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    Cantine in Alto Adige

    In Alto Adige ci sono più di duecento cantine, da quelle di piccole dimensioni che vinificano esclusivamente le proprie uve ad aziende di dimensioni più importanti e cooperative. 

    Risultati
    Cantine
    Tenuta Hochklaus

    Meno è meglio: con queste tre parole Klaus Schroffenegger riassume la filosofia della sua Tenuta HochKlaus a Cornedo all’Isarco, sopra Bolzano. E non stupisce, visto che Klaus non ama il superfluo. “Lascio che sia la natura a parlare per me, e considero la tenuta come un ciclo naturale autonomo, in cui voglio intervenire il meno possibile”, spiega aggiungendo: “Alla fine si deve ottenere un prodotto genuino, sincero e vivace”.

    Le fondamenta della Tenuta HochKlaus non sono state poste dall’attuale titolare, ma dai suoi genitori che vi lavorano da anni per curare e preservare le vigne. Un lavoro preliminare per il quale Klaus Schroffenegger è oggi molto riconoscente. “Prendersi cura di un vigneto richiede tempo, energia e nervi saldi”, assicura, “avere piante vecchie e sane facilita le cose”.

    Il lavoro compiuto in passato dai suoi genitori ha permesso al figlio non solo di ereditare vigne sane e forti, ma anche di conoscere approfonditamente il mondo del vino, dove l’accento è posto su “mondo”. Prima di subentrare nella gestione del vigneto di famiglia, infatti, Klaus Schroffenegger ha viaggiato, facendo esperienze in Australia, USA e Francia.

    Schroffenegger adotta la filosofia del “meno è meglio” non solo tra le vigne ma anche in cantina. Tutti i vini prodotti nella Tenuta HochKlaus fermentano spontaneamente, non contengono additivi e vengono imbottigliati non filtrati.

    Utilizzando le anfore di argilla, il giovane vignaiolo riesce inoltre a trasferire inalterato il terroir nel bicchiere. “Nella vitalità dei nostri vini si rispecchia la nostra propensione alla tipicità e all’intima connessione con la natura”, sottolinea Schroffenegger.

     
    Cantine
    Cantina Tramin
    Termeno sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Alla Cantina Termeno si evita il termine "socio", si preferisce definire "comproprietari" i 300 viticolori che costituiscono la cooperativa. In fondo, la base della cantina sociale fondata nel 1998 è rappresentata proprio da loro e dai 260 ettari di vigneto che coltivano.

    Le viti si trovano ad altitudini comprese tra 250 e 850 m s.l.m., con zone, terreni e microclimi estremamente differenti. La coltivazione si effettua seguendo rigide norme, che prevedono soprattutto una vendemmia a tempo debito. "Le linee-guida che applichiamo ci permettono di mantenere costante ed elevata la qualità dei nostri vini, le loro note profumate e il loro gusto marcatamente fruttato" - dice l'enologo Willi Stürz.

    Proprio questa fruttuosità accentuata si ottiene da condizioni naturali, prima fra tutte la grande differenza tra le temperature diurne e notturne. "Di giorno soffia l'Ora del Garda, un vento caldo e secco che impedisce il formarsi di marciumi" - così Stürz. Di notte, la temperatura scende a 10 °C o anche meno. Il mix che deriva da elementi naturali tanto favorevoli e dalla cura, dall'attenzione e dal rigore dei comproprietari è la ricetta vincente della Cantina Termeno, della quale approfitta soprattutto il fiore all'occhiello della cantina sociale: il Gewürztraminer. L'"Epokale" è stato il primo vino bianco italiano a ricevere il punteggio di 100/100 da parte del Robert Parker Wine Advocate.
    Cantine
    Cavit
    Sono 11 le cantine del Trentino che dal 1950 sono riunite nel consorzio Cavit, per una superficie totale non inferiore a 6.350 ettari coltivati da 5.250 famiglie di viticoltori. È chiaro: l'assortimento è estremamente ampio, ma - ciò nonostante - ci sono un paio di perle: in particolare il Vin Santo e lo spumante.

    Inizialmente sono poche le cantine sociali che nel 1950 si riuniscono e danno vita ad un consorzio nel quale si devono mettere insieme le forze e sfruttare le sinergie. Col tempo diventa un modello, che richiama sempre più cantine. Oggi, Cavit orienta la viticoltura in gran parte del Trentino.

    L'enologo responsabile, Anselmo Martini, è particolarmente orgoglioso della linea "Maso". "Questa linea è nata dalla collaborazione con i ricercatori della Fondazione Edmund Mach. Rappresenta il nostro prodotto top: veri cru, legati a un terroir ben definito" - così Martini.

    L'assortimento di Cavit comprende oltre una dozzina di vini, che esprimono tutta la gamma tipica delTrentino. Si segnala come originalità il Vin Santo Trentino DOC, la cui vendemmia è tardiva e avviene a fine ottobre. Il consorzio Cavit è noto inoltre per i suoi spumanti, che si ottengono da diversi vitigni e che si producono seguendo il Metodo Charmat.
    Cantine
    Tenuta Befehlhof
    Silandro, Val Venosta
    Il primo pensiero di chi vede il paesaggio steppico del Monte Sole in Val Venosta non va certamente alla viticoltura. Ma: alla tenuta Befehlhof di Vezzano si coltiva la vite sin dal 1370. Sei secoli più tardi Oswald Schuster ne ha preso le redini e - come da tradizione - produce tra l'altro anche un Fraueler tipico della Val Venosta.

