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    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

    Risultati
    Fortezze e castelli
    Panche delle streghe
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Panche delle streghe Il posto di riposo delle streghe dello Sciliar sulla Bullaccia è un posto leggendario, nel vero senso della parola. Le cosidette panche delle streghe sono due enormi massi di porfido situati sul lato occidentale di questo bastione. La loro posizione fa supporre, in quel punto, l'individuazione di un luogo di culto dedicato al dio Sole, che al tramonto illumina l'Alpe.

    Arte e cultura
    Via e piazza della Mostra
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Sede dei prestigiosi Palazzi Cmapofranco, Menz e Pock con il famoso ristorante Zur Kaiserkron'. Sotto la locanda Fink si trovava il carcere cittadino con alloggio della Guardia.

    Arte e cultura
    Regenstein
    Magrè sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    Un interessante fenomeno naturale a Niclara. La leggendaria formazione rocciosa lungo la Strada del Vino si presenta come una grondante pietra ricoperta da tufo e sedimenti. La leggenda narra che racchiuda in sé una principessa piangente che appare ogni cent'anni per essere liberata e per ricompensare largamente il suo salvatore.

    Arte e cultura
    16 Das Kronenwirtsgut
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Haus Nr. 39 in Agums, Bp.136.                

     

     

    Die Baugeschichte des vormals ersten Hauses linker Seite der Osteinfahrt von Agums, reicht in seinen Anfängen in die erste Hälfte des 18. Jahrhunderts zurück. Mit dem Einsetzen der Wallfahrt zum „Großen Herrgott“ von Agums, entstand unweigerlich die Notwendigkeit eines Wirtshauses welches auch Beherbergungsmöglichkeiten bieten konnte. Dadurch entstand in Agums, außer der „Wirtsbehausung“ des Anton Cuen (Bp.153: Paulmichl + Primisser), ein zweiter Gastbetrieb mit Unterkunft und Verpflegung, knapp vor Ortsbeginn. Die Fassionen zum Maria-Theresianischen-Kataster von 1775 bezeugen uns erstmals nicht nur die Existenz dieses Hauses, sondern der Gastgeber Simon Genal gibt Aufschluss über Einzelheiten des Innenlebens: Ich Simon Genäll Wirth und Gastgeber zu Agumbs besitze alda ain ganze Behausung, ist bezeichnet mit Nr. 3. Hat ingebäuden: 3 Stuben, 1 Kuchl, 5 Kämmer, 3 Keller, Stadl, rev. Stallung, 1 Schupfen, und dabei ain khrauthgarten von 166 neue Klafter. Von Haus und Garten hatte Genal jährlich um Martini (11.11.), dem Widum von Agums sowie dem jeweiligen Schulmeister einen gestifteten Getreidezins zu entrichten. Als dann Andreas Hofer um 1809 den Befehl zur Mobilmachung erließ, richtete sich dieser u. a. mit dem Inhalt: . . . . und Jäger zu Gums  sollen eiligst Anstalten machen, daß das Volk gleich sich herbeyführe, und Tag und Nacht marschire . . . auch an den Wirt von Agums. Um diese Zeit besaß also Jakob Jäger (Jg.1770), der die Schützenkompanie Prad-Agums bei der 3. „Bergiselschlacht“ am Sonntag 13. August 1809 unter dem Oberkommando von Martin Firler am linken Innufer anführte, dieses Gastwirtshaus zu Agums. Jakob Jäger war übrigens der erste Postmeister zu Prad; verstarb aber bereits 66-jährig am 14.06.1836 an einem „Schlaganfall“. Sodass bereits 1845 sein Schwiegersohn Peter Werth (Jg.1807) als neuer Besitzer der „Jacob-Jägerischen-Wirtsbehausung“ Erwähnung findet. Ihm folgten sein Sohn Jacob und danach um 1920 sein Enkel Eduard Werth als Eigentümer des seit dem 19. Jahrhundert genannten Gasthauses „Zur Krone“. In den Jahren 1928/29 erfuhr das bisher aus Keller-, Erd- und Obergeschoss bestehende Gebäude durch Eduard Werth, Fleischhauer und Frächter eine Aufstockung um weitere zwei Geschosse. Während damit aus dem schmucklos, bescheidenen Land-Gasthaus ein ortsbilddominierendes Gebäude von besonderer Prägnanz geschaffen wurde, geriet der Bauherr, in den Zeiten allgemeiner Geldentwertung der 1930er- Jahre, in finanzielle Schwierigkeiten und es kam1937 zur Versteigerung der gesamten Liegenschaft. Daraufhin erwarb Johann Wunderer aus Prad das „Kronenwirtsgut“. Am 26. Juni 1971 fiel das westseitig angebaute, landwirtschaftliche Wirtschaftsgebäude einem Großbrand zum Opfer und 1978 wurde der Gasthausbetrieb eingestellt beziehungsweise im nebenan neu erbauten „Kronenwirtsgut“ übernommen. In der Folge wurde das alte Gasthaus „Zur Krone“ in den Jahren 1990 – 1995 einer völligen Sanierung mit Errichtung von 5 Wohneinheiten, unterzogen. Wobei man die Original-Malereien an den Außenfassaden in lobenswerter Weise behutsam renovierte, um so das Charakteristikum dieses geschichtsträchtigen, behäbigen Hauses beizubehalten. 

