Il lago di montagna di Corzes si trova nella caratteristica Valle di Silandro "Schlandrauntal", dopo le malghe di Silandro e Corzes. Il sentiero di Ötzi passa direttamente al lago fino la Val Senales.
L'Alto Adige è una terra ricca di miti e leggende, nate negli anni intorno a luoghi misteriosi e formazioni naturali insolite che la cultura popolare ha trasformato in posti fantastici, come le “panche“ sullo Sciliar, strane formazioni rocciose che la leggenda vuole sede dei sabba notturni delle streghe. Ma anche luoghi fortemente evocativi come gli “omini di pietra”, cumuli di rocce a guisa di uomini pietrificati, le rovine di Castelvetere, dove si respira un'atmosfera quasi magica, o le piramidi di terra, straordinari fenomeni geologici dal sapore soprannaturale.
Il lago di montagna di Corzes si trova nella caratteristica Valle di Silandro "Schlandrauntal", dopo le malghe di Silandro e Corzes. Il sentiero di Ötzi passa direttamente al lago fino la Val Senales.
Il seicentenario tiglio in prossimitá della chiesa, appartiene alla memoria collettiva del paese di Trodena. Sotto lo storico tiglio si riuniva la Comunità di Trodena ed il tribunale del paese.
L’impressionante fenomeno naturale delle tre cascate di Riva, raggiungibili dalla località Bad Winkel, si trova nel parco naturale Vedrette di Ries-Aurina; in particolare nella stagione estiva offre uno spettacolo naturale fuori dal comune. Alimentato dalle acque di disgelo, il torrente Riva si getta nel profondo lungo pareti di roccia dando vita a tre cascate e rendendo in questo modo percepibile ad ogni visitatore, attraverso tutti i suoi sensi, la forza dell’acqua.
Il Sentiero di San Francesco fiancheggia il sentiero delle cascate fino alla Cappella di S. Francesco e S.ta Chiara.
Tempo di percorrenza dal punto di partenza "parcheggio Cantuccio/Winkel/Wasserfallbar":
- fino alla 1° cascata circa 20 minuti - dislivello 40 m -
questo tratto è adatto per passeggini - strada forestale e il sentiero di San Francesco
- o fino alla 2° cascata circa 40 minuti - dislivello 140 m
- o fino alla 3° cascata circa 55 minuti - dislivello 170 m -
d'estate: ritorno possibile con la Fly-Line vedi www.fly-line-wasserfall.eu
- o fino alla Cappella di S. Francesco e S.ta Chiara circa 75 minuti - dislivello 300 m
Ritorno:
Ritorno lungo lo stesso percorso effettuato all'andata o, in alternativa, il sentiero n. 2A che parte dall'albergo Toblhof (nei pressi della 3a cascata) che arriva al Castel Taufers/Campo Tures
Il Hochhuebenhof a Parcines è stato un feudo dei vescovi di Salisburgo del 14°sec. Vicino alla porta d’ingresso, nella parete esterna del muro di cinta, è inserita una lapide sepolcrale romana con la quale un ufficiale romano della stazione doganale di Tel ha commemorato la morte di suo figlio Quintus Caecililus Eutropius avvenuta a soli 21 anni e 11 mesi. Di fronte a questo feudo sono stati trovati resti di tombe e delle monete romane.
Il Lago di Dobbiaco si trova ad un’altitudine di 1259 m, nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, in Val di Landro e collega Dobbiaco con Cortina d’Ampezzo. Il piccolo lago alpino di origine franosa, per la variegata vegetazione che lo circonda, è l’habitat ideale per gli uccelli acquatici, sia stanziali che migratori. È facile osservarli in primavera e in autunno, quando nidificano o si riposano durante il viaggio di migrazione verso i paesi caldi. Spesso le sponde del lago ospitano anche uccelli rari, quali gli aironi cinerini e gli aironi rosa. Il Lago di Dobbiaco è un biotopo intatto, che rappresenta un aspetto peculiare dell’Alto Adige, in cui gli uccelli non vengono disturbati.
Un sentiero naturalistico si snoda lungo le sponde del lago e in 11 stazioni sono illustrate la flora, la fauna e la morfologia del terreno della zona. Sulla piattaforma di osservazione, posizionata sulla sponda occidentale, è possibile fruire di un’area di sosta, da dove puoi ammirare la flora e la fauna del lago, uno dei più bei laghi delle Dolomiti. Il tempo di percorrenza è di circa 2 ore da Dobbiaco.