    Negli anni '80, questo vitigno era gradualmente scomparso dall'assortimento, ma Oswald e Magdalena Schuster hanno deciso di destinare una parte dei loro vigneti - 1,2 ettari in totale - alla coltivazione di questa tipicità. E ancora: gli Schuster sono gli unici che vinificano il Fraueler in purezza e con risultati strabilianti: Jera, il Fraueler della tenuta Befehlhof di Vezzano, è descritto come "fruttato e fresco, con profumi di fiori, slanciato ed elegante, con marcate note minerali".

    Nella vigna situata a 710 m s.l.m.crescono, oltre al vitigno storico, anche Sylvaner e Gewürztraminer, Kerner e Müller Thurgau, Pinot nero, Zweigelt e Riesling. Quest'ultimo, oggi largamente diffuso in Val Venosta, deve la sua esistenza nella valle proprio a Oswald Schuster - il primo che qui lo ha coltivato. Per quanto amanti della sperimentazione nella scelta dei vitigni, gli Schuster sono altrettanto innovativi (e contemporaneamente legati al territorio) in cantina.

    Si punta alla fermentazione spontanea grazie alla disponibilità di lieviti naturali. "Il vino diventa multidimensionale, complesso e interessante" - dice Oswald Schuster, che si spinge anche a produrre uno spumante locale: si chiama "Sällent", come un monte della Mal Martello (Saléz). Come dire "il massimo della produzione".
    Cantine
    Pyramidis
    Non è solo con il loro nome e il loro logo, che le piramidi di terra del Renon contribuiscono ai vini dell’Untermaurerhof di Santa Maddalena, a Bolzano. In fin dei conti, le piramidi di terra più alte e più belle di tutta Europa si innalzano proprio a Soprabolzano, poco al di sopra della gola del rio Rivellone, dove si trovano anche i vigneti dell’Untermaurerhof.
    La zona più centrale dell’area coltivata a viti si concentra proprio sulle ripide e assolate terrazze di Santa Maddalena a Bolzano. Queste, annoverate tra le più antiche zone vinicole del capoluogo altoatesino, hanno tutto quello che vigne e grappoli amano di più: luce e sole in quantità, temperature miti e, non da ultimo, una forte escursione termica tra giorno e notte.
    A ciò si aggiungono dei terreni la cui struttura è chiaramente legata alle piramidi di terra come comprende anche un profano in geologia. Il suolo è formato da detriti morenici risalenti all’era glaciale e da porfido esposto alle intemperie; si tratta di una combinazione in grado di trattenere perfettamente il calore. “Tuttavia, altrettanto tipiche di questi pendii sono le rese ridotte, che ci costringono a selezionare scrupolosamente i nostri grappoli e a lavorarli prestando molta cura”, spiega Wolfgang Hofer della tenuta Pyramidis.
    I suoi vini sono quindi il risultato di una severa selezione e sono prodotti esclusivamente in tirature limitate. Anche la scelta delle varietà è altrettanto netta. Tra i vini disponibili ci sono infatti un Santa Maddalena Classico – in maniera del tutto ovvia vista la posizione dell’Untermaurerhof –, un Müller Thurgau fruttato e dagli aromi freschi, un Pinot Nero Riserva elegante e intenso e, non da ultimo, un Pinot Bianco che conquista con i suoi aromi fruttati e il corpo strutturato.
    Cantine
    Cantina Kurtatsch
    Cortaccia sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Le vigne arroccate su ripidi pendii richiedono tanto lavoro, sudore e impegno, ma hanno tanti aspetti positivi. Sono distribuite su 190 ettari, coltivate da altrettanti soci della Cantina di Cortaccia, situate ad altitudini comprese tra 220 e 900 m s.l.m. - e tutto ciò in un unico Comune. In tutt'Europa non c'è un altro caso simile.

    E la Cantina di Cortaccia detiene anche un altro record: responsabile del giovane e dinamico team è stato scelto Andreas Kofler, che a 32 anni - il più giovane Presidente della storia delle cantine sociali altoatesine - ne ha preso in carico la gestione. "Nei nostri vigneti, ogni vitigno può trovare il suo terroir ottimale" - dice Kofler.

    Le zone più profonde sono tra le più calde di tutto l'Alto Adige e sono ideali per la coltivazione di Cabenet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot. "Le caratteristiche dei terreni tra Cortaccia e Termeno sono molto simili a quelle dell'area di Pomerol, in Francia" - racconta il Presidente. Fino a 900 m s.l.m. crescono invece i vitigni bianchi, che amano i refoli di vento e le temperature più basse e che prosperano sui terreni calcarei dolomitici - per la loro coltivazione si seguono rigide regole di sostenibilità.