     

    Fortezze e castelli
    Rovina "Hochgalsaun"
    Castelbello-Ciardes, Val Venosta
    Le rovine del castello di Hochgalsaun si trovano in una vertiginosa altezza su uno sperone roccioso in forte pendenza sopra la frazione Galsaun, località Kastelbell-Tschars.Sie fu costruita nel corso del XIII secolo dall'importante famiglia nobile tirolese Montalban. Dopo la distruzione e la ricostruzione, nel 1300, andò dai Signori di Schlandersberg prima che fosse distrutta di nuovo nel 1423 e poi definitivamente distrutta. Dal castello, sono rimasti solo pochi resti delle mura conservate, fornendo informazioni difficilmente vincolanti sul loro aspetto originario. Per un piccolo cortile verso gli edifici residenziali laterali della valle e la direzione di attacco sul lato montuoso del mastio sul punto più alto della piazza del castello avrebbe dovuto essere. Sul versante della valle, molto più in basso, si trovano i resti dell'ex cappella del castello.
    Chiese e abbazie
    Chiesa di Sant'Ippolito a Narano
    Lana, Merano e dintorni
    [[Per l'albergo Hippolyt sulla collina vedi https://gasthaus-hippolyt.it e Tel. 0039 0473 42 00 37]]

    La chiesa di Sant'Ippolito nel nord del comune di Tisens, vicino al villaggio di Völlan e sopra Lana, domina la collina di Sant'Ippolito a Naraun, che può essere vista da lontano. 

    Questo non è solo un sito escursionistico popolare e facilmente accessibile, il cui panorama dalle montagne del Gruppo del Tessa fino a Bolzano è stupendo, ma anche un antico insediamento e luogo di culto. Ritrovamenti di punte di frecce, lame e mortai neolitici dimostrano che la gente viveva qui già nel IV millennio a.C., quasi 6.000 anni fa, rendendolo uno dei più antichi siti di insediamento preistorico dell'Alto Adige. Ci sono anche prove di un santuario preistorico sulla collina.

    La piccola chiesa di Sant'Ippolito è stata menzionata per la prima volta nel 1288, ma è probabilmente molto più antica - non da ultimo a causa del raro patrono. Parti dei muri della navata e l'abside rotonda sfalsata testimoniano ancora la chiesa romanica. Le due finestre a feritoia ad arco acuto e la porta d'ingresso con rosetta ad ovest, anch'essa ad arco acuto, sono state create durante la ricostruzione nel periodo gotico. Verso la fine del XVII secolo fu aggiunta la torre (una foto votiva del 1679 mostra ancora la chiesa senza torre, ma con un muro di campane del coro). La campana è stata fusa nel 1566 da Simon Hofer ed è quindi la più antica campana conservata nella parrocchia. La volta a botte della navata è stata inserita nel 1762 (vedi la data sull'arco trionfale). 
    All'interno della chiesa, l'altare e il pulpito risalgono alla seconda metà del XVII secolo, le statue di Sant'Isidoro e San Rocco, così come l'immagine di Sant'Ippolito alla seconda metà del XVIII secolo. 

