculista e fratello dell’imperatrice Elisabetta, che operò proprio a Merano.

    Un tempo, la Wandelhalle era il ritrovo degli ospiti della “cura del siero di latte”, che vi passeggiavano all’alba, a stomaco vuoto, ascoltando musica leggera tra i profumi del mattino. Oggi la Wandelhalle è un luogo di incontro vivace e accogliente. Al mattino, i frequentatori dei caffè gustano il loro espresso con vista sul fiume, mentre il sabato il mercatino delle pulci richiama appassionati, collezionisti e creativi. La musica trova qui la sua cornice ideale: concerti all’aperto, piccoli eventi culturali e le classiche esibizioni termali in stile Belle Époque rendono questo spazio un crocevia culturale accessibile a tutti.

    La Wandelhalle è anche una tappa imperdibile per i giovani amanti della cultura: la sua atmosfera d’altri tempi, l’accesso diretto alla natura fluviale e le opere d’arte en plein air creano un’esperienza unica. Da qui si snodano piacevoli passeggiate lungo la Kurpromenade, passando per ville in stile Art Nouveau, il maestoso Kurhaus, fino alla celebre Passeggiata Tappeiner o al suggestivo ponte di pietra, il Ponte Romano. 

    Arte e cultura
    Parco Naturale Fanes - Senes - Braies
    San Vigilio, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, dal 2009 Patrimonio Mondiale UNESCO, copre una superficie di 25.680 ettari e si estende tra i comuni di Badia e La Val in Alta Badia, Braies, Dobbiaco, Marebbe e Valdaora. Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è attraversato dall’Alta Via Dolomitica n. 1 definita anche l'"Alta Via Classica" delle Dolomiti.

     

    A nord il parco confina con i monti rivolti verso la Val Pusteria, ad ovest con la Val Badia, a sud il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies si estende fino al confine dell’Alto Adige in direzione Cortina, mentre il confine est verso le Dolomiti di Sesto è segnato dalla Val di Landro. Le ripide e quasi inespugnabili pareti rocciose salvaguardano un esteso territorio ricco di pascoli e altopiani, molti diversi tra loro dal punto di vista morfologico e paesaggistico.

     

    Un’ampia parte del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è coperta da pascoli e prati caratterizzati da una flora straordinariamente ricca - arnica, genziana, diverse orchidacea, bistorta e crepis aurea, tanto per citare alcuni esempi. I livelli di vegetazione si estendono dal bosco a valle fino ad oltre 3000 metri. La fauna del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è rappresentativa dell’intera regione delle Dolomiti.

     

    La parte del Parco Naturale situata nel territorio dell’Alta Badia presenta luoghi particolarmente interessanti:

     

    i prati dell’Armentara, una piccola area ricca di una straordinaria varietà di specie;

    la grotta del Conturines: la grotta situata a 2800 m sul livello del mare è fino ad oggi la grotta degli orsi più alta al mondo. Nel 1987 in questa grotta sono stati ritrovati fossili di ossa, cranio e denti di un orso. I ricercatori hanno scoperto che si trattava di un orso vissuto nelle alpi austriache 50.000 anni fa, l’orso ladino (Ursus ladinicus);

    l’alpe di Fanes con il suo anfiteatro roccioso detto il “parlamento delle marmotte” – l’ambientazione di una delle più belle leggende ladine, la saga “Il regno dei Fanes”.

    A differenza del Parco Naturale Puez-Odle, il Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies è un’esplosione di colori, di cascate, laghetti e di vita. Per conoscere e comprendere lo straordinario mondo del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, non basta osservarlo dai suoi confini, bisogna attraversarlo, scoprirlo gradualmente e viverlo.

     

     

    Il Parco è definito anche come "il volto splendente delle Dolomiti", nome dovuto alla ricca varietà della sua vegetazione e dei suoi paesaggi. Ripide pareti rocciose sorgono infatti ai margini del Parco proteggendo una vasta area di pascoli e variopinti altipiani.

     

    Un'escursione attraverso il Parco Naturale ti porterà nei luoghi misteriosi della leggenda del Regno dei Fanes. La leggenda, considerata il poema epico nazionale ladino, racconta dell’espansione del mitico impero dei Fanes e della sua caduta, delle principesse Moltina e Dolasilla, del malvagio stregone Spina de Mul e dell'impavido eroe Ey de Net.
    Arte e cultura
    Flak
    San Genesio Atesino, Bolzano e dintorni

    Per cannone antiaereo (abbreviato Flak o FlaK) si intende un'arma sviluppata originariamente durante la prima guerra mondiale e utilizzata per la difesa contro gli aerei. All'epoca ne era stata installata una anche a Cologna per proteggere Bolzano dai bombardamenti. Ancora oggi sono visibili i resti dei muri degli alloggi dei soldati. 
    Da lì si gode di una vista mozzafiato. Un tavolo con panchine invita a soffermarsi e fare un picnic.