    Con grande impegno e con il massimo rispetto per la natura e per le risorse naturali si ottengono, alla Cantina di Cortaccia, vini di terroir dal carattere forte, inconfondibile. "Riflettono esattamente la loro zona di origine, senza alcun trucco" - Aggiunge Andreas Kofler, che confida anche la facile ricetta da seguire per ottenerli:"In cantina" - dice - "lasciamo semplicemente che il vino esprima tutte le sue potenzialità".
    Cantine
    Mauracher S.S Agri
    La base del progetto Mauracher Sand a Bolzano è costituita da un lato – in senso assolutamente letterale – dai fertili terreni alluvionali del Talvera, sui quali prosperano le viti di Mauracher. Ma dall’altro lato parte importante delle fondamenta sono anche la storia stessa di questa zona di produzione e – questa volta in senso più figurato – il know-how vinicolo nonché la propensione alla sperimentazione che contraddistingue Thomas Widmann ed Elisabetta Foradori.
    Widmann e Foradori hanno acquisito la loro esperienza nella viticoltura e nella produzione di vino nel corso di decenni; nel 2003 hanno messo a dimora il primo vigneto Mauracher con la varietà autoctona del Lagrein. Nel 2011 è quindi giunta sul mercato la prima annata del nuovo progetto: fermentazione spontanea con un intervento enologico ridotto al minimo e affinamento naturale.
    Che il Mauracher Sand sia un progetto familiare lo dimostra il fatto che, dal 2020, a far parte del team è entrato anche Alexander Widmann, che contribuisce non solo con il suo slancio giovanile, ma anche con la stessa filosofia già ha guidato (e tuttora guida) i due fondatori. Al centro del loro lavoro ci sono il rispetto e l’apprezzamento per la natura, due valori diventati anche tangibili, visto che il progetto è certificato bio dal 2022.
    Il progetto Mauracher Sand è tanto giovane quanto chiaro: ogni anno vengono prodotte circa 3.000 bottiglie di vino, con l’assortimento che, dal 2024, si è arricchito anche di un’annata Riserva. Così il progetto Mauracher Sand prospera e cresce – su una base sempre fertile, sia in senso letterale che figurato.
    Cantine
    Cantina Roeno - Von Blumen
    Temperature elevate di giorno e fresche di notte, terreni ottimali per coltivare la vite e, tra le altre, anche viti ultrasecolari: nessuna meraviglia se Roberta, Cristina e Giuseppe Fugatti hanno deciso di dare avvio al progetto Von Blumen Wine a Pochi, sopra Salorno. Hanno cominciato l'imbottigliamento dei primi vini con il Millesimo 2013.

    I Fugatti possiedono a Pochi oltre 12 ettari di vigneti che crescono su terreni calcarei e porfidici e godono del clima particolarmente mite: durante il periodo vegetativo le temperature medie si aggirano sui 18 °C e il fresco delle notti permette all'aroma di svilupparsi pienamente nei grappoli. "Dai nostri vini si sprigiona il terroir" - dice Giuseppe Fugatti - "La mineralità si lega con una aromaticità naturale e trasmette al vino un equilibrio vivace e rinfrescante al palato".

    Nel progetto Von Blumen Wine si tiene conto anche delle particolarità di ciascun vitigno e soprattutto del Pinot bianco, del Sauvignon, del Gewürztraminer, del Pinot nero e del Lagrein, ma anche della sostenibilità della coltivazione. "La protezione del terreno e dello spazio vitale è fondamentale per la qualità delle materie prime e per la la salvaguardia sostenibile dei vigneti" - commenta il vignaiolo. "In fondo, si tratta di non pensare all'oggi" - continua Fugatti - "Abbiamo il dovere di conservare le basi per permettere anche alle future generazioni di godere di un ampio assortimento di vini che esprimono l'amore per la regione di origine e per la cultura delle persone che se ne prendono cura". 
    Cantine
    azienda vitivinicola WeinGut Seppi
    Già da molte generazioni, la famiglia Seppi ha uno strettissimo rapporto con la viticoltura, anche più stretto di quanto ci si possa aspettare in un paese vinicolo come Caldaro. A gestire oggi la tenuta vinicola Seppi a Caldaro, con il sostegno della famiglia, è Werner Seppi, e lo fa con successo da oltre vent’anni.
    Inizialmente gestita ancora in modo convenzionale, nel 2005 la tenuta ha iniziato a seguire strade del tutto nuove. “In noi è maturato il desiderio di gestire la tenuta secondo le nostre aspettative personali e individuali, trasformandola in qualcosa di speciale e sostenibile”, spiega in proposito Werner Seppi. Di conseguenza, si è deciso di puntare su metodologie biodinamiche, prima nel vigneto e poi, dal 2016, anche in cantina.
    Questa seconda pietra miliare è legata alla decisione di vinificare in proprio una parte delle uve prodotte, così da poter creare dei vini in grado di riflettere le specificità della tenuta e delle sue zone di produzione. Si è arrivati al punto di vinificare separatamente i grappoli dei diversi vigneti. “A Caldaro, le piccole unità geografiche sono chiamate ‘Riegel’”, spiega Seppi, “e noi lavoriamo separatamente le uve provenienti dai singoli Riegel”.
    I vini della tenuta Seppi possono essere tracciati fino alla più piccola unità geografica. Il Gewürztraminer e il Pinot Bianco, per esempio, provengono dal Riegel Panigl, il Sauvignon viene dal Riegel Prey, la Schiava dal Riegel See e il Cabernet Franc dal Riegel Feld. In altre parole: nella tenuta Seppi il principio basato sul terroir viene portato all’estremo.
    Cantine
    Castel Annenberg
    Laces, Val Venosta
    Castel Annenberg troneggia maestoso su Laces in Val Venosta sin dal XIII secolo. Molto più recente è la storia della viticoltura che vi si pratica. È solo dal 2009, infatti, che la famiglia Fuchs vende i vini con etichetta Castel Annenberg.