In estate, puoi sentire l'effetto dell'acqua fresca sui tuoi piedi, fare meravigliose gite in barca (contatto noleggio barche: +39 0474 973 267) e pescare: le licenze temporanee di pesca per gli ospiti della località si possono richiedere presso l'Ufficio Turistico di Dobbiaco, mentre le licenze giornaliere sono disponibili presso il ristorante.
In inverno hai la possibilità di praticare curling e pattinaggio su ghiaccio.
Das „Sebasn- Wallnöfer - Haus“ - Bp. 86 – Silberstraße 33 + 35
Dieses altersgraue Wohnhaus ist integriertes Bindeglied inmitten einer vierfachen Gebäudereihe im Zentrum des Prader Altdorfes. Die eng aneinander gereihten Häuser und bäuerlichen Wirtschaftsgebäude spiegeln hier die rätoromanische Siedlungsstruktur am Ausgang des Mittelalters wider. Im speziellen Fall handelt es sich um einen zweigeteilten Baubestand aus der Zeit des 15. Jahrhunderts. An der westlichen Fassadenhälfte findet sich über dem Eingangsbereich zwischen zwei Fenstern ein von der Jahreszahl 1606 flankiertes Sgraffito eines Andreaskreuzes. Jenes Symbols, welches den Lehensherrn und damit auch die Hausbesitzer als Getreue des Tiroler Landesfürsten auszeichnete. Während die linke Fassadenhälfte dekorative Fenster- und Eckbemalungen aufweist, fehlen solche hingegen in der rechtsseitigen, mit Ausnahme des genannten Sgraffitos gänzlich. Dies soll sich nach Auskunft des ehemaligen Bewohners Leo Reisigl (Jhg.1928) damit erklären, dass es auf rechter Seite ein rundbogiges Eingangstor zur dahinterliegenden Scheune gab und damit zum landwirtschaftlichen Bereich zählte. Demzufolge dürfte es sich auch bei diesem Baukörper im Prader Oberdorf um ein ehemaliges „Bündnerhaus“ handeln, dessen Wohnbereich man durch die im Rundbogentor eingebaute Tür erreichen konnte. Zudem soll man das linksseitige Obergeschoss über eine Außenstiege erreicht haben, deren Verlauf sich noch heute ausmachen lässt.
Als im Jahre 1775 der Besitz zur Besteuerung wiederholt aktenkundig wurde, waren Fliri Tafaser und Simon Wallnöfer Inhaber dieses gräflichen Grundbesitzes der Herren Khuen von Belasi zu Lichtenberg. Das Innenleben dieser „Grund-Lehens-Behausung“, wie sie in den Steuerfassionen von damals als konkrete Quelle genannt wird, bestand in einem tonnengewölbten Hausgang, zwei getäfelten Stuben, zwei Küchen, fünf Kammern und drei Keller. Zudem zählte ein 104 Klafter (374 m²) großer Krautgarten ebenso zur Besitzeinheit wie ein bäuerliches Wirtschaftsgebäude an Stadel und Stallung. Dieser einst an der Haus-Südseite angebaute Trakt fiel dem vom Nachbargebäude (heute Sprengelstützpunkt) ausgehenden Großbrand vom 20.- 21. September 1888 zum Opfer und wurde in der Folge an anderer Stelle (Bp.229) neu gebaut. In diese Zeit fällt sicherlich auch die Umstrukturierung des Eingangsbereiches mit einhergehender Neuausrichtung der zwei Besitzanteile. Wovon es damals die Familien des Josef und Franz Wallnöfer sowie jene des Eusebius Reisigl betraf, deren Nachkommen das Gebäude noch heute besitzen. Seit 1. Juni 1981 unterliegt das seit 2010 unbewohnt gebliebene Gebäude unter Denkmalschutz und harrt auf Restaurierung.
La cascata di Stulles cade giù al di sotto di Stulles, prima 112 metri, poi 230 metri ed è la terza delle cascate più alte dell'Europa.
Da Pianlargo, della strada per il Passo Rombo oppure dal percorso "Passerschlucht" è ben visibile.
