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    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

    Risultati
    Arte e cultura
    Sentieri delle rogge nell'Alta Val Venosta
    Malles, Val Venosta

    Sentieri delle rogge è il nome dei percorsi escursionistici tipici della Val Venosta, che procedono senza salite di rilievo sui pendii ai piedi degli alti monti. Si tratta di sentieri che affiancano gli stretti canali irrigui, costruiti diversi secoli fa e usati fino al XIX secolo per irrigare i campi. I sentieri sono sorti successivamente lungo i canali, le rogge, ed oggi sono tra i percorsi escursionistici più amati dell'Alto Adige. Le rogge Leitenwaal, Berkwaal e Oberwaal sono accessibili tutto l’anno. Anche il sentiero della roggia Turnaunawaal di Tubre in Val Monastero riserva panorami spettacolari sulla valle e le montagne circostanti.

    I sentieri delle rogge sono i percorsi preferiti dalle famiglie, dagli escursionisti moderati e da tutti coloro che vogliono godersi la straordinaria flora e fauna della Val Venosta in completo relax. Delle 300 rogge originarie, oggi se ne possono ancora percorrere una dozzina in Alta Val Venosta, fra le quali la roggia Leitenwaal, la roggia Berkwaal o la roggia Turnaunawaal; possono essere percorsi in tutte le stagioni e regalano viste meravigliose sulle catene montuose.

    Guide, scuole
    Transumanza
    Senales, Val Venosta

    La sfilata delle greggi
    Ogni estate, migliaia di pecore si spostano dalla Val Venosta alla Valle Ötztal

    L’UNESCO ha dichiarato “patrimonio culturale immateriale” una tradizione millenaria: l’annuale transumanza di migliaia di pecore attraverso il Giogo Tasca, Giogo Basso e Giogo Alto dal Monte Sole della Val Venosta e dalla Val Senales agli alpeggi delle valli Rofental e Niedertal sopra Vent, ancora oggi appartenenti ad agricoltori della Val Senales. Il documento più antico, in cui venivano stabiliti i confini dell’interessenza alpestre, validi ancora oggi, risale al 1415.
    A metà giugno, non appena la neve abbandona gli alpeggi sull’altro versante del principale crinale alpino, una parte delle greggi parte dalla Val Venosta, dando inizio a una “lunga marcia” di circa 44 km con 3200 m di dislivello in salita e 1800 m in discesa. A Maso Corto e Vernago, altre pecore si uniscono al gregge, che il mattino successivo affronta l’attraversamento del principale crinale alpino delle Alpi Venoste, superando faticosamente i nevai, così come ripidi canaloni di roccia e ghiaccio sul Giogo Alto e sul Giogo Basso. Entrambe le valli sono pianeggianti, ma neve, nebbia e tempeste possono rendere difficoltosa la discesa; talvolta il maltempo non arreca danni solo al bestiame, ma anche ai pastori.
    A metà settembre, le pecore si mettono nuovamente in cammino, questa volta in direzione opposta, e per lo più con condizioni meteorologiche e “stradali” migliori. A valle questa tradizionale sfilata viene accolta dai proprietari e durante la “Schofschoad” (transumanza, ndt) gli animali vengono separati a seconda della marcatura colorata, per essere riportati ai loro pascoli in Val Senales o sul Monte Sole, in Val Venosta. Il felice ritorno di persone e animali viene celebrato.

    Guide, scuole
    Lago di Vernago - allenamento ad alta quota
    Senales, Val Venosta
    Kanu & Kajak: Allenamento ad alta quota sul lago di Vernago Il lago fra i Tremila si contraddistingue soprattutto d’estate per la sua straordinaria colorazione verde smeraldo, provocata dalla levigatura glaciale nell’acqua.

    Non è un caso che sul lago di Vernago si allenino già da anni le nazionali sportive. Un nostro gradito ospite è ad esempio Antonio Rossi, canoista tre volte campione olimpico e più volte campione mondiale. Con la sua posizione a 1700 m s.l.m e piste di canottaggio segnate e di diverse lunghezze, il lago offre le condizioni ideali per un allenamento ad alta quota.
    Il motivo per cui l’allenamento ad alta quota è efficace nel migliorare le prestazioniè presto detto: l’organismo è costretto ad adattarsi alla minore concentrazione di ossigeno nell’aria tipica dell’elevata altitudine. Ne sono interessati in primo luogo la respirazione, il sistema cardiovascolare e il sangue.

