Un tempo prestigiose dimore di nobili dame e gentiluomini o castelli destinati a duelli e difesa, oggi, grazie a un'accurata ristrutturazione puoi vivere questi luoghi come emozionanti musei, hotel dall’atmosfera unica, ristoranti fiabeschi o location per eventi. Anche se di alcuni castelli o fortezze rimangono ormai solo delle rovine, tutte queste mura accessibili al pubblico raccontano una storia unica.
Palais Campofranco fu costruito nella seconda metà del XVIII secolo. Durante il secolo successivo fu residenza dell'arciduca Ranieri Giuseppe d'Austria e di sua moglie, la principessa Elisabetta di Savoia. L'emblema del palazzo è il suo monumentale albero di ginko biloba, un regalo per l'imperatrice Elisabetta d'Austria, più comunemente conosciuta come la principessa Sissi, da suo zio Heinrich.
Un cambiamento che preserva sia l'ambiente che il passato del palazzo. Questa è la visione che ha alimentato la rinascita del Palais Campofranco, costruito dalle sue fondamenta storiche in un omaggio al territorio attraverso l'uso creativo di tecnologie intelligenti e fonti di energia naturale.
La corte interna del Palazzo, con il suo imponente albero di ginkgo come fulcro è aperta tutto l'anno per dare al Palazzo un ruolo centrale nella vita cittadina di Bolzano.
Il palazzo Longo di Egna, la notevole residenza barocca dei baroni di Longo risalente all'inizio del XVIII secolo, si presenta con una semplice facciata caratterizzata dal portale a tutto sesto, al quale si accede grazie a una scalinata a due rampe. I fregi della cornice in pietra del portone raffigurano due putti e un busto femminile. Gli interni del palazzo sono stati riccamente decorati con altorilievi in stucco a opera di Franz Hannibal Bittner e gli affreschi di Giacomo Antonio Delai, due valenti artisti attivi sulla scena bolzanina a partire dal 1730. La residenza vanta inoltre un magnifico parco che si estende fino al bosco retrostante il paese.
Negli anni sul finire del 1800 Bolzano visse un importante momento di fioritura: l'avvento dell'energia elettrica, il collegamento ferroviario e la salda guida del sindaco Julius Perathoner (dal 1895 al 1922) portò la cittadina rurale e piccolo borghese a scoprire una nuova dimensione urbana.A questo rinnovo contribuirono numerosi interventi pubblici realizzati dai bravi architetti dell'area tedesca che occuparono il posto di responsabile comunale all'edilizia: Sebastian Altmann, Wilhelm Kürscher, Gustav Nolte, Walter Norden.Il 4 novembre del 1900 sarebbe stato inaugurato l'attuale ponte sulla Talvera (ing. Wagner Birò, Graz) le cui ampie carreggiate carozzabili anticipavano di cinque anni la prima macchina di proprietà di un bolzanino. Tra gli edifici più importanti della nuova strada: il Museo Civico realizzato in stile castellano (disegno Alois Delug, esecutivi di Musch & Lun) al posto dell'abbattuto Palazzo Hurlach, quello della Banca Nazionale Austroungarica (poi Banca d'Italia e oggi Museo Archeologico dell'Alto Adige) e lo stesso edificio della Cassa di Risparmio (arch. Wilhelm Kürscher) pensato in forme neo-barocche.
Il castello Rechtenthal nei giorni d'oggi non é visitabile perché é un'Accademia d'aggiornamento.
Bell'edificio del 1634 sul cui fianco s'intravede parte dell'antica muratura, sede della pesa pubblica fino al 1780. Di fronte una targa ricorda la chiesa di Sant'Andrea (demolita nel 1785) e davanti si può ammirare la pittoresca Piazza del Grano, impreziosita da bei negozi e locali, una volta sede del mercato del grano e altri prodotti agricoli. Si tratta del primo nucleo urbano di Bolzano con il castello dei principi vescovi di Trento, fondatori della città; il castello è stato probabilmente demolito da Mainardo II di Tirolo nel corso di una delle sue incursioni per ottenere il controllo dell'importante borgo commerciale (1277).
