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    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

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    Luoghi da vedere
    10 Tschrin-Mure
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Die „Tschrinmuar“ – Auszug aus einem authentischen Manuskript eines Augenzeugen.

     

    Am 20. August 1902 war vormittags eine drückende Hitze, nachmittags erhielten wir einen für das Feld höchst notwendigen Regen, gegen 3 [15] Uhr wurde das Gewölke so schwer, daß es fast dunkelte, ohne jedoch die Heftigkeit des Regens zu vermehren, und niemand ahnte, welch furchtbares Unglück in nächster Stunde über Prad hereinbrechen sollte. Solange die Gegend von Prad bewohnt gewesen ist, wird eine so schreckliche Katastrophe nie stattgefunden haben. Um vier Uhr abends hörte man Rufe: „Die Tschrinmuar kimmb“. Das ganze Dorf, insbesondere die Feuerwehr, eilte schnell den Bedrohten zu Hilfe, jedoch diese Hilfe konnte sich nur noch auf Rettung von Menschen und Tieren ausdehnen, denn innerhalb einer Stunde war der größte Teil des Unterdorfes (bis zum Mühlbach) entweder eingemurt oder demoliert. 10 Wohn- und Wirtschaftsgebäude waren zerstört, 20 Parteien mußten ihre Wohnungen verlassen. Von der Wiesenfläche, welche oberhalb des Weges gelegen ist, der vom Dorfe unter den Pfaschen zum Nauhof führt, waren 2/3 mit meterhohem Geschiebe und darüber bedeckt in ca. 300 000 m. Im Dorfe selbst lag das Geschiebe stellenweise 5 m hoch. Bei den Rettungsarbeiten gingen zwei Menschenleben zugrunde, der 35jährige Jüngling Hironimus Thies, Schustermeister, und die 60jährige Anna Nigg. Ersterer wollte Letztere aus dem sog. Widelehause in Sicherheit bringen. Der betroffene Dorfteil bot ein jammervolles Bild, von ganz Vintschgau kamen Leute, um sich die Unglücksstätte anzusehen. Noch am selben Abend eilte ein Beamter der K. K. Bezirkshauptmannschaft Schlanders herbei, und am 21. erschien der Herr K.K. Bezirkshauptmann von Schlanders Rudolf von Ferraris selbst, tröstete die Verunglückten und versprach Hilfe von Seiten des Staates und Landes, am 23. August kam Reichsratsabgeordneter Schreffl und versprach in unserer hoffnungslosen Lage zuerst zum Statthalter zu reisen und von dort nach Wien, was auch wirklich geschah. Excelenz der Herr K.K. Statthalter Erwin v. Schwaz besuchte die Unglücksstelle und richtete durch seine Leutseligkeit und durch seine tröstende Worte die so schwer Betroffenen wieder auf, und wahrlich seine Versprechungen verwirklichten sich im viel größeren Maßstabe, als man zu hoffen gewagt hätte. Durch die Bemühungen des Herrn K.K. Bezirkshauptmannes des Herrn K.K. Statthalters wurde den verunglückten Bewohnern von Prad aus dem staatlichen Notstands-Fonde eine nicht rückzahlbare Unterstützungs-Summe von 90.000 Kronen zuerkannt. Durch diese Summe sowie durch die benützenden Sammelgelder wurde der Schaden größtenteils gedeckt und die Leute fassten wieder neuen Muth und Liebe zur Arbeit. Die Folge dieser Katastrophe war auch, daß die Gemeinde Prad dem Staate und Lande gegenüber berühmt geworden ist und infolgedessen großen Nutzen zog. Es wurde nicht bloß der Tschrinbach verbaut, sondern auch der Suldenbach; schon im darauffolgenden Jahre 1903 hat Staat und Land 166.000 Kronen zur Verfügung – Verbauung des Tschrinbaches zugesichert und weitere 100.000 Kronen ebenfalls zur Verbauung des Tschrinbaches in Aussicht gestellt. Die in diesem Zusammenhang nach Prad geflossenen Gelder bewirkten u. a. dass in der Folge die „Tschrinmuar“ auch „Kronenmuar“ genannt wurde.

    Fortezze e castelli
    Rocca di Festenstein (Castelforte)
    Appiano sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    L'emblema di Andriano sono senz'altro le rovine di Castelforte che si ergono su un ripido spuntone roccioso della Gola del Rio Gaido. La rocca che troneggia su Andriano é raggiungibile solo percorrendo un ripido sentiero. Era senza dubbio nelle intenzioni del costruttore dell'epoca rendere il maniero inaccessibile alle armi del nemico.
    Al contempo, dalla spettacolare posizione del castello, si schiude un ampio panorama sulla sottostante Valle dell'Adige. Castelforte viene per la prima volta menzionato nei documenti a metá del 13° secolo, quando si presume sia stato edificato o sottoposto a significativo ampliamento.