L'acqua di Sopracqua è stata utilizzata in passato soprattutto com e rimedio a debolezza, anemie, dolori articolari, ecc. Nell'anno 2009 è stato accertato da analisi di laboratorio che quest'acqua è batteriologicamente pura. Rispetto all'acqua potabile però essa ha un elevato contenuto di ferro e manganese.
Nell'anno 1776 la regina Maria Teresa d'Austria fece costruire un argine in muratura a Lagundo, vicino a Merano, che doveva servire da protezione contro le inondazioni del fiume Adige. Questa fortificazione può essere visitata ancora oggi in ogni momento. Nelle immediate vicinanze, sulla riva sinistra del fiume, si trovano le rovine di una testata di ponte dell'antica via romana imperiale „Via Claudia Augusta“. La costruzione del ponte è datata nel I secolo dopo Cristo. Oggi le rovine del ponte sottostanno alla protezione della tutela dei monumenti e possono essere visitate in prossimitá della piscina comunale in vicolo del Mercato. Sulla testata del ponte vi sono anche un piccolo pilone votivo e una cappelletta.
A un'ora di distanza da Siusi, sull´ampio pendio della montagna, sorgono le rovine di Castelvecchio, un tempo dimora del poeta bardo Oswald von Wolkenstein. A volte, allo scoccare della mezzanotte, si sentono provenire dal castello le note d'uno strumento a corde, accompagnate dal canto straziante d'una vergine, probabilmente vittima d'un incantesimo. Una sera tardi, alcuni pastori stavano sorvegliando le loro pecore intorno alle rovine, seduti proprio all'ingresso, raccontandosi ogni sorta di storia quando, improvvisamente, ebbero come l'impressione che qualcuno aprisse una delle finestre del castello. Allora, guardarono verso l'alto e videro una luce filtrare da un'apertura e una donna intenta a pettinare i suoi lunghi capelli. La sua testa non era come quella di chiunque altro, bensì era un teschio. I pastori, stupiti che la donna potesse avere dei capelli così belli, si spaventarono, fuggendo inorriditi quando la misteriosa creatura gettò su di loro pietre e sabbia. Si dice che lo scheletro sia stato, in vita, la moglie d'un cavaliere esiliato, costretta ad aggirarsi nel castello fino al ritorno del suo amato.
Il presepe più grande del mondo, realizzato da un gruppo di 18 scultori di S. Cristina, è esposto dal 2000 negli spazi del Centro Sportivo Iman. La prima figura del progetto, avviato nel 1988, è stata la Madonna con il Bambino. Sono stati quindi realizzati S. Giuseppe, i Re magi, un pastore, l'asinello, tre pecore, l'angelo e un cammello, tutti frutto di una grande creatività, abilità e senso artistico. Il presepe si arrichisce di ogni anno di nuove figure.
La Chiesa di San Benedetto è un edificio risalente all’VIII secolo. I dipinti e gli affreschi di epoca carolingia all'interno della chiesa sono tra i più antichi dell'intera area di lingua tedesca. In origine San Benedetto non aveva una torre; questa fu probabilmente costruita solo nel XII secolo e appare quindi un po' sovradimensionata.
Senza dubbio, però, i due ritratti dei fondatori sono i più interessanti. Mostrano il vescovo di Coira e un oste della Franconia in costume tradizionale. Questo ritratto è unico in Europa, poiché non esiste una rappresentazione paragonabile in nessun altro luogo.
Orario di apertura estate 21.04.2025 - 31.10.2025:
Visite: Martedì, Giovedì, Sabato dalle 10:00 alle 11:30
Visite guidate: Lunedì, Mercoledì alle 14:45, Venerdì alle 10:45
Prezzi: € 1,80 a persona; con visita guidata € 3,00 a persona
Non è necessaria la prenotazione
Orario di apertura inverno 07.12.2024 - 15.03.2025:
Visita: sabato alle ore 10:00
Prezzo: € 1,80 a persona
Non è necessaria la prenotazione
La chiesa è chiusa la domenica e i giorni festivi.
Situata nel centro di Parcines, Casa Montelbon si distingue per l'affresco di Maria Ausiliatrice sulla facciata e per l'arco a tutto sesto che corona il passo carrabile.
Sul lato che dà verso le montagne, si conserva il muro di cinta medievale con portone sormontato da arco a tutto sesto. L'edificio è sottoposto a tutela monumentale.