    Arte e cultura
    Tschaufer Weiher - biotopo
    Meltina, Bolzano e dintorni
    Il Tschaufer Weiher un tempo era un laghetto artificiale per la pesca. Oggi questa oasi naturale è un biotopo protetto che invita a soffermarsi e rilassarsi.
    Pesca
    Laghetto Superiore
    Fiè allo Sciliar, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    L'Huber Weiher è uno stagno artificiale creato per l'irrigazione e l'allevamento delle capre. Lo stagno è utilizzato per la pesca privata, ma gli ospiti possono anche acquistare un biglietto giornaliero per pescare i propri pesci.

    È possibile pescare da aprile a ottobre.

    Il biglietto giornaliero (prezzo 25,00 €) può essere acquistato presso il parcheggio del Völser Weiher, il Ristorante Pizzeria Alpin Roof o il Ristorante Schwimmhütt; per l'Huber Weiher non è richiesta la licenza di pesca.

     

    Arte e cultura
    Cappella commemorativa
    Selva di Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    Al cimitero di Selva Gardena si trova la cappella commemorativa in ricordo degli scalatori che hanno perso la vita in incidenti sulle Dolomiti gardenesi.

    Arte e cultura
    Wandelhalle
    Merano, Merano e dintorni

    La Wandelhalle di Merano è un’elegante struttura a colonnato costruita tra il 1864 e il 1866, dunque ancora prima della Belle Époque. È uno degli edifici più significativi della città dal punto di vista storico-culturale: non solo rappresenta uno dei primi esempi di architettura termale rappresentativa dell’Impero austro-ungarico, ma costituisce anche un importante trait d’union, dal punto di vista architettonico, tra il tardo Biedermeier classicista e il nascente stile liberty, con i suoi motivi decorativi e pittorici. Si stende per quasi 100 metri lungo la Passeggiata d’inverno sul Passirio, diventando un vero e proprio salotto urbano a cielo aperto: fresco e arioso d’estate, riparato e soleggiato d’inverno.

    La sua storia comincia nel 1850, quando l’allora sindaco Valentin Haller – con grande lungimiranza – promosse la realizzazione di un luogo pubblico in un’area fino ad allora utilizzata per lavare e stendere i panni. Il suo obiettivo era chiaro: dare nuova forma a Merano in quanto città termale d’eccellenza. Nel 1891 la Wandelhalle fu ampliata e arricchita di busti e targhe commemorative dedicate a personalità illustri, oltre che di vedute pittoresche dei pittori Lenhart, Complojer e Demetz – un omaggio artistico ai paesaggi altoatesini. Dal punto di vista architettonico, colpisce per la raffinata struttura in ghisa lavorata, realizzata dalla celebre fonderia viennese Griedel. Una scelta stilistica al passo coi tempi, che richiama l’eleganza delle stazioni metropolitane parigine e delle linee urbane progettate da Otto Wagner a Vienna. Nel salone d’onore centrale spicca il busto del duca Karl Theodor, celebre oculista e fratello dell’imperatrice Elisabetta, che operò proprio a Merano.

    Un tempo, la Wandelhalle era il ritrovo degli ospiti della “cura del siero di latte”, che vi passeggiavano all’alba, a stomaco vuoto, ascoltando musica leggera tra i profumi del mattino. Oggi la Wandelhalle è un luogo di incontro vivace e accogliente. Al mattino, i frequentatori dei caffè gustano il loro espresso con vista sul fiume, mentre il sabato il mercatino delle pulci richiama appassionati, collezionisti e creativi. La musica trova qui la sua cornice ideale: concerti all’aperto, piccoli eventi culturali e le classiche esibizioni termali in stile Belle Époque rendono questo spazio un crocevia culturale accessibile a tutti.

    La Wandelhalle è anche una tappa imperdibile per i giovani amanti della cultura: la sua atmosfera d’altri tempi, l’accesso diretto alla natura fluviale e le opere d’arte en plein air creano un’esperienza unica. Da qui si snodano piacevoli passeggiate lungo la Kurpromenade, passando per ville in stile Art Nouveau, il maestoso Kurhaus, fino alla celebre Passeggiata Tappeiner o al suggestivo ponte di pietra, il Ponte Romano. 

    Arte e cultura
    Biotopo Ilistra
    Chienes, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il biotopo Ilsterner Au si estende lungo un tratto di 1,3 km del fiume Rienza e si trova nei comuni di Chienes e Vandoies. È composto da quattro ettari di area acquatica e otto ettari di area biotopo.
    In generale, nelle foreste alluvionali si trova una vegetazione diversificata, grazie al buon apporto di sostanze nutritive. L'ontano grigio è la specie arborea predominante nell'Ilsterner Au, anche se in alcuni luoghi l'abete rosso o il pino hanno preso il sopravvento.  Una particolarità assoluta è rappresentata da un gruppo di frassini quasi puro, situato nella zona orientale del Biotopo.  
    Il biotopo svolge anche un'importante funzione di serbatoio di equilibrio idrologico del bilancio idrico. Inoltre, in termini paesaggistici, è una controparte arricchente delle aree paesaggistiche utilizzate in modo intensivo. Esiste inoltre una fauna selvatica molto ricca. Una grande varietà di specie di insetti e di uccelli trovano qui un rifugio e si possono osservare anche uccelli migratori.