    Il castello era sotto il dominio dei Signori di Appiano, che probabilmente lo diedero in gestione ad uno dei loro vassalli. La gestione di un tale maniero includeva l'incasso dei tributi dovuti dai contadini dei masi, la costante preoccupazione per l'approvvigionamento di acqua, di viveri e di legna da ardere, i lavori di manutenzione e gli incessanti turni di guardia.
    Tutto questo , considerate le difficoltá di accesso al castello, rappesentava una fatica immane. 
    Si presume che tra il 13° e 14° secolo il castello sia stato coinvolto in conflitti e di conseguenza danneggiato e che nel 1383 sia passato nelle mani dei Signori di Villandro con l'obbligo di risanare la desolata fortificazione. Questi dati sono la prova che alla fine del  14° secolo il castello adempiva ancora alla proprio funzione. Succcessiavamente, il castello cambió piú volte proprietario: nel 15° secolo ne entrarono in possesso prima i nobili Sparrenberger e, poi dal 1654 al 1818 i Signori Lanser di Appiano. 

    Nel 2008 la proprietá passa al Conte Meinhard Khuen von Belasi, il quale attua in collaborazione con i Beni culturali della Provincia una serie di musure di restauro per mettere in sicurezza le opere murarie e proteggere il maniero da un ulteriore decadimento.

    Aperture straordinarie di Castelforte:

    Dopo lunghi lavori di restauro le rovine di Castelforte sono di nuovo a disposizione degli interessati. L’Associazione turistica di Andriano organizza delle aperture straordinarie del castello nelle seguenti date:

     

    domenica, 02.04.2023
    venerdí, 07.04.2023
    domenica, 16.04.2023
    venerdí, 21.04.2023 disdetta
    domenica, 30.04.2023
    venerdí, 05.05.2023
    venerdí, 12.05.2023 disdetta
    venerdí, 19.05.2023
    lunedí, 29.05.2023
    venerdí, 02.06.2023
    sabato, 10.06.2023
    domenica, 11.06.2023
    venerdí, 16.06.2023
    venerdí, 23.06.2023
    venerdí, 07.07.2023
    venerdí, 21.07.2023
    venerdí, 11.08.2023
    venerdí, 25.08.2023
    domenica, 03.09.2023
    venerdí, 08.09.2023
    venerdí, 15.09.2023
    venerdí, 22.09.2023
    domenica, 01.10.2023
    venerdí, 06.10.2023
    domenica, 15.10.2023

     

    aperto dalle ore 10.00 alle ore 15.00

    In caso di maltempo il castello rimane chiuso!

    Luoghi da vedere
    Monumento Dr. Franz Tappeiner
    Merano, Merano e dintorni

    Medico, scienziato e promotore dello sviluppo turistico meranese è ricordato con un mezzo busto sulla Passeggiata che porta il suo nome. Il medico originario di Lasa aprì in città un suo ambulatorio distinguendosi ben presto per i suoi trattamenti contro la tubercolosi e le tecniche di cura all’aria aperta. Riconoscente verso la città di cura che lo aveva eletto a prestigioso medico decise - in occasione dei suoi 25 anni di attvità - di donare a Merano l’astronomica cifra di 24.000 fiorini affinchè si desse seguito al progetto di prolungamento della passeggiata Gilf verso il versante più solatio e panoramico di Monte San Benedetto. Fu così che venne realizzato il primo tratto della Tappeinerweg che ha appunto il suo nome.

    Luoghi da vedere
    La meridiana di Sesto
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    E del tutto impassibile dinanzi allo scorrere del tempo, è così che si presenta lo skyline forse più rimarchevole creato dalla natura, ovvero la straordinaria Meridiana di Sesto. Ben cinque cime dolomitiche – la Nove, la Dieci (detta anche Croda Rossa), la Undici, la Dodici e la Una – formano insieme l’imponente orologio di pietra. Nelle limpide giornate si può leggere l’ora basandosi sulla posizione del sole che illumina le cime.

    E c’è di più: la Meridiana di Sesto offre da sempre spunti e stimoli per stabilire nuovi record e superare i propri limiti – a volte anche sfidando le leggi del possibile. E in tale ambito gli abitanti di Sesto hanno fama di essere molto ingegnosi. Fu così anche nel caso di Greti Rogger del Rifugio Pian di Cengia che insieme al figlio Daniel salì in un solo giorno su tutte e cinque le cime della Meridiana di Sesto. Un modo particolarmente intenso per confrontarsi con il carattere effimero del tempo.  

    Da non perdere: il luogo migliore per osservare lo spostamento del sole sopra la Meridiana di Sesto è lungo la via principale che collega Moso e la Sala Congressi di Sesto, dove si traova anche la Pietra del Tempo. Il periodo più indicato è l’inverno, quando la Meridiana coincide quasi perfettamente con l’ora del giorno.

     
     
     
     
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    Luoghi da vedere
    16 Das Kronenwirtsgut
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Haus Nr. 39 in Agums, Bp.136.                

