L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.
La cascata Hartungen si trova a S. Nicolò direttamente presso il sentiero di maso in maso, a pochi minuti a piedi dai larici millenari. Soprattutto da maggio a ottobre, la cascata merita una visita.
L'acqua come metafora della musica. Un'installazione dell'artista Ulrich Egger posta davanti alla sala della musica Gustav Mahler presso il Centro culturale Gustav Mahler di Dobbiaco.
Ulteriori informazioni sui tesori d'acqua: http://www.tre-cime.info/it/dobbiaco/dobbiaco/vivere-dobbiaco/laghi-di-dobbiaco-e-di-landro-tesori-d-acqua-dolomiti.html
La Chiesa di San Benedetto è un edificio risalente all’VIII secolo. I dipinti e gli affreschi di epoca carolingia all'interno della chiesa sono tra i più antichi dell'intera area di lingua tedesca. In origine San Benedetto non aveva una torre; questa fu probabilmente costruita solo nel XII secolo e appare quindi un po' sovradimensionata.
Senza dubbio, però, i due ritratti dei fondatori sono i più interessanti. Mostrano il vescovo di Coira e un oste della Franconia in costume tradizionale. Questo ritratto è unico in Europa, poiché non esiste una rappresentazione paragonabile in nessun altro luogo.
Orario di apertura 08.04.2024 - 31.10.2024:
Visite: Martedì, Giovedì e Sabato dalle ore 10.00 - 11:30
Visite guidate: Lunedì, Mercoledì e Venerdì alle ore 14:30
Prezzi: € 1,80 a persona; con visita guidata € 3,00 a persona
Prenotazione non necessaria
La chiesa è chiusa la domenica e i giorni festivi.
Su una collina di porfido a Sirmiano di Sopra sorge la Chiesa di Santa Apollonia. La chiesetta, originariamente consacrata a San Pelagio, fu costruita nel XII o nel XIII secolo sul terreno di un antico insediamento. La chiesa vanta un portale incorniciato in pietra, risalente al 1500 circa. S. Apollonia sorge su una collina boschiva, raggiungibile in pochi minuti di auto percorrendo la strada che porta a Sirmiano. Già il luogo lascia presupporre che l’edificazione della chiesetta risalga a tempi assai remoti. Il ritrovamento di un braccialetto di bronzo, inoltre, segnala l’antica esistenza di un insediamento protostorico. La costruzione originaria in stile romanico fu edificata nel 1300 e presenta un’abside circolare con puntone. Il portale, incorniciato da pietre, con arco “a schiena di mulo” e astragalo, dovrebbe risalire all’inizio del XVI secolo. Il tetto a botte della navata e la volta con lunette a nervatura del coro risalgono al XVII secolo. La nicchia del muro con porticina in ferro fungeva da tabernacolo. Santa Apollonia, interceditrice contro il mal di denti, è rappresentata con una pinza in mano. La pinza simboleggia il suo martirio, durante il quale le furono strappati i denti in modo atroce. La chiave della chiesa è custodita presso il ristorante Apollonia, proprio sotto la collina.
Questo belvedere dietro la chiesa di s. Giorgio a Corona/Cortaccia offre una vista panoramica di Penon e Val d'Adige.
Prato Piazza si estende a 2.000 m s.l.m. e offre al visitatore tranquillità e pace. Grazie all'incorporamento della regione nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies la zona circondata da cime imponenti è riuscita a mantenere la sua originalità e naturalezza. Lontano dal traffico, l'altopiano affascina con una vista mozzafiato sul Picco di Vallandro e la Croda Rossa. Lontano s'innalzano il Massiccio delle Tofane e le cime del Monte Cristallo innevate anche d'estate. Sia d'estate che d'inverno gli amanti della fotografia trovano il proprio tornaconto.Un luogo dove rilassarsi e vivere a stretto contatto con la natura. Non importa se amate le passeggiate, il nordic walking, l'escursionismo, l'arrampicata o la bici.