    Nel corso del progetto di rivitalizzazione sostenibile, ampie parti del terreno sono state abbassate, il letto del fiume è stato allargato e sono stati creati diversi stagni per le acque sotterranee.
    L'area superiore con diversi tabelloni tematici è anche considerata una zona ricreativa orientata alla natura per la popolazione locale in generale e per le famiglie e le scuole in particolare.

    Arte e cultura
    Parco Naturale Puez-Odle
    Funes, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il parco naturale Puez-Odle, nel cuore delle Dolomiti, è un'area naturale che si estende in parti delle valli: Val Badia, Val Gardena e Val d'Isarco. Racchiude principalmente due gruppi montuosi: il gruppo del Puez e quello delle Odle.

    In diversi posti nel parco naturale si possono osservare bene le sedimentazioni stratificate, che documentano la formazione delle nostre montagne ed offrono una varietà geologica eccezionale. Questo parco offre tutto l'anno diverse possibilitá per gli amanti della flora e fauna, non dimenticano le varie attivitá sportive.

     

    Laghi balneabili
    Laghetto di Fiè
    Fiè allo Sciliar, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Il laghetto di Fiè, ai piedi dello Sciliar, si trova nel cuore del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, leggermente fuori dal paese di Fiè allo Sciliar. Si estende su una superficie di 1 ettaro e si trova ad un'altitudine di 1.036 m sul livello del mare con una profondità massima di 3,5 metri. Il riflesso dello Sciliar sulla superficie dell'acqua e i fitti boschi di conifere che si estendono fino alle rive conferiscono a questo luogo naturale un'aura potente. Il pontile balneare pubblico e il prato solarium invitano a una pausa rilassante sia d'inverno che d'estate.

    Originariamente, il laghetto di Fiè fu creato nel XVI secolo da Leonhard von Völs per l'allevamento di carpe. Oggi, la pesca nel laghetto è vietata e una parte del lago è stata designata come biotopo. La parte rimanente del lago è utilizzata per nuotare in estate e per pattinare sul ghiaccio in inverno. Il laghetto di Fiè è considerato uno dei laghi balneabili più belli dell'Alto Adige.

    Laghi balneabili
    Lago di Caldaro
    Caldaro sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    Il paesaggio mediterraneo che lo circonda ne è un chiaro indizio: il lago di Caldaro è il lago più temperato dell’arco alpino. Quattro stabilimenti balneari ne consentono l’accesso diretto. Alle volte queste acque conosciute per la loro ottima qualità, si presentano di un blu intenso, altre rispecchiano il verde delle colline circostanti: suggestivi giochi cromatici entusiasmano residenti e ospiti! Incastonato in una suggestiva cornice naturale, il lago è una tranquilla oasi di quiete a volte piacevolmente interrotta dalla vivacità dei bambini che, come pure gli adulti, apprezzano questo angolo di paradiso. Solcato da barche a remi e a vela, lo specchio d’acqua è accessibile anche a pedalò e tavole da surf. Se il lago è bello, ancora di più lo sono le sue sponde e i suoi dintorni.

    Arte e cultura
    Flak
    San Genesio Atesino, Bolzano e dintorni

    Per cannone antiaereo (abbreviato Flak o FlaK) si intende un'arma sviluppata originariamente durante la prima guerra mondiale e utilizzata per la difesa contro gli aerei. All'epoca ne era stata installata una anche a Cologna per proteggere Bolzano dai bombardamenti. Ancora oggi sono visibili i resti dei muri degli alloggi dei soldati. 
    Da lì si gode di una vista mozzafiato. Un tavolo con panchine invita a soffermarsi e fare un picnic.