     

     

    Die Baugeschichte des vormals ersten Hauses linker Seite der Osteinfahrt von Agums, reicht in seinen Anfängen in die erste Hälfte des 18. Jahrhunderts zurück. Mit dem Einsetzen der Wallfahrt zum „Großen Herrgott“ von Agums, entstand unweigerlich die Notwendigkeit eines Wirtshauses welches auch Beherbergungsmöglichkeiten bieten konnte. Dadurch entstand in Agums, außer der „Wirtsbehausung“ des Anton Cuen (Bp.153: Paulmichl + Primisser), ein zweiter Gastbetrieb mit Unterkunft und Verpflegung, knapp vor Ortsbeginn. Die Fassionen zum Maria-Theresianischen-Kataster von 1775 bezeugen uns erstmals nicht nur die Existenz dieses Hauses, sondern der Gastgeber Simon Genal gibt Aufschluss über Einzelheiten des Innenlebens: Ich Simon Genäll Wirth und Gastgeber zu Agumbs besitze alda ain ganze Behausung, ist bezeichnet mit Nr. 3. Hat ingebäuden: 3 Stuben, 1 Kuchl, 5 Kämmer, 3 Keller, Stadl, rev. Stallung, 1 Schupfen, und dabei ain khrauthgarten von 166 neue Klafter. Von Haus und Garten hatte Genal jährlich um Martini (11.11.), dem Widum von Agums sowie dem jeweiligen Schulmeister einen gestifteten Getreidezins zu entrichten. Als dann Andreas Hofer um 1809 den Befehl zur Mobilmachung erließ, richtete sich dieser u. a. mit dem Inhalt: . . . . und Jäger zu Gums  sollen eiligst Anstalten machen, daß das Volk gleich sich herbeyführe, und Tag und Nacht marschire . . . auch an den Wirt von Agums. Um diese Zeit besaß also Jakob Jäger (Jg.1770), der die Schützenkompanie Prad-Agums bei der 3. „Bergiselschlacht“ am Sonntag 13. August 1809 unter dem Oberkommando von Martin Firler am linken Innufer anführte, dieses Gastwirtshaus zu Agums. Jakob Jäger war übrigens der erste Postmeister zu Prad; verstarb aber bereits 66-jährig am 14.06.1836 an einem „Schlaganfall“. Sodass bereits 1845 sein Schwiegersohn Peter Werth (Jg.1807) als neuer Besitzer der „Jacob-Jägerischen-Wirtsbehausung“ Erwähnung findet. Ihm folgten sein Sohn Jacob und danach um 1920 sein Enkel Eduard Werth als Eigentümer des seit dem 19. Jahrhundert genannten Gasthauses „Zur Krone“. In den Jahren 1928/29 erfuhr das bisher aus Keller-, Erd- und Obergeschoss bestehende Gebäude durch Eduard Werth, Fleischhauer und Frächter eine Aufstockung um weitere zwei Geschosse. Während damit aus dem schmucklos, bescheidenen Land-Gasthaus ein ortsbilddominierendes Gebäude von besonderer Prägnanz geschaffen wurde, geriet der Bauherr, in den Zeiten allgemeiner Geldentwertung der 1930er- Jahre, in finanzielle Schwierigkeiten und es kam1937 zur Versteigerung der gesamten Liegenschaft. Daraufhin erwarb Johann Wunderer aus Prad das „Kronenwirtsgut“. Am 26. Juni 1971 fiel das westseitig angebaute, landwirtschaftliche Wirtschaftsgebäude einem Großbrand zum Opfer und 1978 wurde der Gasthausbetrieb eingestellt beziehungsweise im nebenan neu erbauten „Kronenwirtsgut“ übernommen. In der Folge wurde das alte Gasthaus „Zur Krone“ in den Jahren 1990 – 1995 einer völligen Sanierung mit Errichtung von 5 Wohneinheiten, unterzogen. Wobei man die Original-Malereien an den Außenfassaden in lobenswerter Weise behutsam renovierte, um so das Charakteristikum dieses geschichtsträchtigen, behäbigen Hauses beizubehalten. 

     

    Luoghi da vedere
    Concordia 2000
    San Vigilio, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il rilievo panoramico in bronzo è composto da 24 segmenti per una lunghezza totale di 36 m. Nella parte anteriore vengono indicati i nomi delle più importanti montagne, visibili dal Plan de Corones con le loro altitudini e la direzione di alcune delle più importanti capitali d’Europa. 

    Laghi, cascate
    Le tre Fontane Sante
    Stelvio, Val Venosta

    La chiesetta delle tre Fontane Sante di Trafoi, ai piedi dell'Ortles, racconta una storia particolare: nel XIII secolo, il pastore Moritz nel punto in cui oggi sorge la cappella, vide tre rigagnoli che sgorgavano dalla roccia. Ognuno di essi portava con sé una croce e il pastore riuscì a prenderne due. La terza sparì nel flusso dell'acqua. Nel XV secolo fu edificata la chiesetta, che da allora è stato un luogo di pellegrinaggio mariano. Ancora oggi alle Fontane Sante si attribuiscono poteri guaritori.

    Luoghi da vedere
    La vite Versoaln a Prissiano
    Tesimo, Merano e dintorni

    La vite Versoaln presso Castel Katzenzungen a Prissianoè la più grande e quasi certamente la più antica del mondo. Con oltre 360 anni alle spalle, la vite autoctona altoatesina si estende ai piedi del maniero per 300 m² su una tradizionale pergola di castagno. Secondo la leggenda la vite crescerebbe in quel luogo da 600 anni.

