Vai ai contenuti

aggiunto ai preferiti

rimosso dai preferiti

Oops! C’è stato un problema, prova di nuovo

Il tuo account è in corso di creazione

Il tuo account è stato creato con successo e ora hai effettuato l'accesso.

L'accesso è stato effettuato con successo!

L'account è stato creato con successo, ma non è stato possibile effettuare il login automatico.

Sei stato disconnesso

Filtra
Filtri selezionati
    Livello di difficoltà
    Durata
    Distanza in Km
    Luoghi di interesse
    Negozi
    Golf

    Luoghi da vedere in Alto Adige

    L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.

    Risultati
    Arte e cultura
    Glorenza – la cittadina medioevale
    Glorenza, Val Venosta

    Glorenza, la più piccola città dell'Alto Adige, incanta i visitatori con la sua atmosfera medievale. La cinta muraria perfettamente conservata e le tre possenti porte turrite. Poco è cambiato del XVI secolo e così si può sentire la ricca storia della città in ogni angolo. Il carattere romantico, l'intensa vita culturale e i dintorni idilliaci fanno di Glorenza un vero e proprio gioiello delle Alpi. Vi invitiamo con piacere nella nostra incantevole città per condividere atmosfere magiche, rievocazioni storiche, manifestazioni indimenticabili ed eventi culturali.

    Le origini di Glorenza risalgono all’epoca carolingia, sebbene la prima menzione rinvenuta sia databile al 1163. Intorno al 1290, a sudest del borgo, nei pressi del ponte sull’Adige, Mainardo II di Tirolo-Gorizia, per rafforzare la propria egemonia sull’Alta Val Venosta contro il principe vescovo di Coira, fondò una città, per la prima volta denominata “burgum” nel 1294. Entrambi gli insediamenti, il paese e la città di Glorenza, coesistettero appena 200 anni. Rasa al suolo, a seguito della battaglia della Calva nel 1499, Glorenza venne fortificata dagli Asburgo, in primis da Massimiliano I, come baluardo contro gli elvetici, congiungendo i nuclei dei due insediamenti mediante le mura di cinta tutt’oggi esistenti. All’impianto urbano originario appartengono le torri difensive e d’abitazione, conservatesi sino ad oggi, tra cui il cosiddetto “Castello di Glorenza” e la “Torre dei Passeri”, all’estremità sudovest dell’odierno centro storico. A dominare l’attuale configurazione del borgo, tuttavia, è l’assetto del XVI secolo.

    Le visite guidate in lingua italiana si tengono ogni lunedì dal 17 giugno al 16 settembre sempre alle ore 10.30

     

    Arte e cultura
    Le tre Fontane Sante
    Stelvio, Val Venosta

    La chiesetta delle tre Fontane Sante di Trafoi, ai piedi dell'Ortles, racconta una storia particolare: nel XIII secolo, il pastore Moritz nel punto in cui oggi sorge la cappella, vide tre rigagnoli che sgorgavano dalla roccia. Ognuno di essi portava con sé una croce e il pastore riuscì a prenderne due. La terza sparì nel flusso dell'acqua. Nel XV secolo fu edificata la chiesetta, che da allora è stato un luogo di pellegrinaggio mariano. Ancora oggi alle Fontane Sante si attribuiscono poteri guaritori.

    Arte e cultura
    Piazza Stazione
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Il tratto ferroviario Verona-Bolzano viene ultimato attorno alla metà del XIX secolo; la stazione ferroviaria risale al 1928 ed è opera di Angelo Mazzoni con diverse sculture allegoriche (elettricità, vapore, fiumi), opere di Franz Ehrenhöfer. la Fontana delle Rane, situata di fronte, viene rifatta secondo l'originale del 1930, distrutto dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.

    Arte e cultura
    Villaggio degli alpinisti Lungiarü
    Badia, Regione dolomitica Plan de Corones

    Inserito in un meraviglioso scenario dolomitico ai piedi parco naturale del Puez Odle (Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO), il paese di Lungiarü (1398 m.s.l.m), si estende, discosto dagli animati centri turistici, in una vasta conca di prati e boschi verdeggianti. Grazie alla sua posizione incastonata in fondo alla valle, si presenta come una piccola perla che racchiude intatte le tradizioni del popolo ladino.