    Pesca
    Lago Gioveretto
    Martello, Val Venosta
    Il Lago Gioveretto è un lago artificale nelle Alpi dell'Ortles in Alto Adige. Il serbatoio ha una superficie di 70 ettari, situato ad una altitudine di 1.850 metri, in Val Martello ed è attraversato dal fiume Plima. La capacità del lago artificale è di 19,6 milioni di metri cubi. La centrale idroelettrica che appartiene al Lago Gioveretto si trova a Lasa.   Da giugno fino a settembre si può pescare con una licenza statale. Il ticket si compra ai manutentori della diga.
    Fortezze e castelli
    Perlmühle
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    Qui troverete presto ulteriori informazioni sull mulino Perlmühle

    Arte e cultura
    Liberty - Il Kurhaus di Merano
    Merano, Merano e dintorni

    Nel cuore della città termale di Merano, direttamente sul Passirio, si erge il Kurhaus – capolavoro architettonico della Belle Époque. Inaugurato nel 1874, conquistò fin da subito l’élite internazionale con le sue linee eleganti e gli interni sfarzosi. L’attuale aspetto è frutto di un importante ampliamento realizzato tra il 1912 e il 1914 su progetto dell’architetto viennese Friedrich Ohmann, che ne definì lo stile inconfondibile: la grande cupola liberty, la rotonda e la celebre sala da ballo.

    All’apice dell’Impero austro-ungarico, il Kurhaus rappresentava il cuore mondano di Merano. Tra affreschi, stucchi e saloni illuminati da lampadari scintillanti, l’aristocrazia europea danzava, ascoltava concerti e si intratteneva con raffinatezza. Si narra che l’imperatrice Sissi amasse passeggiare nei suoi dintorni, e che anche l’imperatore Francesco Giuseppe I vi abbia fatto visita. Poeti come Rainer Maria Rilke e musicisti come Richard Strauss e Franz Lehár trovarono a Merano ispirazione e quiete. Nella sala degli specchi – oggi Padiglione dei Fiori – si eseguivano concerti da camera, mentre all’esterno, palme e aiuole fiorite creavano un’atmosfera di charme mediterraneo.

    Con il passare degli anni, il Kurhaus contribuì in modo decisivo alla fama di Merano come città di cultura e di cura, conosciuta in tutta Europa. Ancora oggi questo edificio monumentale segna con la sua imponenza lo skyline cittadino. La sua posizione privilegiata sulla passeggiata, tra piante esotiche e scorci mozzafiato sul Gruppo di Tessa, dona al centro storico un’eleganza senza tempo. Davanti ai portoni d’ingresso si passeggia all’ombra dei castagni, mentre all’interno si respira ancora lo spirito di un’epoca gloriosa: tra marmi, affreschi e decorazioni liberty, la storia si fa presenza viva.

    Ma il Kurhaus non è soltanto memoria: è un luogo vibrante, parte integrante dell’identità di Merano. Oggi ospita una fitta programmazione culturale, con eventi di respiro internazionale. Tra questi spiccano le Settimane Musicali Meranesi, con concerti di musica classica e contemporanea, ma anche balli di gala, congressi, mostre e appuntamenti enogastronomici di rilievo come il Merano WineFestival. All’interno delle sue sale, giovani talenti e artisti affermati si alternano sul palcoscenico, mentre buongustai e intenditori possono esplorare i sapori e i profumi dell’Alto Adige in occasione di eventi dedicati alla cucina e al vino. Il Kurhaus di Merano continua così a essere ciò che è sempre stato: un luogo di incontro, ispirazione e bellezza.

    Arte e cultura
    Alpe di Siusi - l'altipiano più grande d'Europa
    Ortisei, Regione dolomitica Val Gardena

    L’Alpe di Siusi è l’altipiano più grande d’Europa (56 km²). Si trova nel cuore delle Dolomiti, a nord est sopra Bolzano vicino alle famose località turistiche Ortisei e Castelrotto. I Denti di Terrarossa e lo Sciliar fanno confine a sud ovest, a sud est invece si trova il suggestivo Gruppo del Sassolungo e a nord Bullaccia in direzione Val Gardena.

    Sia d’estate che anche d’inverno l’Alpe di Siusi è una meta molto conosciuta per molti villeggianti. D’estate una marea di fiori trasforma l’altipiano in un paesaggio unico e spettacolare. Sicuramente è anche merito dell’impegno e del duro lavoro dei contadini che falciano ancora l’erba con grande passione.

    Anche nei mesi invernali l’Alpe di Siusi offre varie attività, come lo sci, passeggiate invernali, sci di fondo e ciaspolate in mezzo alla natura innevata.

