Sinergia tra paesaggio e architettura In Alto Adige l’architettura e le innovazioni ad essa correlate rivestono una grande importanza. Si tratta di un luogo che ha il coraggio di spingersi oltre, di sperimentare molto a livello edilizio. Lo dimostrano costruzioni come la distilleria di whisky, unica nel suo genere, la palestra di arrampicata, di grande valore tecnico, per arrivare fino all’esclusivo complesso alberghiero. Che siano in montagna o circondate da palme e cipressi queste opere architettoniche si inseriscono, talvolta senza pretese, nel caratteristico paesaggio dell’Alto Adige. Progettate da architetti locali e premiate con numerosi riconoscimenti, ciascuna di esse merita di essere ammirata nella sua totalità.
La vecchia funivia di Ivigna, risalente agli anni Sessanta, nel 2010 è stata sostituita in soli dieci mesi da un nuovo impianto tra Merano/Val di Nova (750 m) e Merano 2000 (1960 m). Oggi due cabine da 120 persone raggiungono la stazione a monte in soli sei minuti. Gli impianti tecnici della ditta Doppelmayr sono racchiusi in un grande parallelepipedo con un rivestimento leggero in lamiera forata rossa che dà origine a un segno forte, visibile anche da lontano nel paesaggio, e sembra quasi fluttuare sopra le bianche terrazze di sbarco. Impiegando una gamma limitata di materiali – acciaio, vetro e calcestruzzo chiaro – si è realizzata un’architettura leggera e trasparente che offre vedute grandiose sul paesaggio alpino. La stazione a valle e quella a monte, entrambe vincitrici di vari premi, rappresentano un’alternativa rispetto agli impianti di risalita più comuni: in questo caso tecnologia, forma e funzione si fondono per dare vita a un’architettura senza tempo.
Dalla piscina coperta si gode di un’ampia vista che arriva a includere le montagne circostanti, costituendo un’ulteriore attrazione per i visitatori. A un primo sguardo il fronte principale del complesso sembra piuttosto compatto grazie alla parete continua del piano superiore: in realtà la zona di ingresso vetrata e le lunghe finestre a nastro orizzontali al piano terra offrono colpi d’occhio invitanti anche verso l’interno della piscina. Gli altri fronti dell’edificio sono delimitati da vetrate a piena altezza che si aprono generosamente verso la vasca esterna e il panorama alpino. Un taglio nella copertura ha permesso di ricavare al piano superiore una terrazza per la sauna, protetta dagli sguardi esterni e valorizzata anch’essa da una vista che spazia in lontananza. Gli ambienti interni, inondati di luce diurna, sono caratterizzati dai soffitti in legno che soprattutto nelle ore serali, con l’illuminazione artificiale, creano un’atmosfera calda e confortevole.
Situato ad alta quota in un’area particolarmente esposta e soggetta a tutela paesistica, il ristorante forma una corte ben protetta dai venti insieme ai due edifici preesistenti, la stazione a monte della funivia e il chiosco-pizzeria. La nuova costruzione si stacca dal suolo il meno possibile, dando origine a un volume di forma allungata a un solo piano che riesce quasi a fondersi con il paesaggio. Il linguaggio architettonico si svincola nettamente dallo stile tradizionale delle baite di montagna: una copertura piana fortemente aggettante crea un riparo per le facciate interamente vetrate, che fanno apparire l’edificio ancora più trasparente e leggero. I materiali impiegati sono tuttavia quelli tipici della tradizione: legno per le terrazze e gli arredi, pietra naturale per le murature della cucina e dei servizi. All’interno tre volumi cubici rivestiti di legno articolano la pianta libera della grande sala per gli ospiti, che assume più il carattere di una lounge che di un rifugio alpino.
A una quota di 3.026 metri, vicinissimo al confine con l'Austria, si trova il nuovo rifugio.
Un’attrazione architettonica con vista mozzafiato sulle cime maestose e le catene montuose del Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina, sulle Alpi Aurine, sugli Alti Tauri e persino sulla Marmolada ...
-> 50 posti letto
-> sala asciugatura
-> docce
Nella zona industriale di Glorenza il cubo alto 13 metri della Distilleria Puni svetta come una Kaaba giunta qui da un mondo lontano, un landmark ad alto contenuto simbolico. L’idea geniale dell’architetto è stata quella di alloggiare tutti gli impianti tecnici, oltre che i locali di vendita e di servizio, in un cubo di mattoni realizzato con la tecnologia costruttiva tradizionale dei fienili della regione, cioè con le pareti in laterizio forate e permeabili all’aria. Le stesse pareti che appaiono trasparenti sia dall’esterno che dall’interno, proseguono al piano interrato, dove sono collocati la scintillante caldaia per la fermentazione e l’alambicco, dando origine a una massiccia struttura a volta. È sorprendente l’unitarietà nella scelta dei materiali, che fanno riferimento alla limpidezza dei prodotti di questa distilleria, la prima in Italia dedicata al whisky. Tutti i dettagli in acciaio e vetro sono stati disegnati con grande attenzione alla qualità, come del resto le strutture in laterizio.