Torre panoramica a 2.400m Un’esperienza affascinante: vista panoramica a 360° su 150 cime e oltre 80 montagne sopra i 3000 metri. GodeteVi la straordinaria vista sulle Dolomiti con le Tre Cime, le Alpi dello Zillertal e l’incredibile Gruppo del Durra – e tutto ciò comodamente dalla stazione a monte dell’impianto di risalita Sonnklar. Grazie ad una mappa molto esauriente non perderete mai l’orientamento nell’ammirare questo spettacolo della natura. Con fotopoint. Solo volare è più bello!
Le pietre incavate ci sono lungo il sentiero della meditazione. Le pietre incavate, scoperte dal parroco Küer é l'ultima stazione del sentiero della meditazione. Fanno parte delle prime tracce d'abitazione a Sesto.
Uno spettacolo mozzafiato è il sentiero lungo il Rio Nero fino alla cascata di Ora e il punto di partenza della “Katzenleiter”. La „Katzenleiter“ è una scala di pietre composta da 540 gradini scavati nella roccia, al punto di partenza della cascata. Lì la cascata si tuffa nella gola profonda 120 m e offre una splendida vista sulla Bassa Atesina fino al Lago di Caldaro. Se si prosegue la scalinata e la successiva camminata per circa due ore, si raggiunge l’albergo Brückenwirt a Montagna.
I cosiddetti "omini di pietra" (in tedesco "Stoanerne Mandln") sono una meta molto ambita dagli escursionisti. Tali manufatti disposti su una malga a oltre 2000 metri di quota sono rivolti verso le Alpi Sarentine.
Tali costruzioni sono presenti anche in altri luoghi della regione e si pensa siano servite per orientarsi. Ma nel caso degli omini di pietra di Sarentino si tratta di piramidi di pietre con caratteristiche risalenti alla preistoria, sono state qui ritrovate, infatti, pietre focaie del neolitico e incisioni rupestri altrettanto antiche. Tutti questi elementi confermano come questo fosse stato un punto di passaggio montano usato da migliaia di anni.
Mitologia e culto delle streghe
Questo è un luogo avvolto nella leggenda. Nei secoli scorsi gli uomini credevano che qui le streghe s’incontrassero con il diavolo con il quale festeggiavano il sabba. Sempre da qui le streghe influenzavano il tempo e mandavano a valle terribili temporali.
Consiglio: Escursioni all'alba e tramonto.
Der prähistorische Schalenstein stammt aus der Zeit des mittleren Neolithikums (ca. 4.500 – 3.000 v. Chr.) und gehört somit zu den ältesten Monumenten der Menschheit. Die Vertiefungen im Stein werden als „Schalen“ bezeichnet. Forscher sind sich über die Bedeutung der Schalensteine nicht einig. Es gibt verschiedene Vermutungen:
A causa della vicinanza del fronte bellico sulle Dolomiti, a San Candido, durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1914-1918, furono allestiti diversi ospedali militari, dove persero la vita talmente tanti soldati - feriti o malati - da non riuscire più a seppellirli tutti nel cimitero della Collegiata. Per questo motivo il sindaco Josef Baumgartner fece richiesta al Regio Comando Imperiale del Settore di Frontiera n. 10 per creare un apposito cimitero di guerra interconfessionale. L'amministrazione militare s'impegnò a costruire questo cimitero a proprie spese e ad occuparsi di una sua dignitosa decorazione e recinzione. I lavori furono iniziati già nell'estate del 1915 sotto la direzione del Capitano Pittner e alla fine del luglio 1915 vennero seppelliti i primi sodati. Il 12 marzo 1916 il cimitero e la cappella furono consacrati dal parroco della divisione Anton Pircher e inaugurati dal Generale di Brigata Karl Englert. Fino al novembre 1918 nel cimitero furono sepolti oltre 700 soldati di cui era noto il nome, tra cui militi