    Dato che Sant'Ippolito è anche venerato come patrono del tempo, l'usanza di suonare la campana ai primi segni di un temporale faceva parte dei compiti del sacrestano di Sant'Ippolito a Narano. A causa della posizione esposta della chiesa, tuttavia, i fulmini si sono verificati più volte. Dal XVII secolo, non meno di sei morti durante lo scampanio sono stati registrati nel registro dei decessi della parrocchia, motivo per cui la piccola chiesa ha ricevuto anche il soprannome "Zum bösen Segen" (alla maledizione). 

    La chiesa è aperta solo in alcuni giorni festivi (p.e. al patrocinio di San Ippolito il 13 agosto). Tuttavia, la collina offre una splendida vista panoramica tutto l'anno.

    La chiesa si raggiunge attraverso il sentiero di rifflessione al Rosario Luminoso e alla memoria di Papa Giovanni Paolo II, costruito nel 2010. Sei rilievi in bronzo con i misteri del Rosario Luminoso e un ritratto del defunto Papa attendono il pellegrino sulla strada. Sono opere dell'artista Robert Giovanazzi di Merano, realizzate dai fondatori Stefan e Vinzenz Dirler, nativi di Prissiano.
    Arte e cultura
    Stele della pace
    Martello, Val Venosta
    Sul crinale tra la "Weißwand" e la cima "Laaserspitze" si trova la stele della pace di Jürgen Prigl in marmo di Lasa.
    Arte e cultura
    Piramidi di terra nella valle del Rio Gasterer a Auna di Sotto
    Renon, Bolzano e dintorni

    Le piramidi di terra del Renon sono le più alte e suggestive d’Europa: si tratta di gioielli naturali formatisi nelle vallate in seguito all’erosione delle rocce moreniche di origine glaciale. Il terreno, qui, risulta compatto allo stato secco, ma a contatto con la pioggia si trasforma in poltiglia fangosa, che tende a ridiscendere verso valle. Al di sotto di grossi massi il terreno resta asciutto, mantenendo la sua solidità, mentre il materiale circostante viene progressivamente eroso dall’acqua: ecco, quindi, come si creano le piramidi, che a ogni nuova precipitazione, assumono un profilo sempre più slanciato. Se la grossa pietra al vertice cade, il cumulo di terra, ormai privo di protezione, è destinato a un rapido disfacimento: l’acqua ne ammorbidisce la consistenza, trasportando il materiale a valle.

    Le piramidi di terra sono osservabili in tre località: tra Longomoso e Monte di Mezzo, nella valle del Rio Rivellone sotto Soprabolzano e nella valle del Rio Gasterer nei pressi di Auna di Sotto.

    Arte e cultura
    Dolomiti senza confini
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime
    “DOLOMITI SENZA CONFINI” è un’alta via unica nel suo genere, il cui percorso di 108 km, suddiviso in nove tappe a tratti molto impegnative, si sviluppa a cavallo tra due Paesi, passa per dodici vie ferrate e tocca diciassette rifugi alpini. Un itinerario fortemente simbolico, dal punto di vista non solo alpinistico ma anche storico, giacché si snoda in parte lungo trincee e gallerie che sono state scenario della Grande Guerra, tra il Cadore e le Dolomiti di Sesto, dalle Tre Cime di Lavaredo alla valle di Gail, in Austria. L’alta via è accessibile da più punti: in Tirolo Orientale dai paesi di Kartitsch e Obertilliach – entrambi appartenenti alla rete internazionale di Bergsteigerdörfer (villaggi degli alpinisti) –, a Sesto dal Passo Monte Croce, dai prati di Croda Rossa o dal Rifugio Fondovalle e a Belluno dal Rifugio Auronzo, da Misurina o da Valgrande, presso Padola. Un’avvincente avventura per gli scalatori del XXI secolo.
    Arte e cultura
    7 Geschichtsträchtiges Vöstl-Haus
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Das „Vöstl-Haus“ –  Bp. 28 – Hauptstraße 58

               