Durante i lavori di riparazione delle finestre al primo piano, un giorno fu ritrovata la parte superiore di un blocco di marmo bianco su cui figurava un'iscrizione. Poiché non se ne riusciva a chiarire il significato, la pietra rimase a lungo dimenticata in un angolo della casa. Nel 1954, tuttavia, nella latteria di fronte fu rinvenuta una seconda pietra: si trattava della parte mancante del blocco di marmo, il cui bordo superiore combaciava alla perfezione con quello inferiore del pezzo trovato in Casa Montelbon.
Quella che è risultata essere una pietra votiva del periodo romano porta un'epigrafe incompleta e difficile da leggere. Ogni ipotesi sul suo contenuto, dunque, è frutto di interpretazione. È possibile che parli del caporale di un procurator preposto ai servizi finanziari o doganali. Allo stesso modo, potrebbe fare riferimento a un beneficiarius procuratoris. Nell'Impero romano, i beneficiarii assolvevano a funzioni di polizia. Può darsi che il beneficiarius, che sottostava al governatore della Rezia, fosse di stanza a Parcines e fosse incaricato del controllo del traffico e della manutenzione della Via Claudia Augusta. Ciò proverebbe che il confine italo-retico correva a sud/est di Parcines. Ogni interpretazione è, tuttavia, dubbia (cfr. Kaufmann, 2018, p. 50).
La pietra votiva di Montelbonè esposta nel Museo Civico di Merano. L'edificio è di proprietà privata e gli interni non possono essere visitati.
Fonte: Kaufmann, Günther (2018): Der Meraner Raum zwischen Spätantike und Frühmittelalter. In: Gustav Pfeifer (a cura di), 1317 – Merano nel Medioevo (pp. 39–116). Bolzano: casa editrice Athesia Tappeiner
La vecchia “Lippa Sega” del 19° secolo resta a Valdaora di Sopra, vicino il percorso ciclabile Val Pusteria e l’anello della Natura e Cultura di Valdaora. È l’ultima ancora integra Sega Veneziana, che nell’anno 1958 per l’ultima volta in servizio, è stata restaurata e riattivata nell’ anno 2011.
Visite guidate solamente in ESTATE! Ulteriori informazioni nell'Associazione Turistica di Valdaora.
area ristretta alla fauna e flora a Rasun di Sopra con inidicazione delle piante ed animali durante la passeggiata nella pallude
La chiesa di S. Nicolò a Laces è una chiesa romanica del XIV secolo. Un tempo fa proprietà del convento di Laces e oggi del comune. Da segnalare i frammenti d’affreschi sulla facciata meridionale della chiesa che rappresentano la crocifissione dei santi Nicolò e Cristoforo.
Da 2017 è luogo d'esposizione del menhir che era trovato nella chiesa Santa Maria in colle: lo stelo di pregiatissimo marmo venostano costituiva la superficie d'appoggio della mensa dell'altare. Di questo blocco marmoreo alto 107 cm, largo 77 cm e dello spessore di 12 cm, mancano la parte superiore e quella inferiore come pure alcune parti della spalla sinistra. Originariamente era probabilmente collocato sul colle, nell'area in cui oggi sorge la chiesa e quindi visibile da lontano. Oltre ai tratti iconografici comuni a tutte le steli del gruppo della Val d'Adige come cinturoni a festoni, asce, pugnali, clave, archi, diversi elementi di decoro e mantello frangiato, troviamo anche caratteristiche, che appartengono al gruppo Lombardo della Val Camonica e della Valtellina come il sole, cervi e una figura maschile stilizzata. Il Menhir di Laces è dunque la prova dell'esistenza di un collegamento plurimillenario della Val Venosta e della Val d'Adige con le Valli della Lombardia nordorientale. I menhir figurativi riproducono un mondo ideologico-religioso al cui centro si trovano antenati mitizzati ed eroi. Vi ritroviamo anche l'inizio di una differenziazione sociale secondo posizione e ruolo provocato dalla nascente ricchezza collegata alla produzione del rame.
La chiesa è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 18:00
La coppella dell'età del bronzo è posta lungo l'antico sentiero per Corona; l'ubicazione originaria non è conosciuta e con le sue numerose incisioni simboliche rappresenta ancora oggi un grande enigma.