    Quando Christa e Manfred Fuchs decisero di dedicarsi alla produzione di vini a Castel Annenberg, non si trattò di una scelta condivisa. Anzi: "I nostri figli non erano particolarmente entusiasti del fatto che volessimo giocare la carta della viticoltura, anche se ora ci sostengono in pieno" - riconrda Christa Fuchs.

    Da una parte è merito della determinazione con cui si cura la coltivazione della vite, dall'altra del percorso individuale che la famiglia segue fin dall'inizio. Nel vigneto di Castel Annanberg si punta sì a vitigni ormai consolidati, quali Kerner, Zweigelt o Pinot nero, ma soprattutto con i vini bianchi si sperimentano anche Solaris e Scheurebe (un incrocio ottenuto da Riesling con un vitigno sconosciuto).

    Ma non importa di quale vitigno si tratta: precisione, lavoro manuale e continui controlli sulla qualità sono le priorità che si rispettano nella tenuta di Castel Annenberg. "Solo così possiamo garantire ai nostri vini l'eleganza e la raffinatezza che li contraddistinguono e che vogliamo offrire ai nostri clienti" - dice Christa Fuchs. Eleganza e raffinatezza: proprio ciò che ci si attende dai vini prodotti in un antico maniero.
    Cantine
    Castelatsch
    Chi parla della tenuta Castelatsch di Cengles, in Val Venosta, deve prima parlare di costruzione. Innanzitutto delle costruzioni in senso lato, e solo dopo della costruzione di un vino. In fin dei conti le radici di Werner Schönthaler, il proprietario della tenuta, affondano in un’impresa edile, e lui stesso, da almeno un decennio, conduce una ricerca sui materiali edili più ecologici. “L’obiettivo era, ed è tuttora, quello di creare un’alternativa ai materiali esistenti, tanto che abbiamo già avviato la produzione di mattoni di canapa e calce”, spiega Schönthaler.
    Anche il maso Castelatsch, situato sul pendio sovrastante Cengles, è stato costruito con questo materiale edile assolutamente sostenibile. E la sostenibilità non si limita solo all’involucro; infatti la stessa filosofia (e passione) con la quale ha cercato di rivoluzionare l’edilizia, Werner Schönthaler la applica anche all’agricoltura.
    Presso maso Castelatsch si vive seguendo quei valori che, almeno a partire dall’insorgere della crisi climatica, dominano il dibattito pubblico: per esempio l’attenzione alle generazioni future, la salute e il benessere. E questi valori si riflettono anche nella produzione di vino. In definitiva, Schönthaler attribuisce un grande valore al fatto che i suoi vini siano in armonia con la natura nel vero senso della parola, quindi prodotti in modo sostenibile…
    … e anche un po’ eccentrico. Così come bada poco alle consuetudini in ambito edile, Schönthaler segue una strada tutta sua anche per i suoi vini. Per esempio, puntando tutto sulle varietà PIWI. Il suo “Eschkolot” è una cuvée bianca a fermentazione spontanea di uve Solaris, Muscaris, Souvignier Gris – e contiene polvere di marmo. Quando si dice nuove strade…
    Cantine
    Tenuta Griesserhof
    Varna, Bressanone e dintorni
    Produrre vini di carattere: questo è l'obiettivo di Paul Huber della tenuta Griesserhof di Varna. L'azienda è una delle più settentrionali dell'Alto Adige e punta soprattutto sui vini bianchi, ma si coltivano anche Zweigelt e Pinot nero.

    Le fondamenta della tenuta sono state gettate nell'Era glaciale. Enormi ghiacciai hanno lasciato dietro di loro un terreno morenico molto fertile, sul quale oggi crescono soprattutto vitigni bianchi. Della tenuta Grisserhof fanno parte tre vigne: Gols, Gall e Rigger.

    La prima si trova nel fondovalle e le viti circondano il maso. La vite cresce qui sin dal XIV secolo, come viene ricordato nelle iscrizioni dell'Abbazia di Novacella. Nessuna meraviglia: il terreno limoso e sabbioso è ideale per la coltivazione di diversi vitigni. "La vigna Gols è la migliore per il nostro Sylvaner" - dice Huber. La vigna Gall, situata a 800 m s.l.m., è invece la zona preferita dal Kerner, mentre il caldo fondovalle della Val Riga offre le migliori condizioni per i vini molto espressivi di Veltliner.

    "Per tutte le nostre vigne vale lo stesso proposito: vinifichiamo solo l'uva della miglior qualità, lavorandola secondo i più moderni standard della tecnica enologica" - racconta il vignaiolo, che in poche ma chiare parole descrive il proprio obiettivo:"Per noi è importante" - dice Paul Huber - "produrre vini con un forte carattere proprio".
    Cantine
    Burgerhof Meßner
    Che dalla combinazione di antico e nuovo nasca sempre qualcosa di interessante lo conferma in maniera evidente la tenuta Burgerhof Meßner di Bressanone. L’antichità è rappresentata dal maso stesso, situato in Valle Isarco su una terrazza di origine glaciale 750 metri sopra la città vescovile di Bressanone e citato per la prima volta in un documento del XIII secolo. Dal 1843 il maso è di proprietà della famiglia Meßner e oggi è gestito dalla quinta generazione.