Sito a ridosso del centro storico cittadino, immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un incantevole vista sul Catinaccio-Rosengarten, il castello del XIII secolo è stato ristrutturato negli anni ’80 e adibito a centro congressuale con sale espositive. È sicuramente una delle strutture più interessanti ed esclusive per ospitare convegni, seminari, banchetti, concerti, serate culturali e mostre. Le sue sale, impreziosite da affreschi, dispongono di un’attrezzatura congressuale moderna e funzionale. Particolarmente suggestiva la veduta del castello dall’attigua passeggiata Lungotalvera. Parcheggio Adiacente.
Castel Mareccio è un centro congressi. È accessibile in occasione di mostre e manifestazioni. Da non perdere la vista sul castello e sul Catinaccio dalla Passeggiata Lungotalvera.
Il castello si presenta come una costruzione tipica del Primo Rinascimento del XVI secolo. Il castello che da molte generazioni appartiene alla stessa famiglia è stato trasformato negli ultimi anni in un'accogliente cantina tradizionale. La residenza é caratterizzata da erker, una scala aperta con loggia, soffitti in legno e pitture decorative. La residenza si presenta come costruzione molto imponente e bella. Una volta la residenza era protetta dal lato della strada da un'imponente muro con torri.
A nord di Bolzano all'ingresso della Val Sarentino e di fronte a Castel Roncolo, si trova la rovina di Castel Rafenstein. Palazzo e mura di cinta vennero costruiti già nel XIII secolo, mentre nel XIV secolo il castello venne ampliato con l'edificazione di serraglio, torre d'ingresso e ala sud. Nel XVI secolo il castello venne infine fortificato con serraglio e bastione circolare in base alle nuove esigenze militari in modo da poter difendere il complesso dalle armi da fuoco.
La rovina è accessibile in occasione di eventi e manifestazioni.
Questo edificio barocco divenne la residenza dei conti Zenobio nel 1729, anno in cui lo acquistarono dai signori Cazan. La facciata è decorata con gli stemmi affrescati della famiglia, che amministrò il distretto giudiziario di Enn e Caldiff tra il 1648 e il 1830. Le sale interne si sviluppano simmetricamente attorno a un'importante scala centrale e sono caratterizzate da splendidi soffitti con decorazioni in stucco.
In alto, sopra il paese di Nalles, su una roccia a forma di naso con tre lati in ripida pendenza, che si erge al margine della gola del rio Sirmiano, troneggia la rovina Payersberg. La roccaforte fu costruita nel primo trimestre del XIII secolo da Payr, citato dal 1165 quale ministro del Conte di Appiano. L'accesso al torrione rettangolare a quattro piani, situato nell'area più soggetta agli attacchi, avveniva attraverso una porta collocata al secondo piano. Al terzo piano, abitato, si giungeva attraverso una scala che portava in alto. Allo stesso piano si trova l'apertura di una finestra ampia quattro metri; un camino a punta dal rivestimento tondeggiante manteneva calda la stanza. Passando attraverso un portoncino si poteva accedere al cammino ligneo della ronda, che si snodava attorno al torrione. A sud del torrione e protetto da esso, si trovava il piccolo palazzo, oggi in rovina. Ad est, sono ancora visibili i resti della cappella della roccaforte in stile tardo gotico. La roccaforte fu ristrutturata nel XVI secolo sotto il cavaliere Jakob von Boymundt-Payersberg e fu dotata di nuove fortificazioni. Allo stesso periodo risale la costruzione della porta settentrionale, con l'attuale portone di ingresso e il bastione circolare. Sopra il portone si trova lo stemma dei Payersberg con l'anno 1560. Già Marx Sittich von Wolkenstein, però, che redisse una descrizione regionale attorno al 1600, riferiva che Payersberg era decaduto e non più abitabile. Evidentemente questa trascuratezza aveva a che fare con l'edificazione di Castel del Cigno/Schwanburg a Nalles, che rispondeva meglio alle esigenze di uno stile di vita più confortevole. Fino all'estinzione dei conti von Payersberg, nel 1791, la roccaforte restò in loro possesso. Oggi appartiene alla famiglia Malpaga e funge da appartamento e da edificio di servizio per la rispettiva azienda agricola. A Sirmiano di Sopra, accanto al Rainerhof, il maso dalla posizione più elevata del comune di Nalles, si scorge un edificio simile ad una torre, che si distingue nettamente dai masi circostanti e manifesta immediatamente la sua appartenenza ad una roccaforte di cavalieri. Si tratta della cosiddetta Jagdturm (la torre della caccia), che fungeva da luogo di soggiorno del conte von Payersberg durante i periodi di caccia e nelle estati calde. La straordinaria torre di Castel Payrsberg, che troneggia, alta, sul paese di Nalles ed è visibile da molto lontano, è l'emblema del paese e impreziosisce l'attuale logo della località di Nalles.