    La zona di coltivazione principale di questa qualità fruttata e dai riflessi verdognoli, un tempo era la Val Venosta. I vini Versoaln presentano una struttura delicata con un’accentuata acidità.

    Luoghi da vedere
    Rovina di Montechiaro
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    La vasta costruzione fino al 1513 fu di proprietà dei conti del Tirolo, poi il castello passò ai conti Khuen-Belasi, ai quali appartiene ancora oggi (rovina dal XIX secolo). Lo stupendo ciclo di affreschi del 1400, venne in gran parte rimosso e portato al Museo Ferdinandeo di Innsbruck nel 1912.

    Luoghi da vedere
    La Catena Carnica
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    A confronto con l'imponente profilo roccioso delle Dolomiti, ritte sul lato opposto della Valle di Sesto, il panorama offerto dalla Catena Carnica pare quasi anonimo e insignificante. Ma si sa, l'apparenza inganna. Con la funivia che da Sesto porta al Monte Elmo, si raggiunge non solo l'incantevole area sciistica ed escursionistica Tre Cime Dolomiti, ma anche il costone occidentale di una catena montuosa che, sviluppandosi per oltre 100 km, si spinge fin quasi a Villaco, in Carinzia. E l'estensione non è certo l'unico motivo di vanto delle Alpi Carniche. Possono andar fiere, ad esempio, del loro movimentato passato geologico, testimoniato da numerosi fossili, e delle loro origini, ben più antiche di quelle delle Dolomiti. Dal punto di vista storico, poi, la catena ha rivestito un importante ruolo quale confine italo-austriaco. Chi non ha mai attraversato la frontiera percorrendo un'alta via non ha che da incamminarsi sul sentiero che dalla cima del Monte Elmo (2.434 m s.l.m.) passa davanti all'Helmhaus e prosegue lungo il crinale per trovarsi presto con un piede in Austria e l'altro in Italia. Qui ha inizio, inoltre, la popolare Alta Via Carnica, detta anche "via della pace", che in 8-11 giorni porta ad Arnoldstein, in Carinzia.

    Da non perdere: nei mesi estivi, gli impianti di risalita dell'area 3 Cime Dolomiti organizzano spettacolari escursioni all'alba sul Monte Elmo. Cominciate la giornata con un'indimenticabile esperienza ad alta quota!

    Luoghi da vedere
    17 Historisches Gebäude Agums 34
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Haus Nr. 34 in Agums, Bp.140.                

     

    1. 1. 2010

    Dieses, seit 01.06.1981 unter Denkmalschutz stehende und mustergültig restaurierte Gebäude beheimatete in seiner über 300-jährigen Geschichte wechselreiche Besitzer. Eine erste urkundliche Erwähnung findet sich in der von Martin Thuile - Richter zu Glurns veranlassten Inventuraufnahme bzw. Erbschaftsteilung vom 19. April 1713. Darin heißt es, dass der am 12.04.1710 verstorbene Johannes Rungg Besitzer der „Neui Erpauth Behausung samt Stadl und Stallung mit Zugebäuden zu Agumbs Ligendt, neben Voran Ligennten Craut und etwas Paumb gartl,“ ist. Ob nun Johannes oder sein Vater Ambros Rungg, der im Steuerkataster von 1694 als Eigentümer einer Liegenschaft in Agums aufscheint, das prächtige Gebäude Ende des 17. oder anfangs des 18. Jahrhunderts erbaute, ist nicht erwiesen. Das auf einer Grundfläche von 468 m² erbaute, einstöckige Wohngebäude ist unter anderem mit zwei tonnengewölbten Hausgängen und zwei wertvollen Stubentäfelungen mit Gemälden und Einlegearbeiten ausgestattet. An der Stubendecke im ersten Stock befindet sich ein geschnitztes Wappen mit der Inschrift „EVA VON FREVNSPERG FREIIIN SEIN EGEMACHEL“ aus dem 17. Jahrhundert. Als Gotthard Graf Trapp Ende des 19. Jahrhunderts das Wappen sah, erklärte man ihm, die Decke stamme aus Gargitz. Auch die Fenster und Eckbemalungen an den Außenfassaden verleihen dem Haus eine gewisse Erhabenheit und zeugen, zusammen mit der Innenausstattung, vom Wohlstand der einstigen Besitzer. Nachdem dann Joseph Rungg- Anwalt, mit seiner Familie nach Prad übersiedelte, war das schmucke Haus einem ständigen Besitzerwechsel ausgesetzt. So finden wir im „Maria-Theresianischen“ Kataster von 1782 einen Herrn Fliri Platzer aus Prad der als Eigentümer für die Behausung mit Ökonomiegebäude aus drei „Kirchenkühen“ der St. Johann-Kirche zu Prad jährlich 9 ½  Pfund und 3 ½ Loth Schmalz zu verabreichen hatte. Um das Jahre 1813 erwarb dann der Schulmeister Gander Jakob den Anteil seines Mitbesitzers Martin Tabertshofer und wurde damit alleiniger Inhaber der Liegenschaft. Danach teilt sich der Besitz wieder, sodass sich ihn im Jahre 1845 Anton Primisser und Johann Riedl teilen. Die Nachkommen dieser beiden Familien blieben schließlich Eigentümer bis in den 1970er- Jahren. Am 22.10.1971 fiel das landwirtschaftliche Gebäude einem Großbrand zum Opfer, wobei das Wohngebäude stark beschädigt wurde. In der Folgezeit erbte Josef Dialer von seiner Schwester Brigitta Wwe. Riedl einen Hausanteil und erwarb dann jenen von Primisser Josef dazu, sodass das Anwesen wiederum einem einzigen Besitzer, dem Herrn Wilhelm Dialer gehört. Er war es, der in seiner großen Wertschätzung, das Gebäude einer aufwändigen Innen- und Außenrestaurierung unterzog, sodass es heute als vorbildhaftes Schmuckstück aus der Zeit als der „Große Herrgott“ von Agums wundertätig wurde, dasteht.