    Il volto di questa quinta generazione – almeno per quanto riguarda la viticoltura – è quello di Johannes Meßner. La sua passione per il vino e per la sostenibilità è il filo conduttore della produzione vinicola del maso, che segue principi biologici fin dal 1983. Johannes Meßner combina poi questa eredità con le conoscenze acquisite in tenute vinicole in Australia e Sudafrica, nel Nord e nel Sud America, in Germania e in Alto Adige.

    Il suo credo è tanto semplice quanto eloquente: “Un buon vino nasce in vigna”, spiega il globetrotter del vino, che aggiunge: “Ogni piccolo passo del processo che va dalla pianta al vino nel bicchiere segna il vino in qualche modo”. E, dato che il vino comincia già nella vigna, il maso vinicolo punta esclusivamente sulle varietà PIWI. La selezione comprende Johanniter, Solaris, Muscaris, Souvignier Gris, Regent e Cabernet Cortis.

    Una simile varietà, tuttavia, è piuttosto atipica per il maso, dove la regola, secondo i dettami della coltivazione biologica, è: tanto quanto basta e il meno possibile.
    Cantine
    Weingut Michael Puff

    Presso la Tenuta vinicola Michael Puff di Cornaiano il motto è: nessuno stress, per favore! Questo motto, tuttavia, non si riferisce al fondatore della tenuta che porta il suo nome, ma alle vigne che qui crescono in parte nell’erba alta: con una distribuzione dei germogli incontrollata, senza cimatura e una defogliazione ridotta il più possibile. “I nostri metodi sono decisamente anticonvenzionali; il nostro obiettivo è quello di arrecare il minor stress possibile alle vigne”, spiega Michael Puff.

    Michael segue una filosofia analoga anche in cantina. I suoi vini, per esempio, fermentano spontaneamente in botti di calcestruzzo, quindi maturano per dodici mesi in piccole botti di quercia e vengono infine collocati nuovamente in botti di calcestruzzo per altri sei-nove mesi. “Nella fase di riempimento facciamo a meno di agenti migliorativi e filtraggio”, spiega Michael Puff che aggiunge, “il nostro vino nasce così, senza tanti fronzoli”.

    Michael Puff ha fondato la sua tenuta a Cornaiano/Rungg nel 2020; prima di allora ha completato la formazione alla scuola professionale di Laimburg, svolto tirocini in tenute vinicole e cantine e fatto già qualche esperimento presso il maso dei genitori. Oggi, le zone di coltivazione a Cornaiano/Rungg e Appiano Monte costituiscono la base della sua tenuta, nella quale Michael punta tutto sul Pinot Nero e sulla visione di uno stile di Pinot Nero all’insegna della freschezza.

    Le bottiglie di Pinot Nero della tenuta Michael Puff sono contrassegnati dalla libellula, simbolo di eleganza, potenza e atemporalità – animale che nella tenuta vinicola è di casa.

     
    Cantine
    Tenuta Waldgries Christian Plattner
    Bolzano, Bolzano e dintorni
    Nel cuore di St. Magdalena si trova l'Ansitz Waldgries a Bolzano. Viene menzionato per la prima volta nel 1242, quindi è una delle cantine più antiche a Bolzano e nei dintorni.
    Da circa 700 anni si pratica qui la viticoltura. Nei vigneti baciati dal sole, direttamente presso l'Ansitz Waldgries, le varietà di uve Vernatsch, Lagrein e Rosenmuskateller trovano il miglior terroir grazie al clima mediterraneo. Tra i 7,2 ettari totali coltivati da Christian Plattner, sono inclusi anche appezzamenti a Auer e a Eppan Berg, quest'ultimo dove vengono coltivate Sauvignon e Weissburgunder.
    Il risultato sono vini complessi, tra cui spicca il St. Magdalener, al quale si presta particolare attenzione qui, poiché appartiene ai vini più tradizionali e storici dell'Alto Adige.
    Un pezzo di storia nuova ma antica è rappresentato dal St. Magdalener Classico Antheos, un insieme di uve quasi estinto che è stato reimpiantato qui circa 10 anni fa e che ci permette di vivere un viaggio nel passato dalla bottiglia.
    Sul percorso del vino artisticamente progettato, che attraversa direttamente il vigneto dal parcheggio, i visitatori possono scoprire tutto ciò che c'è da sapere sull'Ansitz Waldgries.
    Cantine
    Roverè della Luna - Kellerei Aichholz
    Strada del Vino
    Un Lagrein di Roveré della Luna, migliore di qualsiasi altro prodotto nel circondario, è citato dallo scrittore di viaggi Max Sittich von Wolkenstein già nel XVII secolo. L'ambizione della cantina sociale di Roveré della Luna, la più settentrionale del Trentino, è davvero tanta. Per gli odierni 270 soci, più un onore che un onere.

    Roveré della Luna si trova immediatamente a sud della Chiusa di Salorno, su un accumulo di detriti calcarei. Nonostante che la Valle dell'Adige sia predestinata alla coltivazione della vite, qui le condizioni sono piuttosto sfavorevoli. "Il substrato di ghiaia e calcare trattiene a stento l'acqua e lo sviluppo delle viti è difficoltoso" - dice Carlo Alberto Gasperi, enologo della cantina sociale di Roveré della Luna. Ciò che per le viti e per i viticoltori appare come una sfida, per lui è un colpo di fortuna. "Grazie allo sviluppo lento delle viti, il vino diventa particolarmente fruttato" - dice l'enologo.