dell'armata austro-ungarica e prigionieri di guerra italiani, russi, rumeni, serbi e bosniaci, in tombe singole, e numerosi militi ignoti in una fossa comune. Quando nel 1916 San Candido divenne l'obiettivo delle granate italiane e di conseguenza la celebrazione della Messa nella Chiesa della Collegiata e in quella del Convento dei Francescani divenne troppo pericolosa, tutte le celebrazioni domenicali e quelle dei giorni feriali furono tenute nella cappella del cimitero. Nel periodo tra le due Guerre fu il Comune ad occuparsi della manutenzione del cimitero, assieme all'Ufficio Centrale per la Cura e le Onoranze delle Salme dei Caduti in Guerra (C.O.S.C.G.), e a questo scopo nel 1927 fu instaurata un'apposita commissione. Nell'ottobre del 1934 lo Stato fece riesumare le salme dei prigionieri di guerra italiani per traslarle all'ossario di Pocol , nelle vicinanze di Cortina. In seguito all'accordo delle opzioni tra Germania ed Italia, nel 1941, dopo la chiusura del cimitero da parte del C.O.S.C.G., furono esumate le salme di 181 vittime della guerra per traslarle ai seguenti cimiteri di guerra: Varna/Bressanone (92), Monte Piana (68), S. Giacomo/Bolzano (11), Merano (8) e Passo del Pordoi (2). Con il passare del tempo le croci rimanenti e la cappella scomparvero e la necropoli spianata si riempì di erbacce. Grazie all'impegno della Compagnia degli Schützen "Hofmark Innichen", ed in particolare del suo Capitano Onorario Frate Siegfried Volgger, negli anni 2003/04 il cimitero di guerra fu ripristinato e la cappella riedificata secondo i progetti dell'architetto Dr. Bernhard Lösch. Il 28 agosto 2004 il cimitero ricostruito è stato solennemente consacrato dal vescovo ausiliario di Graz Dr. Franz Lackner OFM. Ciò che caratterizza il cimitero di guerra "Burg" di San Candido e che lo rende così affascinante sono la sua semplicità e il suo aspetto curato.
Il sentiero delle cascate nel fondovalle della Val di Fleres conduce al cosiddetto "inferno", una cascata ai piedi del Calciati al Tribulaun. Oltre alla tranquillità della valle, l'aria ionizzata dalla cascata purifica le vie respiratorie, mentre i suoni dell'acqua calmano il sistema nervoso.
La chiesa romanica di San Giovanni Tures fu costruita nel 1220 a forma di croce greca. Il soffitto a volta completamente dipinto mostra influenze bizantine. Molto interessanti sono anche gli affreschi di epoca tardo-romanica. Per la costruzione della chiesa sono state utilizzate intere sezioni delle mura della chiesa precedente, risalente al IX secolo.
In seguito, la chiesa fu adibita a ospizio e servì come sala comune e luogo di pernottamento per i pellegrini.
La chiesa di S. Giovanni a Tubre è aperta ogni giorno dalle ore 09.30 - 17.00.
Visite guidate (05.06.2024 - 16.10.2024):
ogni mercoledì
Ora: 17.00
Prezzo: € 4,00 a persona
Prenotazione non necessaria
La cascata Tervela si trova di fronte al centro del paese. Il ruscello ha la sua fonte presso il Sassolungo e attraversa Monte Pana, sucessivamente scende la cascata per sfociare dopo 50 m nel Rio Gardena.
Un interessante fenomeno naturale a Niclara. La leggendaria formazione rocciosa lungo la Strada del Vino si presenta come una grondante pietra ricoperta da tufo e sedimenti. La leggenda narra che racchiuda in sé una principessa piangente che appare ogni cent'anni per essere liberata e per ricompensare largamente il suo salvatore.
Il lago di Dobbiaco è un piccolo lago alpino, di origine franosa, situato in Val Pusteria a 1.176 m s.l.m. nel comune di Dobbiaco. Il lago si trova a sud dell'ononimo paese. La Rienza è il suo immissario ed emissario.