    Luoghi da vedere
    Testata di Ponte Romano e Argine in Muratura
    Lagundo, Merano e dintorni

    Nell'anno 1776 la regina Maria Teresa d'Austria fece costruire un argine in muratura a Lagundo, vicino a Merano, che doveva servire da protezione contro le inondazioni del fiume Adige. Questa fortificazione può essere visitata ancora oggi in ogni momento. Nelle immediate vicinanze, sulla riva sinistra del fiume, si trovano le rovine di una testata di ponte dell'antica via romana imperiale „Via Claudia Augusta“. La costruzione del ponte è datata nel I secolo dopo Cristo. Oggi le rovine del ponte sottostanno alla protezione della tutela dei monumenti e possono essere visitate in prossimitá della piscina comunale in vicolo del Mercato. Sulla testata del ponte vi sono anche un piccolo pilone votivo e una cappelletta.

    Luoghi da vedere
    Dolomiti senza confini
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime
    “DOLOMITI SENZA CONFINI” è un’alta via unica nel suo genere, il cui percorso di 108 km, suddiviso in nove tappe a tratti molto impegnative, si sviluppa a cavallo tra due Paesi, passa per dodici vie ferrate e tocca diciassette rifugi alpini. Un itinerario fortemente simbolico, dal punto di vista non solo alpinistico ma anche storico, giacché si snoda in parte lungo trincee e gallerie che sono state scenario della Grande Guerra, tra il Cadore e le Dolomiti di Sesto, dalle Tre Cime di Lavaredo alla valle di Gail, in Austria. L’alta via è accessibile da più punti: in Tirolo Orientale dai paesi di Kartitsch e Obertilliach – entrambi appartenenti alla rete internazionale di Bergsteigerdörfer (villaggi degli alpinisti) –, a Sesto dal Passo Monte Croce, dai prati di Croda Rossa o dal Rifugio Fondovalle e a Belluno dal Rifugio Auronzo, da Misurina o da Valgrande, presso Padola. Un’avvincente avventura per gli scalatori del XXI secolo.
    Fortezze e castelli
    Rovine del Castello Wolkenstein
    Selva, Regione dolomitica Val Gardena

    La rovina è oggi accessibile da un ripido sentiero che parte nei pressi del Centro di Addestramento dei Carabinieri di Vallunga. Il castello, costruito all'inizio del XII secolo, crollò già nel 1525 e non fu mai più ricostruito. Dal XIV secolo appartiene alla famiglia dei conti Wolkenstein, di cui porta il nome. Si ritiene che vi soggiornasse nei mesi estivi il celebre poeta e compositore Oswald von Wolkenstein, nato fra il 1376 e il 1387 in Alto Adige e morto nel 1445 a Merano.

    Laghi, cascate
    La "Prader Sand"
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Il terreno alluvionale ai piedi dello Stelvio


    Il biotopo Prader Sandè una delle ultime zone paludose fluviali dell’Alto Adige, un territorio alluvionale lungo il rio Solda con una vegetazione unica. Un tempo il rio Solda scorreva incontrollato per la valle. Dopo la sua regolazione, le zone paludose si sono parecchio ridotte. Della grande estensione di una volta oggi è rimasto appunto il Prader Sand.

    Anche tre diverse passeggiate portano attraverso questa zona naturale protetta di sabbia e palude fino al laghetto dei pescatori. I sentieri sono percorribili anche con carrozzine.

    Luoghi da vedere
    Villaggio degli alpinisti Lungiarü
    Badia, Regione dolomitica Plan de Corones

    Inserito in un meraviglioso scenario dolomitico ai piedi parco naturale del Puez Odle (Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO), il paese di Lungiarü (1398 m.s.l.m), si estende, discosto dagli animati centri turistici, in una vasta conca di prati e boschi verdeggianti. Grazie alla sua posizione incastonata in fondo alla valle, si presenta come una piccola perla che racchiude intatte le tradizioni del popolo ladino.

    Lungiarü, in inverno, è un vero e proprio paradiso per gli appassionati dello sci alpinismo e delle ciaspole, ma è la destinazione ideale anche in estate per gli amanti della natura e della vacanza attiva. Attraverso i numerosi sentieri che si snodano lungo le malghe che costellano il territorio e attraverso i boschi che salgono verso poderosi gruppi dolomiti, ci si può davvero immergere in un contesto naturale ancora intatto, esplorandolo a piedi o scalando le vette dolomitiche.

