Ed è per questo che Robert Sinn coltiva seguendo le rigide regole della biodinamica, che sta alla base anche della scelta innovativa e coraggiosa dei vitigni da coltivare su superfici tanto distanti tra loro e con microclimi tanto differenti. "Accanto a vitigni classici e tradizionali, ad esempio Pinot bianco, puntiamo sempre più sui vitigni resistenti alle malattie fungine" - spiega Sinn, che cita - ad esempio - Bronner, Johanniter, Aromera e Chambourcin, Prior e Cabernet Cortis.
Dalle uve vendemmiate - sia di vitigni tradizionali che resistenti - si ottengono in cantina vini multidimensionali e longevi, con aromi complessi e intensi. I vini vengono affinati, oltre che nei classici contenitori di acciaio e nelle botti di legno, anche nelle anfore di terracotta. La strada che percorre Robert Sinn dalla vigna alla bottiglia è coerente: una strada che si orienta verso la tradizione e la storia, ma con lo sguardo al futuro.