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    Architettura e vino

    Nel corso degli ultimi anni, l’Alto Adige ha visto emergere numerosi nuovi impulsi architettonici. Gli architetti locali sono riusciti a preservare l’autentico carattere dei vigneti abbinandolo all’avanzamento delle tecnologie produttive, alla sostenibilità e al nuovo concetto di design.

    Risultati
    Cantine
    Tenuta J. Hofstätter
    Termeno sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Nel 1907 Josef Hofstätter fonda a Termeno un'azienda vitivinicola che oggi è una delle imprese familiari più estese dell'Alto Adige. Il concetto di "Alto Adige" limita però troppo i confini di Josef Hofstätter e infatti la visione dell'attuale gestore, Martin Foradori, va ben oltre le frontiere.

    Molto più in là. Superfici che nel complesso arrivano a 50 ettari distribuiti a est e a ovst della Bassa Atesina, nella parte meridionale del Trentino e - primo viticoltore italiano - anche sulle rive della Saar: tutto ciò viene gestito da Martin Foradori e coltivato con il marchio J. Hofstätter. Il raggio d'azione è davvero molto ampio, ma la filosofia è sempre la stessa:"In Alto Adige, Hofstätter è sinonimo di precursore del concetto di zonazione, che implica che i vini esprimano le caratteristiche dell'area nella quale sono maturati i grappoli" - spiega Foradori.

    Terreno, clima, altitudine: questo è ciò che i vini Hofstätter devono riprodurre in chi li beve. "Sette dei nostri vini sono dotati della menzione aggiuntiva "VIGNA", che ricorda il "Gran Cru" francese" - così Foradori, che riporta il concetto di zonazione alla semplice saggezza:"Quando il vitigno e la zona in cui cresce "collaborano", il vino che ne deriva è eccellente". A ciò si aggiunge la coltivazione rispettosa delle vigne, che per J. Hofstätter è ormai tradizione:"Abbiamo abbracciato precocemente la potatura delicata, minimizzando gli interventi di taglio e permettendo lo sviluppo di viti forti" - racconta il vignaiolo. E anche la scelta varietale prosegue secondo tradizione e punta sui vini locali: Pinot bianco, Lagrein, Schiava, Gewürztraminer e Pinot nero.
    Cantine
    Cantina Valle Isarco
    Chiusa, Bressanone e dintorni
    Produrre vini ricchi di mineralità, fruttuosità ed eleganza, con un forte carattere individuale: questa è la filosofia della cantina Valle Isarco, la più giovane dell'Alto Adige e che con 135 soci è anche la più piccola cantina sociale altoatesina e la più settentrionale d'Italia - chiara e semplice. Senza compromessi.

    Le viti crescono su erti terrazzamenti situati tra i 250 e i 1.000 m s.l.m. - il lavoro è faticoso e spesso solo manuale. Proprio in queste condizioni è fondamentale lavorare in sintonia con la natura, rispettare le scarse risorse naturali e produrre quanto più possibile secondo le leggi naturali. Anche l'altitudine porta con sè però qualche vantaggio: il momento ottimale per vendemmiare cade tardivo, nella stagione, e le viti possono così approfittare di tante giornate autunnali con temperature diurne ancora elevate e con notti più fresche che si ritrovano poi nelle quasi 950.000 bottiglie di vino prodotte ogni anno.

    "Il clima particolare della Valle Isarco, i suoi terreni minerali e la vendemmia tardiva sono condizioni ottimali per ottenere vini freschi, fruttati e minerali" - racconta Stefan Donà, dal 2023 enologo della cantina Valle Isarco. Fiore all'occhiello della sua cantina sono gli eccellenti Sylvaner, Kerner, Müller Thurgau e Grüne Veltliner, che rappresentano non meno del 98% dell'assortimento. Si riconoscono grazie al profilo stilistico e alla struttura dell'acidità inconfondibili e alla loro tipicità estremamente marcata. La qualità - lo si sa molto bene alla cantina Valle Isarco - non conosce compromessi.
    Cantine
    Garlider - Christian Kerschbaumer
    Velturno, Bressanone e dintorni
    Sulle colline soleggiate che sovrastano Velturno in Valle Isarco prospera l'azienda vitivinicola Garlider. Christian Kerschbaumer segue la sua filosofia, assolutamente peculiare: vuole mantenere le caratteristiche della pianta di vite e del terreno in cui cresce nel vino che produce. Le regole della produzione biologica sono una tessera del puzzle di questa filosofia.