    I villaggi degli alpinisti sono un'iniziativa dei vari club albini, per le località montane che sono riuscite a mantenere le loro meraviglie naturali e culturali, e che vogliono impegnarsi in maniera autonoma e consapevole per un futuro sostenibile. Rafforzando nello stesso tempo i circuiti produttivi locali e cercando ti trasmettere alla popolazione stessa ed ai visitatori la bellezza delle montagne circostanti.

    Lungiarü é stato accolto ufficialmente nella comunità dei villaggi degli alpinisti il 05.08.18, come primo villaggio degli alpinisti ladino e nelle Dolomiti!

    Altri produttori
    Mazia, il villaggio dell' alpinismo
    Malles, Val Venosta

    L’iniziativa dei “Villaggi degli alpinisti” dei club alpini è un sinonimo di un turismo ecocompatibile e legato alla natura. La rete unisce località che presenta un paesaggio naturale e antropizzato incontaminato, è stata risparmiata dai grandi sfruttamenti tecnologici e la cui identità è contraddistinta dalle cime e dall’alpinismo.
    Da una piacevole escursione lungo le rogge fino all’ascensione di un Tremila, potete godervi la natura incontaminata della Val di Mazia. Qui, le tradizioni e le usanze vissute consentono di scoprire l’attiva comunità del villaggio, mentre una gita alle rovine del castello all’ingresso del paese fa risorgere i temuti cavalieri predoni di Mazia.

    Luoghi da vedere
    Il re dei larici - un monumento naturale
    Valdaora, Regione dolomitica Plan de Corones

    È uno dei più vecchi larici della zona e si trova a Valdaora di Sotto, vicino al maso “Lexen” Al sito si trova in più un’area di sosta ed un cartello con i dati, che sono: età: 170 anni, altezza: 37 m, diametro: 1,06 m

    Laghi, cascate
    Cascate Burkhard
    Racines, Vipiteno e dintorni

    Nel fondovalle di Ridanna l’escursionista potrà assistere ad uno spettacolo della natura senza pari: da qualche tempo a questa parte, un sentiero panoramico conduce nuovamente alle esuberanti cascate della gola Burkhard. Tranquilla e misteriosa, la Val Ridanna si estende lungo prati e boschi incontaminati fino alla località di Masseria. Nel piccolo paesino si trovano le due imponenti cascate della gola Burkhard – uno spettacolo naturale mozzafiato.

    Laghi, cascate
    Il Lago giochi a Watles
    Malles, Val Venosta

    Un parco giochi sul Watles, il paradiso per escursionisti  

    Nel cuore dell'area escursionistica Watles, si trova il Lago di giochi, grande 1.500 m². È un bacino biologico costruito per il divertimento di tutta la famiglia. Il Lago di giochi ha una profondità massima di 40 cm e può essere percorso con la zattera. I ragazzi possono giocare tra ponti sospesi, cascate d'acqua e ruscelli allestiti per la "caccia all'oro" o a "pietre preziose". Il lungo scivolo aumenta ancora il divertimento e l’avventura, mentre il funballz (water-walking-ball) richiede uno spiccato senso dell'equilibrio. Con i Watles rider (Mountaincarts) si scende a valle ad alta velocità, ma in tutta sicurezza. 

    Per i grandi, sulle rive del Lago di giochi sono disponibili comodi sdrai di legno. In questo modo i genitori possono tenere d'occhio i loro bambini e godersi nel contempo dalla piattaforma panoramica la vista fantastica sui monti.

    Luoghi da vedere
    Monumento Walther von der Vogelweide
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Walther von der Vogelweide é rappresentato in marmo locale dallo scultore venostano Heinrich Natter nel 1889. L'opera viene rimossa temporaneamente in epoca fascista dalla sua prima collocazione (parco Rosegger in via Marconi) per tornare nella sede originaria per la quale era stata concepita nel 1985.

    Luoghi da vedere
    Vista Tre Cime
    Dobbiaco, Regione dolomitica 3 Cime

    La Vista delle Tre Cime si trova nella Valle di Landro. Lí hai una vista meravigliosa sulle Tre Cime di Lavaredo, che appartengono assieme con le Dolomiti al patrimonio mondiale UNESCO. La piattaforma serve anche come punto di partenza per le escursioni in estate. Intorno alla piattaforma si trovano diversi pannelli informativi che illustrano le particolarità e le caratteristiche della regione delle Tre Cime.

    Luoghi da vedere
    Tre Cime
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    Le Tre Cime di Lavaredo in Alto Adige sono il simbolo delle Dolomiti e un vero Highlight paesaggistico zona delle 3 Cime/3 Zinnen in Alta Pusteria. Le Tre Cime di Lavaredo si trovano nel Parco Naturale Tre Cime e, insieme ad altre cime dolomitiche, nel 2009 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

    I tre obelischi rocciosi delle Dolomiti sono formati da roccia calcarea:

    • Cima Grande al centro misura 2999 m
    • Cima Ovest 2973 m
    • Cima piccola 2857 m

    Le Tre Cime di Lavaredo sono annoverate dagli alpinisti tra le vette più ambite delle Alpi, espugnabili su numerose vie ferrate con diversi gradi di difficoltà.
    Gli alpinisti cominciarono a scalare le più importanti vette delle Dolomiti nel 1860. Il viennese Paul Grohmann conquistò per primo molte cime delle Dolomiti orientali e nel 1869, partì da Landro insieme a Franz Innerkofler e Peter Salcher alla volta della Cima Grande. Con la costruzione della ferrovia della Val Pusteria nel 1871, il numero degli alpinisti incrementò sempre più.