Castel Payersberg è stato ristrutturato nel 2024 ed offre da allora una location di prima classe per momenti indimenticabili. La struttura di nuova concezione, con la sua vista panoramica, è ideale per una varietà di occasioni, come matrimoni, concerti, feste aziendali, compleanni o conferenze.
Castel Flavon è aperto al pubblico solo come ristorante e in occasione di feste e ricevimenti privati (vedasi orario di apertura ristorante). Per raggiungerlo si deve attraversare il rione Aslago. La strada si inerpica fino al promontorio roccioso su cui si trova il castello (parcheggio). Bella vista sulla pianura dell'Adige e sulla città di Bolzano in direzione nord (altipiano del Salto, Val Sarentina, Renon). Contiene pregevoli affreschi del 1500.
La splendida Residenza Griesfeld fu fatta edificare da Carlo Baldassarre da Cazzan attorno alla metà del 1600. Finestre rettangolari, 2 bifore e 6 finestre a occhio di bue ne ornano l’elegante facciata. Al secondo piano dell’edificio si trova una splendida cappella barocca, la cui volta a botte è decorata da ricchissimi stucchi e pregevoli affreschi del XVII secolo raffiguranti le vite dei Santi e della Madonna. Oggi questo signorile edificio ospita una scuola di economia domestica.
Situato all'imbocco della Val Sarentina, a nord della città, il castello è comodamente raggiungibile a piedi percorrendo la verde passeggiata del Lungo Talvera oppure in bicicletta lungo la pista ciclabile. Collegamenti anche con il bus di linea n° 12 (festivi nr. 14), e con lo shuttle gratuito da Piazza Walther (per informazioni rivolgersi all'Azienda di Soggiorno di Bolzano). Alla base del castello si trova il parcheggio per automobili e biciclette. Edificato nel 1237 su uno spuntone di roccia, il castello è stato più volte ampliato e restaurato e conserva splendidi affreschi che narrano scene di vita cortese, episodi di caccia, tornei cavallereschi e momenti di vita quotidiana. Non mancano gli spunti letterari come la rappresentazione delle avventure di Tristano e Isotta e quelle di Artù con i suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. Trattasi del ciclo di affreschi a soggetto profano più grande e meglio conservato del Medioevo. Molto interessanti anche le manifestazioni culturali e le mostre che animano periodicamente la corte e le sale del castello. All'interno un servizio di ristorazione offre la possibilità di degustare gastronomia tipica locale in un ambiente medievale.
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La “casa a sala”è una tipologia di edificio largo 5-11 metri, sviluppato in profondità per una lunghezza che varia tra i 45 e i 60 metri. Dalla facciata porticata si accede al cortile interno attraverso un profondo portico voltato su cui si aprono gli ambienti usati come deposito. Nel cuore della casa, affacciata sul cortile, la “sala”, sempre di grandi dimensioni, si sviluppa dal primo piano e giunge fino al sottotetto; grazie alle aperture sul cortile e agli abbaini sul tetto, l’ambiente è ben illuminato e si mantiene fresco e ventilato nei mesi estivi. Tali caratteristiche lo rendevano funzionale a un infinito numero di attività domestiche, come per esempio l’essiccazione e la lavorazione dei prodotti agricoli o l’asciugatura del bucato. Sull’ambiente centrale si affacciano tutte le stanze del primo piano e le balconate di accesso ai piani superiori; anche questo contribuiva a rendere la “sala” il cuore della vita familiare. È possibile osservare la struttura interna di una Saalhaus attraversando il passaggio pedonale ricavato dal cortile interno del numero 32 di Via Andreas Hofer.
