L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.
La stazione di Ora-Val di Fiemme fu il punto di partenza della vecchia ferrovia che portava da Ora a Predazzo, passando per Montagna, Trodena e Fontanefredde. Già nel 1894 venne presa in considerazione la realizzazione di una linea ferroviaria in Val di Fiemme e in seguito, a causa della prima guerra mondiale, fu progettata la linea definitiva. Il comando militare austriaco iniziò nel 1916 con la costruzione della linea ferroviaria che fu un importante metodo di trasporto di rifornimenti per il fronte delle dolomiti. Per la costruzione, durata due anni circa, furono impiegati prigionieri di guerra russi e serbi. Nel 1917 vennero eseguiti i primi trasporti di rifornimenti per il fronte delle dolomiti. Dal 1918 in poi, la ferrovia venne usata anche per il trasporto di persone. Nel 1930 la ferrovia, originariamente trainata da una locomotiva da vapore, fu elettrificata e la durata del viaggio si accorciò da 4 a 2 ore. A causa dell’incremento del traffico motorizzato e l’attivazione di un collegamento autobus per la Val di Fiemme, la ferrovia perse via via la sua importanza. Nel 1963 la ferrovia fece il suo ultimo viaggio. Oggi il tracciato della Vecchia Ferrovia è un famoso sentiero per escursioni a piedi o in bici. La storica stazione di Ora-Val di Fiemme viene usata per manifestazioni culturali o concerti.
La cascata nasce direttamente nel ghiacciao delle Vedrette di Ries ed esce sopra Anterselva di Mezzo.
La chiesa di Santo Spirito si trova in fondo alla valle ed è la più vecchia di tutta la Valle Aurina. S. Spirito è un paesino miracoloso, beatificato dalla storia e dalla fede di tante generazioni.
Già secoli fa è stata trovata un'energia particolarmente positiva nei dintorni dello "Schliefstein" – una grande roccia. Ecco perché la leggendaria Chiesa dello Spirito Santo è stata costruita qui. Secondo la convinzione uno potrebbe liberarsi dai suoi peccati passando attraverso lo stretto spazio tra la chiesa e il grande sasso. E così, la piazza attorno alla chiesa e la pietra sono ancora oggi un noto luogo di potere.
Non si sa quando fu costruita la prima chiesetta dedicata ai molti viaggiatori che utilizzavano il Krimmler Tauern soprattutto per arrivare nel Pinzgau e a Salisburgo. Comunque è sicuro che nel 1455 fu il cardinale Nikolaus Cusanus di Bressanone a consacrare la chiesa e il cimitero, che era necessario per la gente che moriva passando le Alpi e per i lavoratori della miniera di Predoi. Già nel 1500 la chiesa fu ingrandita.
Negli ultimi 10 anni sono state eseguite molte opere di restauro. Sfortunatamente, per ragioni di sicurezza, fu necessario rimuovere le opere d'arte. Anche l'immagine di pellegrinaggio è stata messa al sicuro per qualche anno, ma nel 1981 è ritornata nella chiesa, salvaguardata da una protezione e sottolineata, nella sua importanza, da una corona.
In questa deliziosa chiesetta è possibile ammirare anche statue di legno di Sant'Osvaldo, Kilian e Sant'Orsola, nonchè di San Francesco e S. Andrea. Dietro al tabernacolo l'originale rappresentazione della S. Trinità. La via crucis lungo il vecchio sentiero del Passo dei Tauri che da Casere porta alla Chiesa di Santo Spirito, è mèta di pellegrinaggi di turisti e di gente del luogo durante tutto l'anno.
Con la scoperta di una preziosa pietra miliare a Rablà è stato dimostrato che la famosa Via Claudia Augusta, una strada imperiale romana che valicava le Alpi, passava proprio sopra l'abitato di Tel.
La famosa colonna miliare, monumento dell'Imperatore Claudio (14-54 d.C.) è di circa 80 cm di altzezza e 72 cm di larghezza ed è in marmo (cavato a Quadrato/Tel). L'originale è esposto al Museo Civico di Bolzano. Una copia della pietra miliare si trova presso il Hotel Ristorante Hanswirt a Rablà. Vicino alla portra d'entrata del Ristorante si può vedere una tappa originale della Via Claudia Augusta sotto vetro.