    La cantina sociale di Roveré della Luna è stata fondata nel 1919 da 24 vignaioli lungimiranti. Oggi conta 270 soci, che coltivano - nel complesso - 420 ettari a vite. Oltre al già citato Lagrein - immortalato anche in letteratura - producono Teroldego, Pinot grigio e nero, Schiava, Gewürztraminer, Chardonnay e Müller Thurgau.

    In tutti i vini e gli spumanti della cantina sociale di Roveré della Luna si riconoscono il terroir e le sue peculiarità, che si esprimono anche grazie alla lavorazione nella moderna e razionale cantina. Con uno sguardo rivolto al passato e uno al futuro. Proprio come si addice a vini resi memorabili già 400 anni fa.
    Cantine
    Dolomytos
    Renon, Bolzano e dintorni
    Negli anni'90, Rainer Zierock era una rockstar degli enologi. Laureato in scienze agrarie, è un professore universitario e un consulente in viticoltura molto apprezzato e richiesto in Italia, Germania, Svizzera e Francia. Trova però la sua tenuta ideale, perfetta, in Alto Adige e fonda l'azienda Dolomytos con sede in un'antica residenza del XIV secolo ad Auna di Sotto - Renon.

    Con Margaret Hubmann acquista la proprietà alla fine degli anni '90, vi mette a dimora 150 diversi vitigni e si lascia guidare dalla mitologia degli antichi Greci. Così, il pentagono assume un'importanza specifica, per Zierock, che produce i suoi vini e organizza un sistema di degustazione secondo il principio del pentagramma.

    Il Leitmotiv della tenuta Dolomytos di Auna di Sotto, sul Renon, diventa "panta rei" - tutto scorre, anche in cantina, secondo la legge di gravità. "Tutti i passaggi di lavoro possono essere messi in pratica seguendo la pendenza naturale, senza interventi esterni - fino all'imbottigliamento" - racconta Norbert Marginter, che in veste di nuovo proprietario gestisce la tenuta Dolomytos come da insegnamenti del professore, venuto a mancare nel 2009.

    Sono tre gli ettari coltivati nel modo più naturale possibile, la selezione durante la vendemmia è particolarmente attenta e l'uva raccolta rimane per 10 - 14 giorni a contatto con le bucce, prima che la fermentazione si inneschi spontaneamente. Segue poi l'affinamento in ZIGARILLOS di legno di rovere francese. "Tutti i nostri vini derivano da tagli di vini italiani e greci" - racconta Marginter. Nella tenuta Dolomytos, allora, i Greci non hanno lasciato solo le loro orme "mitologiche".
    Cantine
    Tenuta Eichenstein
    Merano, Merano e dintorni
    Il fatto che la tradizione viticola di una famiglia sia più antica di quella di una tenuta è raro, ma è il caso della famiglia Waldner. È ormai da 350 anni che questa famiglia coltiva la vite a Marlengo, anche se Josef Waldner ha dato vita all'azienda Eichenstein solo nel 2007. Col tempo ad essa si sono aggiunti la cantina, il vinarium e lo chalet per gli ospiti.

    I vigneti della tenuta Eichenstein si espandono a Montefranco sopra Merano, a 550-600 m s.l.m. "L'interazione tra microclima, territorio, caratteristiche geologiche e pedologiche è decisamente particolare, qui alla tenuta Eichenstein" - dice Waldner. In concreto: le vigne della tenuta crescono su terreni ricchi di quarzite, porfido e granito, in una zona climatica mediterranea e circondate da un paesaggio alpino.

    A questi aspetti naturali si aggiunge il know-how dell'esperto vignaiolo, che punta ad una coerente politica di qualità con la vendemmia a mano e una vinificazione in sintonia con i diversi vitigni. L'uva bianca è sottoposta ad una torchiatura delicata, ad una fermentazione in botti di acciaio o di legno e il vino giovane rimane per diversi mesi a contatto con le fecce. L'uva rossa rimane per quasi 3 settimane nelle vasche di fermentazione a contatto con le bucce. Solo al termine del processo di fermentazione alcolica i vini passano nelle barrique per la degradazione biologica degli acidi e vi rimangono per altri 12 mesi. "Le nostre selezioni subiscono un affinamento fino a due anni in cantina, prima di passare alla fase della commercializzazione" - racconta Waldner.

    Il risultato sono vini autentici, di carattere, che - come dice il vignaiolo - "rimangono nel ricordo". E aggiunge: "L'anima dei nostri vini deve lasciare un segno".
    Cantine
    Huber Andreas, Pacher Hof
    Naz-Sciaves, Bressanone e dintorni
    Otto ettari per otto vitigni. Vero, questa corrispondenza può essere del tutto casuale, ma per tutto il resto Andreas Huber della tenuta Pacherhof di Novacella a Bressanone lascia ben poco al caso. Qui dominano la competenza, l'impegno, la passione e l'eredità di un "pioniere del vino".