Masso di micascisto con 53 coppelle che probabilmente serviva come oggetto di culto. Inoltre presenta due navi di cui una è associata ad una svastica. Le coppelle potrebbero risalire al età del bronzo. Le altre incisioni potrebbero essere state aggiunte anche in epoche più recenti. Il luogo originale di ritrovamento a Corona non è conosciuto.
Il Curatorium restaura la locomotiva storica della ferrovia Lana-Postal
Sono iniziati a Lana i lavori di restauro del locomotore storico della ferrovia Lana-Postal, custodito ancora per pochi giorni nella rimessa della vecchia stazione autocorriere che verrà demolita a breve. Alla fine di questo lifting radicale la locomotiva elettrica potrà essere ammirata in contatto visivo diretto con la stazione ferroviaria di Lana Postal, nei pressi del ponte di ferro sull'Adige del 1908 già recuperato e varato lo scorso marzo.
Dei "pezzi buoni" della storia della tecnica locale fa infatti parte ancora il locomotore con numero di fabbrica 50293, costruito tra il 1912 e 1913 dalla "Maschinen- und Waggonbau Gesellschaft a Simmering nei pressi di Vienna" e in attività fino al 31 marzo 1974, data in cui anche il trasporto mercim dopo quello di persone, ha cessato di funzionare.
Il restauro professionale sarà fatto nel più breve tempo possibile, partendo dall'asportazione della ruggine, la preparazione delle superfici da trattare e la pittura con i colori scelti nel rispetto delle tonalità originali. Si tratta di un prodotto speciale a garanzia delle aggressioni degli agenti atmosferici indispensabili vista l'esposizione della locomotiva all'aperto.
Assieme al ponte in ferro a traliccio restaurato in collaborazione con l'ufficio bacini montani, la cupola in salice vivente recentemente realizzata e una mostra sulla bonifica delle paludi lungo l'Adige, la locomotiva contribuirà alla valorizzazione di questo sito speciale della tecnica.
Si tratta di elementi identificativi del il luogo e delle persone, con la storia e la geografia, che distinguono il sito per la sua peculiarità, creando durante la sua fruizione emozioni e un senso di appartenenza.
La locomotiva sarà spostata nei pressi del ponte storico, dove verrà allestita sui binari predisposti e messi a disposizione dalla SAD/STA
Il ponte storico sull'Adige Lana Postal ora illuminato a LED
Il 18 dicembre alle 17.00 si inaugura l´installazione luminosa per festeggiare i primi 100 anni del ponte storico a traliccio sull'Adige a Lana /Postal. L´illuminazione a Led mette in luce i due esili archi del ponte che reggevano storicamente la linea aerea di tensione. La corrente elettrica necessaria per l'illuminazione viene fornita da un piccolo impianto fotovoltaico. Il sistema a basso consumo é indipendente dalla rete elettrica e lavora quindi autarchicamente.
Il ponte pertanto sará illuminato secondo la corrente disponibile e in funzione del guadagno solare. Il ponte ferroviario del 1913 ristrutturato e traslato nel 2012 nella posizione attuale, la locomotiva elettrica del'Espresso delle Mele, la mostra sul paesaggio fluviale dell´Adige, la cupola di salici viventi e la rinaturalizzazione del fiume compongono nel loro insieme un importante sito della tecnica, che si inserisce nel percorso lungo la rete delle ciclabili in Alto Adige.
Il progetto ideato dal Curatorium per i Beni Tecnici, è stato realizzato grazie al sostegno e la collaborazione della ripartizione opere idrauliche della Provincia Autonoma di Bolzano e Abakus solar Italia. È previsto un piccolo brindisi e un cenno musicale a cui sono invitati tutti.
Il laghetto artificiale a Tiso è ideale per rilassarsi. Si trova immerso nei prati e un sentiero (percorribile con carrozzelle e passeggini) corre tutt’attorno allo stagno. Panchine e una fontana con acqua potabile invitano a soffermarsi e alcuni frammenti di roccia raccontano la storia geologica del territorio.
E del tutto impassibile dinanzi allo scorrere del tempo, è così che si presenta lo skyline forse più rimarchevole creato dalla natura, ovvero la straordinaria Meridiana di Sesto. Ben cinque cime dolomitiche – la Nove, la Dieci (detta anche Croda Rossa), la Undici, la Dodici e la Una – formano insieme l’imponente orologio di pietra. Nelle limpide giornate si può leggere l’ora basandosi sulla posizione del sole che illumina le cime.