Testo sulla pietra miliare di Rablà:
TI CLAVDIVS - CAESAR
AVGVSTVS - GER (MANICUS)
PONT - MAX - TRIB - POT - VI
COS - DESIG - IIII - IMP - XI - P - P
(VI)AM CLAUVDIAM - AVGVSTAM
QVAM - DRVSVS - PATER - ALPIBUS
BELLO - PATEFACTIS - DEREXSERAT
MVNIT - A - FLVMINE - PADO - AT
FLVMEN - DANVVIVM - PER
(M) P - CC (CL)
Ti(berius) Claudius Caesar
Augustus German(icus)
Pont(ifex) max(imus) triv(unicia) pot(estate) VI
con(n)s(ul) design(natus) III imp(erator) XI p(ater) p(atrie)
(vi)am Claudiam Augustam
quam Drusus pater Alpibus
bello patefactis derexserat
munit a flumine pado at
(f)lumen Danuvium per (milia)
p(assuum) CC(CL)
Traduzione:
"Tiberio Claudio Cesar Augusto Germanico, pontefice massimo, insignito della tribunicia potestas per la sesta volta, console designato per la quarta, imperatore per l'undicesima, patre della patria, la via Claudia Augusta, che il padre Druso, aperte le Alpi con la guerra, aveva tracciato, munì dal fiume Po al fiume Danubio per miglia CCCL".
Agums
Die 296 Einwohner zählende Ortschaft Agums (906 m ü.d.M.) liegt als ehemals eigenständige Dorfgemeinschaft, danach Fraktion, nunmehr inkorporierter Bestandteil der Marktgemeinde Prad am Stilfserjoch im Vinschgau, dem Westen Südtirols.
Der Name Agums soll laut E. Kühebacher, „Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte“, 1991, auf das rätorom. acúmnes, was so viel wie Sumpf bedeutet, zurück gehen.
Erstmals urkundlich belegt wird Agums, durch Rudolfi de Agunde, er bezeugte am 30. Juli 1209 das Urteil des Grafen Albert III. von Tirol im Streit der Kortscher mit dem Kloster Marienberg wegen eines Holzschlags im Montatschwald. Die zu jener Zeit unscheinbar kleine Siedlung am Schnittpunkt des bedeutsamen Saumweges nach „Wurms“ (Bormio), unterlag zum Großteil der Grundherrschaft der Bischöfe von Chur. Diese dürften mit einiger Sicherheit, wohl auf dem Ansitz Gargitz, ihren Verwaltungssitz (prepositura de Agundes) inne gehabt haben. Das heißt wiederum, dass die Propstei Agums, nicht nur Administrations- und Zinssammelstelle war, sondern auch Gerichtsort für die bischöflich-churischen Eigen- und Lehensnehmer, den so genannten Gotteshausleuten von Agums, Prad, Lichtenberg, Tschengls und Stilfs. Als dann der Churer Bischof Siegfried v. Gelnhausen, auf beständiges Bitten, Agums 1303 zum eigenständigen Pfarreisitz erkor, wurde die kleine Siedlung am Fuße des „Montoni“ (1.971m) auch zum kirchlichen Bezugspunkt der Gläubigen aus Prad, Stilfs, Trafoi und Sulden. Erst recht nach Vollendung des Kirchen-Neubaus (1493-1510) bzw. der Weihe am 9. Mai 1510 durch P. Stephanus zu Chur, gewann Agums vollends Beachtung. Die weitum sichtbar gewordene Gottesburg zum hl. Ritter und Märtyrer Georg mit ihrem mächtigen Turm zog vermehrt gläubige Verehrer und Pferdebesitzer zu ihrem Patron. Agums, Pfarrsitz des Bistums Chur (bis 1816, danach Bistum Brixen) beherbergte stets nicht nur den jeweiligen Pfarrherrn, sondern diente seiner Lage zufolg, den diversen Bürgern, Bauern und Lehenträgern als Wohnsitz. Ab 1705 ist Agums, dank des wundertätigen Kruzifixes, dann auch noch zum begehrten Wallfahrtsort geworden und bot dem zufolge neben einer Schenke auch einen Beherbergungsbetrieb. Nach dem Bau der neuen Kirche Maria Königin 1956/58 und dem damit einhergehenden Wechsel des Pfarreisitzes nach Prad, wurde nicht nur St. Georg ins Abseits versetzt, sondern auch Agums selbst verlor an Bedeutung. Die Situation hatte sich dahingehend verändert, dass die Kirchgänger von Prad, nach 650 Jahren nicht mehr nach Agums, sondern die Agumser nach Prad müssen. Jedoch setzte ab 1988, nach erfolgter Restaurierung der alten Pfarrkirche und weiterer dankenswerter Initiativen eine rege Wiederbelebung von Kirche und Dorf ein. So bietet Agums dem Besucher von heute, neben wertvollen historischen Ensembles, einen Gasthof, eine Bar und Beherbergungsmöglichkeiten in dörflich ruhiger Lage.