    Guide, scuole
    Lago di Vernago
    Senales, Val Venosta

    Vernago - l’acqua sommerge una pianura


    In tarda estate, l’acqua verde smeraldo del lago, in cui si specchiano le cime, è un affascinante idillio. Si tratta, però, di un bacino artificiale, la cui creazione ha dato origine a molti cambiamenti nella valle. Circa 50 anni fa, l’acqua ha inondato una delle località paesaggisticamente più belle della Val Senales, distruggendo una superficie molto importante per l’agricoltura. Da Madonna di Senales, dopo avere superato un ripido gradino, la valle si allargava nell’“area più bella e pianeggiante”, “nei terreni fertili appartenenti al maso Spechtenhaus ”. I masi Oberörl e Unterörl e il loro Nuihaus, l’Obergamp e l’Untergamp, l’Oberleit e l’Unterleit con la chiesetta Leiter e lo Spechtenhaus vennero sommersi. Il cono di deiezione del rio di Vernago aveva bloccato il fondovalle verso l’esterno e, così, l’Azienda Energetica di Bolzano e Merano non tardò a presentare il progetto del bacino idrico. Dal 1948, la valle si trasformò in un grande cantiere, che dava lavoro a quasi 600 persone, la maggior parte proveniente dal Mezzogiorno. Nel 1964, la diga di sbarramento, con un’altezza di 64 m e una lunghezza di 480 m, venne terminata. Dietro ai 2,2 milioni di metri cubi di detriti, che sbarrano la valle, vengono raccolti fino a 43,8 milioni di metri cubi d’acqua. Gli effetti, per lo più negativi, della costruzione del lago artificiale sono stati immensi per l’intera valle: otto famiglie di contadini hanno dovuto cedere il posto alle acque e, in parte, lasciare la valle, non possedendo altra terra al di fuori di quella. Le ripercussioni sul bilancio idrico erano incalcolabili: dalla realizzazione del bacino, il rio di Mastaun e quello di Pinalto sono quasi asciutti, poiché l’acqua condotta al lago viene attinta tra i 1700 e i 1800 m d’altitudine, esaurendo così numerose sorgenti. Quasi tutto l’anno, nel rio Senales scorre solo acqua residua, mentre quella del lago scende in Val di Fosse attraverso una galleria di 5,8 km.
    Nei pressi del maso Casera di Dentro tale galleria attraversa la valle in superficie e, per altri 8,5 km, il Gruppo di Tessa fino al Monte Sole di Naturno, prima che una condotta forzata di 2 km e 1040 m di dislivello faccia confluire l’acqua alla centrale elettrica di Naturno-Compaccio. Neppure le gallerie di Monte Sole in Val Senales sono rimaste immuni da conseguenze: quasi tutti i masi locali hanno avuto difficoltà di approvvigionamento idrico e talvolta le sorgenti si sono esaurite completamente. Nella migliore delle ipotesi, i risarcimenti o il riscatto di terreni e corsi d’acqua sono stati versati solo parzialmente e con un notevole ritardo. Pensando ai milioni di chilowattore che, ogni anno, vengono prodotti con l’acqua della valle, non si può negare una certa “ingiustizia sociale”. In tarda primavera, quando il livello del lago scende al minimo, svetta al cielo il campanile dell’antica chiesa Leiter, costruita nel 1727 e consacrata a San Giovani Nepomuceno, il cui pregiato allestimento, tra cui un altare del Monastero certosino Monte degli Angeli, fu messo in salvo. Solo nel 1997, su iniziativa della popolazione e con l’appoggio dell’Azienda Energetica, venne edificata l’odierna chiesa Leiter, in cui vengono conservate queste perle artistiche. Oggi, il placido borgo presenta alcuni masi, hotel e pensioni lungo la riva del lago, sulle cui terrazze in estate è possibile godersi il sole fino a tarda sera. Sopra la località svettano i tre edifici scuri dell’imponente Maso Tisa, che viene menzionato già in alcuni documenti del 1306, un tempo proprietà dell’Abbazia di Stams. Fino alla metà degli anni ‘50, i portatori di provviste (Jochträger) oltrepassavano questo maso diretti al Rifugio Similaun, quando salivano in direzione del Giogo Basso. Vernago è davvero affollato solo una volta all’anno, quando migliaia di pecore vengono riportate a valle attraverso il Giogo Basso dai loro pascoli in Valle Ötztal.

    Arte e cultura
    Lago di Carezza
    Nova Levante, Regione dolomitica Val d'Ega

    Nella vacanza in Alto Adige non può mancare una gita al più incantevole lago alpino delle Dolomiti, il Lago di Carezza!

    Il piccolo lago di montagna deve la sua fama all’acqua verde e limpida e allo splendido panorama con Catinaccio e Latemar che si specchiano in essa.

    Grazie alla sua natura fiabesca, il lago è parte di numerose leggende altoatesine, come quella della splendida ninfa, ed è stato d’ispirazione per molti scrittori e pittori famosi.