    Lungiarü, in inverno, è un vero e proprio paradiso per gli appassionati dello sci alpinismo e delle ciaspole, ma è la destinazione ideale anche in estate per gli amanti della natura e della vacanza attiva. Attraverso i numerosi sentieri che si snodano lungo le malghe che costellano il territorio e attraverso i boschi che salgono verso poderosi gruppi dolomiti, ci si può davvero immergere in un contesto naturale ancora intatto, esplorandolo a piedi o scalando le vette dolomitiche.

    I villaggi degli alpinisti sono un'iniziativa dei vari club albini, per le località montane che sono riuscite a mantenere le loro meraviglie naturali e culturali, e che vogliono impegnarsi in maniera autonoma e consapevole per un futuro sostenibile. Rafforzando nello stesso tempo i circuiti produttivi locali e cercando ti trasmettere alla popolazione stessa ed ai visitatori la bellezza delle montagne circostanti.

    Lungiarü é stato accolto ufficialmente nella comunità dei villaggi degli alpinisti il 05.08.18, come primo villaggio degli alpinisti ladino e nelle Dolomiti!

    Arte e cultura
    Abete Rosso "colonnare"
    Falzes, Regione dolomitica Plan de Corones

    L'abete rosso pendente protetto è un monumento naturale molto raro e botanicamente interessante e si trova ai piedi di un argine accanto alla strada tra Corti e Issingo, vicino a Molini, sotto il ponte sul Rio Verde.

    Lì, un abete rosso posticcio unico nel suo genere, chiamato anche abete rosso a ghirlanda, si erge dal novellame circostante. Mentre il germoglio terminale cresce eretto, i rami laterali, lunghi circa 30 cm, pendono verticalmente e leggermente ritorti verso il basso.. L'albero, che ha circa 115 anni (nel 2021), raggiunge un'altezza di 25 m (1991) e una circonferenza di 34 cm (1991). L'abete rosso pendulo è difficile da classificare nelle numerose forme colonnari e pendenti finora conosciute. In ogni caso, è la forma di abete rosso più stretta mai trovata in Alto Adige e ben oltre.

    Arte e cultura
    Piazza del Grano a Bolzano
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Diversi vicoli e passaggi collegano via Portici con le vie retrostanti e parallele Dr. Streiter e Argentieri. Attraverso uno di essi, il vicolo della Pesa, è possibile raggiungere piazza del Grano, dove in passato si teneva il mercato dei prodotti agricoli. Si tratta del più antico nucleo urbano di Bolzano, attorno al quale sorgevano il castello dei principi vescovi di Trento (demolito da Mainardo II di Tirolo nel 1277) e la chiesa di Sant'Andrea, demolita nel 1785. A nord della piazza si trova uno degli edifici più pittoreschi della città: la casa della Pesa (1634), sede della pesa pubblica fino al 1780.

    Chiese e abbazie
    Chiesa di San Marco, Lasa
    Lasa, Val Venosta

    La chiesa di San Marco, popolarmente nota come Sankt Marx, è stata edificata nel XII secolo e si trova nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale di Lasa. È considerata una delle costruzioni romaniche più belle dell’Alto Adige, nonostante sia priva di campanile.

    La muratura di questa chiesa, ormai sconsacrata, è formata da grandi conci di forma regolare. Le particolarità dell’edifico sono l’altezza inusuale, considerando il periodo di costruzione, e la suddivisione dello spazio su due piani. Per diversi secoli la cripta ha funto da ossario; all’interno, attorno all’abside, sono stati ritrovati frammenti di affreschi.

    Nell’ambito della Riforma Giuseppina la chiesa di S. Marx venne profanata e destinata ad altro uso. Per molto tempo fu sede di una famosa scuola di scultura, legata alle preziose cave di marmo locali. In seguito, il piano superiore fu utilizzato come sala prove dalla locale banda musicale.