Il Rio Ganda che nei pressi di Colma si getta nelle acque dell’Isarco, scorre per circa 6 chilometri. Superando un dislivello di 1510 metri, il torrente precipita quindi a valle su diversi gradoni di roccia. L’ultimo salto, di 85 metri, è il più alto e spettacolare. Lungo un romantico sentiero è possibile salire a piedi fino alla cascata superiorire.
Gli antichi mulini di Bulla, sopra Ortisei, sono stati realizzati fra il XVIII e il XIX secolo. Il mulino Zaramin è in parte in rovina, mentre il mulino Rumanon è stato restaurato e reso funzionante nel 1999, il mulino Droch nel 2010. Oggi vi si svolgono visite guidate per chi vuole conoscere l'antico mestiere del mugnaio. Per informazioni, rivolgersi all'Associazione Turistica di Ortisei.
Il lago di landro, nella valle di Landro, a 1.406 m s.l.d.m, è raggiungibile da Dobbiaco in Alta Pusteria. Si trova già nel Parco Naturale delle Tre Cime, quindi è un'area protetta, e il Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies è direttamente adiacente alla sua sponda occidentale. Il magnifico mondo montano che circonda il lago dolomitico di colore verde turchese è conosciuto in lungo e in largo: La vista arriva fino al Gruppo del Cristallo nelle Dolomiti d'Ampezzo e vicino al lago, in direzione di Dobbiaco, si trova la famosa Vista Tre Cime con una vista sulle Tre Cime, famose in tutto il mondo.
Quando durante lavori di scavo fu scoperto questo menhir, era eretto nel angolo occidentale della tenuta “Freienfeld” in terra bruciata, circondato da un cerchio di pietre. Alcune di queste pietre si trovano ancora oggi intorno al menhir.
Questo menhir in confronto ad altri, è primitivo, si riconoscono però comunque segni di lavorazione. Questo masso erratico in fillade quarzifera è alto 1,65 metri, ha un diametro di 1,95 metri e le sue sembianze ricordano un gigante con un occhio solo.
Come per altri menhir, dovrebbe essere antropomorfo e raffigurerebbe lontanamente la statura di un uomo. Molto probabilmente intorno al mehir furono praticati riti per venerare gli dei, eroi e i defunti. Dovrebbe trattarsi di un menhir maschio, che mostra 3 buchi uno vicino all’altro e una collana ben riconoscibile.
È così chiamato il massiccio blocco calcaero a nord-est di S. Maddalena, raggiungibile attraverso un sentiero che inizia preso la chiesa. In questo luogo, a quanto pare, si riunivano segretamente i seguaci della dottrina luteriana (i battisti) per celebreare le loro messe.
In seguito a ripetute inondazioni, nel 1739 venne eretto un monumento in onore di San Giovanni Nepomuceno (1350 - 1393) a Vipiteno. Egli è venerato come santo protettore delle acque e dei ponti e viene invocato in caso di pericolo di inondazione. La leggenda di San Giovanni Nepomuceno, originario della città boema Pomuk, narra che, non volendo egli rivelare il segreto confessionale della regina di Boemia, venne fatto annegare dal re nella Moldava. Per questo motivo egli è venerato come santo protettore delle acque e dei ponti e viene invocato in caso di pericolo di inondazione.
Per coltivare un sostenibile rapporto con la natura e l’ambiente, contano non solo le protezioni, ma anche la cura della preziosa cultura naturale. Zone umide come il biotopo Laugen corrispondono ai vari requisiti ecologici. Tali aumentano la ricchezza del paesaggio e creano spazi vitali per una moltitudine di animali e piante a rischio. Uccelli migratori trovano luoghi di sosta adatti nel biotopo.
Altri biotopi nel comune di Naz-Sciaves: Raiermoos (Palù Raier) a Rasa, Sommersürs, Zussis e "Hairer" a Naz.
La cascata Egger nella vicinanza dell'agriturismo Eggerhöfe ad Anterselva di Mezzo adesso è accessibile al pubblico. Un'opportunità unica per vivere da vicino una cascata. Per l'escursione (andata e ritorno) servono complessivamente circa 45 minuti.
Realizzato su progetto di Georg von Hauberrisser di Monaco. Il Mayr, comandante degli Schützen e sostenitore della ribellione contro il dominio francese, viene fucilato dagli stessi francesi il 20 febbraio 1810.