E c’è di più: la Meridiana di Sesto offre da sempre spunti e stimoli per stabilire nuovi record e superare i propri limiti – a volte anche sfidando le leggi del possibile. E in tale ambito gli abitanti di Sesto hanno fama di essere molto ingegnosi. Fu così anche nel caso di Greti Rogger del Rifugio Pian di Cengia che insieme al figlio Daniel salì in un solo giorno su tutte e cinque le cime della Meridiana di Sesto. Un modo particolarmente intenso per confrontarsi con il carattere effimero del tempo.
Da non perdere: il luogo migliore per osservare lo spostamento del sole sopra la Meridiana di Sesto è lungo la via principale che collega Moso e la Sala Congressi di Sesto, dove si traova anche la Pietra del Tempo. Il periodo più indicato è l’inverno, quando la Meridiana coincide quasi perfettamente con l’ora del giorno.
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Dieser ehemalige Mühle- Sägebetrieb mit dazugehörigem Grundbesitz von ca. 1,5 ha begegnet uns urkundlich am 11. Juli 1421. Unter den Lehengütern des Bertold von Tschengls die Herzog Friedrich IV dem Wilhelm und den Gebrüdern Heinrich und Wilhelm von Lichtenstain verleiht, wird neben der halben Feste zu Tschengls, der Turm zu Tschars, drei Äcker bei der Feste, die Bergmähder der Höfe Vorburg und Hinterburg, die Frischach zu Prad, das Tal Sulden mit genannten Rechten, auch die Säge zu Prad genannt. In der Folge wird das feudale Lehen des Sägebetriebes von Prad bei der Belehnung durch Erzherzog Sigmund von Österreich-Tirol an Heinrich von Liechtenstein und seinen Vettern Georg, Bartholomeus und Balthasar von Liechtenstein am 1. März 1450 als Erbe des Sigmund des Tschengelser, erneut erwähnt. Die wohl Prads älteste Säge, sicherlich aus dem 14. Jahrhundert, war stets damit beschäftigt das Triftholz aus den grundherrschaftlichen Wäldern jener von Tschengls bzw. Lichtenstainer aus dem Suldental, zweckbedingt zu verarbeiten. Um 1694, als außer dem Säge- auch von einem Mühlenbetrieb die Rede ist, besitzt laut Steuerkataster Thomas Stieger dieses mit einem Haus, Sag, Mill, Stampf und Wasserfuer ausgestattete Anwesen. Am 16. Februar 1724 erwirbt Peter Veith – Müllermeister die Mühle von Luzia Stieger und wird damit Leheninhaber des grundherrschaftlichen Besitzes von Franz Carl von Lichtenstain Freiherr zu Castlkorn und Khrumpach, Herrns zu Schenna Karnneidt und Tschenglsburg. Zurzeit S.M. Kaiserin Maria Theresia hat Anton Theiner die „Muesmihl mit ein gang, Stampf und sag am Lavadbach“ als hochgräflich Fuxisches Grundgut in Lehen. Damals bestand dieses Anwesen aus : ain Behausung, Stadl, Stallung, ain Stuben, ain Khuchl, zwo Khämmer, an dieser Behausung ist ain mueßmihl gerechtikheit, mit ainen Gang, auch ain stampf und ain sag, zu unterist des Dorfs Prad gelegen, die sagmihl genanth.
Im Jahre 1857 ist die Untermihl, wie sie auch genannte wurde, dann Eigentum des Brugger Joseph, ihm folgte Ludwig Platzer. Wunderer Alois Jg.1873, Vater des letzten Müllers, tauschte 1920 sein Heimatanwesen, die Bauparzelle Nr. 29, gegen die „Sagmühle“ von Kaspar Wallnöfer (Ragitz-Kaspr). In den 1930-er Jahren werden beide Wasserräder durch einen Turbineneinsatz abgelöst. Während das Sägewerk 1938 seinen Betrieb einstellte, florierte das Mühlenhandwerk, sodass die alte Mühle nach dem Zweiten Weltkrieg, durch Hermann Wunderer (Jg.1911) einem vierstöckigen Kunstmühlenneubau weichen musste. Heute gehört der noch intakte, jedoch seit ein paar Jahren vor dem Tod des letzten Sagmüllers (+ 28.06.1993) stillstehende Betrieb, Dr. Georg Wunderer. An der Westfassade des von Alois Wunderer, bzw. dem Maurermeister Georg Stecher 1921 ausgebauten Wohnhauses befindet sich oberhalb der Haustüre noch ein original Gemälde aus dem Jahre 1657, es zeigt Sanct Senanus als Müller.