    La sostenibilità non è l'unico argomento a favore della coltivazione biologica, secondo Kerschbaumer, anche gli effetti secondari di questa modalità di produzione nel vino sono minori di quelli della produzione convenzionale. In cantina, il vignaiolo della Valle Isarco utilizza in prevalenza lieviti autoctoni - un'altra tessera del mosaico di un vino genuino.

    A proposito, all'azienda Garlider "vino" sta per vino bianco. Innanzi tutto, ma non solo. Su una piccola area si coltiva l'unico Pinot nero della Valle Isarco; per il resto, la stragrande maggioranza dei vitigni coltivati sono bianchi. "In Valle Isarco, i vitigni bianchi trovano condizioni dure, ma ottimali che possono rimarcare ancor più il loro carattere" - di questo è convinto Kerschbaumer.

    Queste condizioni sono rappresentate da temperature elevate durante il giorno e notti fresche, una buona ventilazione e terreni costituiti da un miscuglio di filladi di quarzo. "Tutte queste peculiarità contribuiscono, insieme, a conferire ai vini bianchi l'aroma fruttato e sottile, l'eleganza audace e l'asprezza individuale e secca" - spiega il responsabile dell'azienda Garlider di Velturno.

    Nessuna meraviglia, quindi, se i vini dell'azienda Garlider finiscono in prima pagina. Secondo il critico enologico inglese Stuart Pigott, Christian Kerschbaumer è uno dei produttori di vino più ambiziosi della Valle Isarco. E scrive:"Soprattutto i suoi vini bianchi sono di gran classe".
    Cantine
    Cantina Kaltern
    Caldaro sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Fino al 1932, a Caldaro - paese storicamente dedicato alla coltivazione del vino - sono sorte non meno di 5 cantine. Dal 2016 si sono riunite tutte sotto l'egida della cantina sociale di Caldaro, per un totale di 590 soci, 440 ettari coltivati e quasi 4 milioni di bottiglie all'anno.

    "La nostra cooperativa è una grande famiglia" - sottolinea Christian Sinn, Presidente della cantina sociale di Caldaro - "che tiene unite le piccole strutture a conduzione familiare, garantisce loro qualità e sicurezza e offre ai soci la possibilità di aver parte a qualcosa di grande". Far progredire questo "grande" è un compito difficile. Si tratta infatti di coordinare l'attività di tutti i soci dalla potatura alla vendemmia, di curare la loro formazione e il loro aggiornamento e di vincolarli alla politica di qualità della Cantina.

    Tutto ciò comporta la riduzione della resa per ettaro e quindi la determinazione della resa individuale di quasi 2.000 parcelle e il controllo che ne consegue. L'obiettivo è creare le condizioni migliori per produrre i vini migliori. I vitigni principali sono 5. Nessuna meraviglia se si chiamano Kalterersee, Pinot bianco, Sauvignon, Cabernet Sauvignon e Moscato giallo per il nobile dolce Passito.

    Ma non cambia quale vino si produce o quale vitigno si coltiva: per la cantina sociale di Caldaro la massima priorità è la sostenibilità da perseguire in vigna e in cantina. E la cantina sociale di Caldaro è infatti la prima cantina italiana per quantità di vino prodotta e per l'attribuzione del certificato di sostenibilità FAIR'N GREEN. E con quasi 15 ettari di vite coltivati secondo le regole della biodinamica, la cantina sociale di Caldaro assume una posizione di guida anche in questo ambito.
    Cantine
    Cantina Tramin
    Termeno sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Alla Cantina Termeno si evita il termine "socio", si preferisce definire "comproprietari" i 300 viticolori che costituiscono la cooperativa. In fondo, la base della cantina sociale fondata nel 1998 è rappresentata proprio da loro e dai 260 ettari di vigneto che coltivano.