    Nell’anno 2000 la chiesa è stata ampiamente ristrutturata. In questa occasione vennero ritrovati diversi frammenti di affreschi gotici risalenti al 1400 circa e rimasti nascosti per secoli.

    Orari di apertura:
    chiuso, da visitare dall’esterno

    Visite guidate:
    nessuna visita guidata

    Arte e cultura
    "Tiroler Platz" a Marlengo
    Marlengo, Merano e dintorni

    Ubicata in centro a Marlengo, la Tiroler Platzl è tra le iniziative più significative dell'intero Tirolo. In questa piazza fu inaugurato nel 2009, in occasione del bicentenario hoferiano, un monumento unico nel suo genere: quattro rocce provenienti dalle terre che configurano il Tirolo storico e una cartina che ne mostra il profilo, a testimonianza delle radici comuni delle quattro regioni.

    Arte e cultura
    17 Historisches Gebäude Agums 34
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Haus Nr. 34 in Agums, Bp.140.                

     

    • 1. 2010
    • Dieses, seit 01.06.1981 unter Denkmalschutz stehende und mustergültig restaurierte Gebäude beheimatete in seiner über 300-jährigen Geschichte wechselreiche Besitzer. Eine erste urkundliche Erwähnung findet sich in der von Martin Thuile - Richter zu Glurns veranlassten Inventuraufnahme bzw. Erbschaftsteilung vom 19. April 1713. Darin heißt es, dass der am 12.04.1710 verstorbene Johannes Rungg Besitzer der „Neui Erpauth Behausung samt Stadl und Stallung mit Zugebäuden zu Agumbs Ligendt, neben Voran Ligennten Craut und etwas Paumb gartl,“ ist. Ob nun Johannes oder sein Vater Ambros Rungg, der im Steuerkataster von 1694 als Eigentümer einer Liegenschaft in Agums aufscheint, das prächtige Gebäude Ende des 17. oder anfangs des 18. Jahrhunderts erbaute, ist nicht erwiesen. Das auf einer Grundfläche von 468 m² erbaute, einstöckige Wohngebäude ist unter anderem mit zwei tonnengewölbten Hausgängen und zwei wertvollen Stubentäfelungen mit Gemälden und Einlegearbeiten ausgestattet. An der Stubendecke im ersten Stock befindet sich ein geschnitztes Wappen mit der Inschrift „EVA VON FREVNSPERG FREIIIN SEIN EGEMACHEL“ aus dem 17. Jahrhundert. Als Gotthard Graf Trapp Ende des 19. Jahrhunderts das Wappen sah, erklärte man ihm, die Decke stamme aus Gargitz. Auch die Fenster und Eckbemalungen an den Außenfassaden verleihen dem Haus eine gewisse Erhabenheit und zeugen, zusammen mit der Innenausstattung, vom Wohlstand der einstigen Besitzer. Nachdem dann Joseph Rungg- Anwalt, mit seiner Familie nach Prad übersiedelte, war das schmucke Haus einem ständigen Besitzerwechsel ausgesetzt. So finden wir im „Maria-Theresianischen“ Kataster von 1782 einen Herrn Fliri Platzer aus Prad der als Eigentümer für die Behausung mit Ökonomiegebäude aus drei „Kirchenkühen“ der St. Johann-Kirche zu Prad jährlich 9 ½  Pfund und 3 ½ Loth Schmalz zu verabreichen hatte. Um das Jahre 1813 erwarb dann der Schulmeister Gander Jakob den Anteil seines Mitbesitzers Martin Tabertshofer und wurde damit alleiniger Inhaber der Liegenschaft. Danach teilt sich der Besitz wieder, sodass sich ihn im Jahre 1845 Anton Primisser und Johann Riedl teilen. Die Nachkommen dieser beiden Familien blieben schließlich Eigentümer bis in den 1970er- Jahren. Am 22.10.1971 fiel das landwirtschaftliche Gebäude einem Großbrand zum Opfer, wobei das Wohngebäude stark beschädigt wurde. In der Folgezeit erbte Josef Dialer von seiner Schwester Brigitta Wwe. Riedl einen Hausanteil und erwarb dann jenen von Primisser Josef dazu, sodass das Anwesen wiederum einem einzigen Besitzer, dem Herrn Wilhelm Dialer gehört. Er war es, der in seiner großen Wertschätzung, das Gebäude einer aufwändigen Innen- und Außenrestaurierung unterzog, sodass es heute als vorbildhaftes Schmuckstück aus der Zeit als der „Große Herrgott“ von Agums wundertätig wurde, dasteht.