    Situato a 1.520 metri sul livello del mare, il Lago di Carezza è lungo 300 m e largo 140 m nel comune di Nova Levante nella Val d'Ega ed è un monumento naturale protetto. È alimentato da sorgenti sotterranee del Latemar e per questo motivo le sue dimensioni e la sua profondità dipendono fortemente dalla stagione e dalle condizioni meteorologiche - la massima profondità del Lago di Carezza è stata registrata a 22 m.

    Poiché il Lago di Carezza è un'area protetta, è vietato attraversare i recinti di protezione intorno al lago. Allo stesso modo, anche fare il bagno e nuotare in esso è severamente proibito.  

    Il Lago di Carezza è accessibile senza barriere. Al parcheggio del lago ci sono un totale di 4 posti auto riservati alle persone con disabilità. Al lago c'è un centro visitatori con bagni privi di barriere e un sottopassaggio senza barriere che porta al lago. Anche la piattaforma panoramica e la passeggiata circolare intorno al lago sono accessibili senza barriere. 

    Possibilità di ristoro offre il centro visitatori vicino al lago con due bistrot. Altri ristoranti e malghe si trovano nei dintorni.

    Il Lago di Carezza è accessibile tutto l'anno 24 ore su 24. Il centro visitatori con il suo sottopassaggio pedonale e i servizi igienici sono aperti tutti i giorni dalle 09.00 alle 18.00.

    Maggiori informazioni sul Lago di Carezza troverete qui: eggental.com/lagodicarezza

    Arte e cultura
    Umvias coppa di pietra
    Tubre, Val Venosta
    Dal municipio alla chiesa parrocchiale S. Biagio attraverso la via della chiesa. Passando sotto la chiesa si arriva al sentiero lungo la roggia “Turnauna” Nr. 8. Dopo pochi minuti lungo la roggia si scende a destra per arrivare alla "coppia di pietra” in circa 20 minuti dal municipio.

    La coppa di pietra preistorica risale al Neolitico medio (circa 4.500 - 3.000 a.C.) ed è quindi uno dei più antichi monumenti dell'umanità. Le rientranze nella pietra sono note come “scodelle”. I ricercatori non sono d'accordo sul significato delle pietre a scodella. Ci sono varie ipotesi:

    1. La coppa di pietra immagazzinava energia e fungeva da luogo di potere. Veniva usata principalmente come simbolo di fertilità per scopi rituali. Le scodelle erano scolpite in ringraziamento.

    2. La coppa di pietra era un calendario astronomico. A una certa distanza, un'assicella di legno proiettava un'ombra sulle ciotole, indicando il momento giusto per la semina e il raccolto.

    3. Le persone o gli animali venivano uccisi su una coppa di pietra distesa e il sangue che ne usciva veniva assorbito nelle coppe e sacrificato agli dei.

    La coppa di pietra fu rinvenuta l'11 novembre 1988 da Paul Hermann Vidal durante gli scavi per la costruzione di tubature per l'irrigazione. Nell'aprile 1989, il dottor Lorenzo Dal Ri, allora direttore della Soprintendenza ai Monumenti, fu in grado di dimostrare l'autenticità della coppa. Nel settembre 1990, il dottor Sennhauser, archeologo del monastero di S. Giovanni a Müstair, stabilì che l'età della ciotola era del 4.500 a.C. (periodo neolitico).
    Guide, scuole
    Entrata Alta Via di Merano a Monte S. Caterina
    Senales, Val Venosta
    Da Monte S. Caterina al Maso Gelato

    Descrizione cammino

    L’Alta Via di Merano attraversa il pendio boscoso sopra Monte Santa Caterina, paesino di montagna che è possibile raggiungere in bus e in auto: la fermata del mezzo pubblico si trova proprio in paese e c’è anche un parcheggio gratuito non custodito. Da lì si segue l’indicazione per l’Alta Via di Merano. Si procede lungo la strada in salita fino al Maso Montferthof (1471 m s.l.m.). Passato il maso, seguendo un sentiero ripido, si attraversano pendii con vegetazione steppica. Attraversando pascoli tra lievi salite e discese si arriva ben presto alla biforcazione a destra per la Val di Fosse. Il sentiero scende attraversando un ampio pendio boscoso. È importante fare attenzione nei canali: la caduta massi può verificarsi anche senza pioggia. Passato il maso Infanglhof si arriva alla strada, da lì si mantiene la destra e si sale verso l’Albergo Jägerrast (1693 m s.l.m.): posto alla fine della strada pubblica, è una destinazione molto amata dagli escursionisti. Un ampio sentiero conduce alla Val di Fosse attraversando un bosco luminoso. Con un pizzico di fortuna, nella valle sovrastante è possibile avvistare dei camosci, oppure un’aquila reale che volteggia sulla gola perché nidifica sulle sue pareti. Dopo un capitello votivo, passata una svolta a destra del sentiero, si vedono la malga Casera di Mezzo (1954 m s.l.m.) e, dopo un breve tratto, la Malga Rableid (2004 m), nelle quali è possibile concedersi una pausa. Il sentiero poi attraversa un lariceto per arrivare al Maso Gelato (2071 m s.l.m.). Lì svettano due montagne: la Cima Bianca Grande (3.278 m s.l.m.), che deve il nome alla sua chiara roccia calcarea, e l’Altissima (3480 m s.l.m.), a sinistra della depressione del valico.

