L'assortimento offre in prevalenza vini bianchi, ma non solo. "Per il 70% si tratta di Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner e Riesling" - spiega Celestino Lucin. La cautela e l'oculatezza da lui imposte si applicano non soltanto in cantina, ma anche in molti altri settori. E rispettando queste regole i viticoltori coltivano in modo sostenibile - la cantina opera addirittura ad emissioni zero di CO2.
Nonostante la cantina dell'Abbazia di Novacella sia nota soprattutto per i suoi vini bianchi, il 30% della produzione è rappresentata da vini rossi, che giocano un ruolo tutt'altro che secondario. L'uva si vendemmia da vigneti di proprietà dell'Abbazia, che si trovano a Bressanone e in zone limitrofe. "Per la loro coltivazione, le condizioni climatiche non sono ottimali" - spiega convinto Celestino Lucin. Per questo, le uve di Schiava, di Pinot nero e di Moscato rosa si vendemmiano nelle zone di Bolzano e di Cornaiano.
Ma che si tratti di vini bianchi o rossi, il fiore all'occhiello della cantina dell'Abbazia di Novacella rimane la linea Praepositus, che è contemporaneamente anche un omaggio al fondatore. Prapositus, in latino, significa infatti vescovo, pastore di anime, con riferimento al beato Hartmann, allora vescovo di Bressanone e fondatore dell'Abbazia.