    Arte e cultura
    Fossa e forni da calce
    Lagundo, Merano e dintorni

    A una decina di minuti a piedi dal biotopo Lago nero, si trovano le calcare (fornaci per la cottura dei sassi calcarei) e il calcinaio (fossa per spegnere la calce) che fino al 1960 furono per molti abitanti di Marlengo luogo di lavoro e fonte di sostentamento. Quest'antica tradizione scomparve con l'introduzione del cemento.

    Arte e cultura
    Latemar
    Nova Levante, Regione dolomitica Val d'Ega

    La leggenda narra che le incredibili guglie e torri calcaree per cui si distingue l’imponente montagna del Latemar nelle Dolomiti – Patrimonio Mondiale UNESCO, siano in realtà splendide bambole pietrificate. Altro luogo da fiaba è il Labirinto, intricato percorso tra ciclopici blocchi di roccia franati molti anni fa.

    Chiese e abbazie
    Chiesa di Santa Caterina
    Avelengo, Merano e dintorni

    La piccola chiesetta romanica del XIII secolo è dotata di un’abside in stile gotico, all’interno si trovano preziosi affreschi ben conservati (ammirabile solo attraverso un foro praticato nel portone d’ingresso). L’ornamento più prezioso della chiesetta è l’altare tardogotico. Stupenda vista panoramica su Merano.

    La storia

    Come molti altri edifici sacrali sulle montagne del meranese anche la Chiesetta di Santa Caterina ad Avelengo venne costruita sopra un precedente luogo di culto pagano. Una prima chiesa fu distrutta dalle fiamme nel 1202.

    Di questa prima costruzione sono conservati ancora i muri perimetrali della navata. Nel 1251 venne consacrata una nuova costruzione romanica che nel 1452 fu ristrutturata e rinnovata.

    L’ornamento più prezioso della chiesetta è l’altare tardogotico. Al centro di esso si trovano le statue in legno di Santa Caterina, al centro, e San Giovanni Battista e Santa Maddalena ai lati.

    La leggenda

    Secondo una leggenda gli abitanti del luogo decisero di fare erigere la chiesetta di Santa Caterina e quella di Lafenn da due giganti che però a disposizione avevano un solo martello. Nacque un litigio e il gigante di Lafenn cerca di colpire il suo avversario con un sasso che manca il bersaglio. Il macigno, che si conficcò nel terreno vicino alla chiesetta, è ancor oggi visibile.

    Arte e cultura
    14 Der Suldenbach
    Prato allo Stelvio, Val Venosta

    Suldenbach

     

    Der Suldenbach der im Prader Ortsteil Schmelz das enge Gebirgstal verlässt  und später in die Etsch mündet, setzt sich aus dem Trafoi- und Suldnerbach samt deren Nebengewässer zusammen und nennt sich nach dem größeren der beiden, Suldenbach. Dieser Wildbach, im wahrsten Sinne des Wortes, hat die Geschicke des Dorfes Prad und seiner Bewohner stets maßgeblich geprägt. Der Suldenbach, noch von unseren Vätern als der Teufel selbst genannt, war bis zu seiner endgültigen Verbauung im 19. und vor allem 20. Jahrhundert unberechenbar. In seiner Urgewalt, ständig laufwechselnd, hatte der verheerende Wildbach,  als Vollstrecker seiner Wut, den Bauern in Prad-Agums wiederholt auf Jahre die Hoffnung und den Böden die Fruchtbarkeit geraubt, indem er eine Unmenge von Steinen, Geröll und Sand zurückließ. Der Grundherr bzw. die Gerichtsbarkeit gewährte in solchen Fällen zwar einen Steuernachlass, aber weder den Ernte-Verlust noch die  Furcht vor neuen Schicksalsschlägen des Vinschgau weit größten Wildbaches konnten sie nicht ersetzen. Ungeachtet der Willkür dieser Naturgewalten, gab es mitunter auch solche von Menschhand selbst ausgelöste Katastrophen. Darunter fallen jene,