    Laut Urkunde vom 14. September 1480 (Archiv Churburg) bekennt Carleth Mullner von Prad vor der landesfürstlichen Pflegschaft des Vogtes Gaudenz von Matsch bzw. in Vertretung seiner Abwesenheit vor dessen Vater, Vogt Ulrich von Matsch, dass er einen Garten auf den [Prader] Sand eingefangen (eingefriedet, urbar gemacht) habe und bittet diesbezüglich um schriftliche Bestätigung. Die Gerichtsherrschaft äußert sich lobend über Mullners Arbeit an “Infang” und Wasserwehrbau und verleiht ihm den genannten Garten als Zinslehen zu ewigem Erb- und Baurecht. Lehenträger Mullner, bzw. seine Erben, können den Besitz, mit Ausnahme an nicht- Herrschafts- noch Gotteshausleuten, nach vorheriger Anbietung an seinen Lehensherrn, veräußern an wen sie wollen und reichen jährlich um St. Jakobi ihrem Pfleger oder Amtmann im „Turn“ zu Mals zwei Schnitthühner und Kornsteuer. In der Folgezeit entstand dann der heutige Einhof auf eben diesem Grund und zinste selbst noch zurzeit Kaiserin Maria Theresias die gleichen Abgaben. Das geschichtsträchtige Haus mit Ökonomiegebäuden am östlichen Dorfeingang ist um 1775 ein landesfürstliches Lehen“ und wird vom Junggesellen Johannes Veith, der eine Wirtschaft betreibt,  bewohnt. Das mit der Nr.24 bezeichnete Wohnhaus war damals mit drei Stuben, zwei Küchen, sieben „Kammern“, zwei Keller und einem „Getraid Gaden“ (Getreidespeicher) ausgerüstet und unterlag dem „Pflegurbar“ (Gericht Glurns) unter anderem jährlich mit zwei „Schnitthühner“ an Grundzins.  In der Nachfolgezeit unterlag das Anwesen einem ständigen Besitzerwechsel und wurde  noch im letzten Jh. von vier Parteien bewohnt. An dieser Stelle sei darauf hingewiesen, dass das Haus im 20. Jahrhundert unter anderem vor allem von zwei „Brunner-Familien“ bewohnt wurde und so den Vulgoname „Vöstl“ von deren Vorfahren Silvester Brunner erhielt. Nicht unerwähnt bleiben darf in diesem Zusammenhang der Künstlersohn Joseph Brunner der dem Ehepaar Maria Aloisia Mayr und dem Schustermeister Kaspar Brunner in diesem Haus am 8. Februar 1924 geboren wurde. Jul B. Laner schreibt 1983 über den Künstler: Mit sehenden Augen ertastet der Joseph kristallenen Marmor, führt den Meisel so kunstvoll, dass sich ergötzet der Blick. -  Die  bedarfsbedingten Um- und Zubauten prägen vor allem das Nord seitig angebaute Wirtschaftsgebäude während sich solche am Haus selbst in Grenzen hielten. In der faschistischen Ära der 1930er- Jahre soll durch einen Willkürakt eine nicht wieder auffindbare Marmorplatte - vermutlich mit österr. Wappenbild – inmitten der Südfassade, unterhalb des Dachgiebels, entwendet worden sein. Im Übrigen ist die Süd- und Westfassade mit Dekorationsmalerei und Inschrift an der Südseite: >Dorothea Sprengerin sein Hausfrau 1749, ausgestattet. An der Südostfassade befindet sich indessen ein völlig verblasstes Fresko mit St. Georg und einem Ritterheiliger, zudem führt an der Ostseite eine gemauerte Freitreppe durch eine Rundbogentür zum tonnengewölbten Hausgang ins 1. Obergeschoss. Dort befindet sich ein Stubengetäfel mit bemaltem Mittelfeld und im nächsten Stockwerk mit Holzsöller, eine Barocktäfelung. Seit 01.06.1981 steht der an Bau-, Siedlungs- und Familiengeschichte so reiche Gebäudekomplex am östlichen Dorfeingang, von wo aus bis 1825 die Dorfzufahrt nach Altspondinig führte, unter Denkmalschutz und harrt auf Restaurierung. Zurzeit wird der ausgedehnte Gebäudekomplex nur mehr von einer einzigen Person, dem Alois Brunner – Organist i. R. bewohnt und aufopferungsvoll betreut.