    Arte e cultura
    Mulini di Terento
    Terento, Bressanone e dintorni
    Nei pressi del ruscello di Terner scoprirete il sentiero didattico dei mulini. Durante una passeggiata di 1 ora ½ passerete dinanzi a 7 mulini, completamente ristrutturati, di ca. 500 anni, dove ancor’oggi i contadini macinano il loro grano. Nei mesi estivi ongi lunedí é aperto un mulino per le visite dalle ore 10.00 alle ore 14.00. Anche nella festa dei mulini sarà possibile farsi un’idea della vita e delle usanze dei mugnai. Punto di partenza: parcheggio centrale Terento
    Arte e cultura
    La Crusc/Santa Croce
    Badia, Regione dolomitica Alta Badia

    La piccola area di La Crusc/Santa Croce, adagiata alle pendici dell’omonima montagna, è tra i luoghi del cuore della popolazione della Val Badia e dell'Alto Adige.

    La storia: fatti e ipotesi
    Molti secoli fa, quando il paese di Badia era ancora poco abitato, il Santa Croce era probabilmente un luogo di culto pagano. Le difficili condizioni di vita di quei tempi hanno probabilmente spinto i primi cristiani a costruire un santuario per chiedere la benevolenza del cielo.

    Intorno all'anno 1010 dei monaci costruirono una cappella nei prati ai piedi del Sas dla Crusc/Santa Croce. Nel XV secolo al posto della cappella fu costruita una piccola chiesa che alla fine del XVII secolo fu sconsacrata dall'allora imperatore austriaco e quindi soggetta al decadimento. I valligiani e alcuni pellegrini ristrutturarono la chiesetta salvandola dalla rovina. A metà del XVIII secolo la chiesetta fu poi ampliata e dotata di un campanile.
    Per molti anni le uniche testimonianze dell'esistenza di un luogo di pellegrinaggio al Santa Croce erano documenti risalenti al 1511. In seguito furono trovate due pergamene che recavano una datazione precedente. Sulla prima pergamena si legge della consacrazione della chiesa, sulla seconda si racconta la storia di un certo "Morellus de Caninis" che nel 1500 si recò in pellegrinaggio a Roma per chiedere il favore della Santa Chiesa.

    Nell’altare della chiesa sono conservate alcune reliquie, come quella di San Leonardo (patrono della chiesa parrocchiale di Badia/San Leonardo), di San Ippolito, San Virgilio (vescovo di Salisburgo), di Santa Maria Maddalena, di Sant’Agnese e di Santa Barbara.

    Ai giorni nostri, durante la stagione estiva, diverse processioni portano dal fondovalle alla chiesa. Particolarmente sentita dalla popolazione della Val Badia la processione della prima domenica di giugno.

    Le leggende che circondano la realizzazione della chiesetta

    La costruzione della chiesa
    Molti secoli fa, gli abitanti di Badia progettarono di costruire una cappella sul "Col d'Anvi". Durante i lavori di costruzione, tuttavia, gli artigiani continuavano a ferirsi con i trucioli del legno. Degli uccelli bianchi, che volavano attorno alla costruzione, raccoglievano i trucioli macchiati di sangue e li portavano ai piedi del Sas dla Crusc/Santa Croce. Dopo un po' gli artigiani se ne accorsero e seguirono gli uccelli per vedere dove andavano. Arrivati ai piedi del Santa Croce, furono così impressionati dalla bellezza del paesaggio, che decisero di costruire lì la loro cappella.


    La leggenda di Ottwin, conte di Lurn e della Val Pusteria
    Ancor oggi a Badia si racconta come secoli fa ai piedi del Santa Croce vivesse un eremita. E questo eremita era nientemeno che Ottwin, conte di Lurn e della Val Pusteria. Alcuni sostengono che fosse invece suo figlio Volkold, il fondatore del Monastero di Castel Badia a San Lorenzo di Sebato, all’entrata della Val Badia. La leggenda narra che Ottwin durante un pellegrinaggio in Terra Santa si fosse macchiato di eresia. Dopo essere tornato nella patria altoatesina, fu sopraffatto dai sensi di colpa per il suo peccato. In segno di espiazione avrebbe deciso di vivere da eremita in una capanna ai piedi le rocce del Santa Croce, trascorrendo le giornate a pregare e far penitenza.

    Chiese e abbazie
    Chiesa di San Sisinio, Lasa
    Lasa, Val Venosta

    Nel 1977 l'artista Jörg Hofer realizzò per la chiesa di San Sisinio l'altare alato "Genesi". Tuttavia la pala d'altare rimase nella cappella solo per un anno. Nell'agosto 2024 le tre ali sono tornate dopo 47 anni e sono ora esposte permanentemente nella chiesa.