     

     

     

     

    die durch das Holztriften aus den Wäldern des Trafoi- und Suldentals auf dem Suldenbach verursacht wurden. So berichtet uns eine “Kundschaftsurkunde“ vom 17. September 1517, dass zu „Unzeiten“ (unbeaufsichtigt) der Holzrechen auf „Beide Wasser“ (Gomagoi) brach. Dieser hatte die Aufgabe das „angewasserte Holz“ (ins Wasser betriebene Holzstämme) aufzuhalten. An die 2000 Baumstämme wurden auf einen Schlag fortgeschwemmt und erreichten schließlich Prad. Unter dem Dorf bei der „Tschengler prugkhen“ machte das Triftholz einen „Knopf“, der Bach wurde aufgestaut, der Runst eingesandet bis zu den hintersten Kalköfen in der „Schmelz“. Wasser und Holz traten über die Ufer, drangen in Haus und Feld und zerstörten alles was sich ihnen in den Weg stellte. Das Holzflößen, von Prad bewilligt vom Heilig-Kreuz-Tag (14. 9)  bis St. Jörgen-Tag (24.4.), verursachte stets eine Lockerung des Bergfußes sowie des Bachbettes selbst und war damit neben den Holz-Kahlschlägen Mitauslöser so manchen Unheils. Während die Lichtensteiner von Tschenglsberg als Grundherren für je 1000 Prügel, die auf dem Bache getriftet wurden, ein Pfund Pfeffer Zinsabgabe einforderten, blieb die ohnehin notorisch arme Bevölkerung bei Instandsetzung und Wiederaufbau von Flur und Haus zumeist auf sich gestellt.

    Einer effizienten Bachverbauung standen hingegen nicht nur die Gemeinden von Mals, Tartsch und Glurns als Waldbesitzer im Trafoi- und Suldental, abgeneigt gegenüber, sondern natürlich auch die Kalkofen-Betreiber von Prad. Musste ihr Schlägerholz doch auf dem Wasserweg nach Prad transportiert werden. So blieb es der Bevölkerung von Prad-Agums überlassen, den Wassern des Suldenbaches, zumindest in Dorf-Nähe Einhalt zu gebieten. Allein die konstruktiven Maßnahmen  reichten zumeist nur vorübergehend aus, einem anschwellenden Bach hielten die primitiven Archen nicht Stand. Eine wirkungsvolle Verbauung konnte schließlich erst durch Errichtung von gemauerten Klausen und Uferschutzmauern unter Leitung des Tiroler Bauamtes zu Beginn des 20. Jahrhunderts erzielt werden. Letzte Baumaßnahmen am 1600 m lang regulierten Bachlauf fanden mit einem Kostenaufwand von 1,86 Mrd. Lire  in den Jahren von 1986 bis inklusive 1990 statt.

    Arte e cultura
    Biotopo Ragglmoos
    Chienes, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il Rgglmoos è situato in un avvallamento sul pendio a nord del Kienberg, a ca. 1 km a est della stazione ferroviaria di Casteldarne. La cetraria viene nutrita con l’acqua di penetrazione del pendio e l’efflusso principale si trova a ovest. Questa zona umida è ben situata, si tratta di una cetraria bassa che sui bordi è popolata in parte da pini, abeti e betulle. Sotto l’aspetto della vegetazione si possono differenziare tre aree: nella parte est dominano carici e torbiere, nella parte centrale, meno umida, sono presenti carici unite a molina coerulea e torbiere. La parte ovest infine è coperta da canne palustri, sono presenti anche torbiere e sui bordi crescono ontani. Nonostante si trovi in mezzo al bosco, questa cetraria bassa merita di essere protetta proprio per la sua collocazione particolare e il suo manto vegetale ancora relativamente intatto.