    Il pioniere in questione è Josef Huber, nonno di Andreas, che oggi gestisce la tenuta. Nelle vene di entrambi scorre il vino - la tenuta Pacherhof esiste sin dal 1142. Ai suoi tempi, nonno Josef intraprese alcuni viaggi di ricognizione, durante i quali venne a sapere che per il tipo di terreno e per le condizioni di esposizione della Valle Isarco, quelle erano le terre più adatte alla coltivazione di Sylvaner, Pinot grigio e Gewürztraminer. Per primo puntò sul Kerner - impensabile oggi eliminarlo dall'assortimento dela Valle Isarco.

    Andreas Huber non ha certo calcato impreparato queste autorevoli orme. La sua formazione presso l'istituto per la viticoltura di Veitshochheim (Würzburg) lo accompagna oggi nella sua attività in vigna e in cantina, dove può mettere a disposizione tutta la sua competenza e il suo know-how. Alla tenuta Pacherhof di Novacella hanno origine vini secchi dotati di grande fruttuosità e mineralità. "Per mantenere le caratteristiche della vite e della terra ricorriamo a una lavorazione delicata dell'uva e rinunciamo consapevolmente all'affinamento in barrique" - racconta il vignaiolo-enologo.

    L'eredità di suo nonno vive ancora e si riflette anche nella scelta varietale. Accanto a Müller Thurgau, Grüner Veltliner e Pinot grigio si coltivano anche Riesling e Sylvaner. E Kerner, naturalmente. In ricordo del nonno.
    Cantine
    Nicolussi Leck - Kreithof
    Caldaro sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    La tenuta Kreithof, situata nei pressi del rudere di Castelchiaro, è il cuore dell'azienda Nicolussi-Leck di Caldaro. Il maso risale al XIII secolo, ma la cantina - a più piani e perfettamente inserita nel panorama - è di ultima generazione. Per la tenuta Kreithof, quindi, si può parlare di una perfetta integrazione tra antico e moderno.

    Il Kreithof ha circa 800 anni e da poco più di un secolo è di proprietà della famiglia Nicolussi-Leck, originaria di Luserna, in Trentino. Durante la Grande Guerra si trasferì al Lago di Caldaro, dove sfruttò le condizioni ottimali per la viticoltura e dove diede vita alla propria tenuta. Oggi, Jakob Nicolussi-Leck e la sua famiglia coltivano 6 ettari di vigneto situato a 350 m s.l.m. "Le nostre vigne godono di condizioni estremamente varie. Possiamo scegliere - tra esposizione a est, a sud o a ovest - la migliore per ogni singolo vitigno" - dice Nicolussi-Leck.

    All'esposizione ottimale si sommano anche il clima mite, una costante brezza da sud, terreni caldi e sabbiosi e non da ultimo tutto il know-how della famiglia. A partire dal 2010, quest'ultima decise di lavorare in proprio l'uva prodotta. Ecco allora che fu costruita la cantina super-moderna, nel massimo rispetto dell'impatto ambientale, con tutti i vantaggi che la zona e la tecnica potevano offrire.

    L'annata 2017 è la prima durante la quale si procede alla vinificazione. "La lavorazione dei grappoli avviene sulla base della sola forza di gravità" - racconta il vignaiolo della tenuta Nicolussi-Leck di Caldaro. Il vino viene però conservato non nella cantina moderna, in quella storica del Kreithof. Tradizione e modernità: alla tenuta Nicolussi-Leck un abbinamento perfetto.
    Cantine
    Ansitz Mairhof - Matthias Bernhart
    Parcines, Merano e dintorni

    Il (pen)ultimo capitolo della storia lunga oltre 800 anni della tenuta Mairhof, una pietra miliare per l'abitato di Parcines, comincia nel 1930 con una donna di grande coraggio. E si conclude sotto forma di tenuta familiare coronata dal successo. O, meglio: non finirà ancora per molto tempo, il successo della storia continua ancora.

    Nonostante i 9 figli, Antonia Kofler - la mamma dell'attuale direttore anziano Matthias Bernhart - ha acquistato la tenuta Mairhof nel periodo tra le due guerre mondiali. Per pagare l'investimento si è dovuta togliere il pane di bocca - nel vero senso della parola - ma con il tempo si vedono i risultati: mucche, maiali e galline, grano, fieno e patate.

    Accanto ai classici prodotti per la sopravvivenza si comincia poi, nella tenuta Mairhof, a coltivare anche la vite, riaccendendo una passione che la famiglia finora non ha ancora abbandonato. "In vigna ci sono diversi lavori da fare durante tutto l'anno" - racconta Matthias Bernhart - "In autunno arriva poi il periodo migliore, la vendemmia".

    Con questa operazione, per la verità, non si concludono le attività, dato che alla tenuta Mairhof si vinifica in proprio. "Il lavoro in cantina richiede grande cura, precisione e naturalmente amore per un buon bicchiere di vino" - accenna sorridendo Bernhart. Lui e la sua famiglia completano la ricetta con questi tre ingredienti passando da un buon vino fatto in casa a vini aromatici pregiati: Riesling, Schiava e Pinot nero. L'amore per un buon bicchere di vino?

    La famiglia Bernhart può viverlo anche nella propria cantina.

    Cantine
    Tschiedererhof
    Varna, Bressanone e dintorni
    Sui 6 ettari di maso Tschiedererhof a Varna, la famiglia Jöchler coltiva meli, vite e ortaggi. Gran parte dell'uva che produce viene conferita alla cantina sociale e solo da una modica quantità di uva lavorata in proprio si ottengono interessanti vini. Anomali per la Valle Isarco: sono rossi.