In fondo alla valle, poco prima di Selva dei Molini, si trova il tranquillo lago di Selva dei Molini, un piccolo lago artificiale a circa 1.220 metri sul livello del mare sulle cui sponde corre un sentiero circolare senza barriere e percorribile in mezz’ora. Lungo il percorso si trovano numerose aree di sosta con posti a sedere all'ombra.
Il monumento in onore del sindaco Johann Baptist Purger (1805-1872), che si é battuto contro numerosi ostacoli e difficoltà per la costruzione della strada fra Ponte Gardena e Ortisei, si trova vicino a Piazza parrocchiale.
Questo bellissimo acero di montagna ha un'età di circa 400 anni e cresce vicino al ristorante Tomanegger tra San Genesio e Valas. Rilassatevi sotto i suoi rami e godete di una vista mozzafiato sulle Dolomiti!
Ecco alcuni dati interessanti sull'acero del Tomanegger:
Circonferenza del tronco: 1,7 metri, 3,0 metri, 1,8 metri.
Altezza: 18 metri
Diametro della chioma: 18,5 metri
Età: circa 400 anni
Nel bosco sopra Longostagno si nota una radura, è il "Hexenbödele". Narra la leggenda di un luogo dove si riunivano le streghe. La gente del posto non voleva crederci, finché un curioso baldanzoso giovane del luogo venne ucciso e l'impronta della faccia rimase impressa nel terreno, a dimostrazione della presenza delle streghe. Un maestoso ed appariscente larice sorge proprio nel mezzo del pian delle streghe. A metà altezza esso ha un ciuffo a forma di scopa, simbolo delle streghe.
Walther von der Vogelweide é rappresentato in marmo locale dallo scultore venostano Heinrich Natter nel 1889. L'opera viene rimossa temporaneamente in epoca fascista dalla sua prima collocazione (parco Rosegger in via Marconi) per tornare nella sede originaria per la quale era stata concepita nel 1985.
La piccola cascata è come un'oasi verde al Monte Sole di Silandro, sotto il Castello di Silandro "Schlandersberg".
Il Colle del Santo Sepolcro o Calvario è il più bel punto panoramico di Tiso. La Cappella del Santo Sepolcro è stata costruita in forma barocca verso la fine del 17° secolo. Al suo interno sono venerati i sacrifici e la morte di Gesù Cristo. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, nel maggio 1915 qui furono erette fortificazioni su disposizione dell’esercito austroungarico. Dovevano servire da difesa contro un possibile ingresso delle truppe italiane nella Valle dell’Isarco qualora dovesse cadere il fronte delle Dolomiti. Prigionieri russi realizzarono le trincee e un bunker. Tuttavia le difese non ebbero nessun utilizzo nella I Guerra Mondiale. Però il bunker servì agli abitanti del paese da rifugio contro gli attacchi aerei e i bombardamenti negli ultimi mesi della II Guerra Mondiale.
Questa chiesa antichissima sorge nella parte sud-orientale del paese, in mezzo al verde dei prati. Fu costruita a uso proprio dai conti Tschengelsberg alla fine del 13° secolo in stile romanico; in seguito se ne occuparono i sacerdoti di Tschengels. L’ultimo dei Tschengelsberg morì nel 1421. La chiesa è dedicata a Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, adorati come santi protettori. Nel corso degli anni, l’edificio venne rimodernato secondo l’evoluzione stilistica e arricchito di nuove immagini sacre. Sono particolarmente degni di nota:
L’ultima opera di ristrutturazione eseguita sull’edificio è stata la ricopertura dei tetti con scandole a vomere nel 2002.
Visite guidate da luglio a agosto:
ogni venerdì alle ore 17.00
Il resto dell anno su richiesta il venerdì
Per le visite durante l'anno, contattare l'ufficio turistico di Prato allo Stelvio.
Sul Giogo di Pietramala a Merano 2000 una croce ricorda i caduti della 2a guerra mondiale.
Piazza delle Erbe è uno die luoghi più suggestivi del centro, grazie al colorato mercato della frutta e verdura, aperto tutta la settimana tranne il sabato pomeriggio e i festivi, e alla sua forma allungata e ricurva. vi si trova la Fontana del Nettuno, anche detta "oste con la forchetta", opera di Joachim Reis su modello di Georg Mayr di Fiè (1745). Nell'angolo opposto una targa ricorda l'albergo "Al Sole" in cui hanno soggiornato, Frau gli altri, lo stesso Johann Wolfgang Goethe, l'imperatore Giuseppe II e il filosofo e letterato tedesco Johann Gottfried Herder.