    Arte e cultura
    Monumento in onore all'alpinista Emilio Comici
    Selva di Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    Ai piedi della parete del Ciampac (in Vallunga) si trova il monumento in legno che ricorda il grande scalatore Emilio Comici, morto su questa parete nel 1940. Comici aprì oltre 200 vie nelle Dolomiti e fu direttore della Scuola di sci di Selva Gardena, oltre che sindaco del paese dal 1938 al 1940.

    Arte e cultura
    Vallunga - Patrimonio mondiale UNESCO
    Selva di Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena

    La Vallunga fa parte delle Dolomiti - patrimonio mondiale dell'UNESCO e si trova nel cuore del parco naturale del Puez Odle, che si estende su una superficie di circa 10.722 ettari. È delimitato a nord dal Passo delle Erbe e a sud dal Passo Gardena, a est il parco si estende fino alla Val Badia (Longiarü, Antermöia), ad ovest fino alle valli di Funes e Gardena.

    La valle immersa nelle montagne attira l’attenzione di turisti in inverno come in estate. Offre innumerevoli possibilità agli amanti dello sport ed appassionati della natura ed è parte della Rete ecologica europea Natura 2000, il cui obiettivo è la tutela degli habitat naturali e seminaturali così come delle relative specie animali e vegetali.

    INVERNO: La valle, che si estende per diversi chilometri, è perfetta per escursioni con o senza ciaspole ed è un sogno che diventa realtà per i fondisti. Incanta adulti e bambini con fantastici panorami tra vette uniche al mondo. ESTATE: Fresche sorgenti ed aria pura di montagna ci accompagnano in tutte le nostre passeggiate in questa oasi di vacanza. Entrambi, ciclisti ed appassionati di arrampicata saranno soddisfatti dalla varietà di scelta. Con i suoi numerosi sentieri la Vallunga è il punto di partenza ideale per escursionisti di tutte le età.

    Fortezze e castelli
    Rudere Helfenburg
    Terlano, Strada del Vino

    Il sistema costruttivo e la stratificazione delle pietre del piccolo castello di Helfenburg fanno presupporre che esso sia stato costruito intorno al 1180. I castellani erano con ogni probabilità i conti del Tirolo. L'ultimo riferimento scritto alla Helfenburg risale al 1353.

    Arte e cultura
    Parco Naturale Fanes-Senes-Braies
    La Val, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, con i suoi boschi di abete rosso, si trova nel cuore delle Dolomiti di Braies e del Gruppo di Fanes. Formazioni morfologiche tipicamente carsiche quali solchi di dissoluzione, campi carreggiati, fenditure e doline caratterizzano la zona, la cui parte centrale è costituita dall'Alpe di Fanes e dall'ampio Prato Piazza, costellato di variopinte erbe aromatiche. Incastonato tra fiere montagne si riposa la perla dei laghi di montagna: il Lago di Braies, con le sue scintillanti acque verde smeraldo.

    Fortezze e castelli
    Stazione della Vecchia Ferrovia della Val di Fiemme
    Ora, Strada del Vino

    La stazione di Ora-Val di Fiemme fu il punto di partenza della vecchia ferrovia che portava da Ora a Predazzo, passando per Montagna, Trodena e Fontanefredde. Già nel 1894 venne presa in considerazione la realizzazione di una linea ferroviaria in Val di Fiemme e in seguito, a causa della prima guerra mondiale, fu progettata la linea definitiva. Il comando militare austriaco iniziò nel 1916 con la costruzione della linea ferroviaria che fu un importante metodo di trasporto di rifornimenti per il fronte delle dolomiti. Per la costruzione, durata due anni circa, furono impiegati prigionieri di guerra russi e serbi. Nel 1917 vennero eseguiti i primi trasporti di rifornimenti per il fronte delle dolomiti. Dal 1918 in poi, la ferrovia venne usata anche per il trasporto di persone. Nel 1930 la ferrovia, originariamente trainata da una locomotiva da vapore, fu elettrificata e la durata del viaggio si accorciò da 4 a 2 ore. A causa dell’incremento del traffico motorizzato e l’attivazione di un collegamento autobus per la Val di Fiemme, la ferrovia perse via via la sua importanza. Nel 1963 la ferrovia fece il suo ultimo viaggio. Oggi il tracciato della Vecchia Ferrovia è un famoso sentiero per escursioni a piedi o in bici. La storica stazione di Ora-Val di Fiemme viene usata per manifestazioni culturali o concerti.