Le imponenti rovine del castello di Montechiaro sono un simbolo con una storia secolare. Il castello fu costruito nel XII secolo dal vescovo di Coira e poi passò ai conti del Tirolo. Un tempo era una residenza fortificata. Oggi il castello è in gran parte in rovina, ma la sua sagoma imponente domina ancora il paesaggio.
Una visita alle rovine porta i visitatori indietro nel tempo, all'epoca dei cavalieri e dei nobili. Le imponenti mura del grande palazzo con le finestre ben conservate lasciano immaginare quanto fosse magnifico il castello un tempo. Particolarmente affascinante è la vista sulla valle: un soggetto perfetto per le foto!
Le rovine del castello sono facilmente raggiungibili a piedi. Una breve ma gratificante escursione parte da Prato allo Stelvio o dalla frazione di Montechiaro e conduce attraverso sentieri pittoreschi fino alle rovine. Anche gli appassionati di mountain bike utilizzano questo percorso come parte dei loro tour attraverso la Val Venosta.
Se ti piace la storia, puoi visitare il Castello di Coira a Sluderno o il Museo della Val Venosta per saperne di più sul Medioevo e sulle famiglie nobili della zona.
Le rovine del castello di Montechiaro sono il posto perfetto per chi ama la natura e la cultura. Che sia come meta per una passeggiata, per scattare qualche foto o per rifugiarsi in un luogo ricco di storia, vale la pena visitarlo in ogni stagione!
Era l'autunno del 1494 quando il giovane Albrecht Dürer si fermò a Chiusa e salì i pendii del Monte Tschan sul versante sinistro della valle. Un bellissimo sentiero porta oggi da Chiusa a questi pendii dove dopo pochi minuti si raggiunge una panchina. Da qui il pittore disegnò la cittadina di Chiusa. Sicuramente si lasciò trascinare dalla prosperità del paesaggio che lo circondava. Purtroppo la sua opera è andata perduta. È rimasta però un incisione su rame come sfondo alla sua figura allegorica "La grande fortuna". A ragione quando Chiusa si definisce la cittadina di Dürer. Chi vuole recarsi nel posto sopra citato deve andare alla pietra di Dürer (Dürerstein).
Il 31 agosto 2012 la funivia di Monte San Vigilio, la terza al mondo collaudata per il trasporto persone, compie cento anni. In occasione di questo importante giubileo viene inaugurato il monumento della tecnica. L'installazione documenta simbolicamente l'opera pionieristica dell'area alpina.
A Lana, nei pressi del bivio di via Merano per la Val d'Ultimo, a stretto contatto visivo con la stazione a valle della funivia, due grandi pali collegati a forma di V leggermente ruotati su se stessi, reggono su una fune una delle due cabine, dismesse in occasione del rinnovo e adeguamento alle più rigide norme di sicurezza, effettuato nel 2008.
La funivia Monte San Vigilio
Come funivia oggi modernizzata in linea con i massimi livelli di sicurezza è sicuramente un monumento della tecnica con un significato internazionale. La funivia di Monte San Vigilio, entrata in funzione giá con le carte in regola, l'unica con l'autorizzazione ministeriale per il trasporto persone, sin dall'inizio nel 1912 era una attrazione tecnologica.
Non solo gli impianti ma anche le opere edilizie previste nel 1912 dal giovane architetto tedesco Gustav von Birkenstaedt erano avenieristiche. Nel 1953 l'intero impianto è stato ristrutturato secondo il progetto dell'ingegnere Luis Zuegg. Di seguito Birkenstaedt elaborò anche i progetti per l'albergo Hotel Monte San Vigilio, e per case di vacanze, che poi ha dato l'imprimatur all'intera colonia di ville ormai parte del paesaggio di Monte San Vigilio.
Oggi nuove cabine consentono il trasporto dei passeggeri senza accompagnatore, oltre a garantire la massima sicurezza, grazie alla audio-videosorveglianza. La corsa, superando un dislivello da 328 a 1.486 metri, dura solo 8 minuti.