     

    Arte e cultura
    Lago di Anterselva
    Rasun Anterselva, Regione dolomitica Plan de Corones

    Boschi di conifere dal verde lussureggiante, il paesaggio alpino mozzafiato del Gruppo delle Vedrette di Ries e, al centro di tutto questo, un’acqua scintillante dal color turchese. Questo è lo scenario incantevole del Lago di Anterselva, uno dei laghi più belli delle Alpi! Con 44 ettari ed una profondità di 38 metri, questa magica perla della nostra Valle Blu è anche il terzo lago di montagna più grande dell'Alto Adige e si trova alla fine della Valle di Anterselva, nelle vicinanze del noto Passo Stalle, al confine con l'Austria. Qui, a un'altitudine di circa 1.640 m, le famiglie, gli amanti della natura e gli appassionati di outdoor troveranno in ogni periodo dell'anno innumerevoli opportunità per tante attività all'aperto, nel Parco Naturale delle Vedrette di Ries-Aurina.

    Arte e cultura
    La storica stazione doganale di Tel
    Parcines, Merano e dintorni

    La storica stazione doganale di Tel

    L'imperatore Claudio (41-54. Chr.) stabilì a Tel (> gr. Teloneion = dogana) il confine tra le province romane di Raetia (con capitale Augusta Vindelicorium, Augusta) e Venetia et Histria, ponendo le basi per la stazione doganale e la riscossione del pedaggio per merci e veicoli.

    L'iscrizione latina sul piedistallo della statua di Diana mostra che un certo Aetetus, nel III secolo a capo dell'ufficio doganale di Tel, fece costruire il tempio a questa dea dedicato. A Claudio si deve anche il "dazio doganale gallico" (= dazio sull’esportazione di merci destinate alla Germania, che sostituì il dazio interno denominato “illirico”). Lungo la Via Claudia Augusta, importante via di comunicazione, furono create locande e stazioni di posta per il cambio di cavalli. Dal momento in cui i Romani lasciarono il territorio, verso la fine del V secolo d.C., non si è registrò per secoli l’esistenza di una dogana.

    Si deve attendere il 1160 perché un ufficiale delle dogane venga nuovamente segnalato, mentre risale al 1271 la menzione di una dogana di proprietà dei Conti del Tirolo (Mainardo II). Nel 1388 la stazione doganale di Plars venne trasferita a  Tel (in quella che oggi è la locanda "Roessl", che alcuni anni fa, dopo la sua ristrutturazione, riprese il nome di "Zollwirt"), diventando la più importante del Tirolo. I doganieri dovevano tenere un registro preciso delle entrate, il cosiddetto “registro della dogana”, che veniva trimestralmente consegnato alla Camera del conte. Le entrate della dogana elevarono i doganieri a livello di funzionari di corte. Nel 1808 il governo bavarese vendette l’edificio e nel 1829 la stazione doganale fu completamente abbandonata, perché venne introdotta la "tassa sui consumi". A partire dal 1400 sono 27 i nomi dei doganieri noti. Nell’esercizio della funzione doganale rientrava lo Zollbaur, una locanda con l’ufficio doganale sul lato sinistro della casa, un deposito sulla destra e, un po' più indietro, lo Steidlhof. L'arciduca Ferdinando (1503-1564), imperatore del sacro romano impero, re di Ungheria e Boemia, arciduca d'Austria, visitò una volta il Steidlhof. La sua incoronazione a imperatore (1525) è ricordata da uno degli affreschi rinascimentali presenti nella mescita dei doganieri. Tale opera, certamente precedente al 1530 è oggi meravigliosamente restaurata e conservata.

    L'ex stazione doganale oggi non esiste più.

    Arte e cultura
    Sentiero del Castagno / Tappa 5
    San Genesio Atesino, Bolzano e dintorni
    Questo tratto del Sentiero del Castagno porta dal Castel Roncolo nella città di Bolzano attraverso i vigneti soleggiati, passando per le bellissime aziende tenute, lungo i pendii fino agli imponenti castagni di Cologna/Glaning e oltre la bassa montagna sopra la Val d'Adige fino a Terlano e Vilpiano.