    Luoghi da vedere
    Cappella S. Katharina (Hocheppan)
    Appiano sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    La capella del maniero di Hocheppan con i preziosi affreschi è una delle più importanti testimonianze dell' periodo romanico in Alto Adige. Gli affreschi della capella, per vari secoli quasi interamente inbiancati tornano alla luce nel 1926. Oltre i motivi religiosi è di particolare interesse una scena di caccia, rarità nel Tirolo di un tempo. Gli affreschi risalgono al primo decennio del tredicesimo secolo, e riportano la storia biblica e le rinomate vergini "saggie" e "stolte", cosi come la mangiatrice di canederli - testimonianza della cultura culinaria dei canederli in Alto Adige.

    Luoghi da vedere
    Il chiostro di Bressanone
    Bressanone, Bressanone e dintorni

    Il chiostro del Duomo di Bressanone è uno dei più importanti monumenti artistici dell'Alto Adige. Le sue origini risalgono all'epoca preromanica. Il complesso è stato ridisegnato in fase romanica (XII secolo) e gotica (XIV secolo).  In quest'ultima importante fase di ricostruzione del XIV secolo l'edificio sacro è stato inarcato in una volta a crociera gotica. Gli affreschi gotici ben conservati, che raffigurano sia temi religiosi che intuizioni sulla vita medievale, sono particolarmente suggestivi. Da vedere in particolare sono  la  raffigurazioni dell' elefante (3° portico) e l'Adorazione dei Re (13° portico)

     

    Luoghi da vedere
    Castel d'Appiano
    Appiano sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    Dopo una breve passeggiata tra la boscaglia si apre uno splendido panorama. Sopra il capoluogo altoatesino si leva il massiccio dello Sciliar e il leggendario Catinaccio. L'occhio cade a nord sulle Ötztaler-Alpen e a sud sulla catena del Lagorai nel Trentino.

    Castel d’Appiano s’innalza sopra il paese di Missiano nel comune di Appiano, su di una ripida parete di roccia. Il carattere di un maniero fortificato viene dato dalla torre imponente che sovrasta il castello. Castel d’Appiano fu costruito tra il 1125 e 1130 dal conte Ulrich II e già allora contava tra le più potenti fortificazioni dell’Alto Adige. I proprietari di allora vivevano prima nei pressi di San Paolo. Ma a causa di un conflitto con i conti del Tirolo, la loro posizione di allora sembrava poco sicura e quindi decisero di cambiare residenza.

    Nel 1158 i conti di Appiano fecero un’imboscata ad un’ambasceria papale ed il castello fu oggetto di un attacco di ritorsione sotto Enrico il Leone e venne quindi distrutto. Ma il castello venne rimesso e passò nel 1315 ai conti di Tirolo. Questi diedero come feudo il castello a varie famiglie. Dal 1911 infine, i conti di Enzenberg presero la proprietà di Castel d’Appiano.

    All’interno del castello troviamo varie attrazioni, come per esempio la torre con la sua forma pentagonale, la quale è unica nel suo genere. Gran parte delle mura ed i corpi di difesa del castello risalgono al XVI secolo. Notevoli sono anche gli affreschi nella cappella, i quali contano tra i miglior conservati del Tirolo. Le pitture risalgono al primo decennio del XIII secolo mostrano immagini della tradizione locale come per esempio le “mangiatrici di canederli” o anche immagini della caccia. Anche le famose scene delle “vergini folli” vengono raffigurate.

    Visite

    La taverna del castello è aperta ogni giorno escluso mercoledì dalle ore 10 alle ore 17. Per ulteriori informazioni, vi preghiamo di contattare l'ufficio turistico Appiano all'indirizzo mail info@eppan.com o telefonicamente al 0471 66 1106

    Percorso tiro con l’arco al Castel d’Appiano

    Il percorso tiro con l’arco vicino al Castel d’Appiano è aperto giornalmente, escluso mercoledì e offre ai visitatori tensione e un sentimento medievale durante la "caccia con freccia e arco. Il noleggio di frecce e arco è disponibile dalle ore 10 alle ore 14. Il completo percorso dura all’incirca 3 ore.