La meridiana realizzata dall'artista Roland Moroder conta come di consueto solo le ore serne ed è posta su un enorme prato all'alpe Juac. Si raggiunge da Selva Gardena prendendo la passeggiata n.3 dalla frazione Daunëi. Tempo di percorrenza: 30 min.
Il lago di Solda è situato nell’omonima valle, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, ai piedi dell’Ortles.
Lo sbarramento di Pian dei Morti (Plan mort = piano morto) si estende per circa 1 chilometro quadrato ad una quota di circa 2050 m. Un particolare dello sbarramento è l'ostacolo anticarro con una lunghezza di circa 250 m e con i cosidetti denti del drago.
Fra le mete più suggestive della città vi è senza dubbio il Cimitero di Guerra. Durante il primo conflitto mondiale a Brunico erano ospitati diversi ospedali militari in cui morirono numerosi soldati feriti, malati e prigionieri di guerra. Poiché non era possibile seppellirli nel cimitero cittadino, il comune cedette al comando militare sul Monte Spalliera una grande superficie affinché vi realizzasse un apposito cimitero. Un ufficiale del genio che prestava servizio a Brunico, l'architetto ed ingegnere A. Bechtold di Bregenz, allestì il cimitero in modo tale che si inserisse armoniosamente nell'ambiente del bosco. Qui sono sepolti in tombe singole e fosse comuni 669 soldati dell'armata austroungarica, 103 prigionieri russi, 13 serbi e 7 rumeni. I 77 soldati italiani che vi erano stati sepolti furono trasferiti nel 1932 nell'ossario Pocòl, mentre i 45 soldati tedeschi furono traslati in un cimitero al Passo Pordoi. Qui sono sepolti anche 19 soldati tedeschi dell'ultimo conflitto mondiale che persero la vita sotto i bombardamenti, un ufficiale italiano e cinque cittadini brunicensi caduti nelle vicinanze negli ultimi giorni di guerra. Il Cimitero di Guerra è gestito da un comitato femminile che cura amorevolmente e senza distinzione ogni sepoltura.
Il percorso espositivo "BZ '18–'45. Un monumento, una città, due dittature", aperto al pubblico nel luglio del 2014, illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini. Vengono ripercorse le vicende storiche locali, nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918–1945), legate in particolare modo all’avvicendarsi di due dittature (quella fascista e quella nazionalsocialista) e vengono illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti. Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.
Alla fine del parcheggio vicino al recinto di cervi si prende il sentiero n. 9 che porta nel bosco. Camminando lungo il ruscello a sinistra si passano dei piccoli ponticelli prima di salire attraverso le serpentine fino alle tre cascate. Seguendo il sentiero stretto si scende a valle. Chi non cuole affrontare i passaggi ripidi può anche scendere prendendo il sentiero di salita.
Sul Monte Pana è stata collocata una meridiana equatoriale sferica del diametro di 2 m, che indica la vera ora locale di S. Cristina e di altre 60 città del mondo, oltre all'ora dell'Europa centrale. La meridiana è in ferro, ottone e oro ed è ancorata a uno zoccolo di porfido del peso di 10 tonnellate. Essa fornisce informazioni sui segni zodiacali, gli equinozi, i solstizi e le stagioni.
Il Totensee (tradotto letteralmente, "lago dei morti"), si trova in una conca di montagna al di sotto della celebre chiesetta "Dai morti" ("Am Toten", in tedesco). Circondato da blocchi di roccia e prati, è situato ad un altitudine di 2200 m.
Il macabro nome trae la sua origine da un termine di derivazione agricola, "tot", ("morto", appunto), che in realtà veniva inteso semplicemente come "improduttivo".
Parallela ai Portici ne costituiva il fossato meridionale. E' ben visibile l'entrata al Museo Mercantile nell'omonimo Palazzo, poi Casa Troilo, affrescta e con una torretta angolare ed angusto collegamento ai Portici