    Lunghezza del tracciato: 27,5 km
    Salita: 1.446 m
    Discesa: 1.511 m
    Percorrenza media: 9:40 h

    Percorso:
    L'escursione inizia dal parcheggio o dalla fermata dell'autobus sotto il castel Roncolo. Da lì si cammina su un ponte e si gira a sinistra, passando accanto a giardini di lotti, fino a raggiungere la stazione a valle della funivia di San Genesio (attualmente chiusa). Proseguite sul sentiero n. 2, che conduce molto ripidamente sulla strada di accesso alle rovine del castel Rafenstein, passate davanti al maso Sandner e dopo circa 80 m svoltate sul sentiero n. 1 B. Il sentiero porta alla strada di accesso alla fattoria sopra la chiesetta di S. Giacomo.
    Il sentiero 1A conduce in modo moderatamente ripido sopra S. Giorgio. Ora seguite la stretta strada di accesso alla fattoria a destra e dopo circa 100 m il sentiero escursionistico 5 A si dirama a sinistra in direzione di “Fagenbach” e raggiungete il maso “Winterle”. Ora seguite il sentiero n. 5, attraversate la strada di campagna e salite un tratto più ripido fino la strada di Cologna. Poi si prosegue fino all'incrocio con il sentiero n. 9. In pochi minuti si raggiunge la chiesetta di S. Martino.
    Da Cologna si cammina ora in direzione ovest, si dirama a destra (n. 11), si attraversa il torrente “Mauritius” e da lì si scende di nuovo sulla strada asfaltata. Sopra la locanda Noafer, seguire il sentiero n. 9 fino al maso “Schmalz” e poi seguire il sentiero a sinistra. Dopo un'altra breve salita, si raggiunge di nuovo la strada principale e la si segue in salita per un breve tratto fino alla fattoria "Moar in Rumsein". Poi seguire il sentiero n. 9 e dopo circa 200 m di discesa, sempre seguendo la strada asfaltata di accesso alla fattoria, girare a destra e scendere per alcuni tornanti fino a un ponte. Poi si arriva al maso “Lanzoner”. Seguire la strada a sinistra per circa 500 m fino a raggiungere la fattoria “Wegscheider”. Il sentiero ora conduce prima a destra a un serbatoio d'acqua recintato, poi brevemente in salita fino a un sentiero sulla sinistra (indicazione Terlano). Seguire il cartello n. 8 B in direzione di Frassineto. Poi girare a sinistra sul sentiero n. 4 A in direzione ovest fino a raggiungere la strada per Meltina.

    Nota: se non volete scendere a Terlano, potete scegliere qui il sentiero n. 4 A in direzione ovest fino a "Ober-Tschirggl", che poi continua fino a Vilpiano.

    Ora inizia la discesa verso Terlano. Seguite la strada di Meltina a sinistra e poi il sentiero n. 4 a destra. Passato il podere “Liebeneich” dei conti di “Enzenberg”, il sentiero prosegue a sinistra verso il podere “Köstenholz” e raggiungete il centro di Terlano.
    L'ultimo tratto del Sentiero del Castagno conduce ora dal centro di Terlano a Vilpiano. Dalla chiesa parrocchiale di Terlano, seguire il vicolo della chiesa sulla destra e girare a sinistra fino alle vecchie miniere sulla “Silberleiten” (n. 4A). Si supera rapidamente il dislivello e poi si cerca il segnavia n. 1 A, che prosegue a sinistra in direzione ovest. Ora si cammina lungo la strada da “Vorberg” fino a raggiungere il maso “Scholer”. Da lì, seguire il sentiero n. 1 A per un breve tratto e girare a sinistra sul sentiero n. 1. Questo porta a un bivio, dove si può prendere la ripida discesa a sinistra fino alla scuola provinciale dei vigili del fuoco (solo per escursionisti esperti) o prendere il facile sentiero n. 1 fino alla stazione a valle della funivia di Vilpiano. Entrambi i percorsi ti portano al centro di Vilpiano.

    Arte e cultura
    Piazza Municipio
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Incorniciata dai bei Palazzi del Municipio a sud (in stile neo-barocco con interessanti affreschi nella sala del Consiglio - 1907) e da Casa Amonn ad est (facciata decorata a stucchi in stile rococò, decorazioni a fresco sui restanti edifici), Piazza Municipio segna l'inizio di via dei Portici.

    Arte e cultura
    Laghi di Sopranes
    Parcines, Merano e dintorni

    A nord ovest di Tirolo, nel cuore del Gruppo di Tessa, a una quota di circa 2.500 m si trovano i dieci laghi di Sopranes, la maggiore zona lacustre altoalpina. Questi incantevoli laghi alpini costituiscono uno dei gruppi lacustri più belli e importanti dell'Alto Adige che comprende, tra l’altro, il Lago Lungo, uno dei laghi maggiori della regione con 1 km di lunghezza e quasi 300 m di larghezza.