     

    Luoghi da vedere
    La Val Fiscalina
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    A confronto con l'imponente profilo roccioso delle Dolomiti, ritte sul lato opposto della Valle di Sesto, il panorama offerto dalla Catena Carnica pare quasi anonimo e insignificante. Ma si sa, l'apparenza inganna. Con la funivia che da Sesto porta al Monte Elmo, si raggiunge non solo l'incantevole area sciistica ed escursionistica Tre Cime Dolomiti, ma anche il costone occidentale di una catena montuosa che, sviluppandosi per oltre 100 km, si spinge fin quasi a Villaco, in Carinzia. E l'estensione non è certo l'unico motivo di vanto delle Alpi Carniche. Possono andar fiere, ad esempio, del loro movimentato passato geologico, testimoniato da numerosi fossili, e delle loro origini, ben più antiche di quelle delle Dolomiti. Dal punto di vista storico, poi, la catena ha rivestito un importante ruolo quale confine italo-austriaco. Chi non ha mai attraversato la frontiera percorrendo un'alta via non ha che da incamminarsi sul sentiero che dalla cima del Monte Elmo (2.434 m s.l.m.) passa davanti all'Helmhaus e prosegue lungo il crinale per trovarsi presto con un piede in Austria e l'altro in Italia. Qui ha inizio, inoltre, la popolare Alta Via Carnica, detta anche "via della pace", che in 8-11 giorni porta ad Arnoldstein, in Carinzia.

    Luoghi da vedere
    Il freerider
    Santa Cristina Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    La statua di bronzo che porta questo titolo è stata eretta lungo la passeggiata "Raida dl luech" di S. Cristina. È stata realizzata in un concorso in collaborazione con il Comune di S. Cristina, l'Associazione Turistica e l'Associazione Artistica di S. Cristina per abbellire la passeggiata "Raida dl luech" a S. Cristina e in particolar modo per sottolineare l'importanza e il valore dell'attività artistica della Val Gardena. La statua che rappresenta il freerider è stata scolpita nel 2012 ed è situata nei pressi della Via Cisles a S. Cristina.

    Luoghi da vedere
    11 Der Nittbach
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    N i t t – B a c h – W a s s e r

     

    Der Nittbach selbst, entspringt nicht aus einer eigenen Quelle, sondern bildet sich aus mehreren Rinnsalen, die auf Prader Gemeindegebiet bereits oberhalb der Kalblhütte auf ca. 2150 m ihre Ursprünge aufweisen. Die Wasser des Nittbaches waren nicht nur für die Prader Flur-Riede, den Nitt-, Standlair- und Tschesswiesen von besonderer Wichtigkeit, sondern sie dienten auch als Trink- und Bewässerungswasser für den Standlairhof und Teilen des Alt Tschenglser Feldes. Von den Besitzern des Letzteren, war der „Gemeinde-Ausrufer“ von Prad, laut „Nittbach-Wasservertrag vom 22. Mai 1510, dazu berechtigt, alljährlich am 24. Mai um 13 Uhr am Kirchplatz von Tschengls einen Wasserzins, in Form von Getreide, einzufordern. Zudem legte genanntes Vertragswerk auch ein genaues Wasserbezugsrecht fest. Dessen zugemessene Menge richtete sich nach dem Wasservorkommen und kam alljährlich am Mitte Mai-Abend durch die Dorfmeister von Prad und Tschengls an Ort und Stelle zur genauen Aufteilung. Die Wasserzuteilung an die jeweiligen Grundbesitzer nahm hingegen der jährlich neu bestellte „Waaler“ vor. Er teilte dem an die Reihe Kommenden den Beginn und die Dauer der Bewässerungszeit mit. Im Herbst, am Ende der Bewässerungsperiode, zog der „Wasseransager“ mit Hand-Ziehkarren und Getreidemaß von einem Wasser-Nutznießer zum anderen. Denn bei jedem hatte er für seine Mühe, je nach „Wässerungsstunden“, eine bestimmte Getreidemenge in Empfang zu nehmen. Nach dem Bau der Beregnungs-Anlagen ab den 1970er-Jahren kam dieser alt hergebrachte Brauch zum Erliegen. Der nunmehr so genannte Beregnungswart löste den „Waalerdienst“ ab.

    Das „Nittbach-Wasser“ versorgte stets nicht allein Mensch, Tier und Flur mit seinem kostbaren Nass, sondern es barg in sich darüber hinaus auch noch eine heilende Wirkung. So ist uns überliefert, dass fußleidende Menschen und Haustiere nach einem Bad in „Nittwasser“ geheilt wurden. Dies bewog gar Einige die eigentliche Quelle zu finden, allein dies gelang aus oben erwähnten Gründen nicht. In den ersten 1990er-Jahren hat man schließlich unweit des „Nittkreuzes“, in direkter Weg Nähe, eine Art Wassertretanlage errichtet, die seither von Gästen und Einheimischen sehr gerne in Anspruch genommen wird.

    Durch das Wassertreten wird der Kreislauf angeregt und die arterielle Durchblutung gefördert. Der Kältereiz lässt die oberflächlichen Blutgefäße kontrahieren. Gemeinsam mit der Muskelbewegung fördert dies auch den venösen Blutstrom und beugt Krampfadern vor. Abends durchgeführt ist Wassertreten übrigens eine Hilfestellung zum besseren Einschlafen.

    Luoghi da vedere
    La Città dei Sassi
    Selva, Regione dolomitica Val Gardena
    La città dei sassi la quale si estende sotto il Sassolungo viene caratterizzata da sassi di varie grandezze che si possono scalare o sormontare. Passeggiando fra questi massi potete anche godere di un panorama stupendo su tutto il d'intorno.
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