    Arte e cultura
    Via della Roggia
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Il nome di questa  stradina viene dalla roggia che un tempo vi scorreva. Oggi si trovano qui dei negozi con prodotti di artigianato artistico, antichità una bottega e osterie.
    Degni di nota nel tratto settentrionale é la chiesa del Sacro Cuore. La quale fu consacrata nel 1889, in stile neoromantico con paramento in blocchi di porfido; i due campanili gemelli coronati da grandi croci dorati concorrono a caratterizzare lo skyline di Bolzano.

    Arte e cultura
    Lago di Tarres
    Laces, Val Venosta

    Qui troverete uno splendido panorama e un po 'ambiente tranquillo, impegnato. Intorno al lago porta anche un piccolo sentiero. Il percorso è molto semplice e prevalentemente pianeggiante o con un leggero salita e discesa. Per arrivare a questo luogo idilliaco è necessario seguire la strada    n.9. Solo i membri dell'associazione dei pescatori locali possono pescare lì.

    Arte e cultura
    Stele Commemorativa
    San Genesio Atesino, Bolzano e dintorni

    Durante la secondaguerra di coalizione i francesi vanzarono sul Tirolo attraverso il Cantone Grigioni. Sotto il comando di Hofer anche 5 compagnie dei distretti della Val Passiria, San Genesio e Cornedo si misero in marcia verso Innsbruck.

    Arte e cultura
    Portici
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Cuore del borgo commerciale medievale, caratteristica che ha conservato fino ad oggi con la sequenza senza soluzione di continuità di negozi, taluni tipici e tradizionali, altri moderni e raffinati. Le facciate sono un'allegra sequenza di tratti architettonici diversi: gli erker (sporti murali), le decorazioni a stucco, i colori pastello, il balcone di Palazzo Mercantile, i porticati che si alternano in varie altezze e con varie decorazioni. Particolarmente belli sono quelli del Vecchio Municipio, ora sede dell'Archivio Storico Comunale, costruiti a sesto acuto con belle decorazioni a fresco. Interessanti sono anche i vicoli che collegano alle vie parallele che mostrano i vari usi dei corpi abitativi (negozio, magazzino, cantina, androni, laboratori)

    Arte e cultura
    Il larice più antico sull'Altipiano del Salto
    San Genesio Atesino, Bolzano e dintorni

    L’albero si trova sul Salto di Malgorer.

    È il piú vecchio larice del Salto ma l’età esatta non può essere definita.

    Forma a candelabro dei piú forti rami inferiore. La chioma ha potuto svilupparsi liberamente in assenza di concorrenza.

    Il larice é indicato come particolaritá estetica nel mezzo del grande bosco di larici del Salto.

    Il meraviglioso passato di questo albero ha subito un danno irreparabile dalle masse di neve durante l’inverno di 2008/2009, numerosi rami sono stati spinti verso il basso.

    Altezza dell‘albero: 24m

    Diametro: 2,03m

    Circonferenza: 6,40m

    Località: Montoppio

    Altezza s.l.m.: 1435 m

    Arte e cultura
    La Val di Morins - Valle dei Mulini
    Badia, Regione dolomitica Plan de Corones

    La valle del rio Seres, nel villaggio degli alpinisti Lungiarü, è nota come "Valle dei Mulini" per la presenza lungo il suo corso di numerose macchine idrauliche. Nel tratto tra le due viles di Seres e Miscì, poste rispettivamente sulla sinistra e sulla destra orografica del rio, sono concentrati 8 mulini, 2 dei quali dotati di doppia ruota, ed una teleferica ad acqua.

    Arte e cultura
    Viewpoint Lech Sant
    Santa Cristina Val Gardena, Regione dolomitica Val Gardena
    L'idilliaco Lech Sant (in ladino “Lago Santo”) è il lago più grande dell' Alpe Mastlé. Il prato ai bordi del lago, con una magnifica vista sulle cime Odle, invita a soffermarsi e a rilassarsi.
    Arte e cultura
    Menhire e coppette (Schalensteine)
    Lagundo, Merano e dintorni

    Davanti all'Ufficio Turistico di Lagundo, vicino a Merano, vi sono riproduzioni esatte di Menhir, che furono scoperti in questa zona durante gli scavi negli anni Novanta. Queste pietre legate al culto ebbero origine dalla colonizzazione ligure-illirica e risalgono a 3.000 anni fa. I graffiti trovati sulle stele sono simili ai tatuaggi scoperti sulla pelle di Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio. Tra i Menhir di Lagundo ce n'è anche uno femminile. Gli originali sono conservati al Museo civico di Bolzano.