    Il più bel gruppo lacustre alpino dell’Alto Adige si trova ad una quota tale che perfino in estate c'è spesso neve sulle rive. I laghi di Sopranes riforniscono di acqua la maggior parte della città di Merano, dintorni inclusi. A queste altezze fauna e flora sono affascinanti e degne di particolare attenzione.

    Fortezze e castelli
    Porta Rain
    Brunico, Regione dolomitica Plan de Corones

    La porta orientale, detta anche di "Unterrainer" conduce in Via Ragen di Sopra.

    Arte e cultura
    Cascata a San Pietro Mezzomonte
    Velturno, Bressanone e dintorni
    Cascata nascosta ma impressionante di sopra del borgo Mezzomonte a Velturno.
    Lunghezza: 3,8 km Difficoltà: media. Tempo di percorrenza: 1,10 h Salita :. 180 m di altitudine. Itinerario: dal mulino rottami in Schrambach in leggero aumento dal bosco misto Mediterraneo fino Schrambacher cascata al punto di partenza. Andata e ritorno speciale per la primavera e l'autunno. Si può anche essere proseguiti fino Loatererhof -Buschenschank - Rinfreschi (autunno a marzo).
    Fortezze e castelli
    Abitazione rupestre "Mortner Gufl"
    Cornedo all'Isarco, Regione dolomitica Val d'Ega
    L' Abitazione rupestre "Mortner Gufl" si trova sull'antico sentiero di Collepietra, che all'epoca collegava Collepietra con Cardano e Bolzano.  A circa 500 m dal maso Mortner, in direzione di Cardano, si trova un ampio piazzale pianeggiante su cui pende una spessa lastra di pietra, come a proteggere il piccolo luogo. Si dice che un eremita, il Mortner Hias, abbia vissuto qui durante la Prima Guerra Mondiale. In questa dimora naturale ha persino allestito un forno agricolo e l'ha murata. Qui l'eremita intrecciava cesti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questo luogo fu utilizzato come rifugio antiaereo per gli abitanti del vicino maso Mortner. Alcuni resti del muro possono essere scoperti e ammirati ancora oggi.
    Nel 1951, inoltre, si dice che in questo luogo speciale ci sia stata un'apparizione della Vergine Maria.
    Un tabellone sul posto racconta questi avvenimenti straordinari al "Mortner Gufl".
    Percorso:
    Il punto di partenza è la piazza del paese di Collepietra. Dal parcheggio del Cafè Christl, passate davanti al negozio di alimentari Lex Market lungo il sentiero [2] / Sentiero dei Cavalieri. Proseguite lungo il Sentiero dei Cavalieri passando per il maso Ebenhof fino a raggiungere la deviazione per il maso Mortner. Qui si percorre un breve tratto in direzione maso Mortner e poi si gira subito a sinistra per il "Mortner Gufl".
    Il ritorno avviene attraverso lo stesso percorso.
    Lunghezza del percorso dalla piazza del paese di Collepietra al “Mortner Gufl”: 3 km (circa 50 minuti di cammino)
    Arte e cultura
    Monumento Hans der Sager
    Laces, Val Venosta

    "Hans der Sager" è l'unico menestrello conosciuto della Val Venosta, autore sia della musica che dei testi da lui rappresentati. Si intratteneva spesso alla corte dei conti di Monte Sant'Anna, ritenuti i suoi mecenati. Secondo documenti storici, tral il 1326 e 1338 "Hans der Sager" viene menzionato per sei volte. In un documento egli viene menzionato come testimone di un contratto di compravendita nel Castello di Laces. In questa occasione "Hans der Sager" si dichiara apertamente cittadino di Laces. Egli aveva anche un figlio conosciuto come Ulrich von Hagenach.

    Arte e cultura
    Omini di Pietra
    Meltina, Bolzano e dintorni

    Gli omini di pietra si trovano al di sopra di Valas. Vi aspetterà un posto antico con vista panoramica di 360°. 

    Punto di partenza è il "parcheggio Campitello". Da lì andate per 40 minuti fino alla malga di Giogo (percorribile col passeggino). Seguite il sentiero nr. 23 b fino agli Omini di Pietra. La discesa avviene tramite il sentiero nr. 23a. Passate il rifugio Möltner Kaser fino alla malga di Giogo. Poi ritornate al punto di partenza. 