Il rifugio Oberholz è situato a 2.096 metri a Obereggen, sulle Dolomiti. È realizzato con materiali ecosostenibili e si integra perfettamente nella natura che lo circonda. La struttura a sbalzo cresce dalla collina come un albero steso a terra dal cui tronco nascono tre rami. In completa simbiosi con il paesaggio, ciascun ramo è rivolto verso le tre montagne più importanti della zona: la Mendola, il Corno Nero e il Corno Bianco. Su questi rami curvilinei si sviluppa la tipica forma del tetto a due spioventi, generando al suo interno tre aree caratterizzate da un’atmosfera più intima, in cui sono distribuiti i tavoli del ristorante. I tre spazi sono chiusi da una grande facciata in vetro che permette di ammirare le tre montagne circostanti. L'intera struttura è composta di portali in legno di abete rosso che, posti in continuità, enfatizzano la geometria curvilinea dell’edificio. La distanza fra questi portali è variabile, lo spazio vuoto tra un elemento e l’altro è tamponato con pannelli di legno di abete. L'intera facciata esterna è costituita da doghe di legno di larice.
Il Messner Mountain Museum Ortles a Solda è dedicato ai temi ghiaccio e ghiacciai. Il punto focale della mostra è il massiccio montuoso più importante dell'Alto Adige: l'Ortles. Assieme all'architetto Arnold Gapp, Reinhold Messner ha creato un museo unico nel suo genere. L'MMM Ortles è ospitato in un nuovo edificio appositamente progettato. L'architetto della Val Venosta ha inserito la maggior parte del museo in una piccola collina. L'ingresso è stato integrato in un muro di pietra naturale. Le pareti in calcestruzzo a vista sono modellate a forma di cristalli di ghiaccio e grotte di ghiaccio. È visibile all’interno la più grande collezione al mondo di dipinti e attrezzi del ghiaccio dell'Ortles. La luce filtra attraverso una fascia frastagliata di finestre sugli oggetti esposti e ricorda un crepaccio. Ad un certo punto del museo è possibile vedere anche la cima innevata dell'Ortles.
Questa casa unifamiliare alquanto originale, che spicca in un contesto di edilizia rurale abbastanza recente, si compone di due parti distinte: da un lato le strutture originarie di una casa contadina vecchia di 300 anni, in cui vive da molte generazioni la famiglia dell’architetto stesso, dall’altro la nuova addizione sepolta sotto un cumulo di pesanti tronchi d’albero. L’idea di abitare sotto una catasta di tronchi è venuta ad Armin Blasbichler già da bambino, quando giocava nel bosco, e da adulto non ha fatto altro che tradurla in pratica razionalmente. In realtà sotto i tronchi grezzi non si nascondono ambienti freddi e oscuri, ma pareti vetrate e aperture che danno origine a un raffinato gioco di luci. Degni di nota sono anche la varietà di materiali utilizzati, dal cemento grezzo con inseriti frammenti di vetro all’acciaio ad alta brillantezza della cucina, e i molti virtuosismi progettuali risultato della fantasia dell’architetto.
Per l’ardita strada alpina che raggiunge l’Austria attraverso il Passo del Rombo, chiusa nei mesi invernali, sono state ideate cinque sculture architettoniche che interpretano ciascuna un tema attinente a questa via di comunicazione. Le stazioni del percorso, intitolato “Emozioni sul Passo del Rombo”, comprendono: una sorta di “cappella” al Passo, già in territorio austriaco, in cui spicca una passerella a sbalzo sul vuoto; un riparo di forma cubica per i contrabbandieri; il Museo del Passo, con una struttura protesa spericolatamente sul precipizio; le due gigantesche finestre del “Telescopio” puntato sul maestoso paesaggio alpino, in calcestruzzo colorato come le altre installazioni; infine il “Granato”, una struttura in acciaio che racchiude una piattaforma di osservazione e allude alle formazioni geologiche locali. Sono tutte sculture abitabili che mostrano uno dei modi in cui l’architettura è in grado di valorizzare il contesto paesaggistico.