    Arte e cultura
    Monumento a San Giovanni Nepomuceno nella città nuova
    Vipiteno, Vipiteno e dintorni

    In seguito a ripetute inondazioni, nel 1739 venne eretto un monumento in onore di San Giovanni Nepomuceno (1350 - 1393) a Vipiteno. Egli è venerato come santo protettore delle acque e dei ponti e viene invocato in caso di pericolo di inondazione. La leggenda di San Giovanni Nepomuceno, originario della città boema Pomuk, narra che, non volendo egli rivelare il segreto confessionale della regina di Boemia, venne fatto annegare dal re nella Moldava. Per questo motivo egli è venerato come santo protettore delle acque e dei ponti e viene invocato in caso di pericolo di inondazione.

    Chiese e abbazie
    Chiesa di San Sisinio, Lasa
    Lasa, Val Venosta

    Nel 1977 l'artista Jörg Hofer realizzò per la chiesa di San Sisinio l'altare alato "Genesi". Tuttavia la pala d'altare rimase nella cappella solo per un anno. Nell'agosto 2024 le tre ali sono tornate dopo 47 anni e sono ora esposte permanentemente nella chiesa.

    La chiesa di San Sisinio svetta da un’altura di Lasa, noto paese del marmo. L’edificio, caratterizzato dall’inusuale torre sul coro, venne eretto sulle rovine di una costruzione preesistente. Ritrovamenti di scheletri e frammenti di terracotta testimoniano la presenza di un luogo di culto risalente al’età del bronzo. L’antica antropizzazione della collina è sicuramente da ricondurre alla sua posizione, che permette ancora oggi ai visitatori di godere di un panorama fantastico con vista sulle montagne circostanti.

    La chiesa, nominata per la prima volta nel 1290, è dedicata al martire Sisinnio, che fu attivo nell’Alta Val di Non. Le alte mura che circondano l’edificio, costruite in stile romanico a spina di pesce, presentano sulla parete a est un portale gotico ad arco ogivale senza battente. Il coro è sovrastato da una torre, che è coperta da una costruzione in pietra a forma di piramide. La navata presenta invece due finestre ad arco, un arco di trionfo sporgente e un portale in marmo di Lasa.

    La chiesa non ha alcun allestimento sacrale ed è chiusa.Visite guidate su richiesta da Marmorplus
    T. 347 4095404

     

    Chiese e abbazie
    Chiesa San Giovanni di Prato allo Stelvio
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Questa chiesa antichissima sorge nella parte sud-orientale del paese, in mezzo al verde dei prati. Fu costruita a uso proprio dai conti Tschengelsberg alla fine del 13° secolo in stile romanico; in seguito se ne occuparono i sacerdoti di Tschengels. L’ultimo dei Tschengelsberg morì nel 1421. La chiesa è dedicata a Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, adorati come santi protettori. Nel corso degli anni, l’edificio venne rimodernato secondo l’evoluzione stilistica e arricchito di nuove immagini sacre. Sono particolarmente degni di nota:

    • gli affreschi in stile romanico e gotico
    • il matroneo del ‘600
    • il soffitto barocco in legno e i banchi della chiesa
    • l’epitaffio dei conti Tschengelsberg
    • gli affreschi (riscoperti nel secolo scorso)
    • due affreschi di Karl Plattner (1948)

    L’ultima opera di ristrutturazione eseguita sull’edificio è stata la ricopertura dei tetti con scandole a vomere nel 2002.

    Visite guidate da luglio a agosto:
    ogni venerdì alle ore 17.00

    Il resto dell anno su richiesta il venerdì

    Per le visite durante l'anno, contattare l'ufficio turistico di Prato allo Stelvio.

    Arte e cultura
    Sasso Gigante
    Valdaora, Regione dolomitica Plan de Corones
    Il "Sasso Gigante" è un imponente masso di dolomia che si trova sul sentiero dalla Mondo Bimbi in direzione della Malga Brunst. Secondo un’antica leggenda, fu il gigante Haunold a lasciarlo lì, stanco di portarlo con sé. Sul posto i visitatori possono leggere l’affascinante leggenda del Sasso Gigante – un luogo magico per escursioni in famiglia e per chi ama le storie leggendarie.

    La leggenda trovi qui: Cultura a Valdaora | Olang-Valdaora
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