    Fortezze e castelli
    Perlmühle
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Qui troverete presto ulteriori informazioni sull mulino Perlmühle

    Arte e cultura
    Resciesa: parte del Dolomiti – Patrimonio Mondiale UNESCO
    Ortisei, Regione dolomitica Val Gardena
    L' Alpe Resciesa fa parte del Dolomiti – Patrimonio Mondiale UNESCO ed é meta molto amata da tutti. Sia escursionisti, famiglie, amanti di fotografia, così come appassionati di mountainbike colgono l'occasione di visitare questo spazio unico nel bel mezzo del parco naturale Puez-Odle. Questo ha una superficie di ca. 10.000 ettari ed é delimitato a nord dal Passo delle Erbe e a sud dal Passo Gardena, a est il parco si estende fino alla Val Badia, ad ovest fino alle valli di Funes e Gardena. La parte settentrionale è dominata dal complesso delle Odle di Eores di Funes e dal Sas da Pütia, la parte meridionale dagli altipiani della Gherdenacia, del Sassongher, dal Gruppo del Puez con la Vallunga e dal Gruppo del Cir.


     

    Arte e cultura
    Karlotten Kofel
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi
    Nei pressi di Siusi allo Sciliar si trova un posticino immerso nel silenzio e affacciato su un panorama mozzafiato: il Karlotten Kofel. Dal punto più alto di questo poggio di lava vulcanica ai piedi di una parete di roccia porfirea rossa brillante, è possibile abbracciare con lo sguardo non solo l'imponente massiccio dello Sciliar, ma anche i campanili di ben sette chiese! Per via delle proprietà termiche della roccia lavica e della posizione particolarmente soleggiata, il colle è ricoperto da una vegetazione spiccatamente mediterranea.
    Arte e cultura
    Vecchia vite
    Magrè sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    La più antica vite di tutto l'Alto Adige cresce a Magrè. Nel Vicolo dei Conti di Magrè si trova la vite più vecchia dell'Alto Adige (1601) che copre l'intera facciata della Residenza Feichter e che ancora oggi porta 80 kg di uva all'anno.

    Arte e cultura
    Giardino storico dell'Abbazia di Novacella
    Varna, Bressanone e dintorni

    All’entrata del complesso dell’Abbazia è situato il giardino storico, riaperto al pubblico nell’estate del 2004 dopo intensi lavori di restauro.
    La parte barocca del giardino, con le sue splendide fontane e aiuole dalle mille fioriture è incastonata tra un’imponente sequoia e due alberi secolari di Ginkgo biloba.

     

    Arte e cultura
    Via Bottai
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Una delle vie più tipiche del centro con le belle insegne in ferro battuto, le numerose locande e lo storico albergo Luna. All'estremità settentrionale della via si trova il Museo di Scienze Naturali, situato nella sede amministrative dell'imperatore e Conte di Tirolo Massimiliano I (edificio costruito nel 1512). Nei pressi del museo si trovano le storiche locande "Cavallino Bianco" e Ca' de BezzI", luogo amato da vari artisti.

    Arte e cultura
    Ponte storico di Rasun
    Rasun Anterselva, Regione dolomitica Plan de Corones

    La rivalutazione del ponte storico di Rasun fa parte del concetto "thema". Dodici brevi tratti illustrano la storia della strada e del traffico per la Val Pusteria, tipo vallo alpino, pietre miliari, servizio postale, turismo, aggravio da traffico. La costruzione del nuovo ponte sul rio della Valle Anterselva ha reso possibile il restauro del vecchio ponte di pietra e la sua conservazione quale prezioso documento di ingegneria stradale contemporanea. In tre tratti sono documentate tre fasi storiche della strada in Pusteria: il tratto in fondo, verso est, è lasciato nelle condizioni in cui il ponte versava fino al 2008: con lo strato d'asfalto e il guard-rail in acciaio. Il tratto in mezzo, evidenzia lo stato così come si presentava dopo l'intervento risanatorio del 1938: con il primo strato d'asfalto e la balaustra di prefabbricati in calcestruzzo. Il tratto iniziale fu riportato, su base dei progetti originali, allo stato storico del 1847: con lo strato di ghiaia calcarea, muri di balaustra in pietra, pietre miliari in granito e travi in legno.

    Premiato con il famoso “Premio Architettura Città di Oderzo 2012”

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