Nel 1557 questa casetta sulla piazza, sempre descritta come piccola, è ancora accessoria dell'odierna casa Amplatz, l'ex locanda "zum Zotten", ed è collegata da tre porte. Successivamente viene menzionata come accessoria della casa Hilber e attorno al 1700 vi abita il parroco Johann Teiss il Vecchio. Nel 1722, i suoi eredi la cedono a Balthasar Öfner, un commerciante di Montagna. Nel 1783, il calzolaio Johann Babtista Monsorno acquista la parte superiore – in aggiunta al denaro per l'acquisto, il venditore riceve un paio di scarpe nuove – nel 1788 Monsorno acquista anche la parte inferiore. Nel 1813, la casa viene divisa di nuovo, un piano viene ceduto a Peter Kaufmann e l'altro a Josef Gaßmann. Nel 1834, Gaßmann cede la sua parte a Peter Kaufmann. Nel 1838 egli lascia la casetta, su cui grava il diritto di patronato del beneficio ecclesiastico di Teiss, al Comune, con l'obbligo di concederla in usufrutto al rispettivo beneficiato a titolo gratuito. Nel 1905, la casetta del beneficio viene venduta a Jordan Amplatz. Nel 2017, Karl Amplatz la vende alla famiglia Zuchristian-Amplatz, che la ristruttura con cura e la integra nella struttura ricettiva di sua proprietà direttamente adiacente (Amplatz). Con questa operazione il cerchio si chiude e la casa del beneficio torna, come già nel 1557, ad essere accessoria dell'adiacente casa Amplatz.
Dal 1507, una meridiana adorna la casa, che come quella del campanile della chiesa, indica l'ora ai frequentatori della piazza del paese. Una particolarità di questo cronometro è che indica sia l'ora legale che quella solare. Notevole è anche il soffitto gotico all’interno.
All'uscita della gola del ruscello di Sirmiano, poco sotto al Castel Payersberg, s'innalza il Castel Schwanburg, un castello abitato e molto ben ristrutturato. Già citato nel 1286 in un documento della Parrocchia di Bolzano come Haus in der Gaul (casa nella stretta) il castello appartiene dal XIV secolo al nobile casato dei Boymont-Payersberg. Negli anni 1560-1575 Jakob von Payersberg diede al castello l'odierno aspetto. Chiamò il castello con il nome "Schwan" (cigno) rappresentato nel suo stemma: Schwanburg. I signori von Payersberg nel loro stemma e scudi di famiglia riportavano oltre al toro nero della casata dei Boymont anche il fiero cigno bianco su sfondo blu. Il toro ed il cigno orano ancora oggi lo stemma ufficiale del comune di Nalles. Il castello si presenta come un insieme d'edifici singoli con logge e scale che si raccolgono intorno ad un cortile interno. All'ingresso del castello è posto lo stemma della casata dei Boymunth-Payersberg del 1560. Nel cortile si trova anche un bellissimo orologio solare che riporta la data 1563 e due tavole romane avvolte da rigoglioso fogliame. Il Castel Schwanburg che ospitava la più antica cantina di vini privata dell'Alto Adige, è abitato dai discendenti di Rudolf Carli e sede degli uffici amministrativi dell'azienda. Il podere vinicolo si estende su una superficie di ca. 15 ettari e hanno prodotto vini di qualità che portavano il nome Castel Schwanburg. Nell'antica cantina del castello si trovano oltre alle centinaia di botti in rovere (barriques francesi) anche le botti in legno a forma d'uovo risalenti all'epoca di Maria Theresa d'Austria.
Proprietà privata - non da visitare!