    La chiesa di San Sisinio svetta da un’altura di Lasa, noto paese del marmo. L’edificio, caratterizzato dall’inusuale torre sul coro, venne eretto sulle rovine di una costruzione preesistente. Ritrovamenti di scheletri e frammenti di terracotta testimoniano la presenza di un luogo di culto risalente al’età del bronzo. L’antica antropizzazione della collina è sicuramente da ricondurre alla sua posizione, che permette ancora oggi ai visitatori di godere di un panorama fantastico con vista sulle montagne circostanti.

    La chiesa, nominata per la prima volta nel 1290, è dedicata al martire Sisinnio, che fu attivo nell’Alta Val di Non. Le alte mura che circondano l’edificio, costruite in stile romanico a spina di pesce, presentano sulla parete a est un portale gotico ad arco ogivale senza battente. Il coro è sovrastato da una torre, che è coperta da una costruzione in pietra a forma di piramide. La navata presenta invece due finestre ad arco, un arco di trionfo sporgente e un portale in marmo di Lasa.

    La chiesa non ha alcun allestimento sacrale ed è chiusa.Visite guidate su richiesta da Marmorplus
    T. 347 4095404

     

    Arte e cultura
    Il Lago giochi a Watles
    Malles, Val Venosta

    Un parco giochi sul Watles, il paradiso per escursionisti  

    Nel cuore dell'area escursionistica Watles, si trova il Lago di giochi, grande 1.500 m². È un bacino biologico costruito per il divertimento di tutta la famiglia. Il Lago di giochi ha una profondità massima di 40 cm e può essere percorso con la zattera. I ragazzi possono giocare tra ponti sospesi, cascate d'acqua e ruscelli allestiti per la "caccia all'oro" o a "pietre preziose". Il lungo scivolo aumenta ancora il divertimento e l’avventura, mentre il funballz (water-walking-ball) richiede uno spiccato senso dell'equilibrio. Con i Watles rider (Mountaincarts) si scende a valle ad alta velocità, ma in tutta sicurezza. 

    Per i grandi, sulle rive del Lago di giochi sono disponibili comodi sdrai di legno. In questo modo i genitori possono tenere d'occhio i loro bambini e godersi nel contempo dalla piattaforma panoramica la vista fantastica sui monti.

    Arte e cultura
    Cascata Passiria a S. Martino
    San Martino in Passiria, Merano e dintorni

    La bella cascata Passiria si trova all'entrata della romantica Valclava (ca. 2 km dal paese S. Martino) ed ha una altezza di 48 m. La cascata si raggiunge da S. Leonardo, S. Martino o Rifiano sul sentiero lungo il fiume.

    Dall’ufficio turistico di S. Martino si segue la strada principale in direzione S. Leonardo. Dopo il campo da tennis si attraversa il ponte e si prende a destra il sentiero lungo il fiumo per ca. 2 km in direzione Merano. Dopo la segheria si attraversa a destra il ponte e subito dopo si prende a sinistra il sentiero che porta alla strada principale. Si attraversa la strada principale e si segue la via Trifter fino in fondo.

    Arte e cultura
    Centro visite Puez-Odle
    Funes, Regione dolomitica Val di Funes

    Il Centro visite del Parco naturale Puez-Odle a S. Maddalena di Funes ha il compito di avvicinare il visitatore alla natura e di invitarlo a soffermarvisi. Una fotografia aerea del Parco naturale Puez-Odle sulla quale si può camminare invita il visitatore ad osservare il parco dalla prospettiva a volo d’uccello (maggio e giugno). Lo spazio espositivo “Toccare le montagne” tratta l’argomento principale del Parco naturale, ovvero la geologia delle Dolomiti. Il parco naturale Puez-Odle, nel cuore delle Dolomiti, è un'area naturale che si estende in parti delle valli: Val Badia, Val Gardena e Val di Funes. Racchiude principalmente due gruppi montuosi: il gruppo del Puez e quello delle Odle. Il Parco naturale Puez-Odle è talvolta definito “la miniera a cielo aperto” delle Dolomiti: quí si possono infatti, ammirare le variopinte successioni stratigrafiche delle rocce depositatesi nel corso del tempo. Nello spazio espositivo “Meraviglie della natura” c’è molto da scoprire: pellicce di animali, uova e penne d’uccello, calchi delle orme, tracce, palchi, reperti vari ed erbe medicinali … tutto questo può essere ammirato ed, in parte, addirittura toccato con mano. La sala “Conquistare le montagne” è dedicata soprattutto all’alpinismo: uno degli alpinisti più famosi in tutto il mondo infatti, Reinhold Messner, è originario proprio della Val di Funes. In un breve filmato egli ci racconta le sue esperienze in montagna. Nel “Cinema della montagna” invece sarà proiettato il film sul Parco naturale Puez-Odle.

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