    Il Comune di Varna si estende, esposto a sud, su terreno morenico di origine glaciale in Valle Isarco, nota per i suoi vini bianchi. Sylvaner, Kerner, Müller Thurgau, Gewürztraminer: questi vitigni trovano qui condizioni ottimali e hanno contribuito a rendere famosa la Valle Isarco come il più settentrionale comprensorio viticolo segnato sulla carta geografica della provincia di Bolzano.

    A maso Tschiedererhof si lavora quindi controcorrente. Situato da oltre 200 anni sulle pendici occidentali delle colline moreniche di Varna è da sette generazioni di proprietà della famiglia Jöchler, che non si occupa soltanto della coltivazione dei meli e degli ortaggi, ma che cura anche i propri vigneti, che si trovano a un'altitudine di quasi 600 m s.l.m. "Occuparsi" significa anche "preoccuparsi", signfica non "solo" grande fatica, significa anche dare sfogo alla propria passione per la viticoltura. "Gestiamo il nostro maso con il cuore e con le mani e vendiamo i nostri prodotti nella rivendita annessa al maso".

    La lavorazione della materia prima per ottenere prodotti di qualità interessa tutti i settori presenti a maso Tschiedererhof di Varna. L'uva non costituisce certo un'eccezione - per la felicità degli amanti locali del vino rosso. O dei vini rossi della Valle Isarco.
    Cantine
    Naturweine Pomella

    Il destino di Edmund Pomella avrebbe potuto essere una passeggiata: come viticoltore di terza generazione, nel 2016 è subentrato nella gestione di un maso già ben avviato a Cortaccia. Nei vigneti crescevano viti storiche con varietà classiche, e sarebbe quindi stato più che logico proseguire lungo questo percorso. Logico certo, ma non ovvio. Perché per Pomella l’ovvio era piuttosto questo: l’amore per la natura e il suo contributo all’ecologia. In poche parole: vini naturali e genuini.

    Tuttavia, poiché Edmund Pomella sa anche apprezzare i vantaggi di una solida tradizione, si è messo all’opera per affinare ulteriormente le viti dei suoi vigneti, alcune delle quali hanno anche cento anni. Oggi, sui vecchi portainnesti, crescono le varietà PIWI: Bronner, Johanniter, Muscaris, Souvignier Gris, Prior, Cabernet Cortis. In questo modo è possibile fare a meno dei pesticidi chimici. E, oltre ai robusti portainnesti, Pomella ha anche mantenuto il vecchio sistema a pergola, così da poter beneficiare dei vantaggi che esso può offrire in una zona esposta al sole e scarsa d’acqua.

    In fin dei conti, con i suoi vini naturali, Edmund Pomella punta a un duplice vantaggio: dovrebbero fare bene alle persone senza danneggiare la natura. E anche a una duplice qualità: “Non si tratta solo della qualità del vino, ma anche della qualità della vita, del rispetto della natura, delle piante, del terreno e di tutte le forme di vita”, afferma Pomella che vende i suoi vini (e altri prodotti naturali) anche nella bottega del maso organizzando inoltre visite guidate dell’azienda.

     
    Cantine
    Happacherhof
    Ora, Strada del Vino
    Questo vino fa scuola, nel senso più vero del termine. Nei vigneti della tenuta sperimentale Happacherhof di Ora, le studentesse e gli studenti dell'istituto tecnico agrario di Ora imparano come si coltiva la vite e come si produce il vino dall'uva vendemmiata. Un gran buon vino.

    La tenuta sperimentale Happacherhof esce dagli schemi e costituisce una particolarità, nel panorama viticolo altoatesino. Non è gestita da una famiglia di viticoltori, ma da docenti - altrettanto motivati - e dai loro studenti, che qui hanno la possibilità di imparare le tecniche di coltivazione partendo da zero.

    Per presentare agli studenti un quadro il più ampio e dettagliato possibile, sui circa 4 ettari della tenuta Happacherhof (e anche nei suoi immediati dintorni) si coltivano diversi vitigni con diversi sistemi di allevamento e seguendo diverse linee-guida. La gamma varietale comprende Cabernet, Merlot, Chardonnay e Lagrein. Quest'ultimo si coltiva secondo le rigide regole della produzione organico-biologica, per permettere agli studenti di fare esperienza con questa modalità di coltivazione che sta prendendo sempre più piede.

    Indipendentemente dal vitigno, dal sistema di allevamento e dalla modalità di produzione, l'uva della tenuta Happacherhof viene poi lavorata nella cantina dell'istituto. "La vinificazione rappresenta un capitolo importante della formazione degli studenti che hanno scelto l'indirizzo viti-enologico della nostra scuola" - spiega il Direttore dell'istituto tecnico agrario di Ora Christian Gallmetzer.
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      In ciascuna di esse è comunque possibile degustare e acquistare gli ottimi vini altoatesini andando alla scoperta di un mondo in continuo sviluppo, che ha visto negli ultimi anni la collaborazione sempre crescente tra aziende vitivinicole e architetti per la creazione di strutture architettoniche nuove ed originali che testimonino il nuovo corso di queste imprese fra tradizione e avanguardia. Scopri tutte le cantine dell'Alto Adige e le informazioni su orari di apertura e possibilità di degustazione.