Situato al margine sud-occidentale di Bolzano, il castello è considerato uno degli emblemi dell'Alto Adige. Il nome originario "Formigar" deriva dal latino "formicaria". Dal X secolo d.C. il castello era di proprietà dei principi vescovi di Trento. Nella seconda metà del Quattrocento fu acquistato dal duca Sigismondo il Danaroso, conte di Tirolo, che lo trasformò nel più grande e prestigioso dei suoi castelli dandogli il nome di "Sigmundskron" (corona di Sigismondo). Oggi è sede del museo della montagna di Reinhold Messner MMM Firmian.
La rovina Caldiff si trova sopra Egna a Mazzon e lascia intravedere in un vecchio edificio costruito probabilmente intorno al 1200. Il castello è stato abitato tra il XVI e XVIII secolo dalla nobile famiglia di Enn e in parte è decaduto dopo un incendio. Dopo i lavori di ristrutturazione solo alcuni resti delle mura, così come anche affreschi e pitture murali sono esistenti. La rovina è raggiungibile attraverso il vecchio sentiero del castello.
A seguito di alcuni scavi condotti in località “Kahn” a partire dal 1983 sono stati portati alla luce i resti di una grande struttura di epoca romana, che con grande probabilità sono da attribuire alla “Endidae Mansio” segnalata sulla mappa “Itinerarium Antonini”. Il grande edificio, di 737 mq di superficie, aveva forma rettangolare ed era caratterizzato da un vasto portico d’ingresso e da una corte centrale in parte coperta, intorno alla quale erano disposti una serie di ambienti più piccoli, probabilmente stanze per il riposo (cubicola) e una cucina.
Il percorso espositivo "BZ '18–'45. Un monumento, una città, due dittature", aperto al pubblico nel luglio del 2014, illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini. Vengono ripercorse le vicende storiche locali, nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918–1945), legate in particolare modo all’avvicendarsi di due dittature (quella fascista e quella nazionalsocialista) e vengono illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti. Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.
Il maestoso castello costruito nel medioevo troneggia su una ripida roccia, sopra il paese di Salorno. L'imponente rovina è uno dei monumenti più importanti dell'Alto Adige. L'edificio originale è stato ricostruito e ampliato più volte nel corso degli anni ed era in possesso di diverse famiglie nobili. Nel XVII secolo il castello è diventato proprietà dei discendenti del conte veneziano Zenobio – Albrizzi. La Haderburg è stata ristrutturata grazie all’intervento della famiglia. Dal 2003 è aperto al pubblico. Attraverso il sentiero “Via delle visioni” il castello è facile da raggiungere da Salorno. L’estate è luogo di rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali e banchetti medievali. Il castello ospita ora una mescita.
Complesso rurale sito nel punto in cui convergono ad angolo acuto le vie della Cascata e S. Colombano, composto da varie ali ad uso residenziale e produttivo raccolte intorno a un cortile interno. Nel punto di incrocio delle due strade è identificabile il nucleo originario del complesso, ampliato in epoca rinascimentale agli inizi del XVII secolo, come indicano il portale con cornice a bugnato, il monogramma di Hans Pock e l’anno 1626. Su una bifora era un tempo leggibile l’anno 1620. Nell’angolo sud-ovest erker poligonale e sul retro verso la strada erker rettangolare su mensole rinascimentali finemente lavorate con decori a volute.
Edificio tripartito di epoca rinascimentale su pianta estesa in senso longitudinale, risalente all’inizio del XVII secolo. All’origine dello sviluppo del complesso è un nucleo di due piani di età gotica prospiciente la piazza della Chiesa, il cui piano cantine comprende due grandi vani voltati ad uso produttivo. Rinviano all’importante ampliamento rinascimentale diverse finestre con cornici in pietra arenaria e un portale incorniciato in pietra con conci a punta di diamante e decori a rosette.
Al piano superiore un’ampia sala funge da collegamento e da accesso alle ali nord e sud. Gli interni di carattere nobiliare comprendono una stufa tardobarocca in maiolica verde proveniente dalla Val di Non, una stube intagliata neogotica della fine del XIX secolo, un soffitto con stucchi e diversi vani dotati di volte a botte.
Adiacente verso est alla casa si trova un ampio parco.