    Lungo i sentieri Schlundenstein, Saxner e Birbamegg del Comune di Lagundo e sulle Palade sono state rinvenute dei Schalensteine, antichissime pietre legate al culto paleocristiano.

    Arte e cultura
    Pietra militare romana
    Valdaora, Regione dolomitica Plan de Corones

    (201 dopo Cristo) L'11 aprile 1958, nell'ambito dei lavori di costruzione della centrale elettrica della Goste, a una profondità di circa 8 m fu scoperta una pietra miliare romana. In un vero e proprio "momento di grazia" i fratelli Reinhold e Richard Prugger riconobbero il valore storico di questo monumento, impedendo così che la pietra fosse raccolta dalla pala dell'escavatore e depositata per altri mille anni o più nella scarpata del nuovo bacino artificiale Il monumento in pietra granitica, alto 2,33 m (con uno zoccolo di 90 cm) e dal diametro di 39 – 42 cm, è in buono stato di conservazione. Ben conservata è anche l’iscrizione riportata sulla pietra miliare, in cui si legge che l'Imperatore Settimio Severo (193-211) e i suoi figli Caracalla e Geta fecero ripristinare dal governatore del Norico le pietre miliari rovinatesi nel corso del tempo. La costruzione di questa pietra miliare risale al 201. Come tutte le pietre miliari situate in Val Pusteria, anche questa riporta la distanza in miglia (45, ossia 67,5 km) da Agunt, situata vicino a Lienz. La pietra miliare romana e un monolito ritrovati nella Goste sono oggi collocati in località Seefeld a Valdaora di Sopra. Una ripoduzione esatta è stata piazzata al luogo di ritrovamento, vicino all'Albergo Alte Goste.

    Arte e cultura
    Calcara di Andriano
    Andriano, Strada del Vino
    Nel bosco di Andriano c'è una vecchia calcara, che in passato veniva utilizzata per la produzione di calce (come materiale da costruzione). La fornace è stato scavata nel terreno per mantenere il calore all'interno nel modo più efficace possibile. Il processo di produzione della calce durava giorni, bruciando per giorni a temperature superiori ai 1000 °C. I resti di questo forno sono ben conservati.
    Arte e cultura
    La vite Versoaln a Prissiano
    Tesimo, Merano e dintorni

    La vite Versoaln presso Castel Katzenzungen a Prissianoè la più grande e quasi certamente la più antica del mondo. Con oltre 360 anni alle spalle, la vite autoctona altoatesina si estende ai piedi del maniero per 300 m² su una tradizionale pergola di castagno. Secondo la leggenda la vite crescerebbe in quel luogo da 600 anni.

    La zona di coltivazione principale di questa qualità fruttata e dai riflessi verdognoli, un tempo era la Val Venosta. I vini Versoaln presentano una struttura delicata con un’accentuata acidità.

    Arte e cultura
    Cascata Pojer
    Valle Aurina, Valle Aurina

    Cascata Pojer a Lutago – Un’esperienza naturale unica!

    Vivi la forza impressionante della natura al Cascata Pojer di Lutago. La cascata pittoresca offre non solo uno scenario mozzafiato, ma anche un momento di relax immersi nella natura.

    Goditi il suono rilassante dell'acqua e lasciati incantare dalla bellezza incontaminata dei dintorni. Il sentiero che porta alla cascata ti conduce attraverso un paesaggio idilliaco – perfetto per una passeggiata o una tranquilla escursione.

    Un miracolo naturale che non puoi perdere – vieni e vivi la Cascata Pojer!

    Chiese e abbazie
    Croce di Lazfons
    Chiusa, Bressanone e dintorni
    I primi rituali, nel luogo in cui dal 1743 sorge la panoramica Chiesetta “Santa Croce su Cima Ritzlar”, risalgono probabilmente all’epoca preistorica, sebbene sia impossibile individuare  il periodo esatto in cui le persone scoprirono la straordinaria aura di questa località.

    Una cosa, però, è certa: il sentiero che porta alla Croce di Lazfons (2.311 m), il luogo di pellegrinaggio più in quota dell’Alto Adige sul versante sud di Cima San Cassiano, è il più antico itinerario simile della regione.

    Negli ultimi secoli, il rifugio vicino alla chiesetta in quota (2.305 m d’altitudine) ha offerto protezione e riparo a numerosi pellegrini ed escursionisti. Innumerevoli e mirabili storie aleggiano su questo luogo benedetto, come ad esempio quella secondo cui all’inizio del 18° secolo il “Dio nero” avrebbe scelto con un cenno del capo il luogo in cui collocare il crocefisso. Ed è qui che si prega (soprattutto per la protezione dal maltempo) alla fine del pellegrinaggio moderatamente ripido, salendo dal Rifugio Chiusa in circa 1 ora.

    Dalla Croce di Lazfons, immersa nelle Alpi Sarentine, lo sguardo spazia fino a Sassolungo, Punta Grohmann, Catinaccio d’Antermoia e Catinaccio, ma non è solo il panorama sconfinato a rendere così speciale questo luogo, bensì l’atmosfera che pervade gli escursionisti.
    Arte e cultura
    Via degli Argentieri
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Parallela ai Portici ne costituiva il fossato meridionale. E' ben visibile l'entrata al Museo Mercantile nell'omonimo Palazzo, poi Casa Troilo, affrescta e con una torretta angolare ed angusto collegamento ai Portici

    Arte e cultura
    La Val Fiscalina
    Sesto, Regione dolomitica 3 Cime

    A confronto con l'imponente profilo roccioso delle Dolomiti, ritte sul lato opposto della Valle di Sesto, il panorama offerto dalla Catena Carnica pare quasi anonimo e insignificante. Ma si sa, l'apparenza inganna. Con la funivia che da Sesto porta al Monte Elmo, si raggiunge non solo l'incantevole area sciistica ed escursionistica Tre Cime Dolomiti, ma anche il costone occidentale di una catena montuosa che, sviluppandosi per oltre 100 km, si spinge fin quasi a Villaco, in Carinzia. E l'estensione non è certo l'unico motivo di vanto delle Alpi Carniche. Possono andar fiere, ad esempio, del loro movimentato passato geologico, testimoniato da numerosi fossili, e delle loro origini, ben più antiche di quelle delle Dolomiti. Dal punto di vista storico, poi, la catena ha rivestito un importante ruolo quale confine italo-austriaco. Chi non ha mai attraversato la frontiera percorrendo un'alta via non ha che da incamminarsi sul sentiero che dalla cima del Monte Elmo (2.434 m s.l.m.) passa davanti all'Helmhaus e prosegue lungo il crinale per trovarsi presto con un piede in Austria e l'altro in Italia. Qui ha inizio, inoltre, la popolare Alta Via Carnica, detta anche "via della pace", che in 8-11 giorni porta ad Arnoldstein, in Carinzia.

    Arte e cultura
    Piramidi di terra a Terento
    Terento, Bressanone e dintorni
    La formazione delle piramidi di terra di Terento risale con molta probabilità al 1837. Il ruscello di Terner, in seguito ad un temporale molto violento trascinò via con sé 3 case, 16 mulini, 13 battipali, la bottega di un fabbro e una segheria. Morirono 13 persone. Fu in quell’occasione che, probabilmente, crollò anche una parte della montagna. Nei decenni successivi l’erosione ha coinvolto due diversi massi detritici: dal materiale ricoperto da blocchi di roccia si formarono le classiche piramidi di terra, mentre dal materiale senza la presenza di sassi si formarono solamente creste e coste. Punto di partenza: parcheggio centrale Terento
    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14