    Le viti si trovano ad altitudini comprese tra 250 e 850 m s.l.m., con zone, terreni e microclimi estremamente differenti. La coltivazione si effettua seguendo rigide norme, che prevedono soprattutto una vendemmia a tempo debito. "Le linee-guida che applichiamo ci permettono di mantenere costante ed elevata la qualità dei nostri vini, le loro note profumate e il loro gusto marcatamente fruttato" - dice l'enologo Willi Stürz.

    Proprio questa fruttuosità accentuata si ottiene da condizioni naturali, prima fra tutte la grande differenza tra le temperature diurne e notturne. "Di giorno soffia l'Ora del Garda, un vento caldo e secco che impedisce il formarsi di marciumi" - così Stürz. Di notte, la temperatura scende a 10 °C o anche meno. Il mix che deriva da elementi naturali tanto favorevoli e dalla cura, dall'attenzione e dal rigore dei comproprietari è la ricetta vincente della Cantina Termeno, della quale approfitta soprattutto il fiore all'occhiello della cantina sociale: il Gewürztraminer. L'"Epokale" è stato il primo vino bianco italiano a ricevere il punteggio di 100/100 da parte del Robert Parker Wine Advocate.
    Cantine
    Abbazia di Novacella
    Varna, Bressanone e dintorni
    Presso l'Abbazia di Novacella, esisteva una cantina già nel 1142: si tratta quindi di una delle cantine ancora in attività più antiche del mondo ed è oggi una delle più importanti della Valle Isarco, fiore all'occhiello di un territorio che produce vini bianchi di altissima qualità.

    L'assortimento offre in prevalenza vini bianchi, ma non solo. "Per il 70% si tratta di Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner e Riesling" - spiega Celestino Lucin. La cautela e l'oculatezza da lui imposte si applicano non soltanto in cantina, ma anche in molti altri settori. E rispettando queste regole i viticoltori coltivano in modo sostenibile - la cantina opera addirittura ad emissioni zero di CO2.

    Nonostante la cantina dell'Abbazia di Novacella sia nota soprattutto per i suoi vini bianchi, il 30% della produzione è rappresentata da vini rossi, che giocano un ruolo tutt'altro che secondario. L'uva si vendemmia da vigneti di proprietà dell'Abbazia, che si trovano a Bressanone e in zone limitrofe. "Per la loro coltivazione, le condizioni climatiche non sono ottimali" - spiega convinto Celestino Lucin. Per questo, le uve di Schiava, di Pinot nero e di Moscato rosa si vendemmiano nelle zone di Bolzano e di Cornaiano.

    Ma che si tratti di vini bianchi o rossi, il fiore all'occhiello della cantina dell'Abbazia di Novacella rimane la linea Praepositus, che è contemporaneamente anche un omaggio al fondatore. Prapositus, in latino, significa infatti vescovo, pastore di anime, con riferimento al beato Hartmann, allora vescovo di Bressanone e fondatore dell'Abbazia.
    Cantine
    Nals Margreid
    Nalles, Merano e dintorni
    Una storia che inizia nel 1764 quando, nell’esatto luogo in cui oggi sorge la cantina, fu eretta la tenuta Von Campi. Nel 1932 nasce la Cantina Nals per poi unirsi, nel 1985, con Magrè-Niclara dando vita alla nuova Cantina Nals Margreid.
    I 160 ettari di vigneti sono distribuiti in 14 zone diverse e affidati a 138 famiglie di viticoltori situati tra Nalles in Val d'Adige e Magré nella parte meridionale dell'Alto Adige. In questo modo la Cantina Nalles Magré può attingere dal potenziale di tutta la Provincia di Bolzano, lungo la destra orografica del fiume Adige.

    In questa particolare area, tra i 200 e i 900 m s.l.m., i grappoli maturano in terroir multidimensionali, con specifiche caratteristiche del terreno, del microclima e della radiazione solare. Le Alpi che proteggono da nord, gli influssi mediterranei provenienti da sud, le 1.800 ore di sole all'anno e gli sbalzi di temperatura che arrivano fino a 20 °C tra giorno e notte consentono alle viti di sviluppare caratteri unici, che esprimono i propri terroir nel profilo gustativo del Pinot bianco, del Sauvignon, dello Chardonnay, del Pinot grigio, del Merlot, del Cabernet e del Pinot nero: da fresco alpino a fruttato-elegante.

    Nella cantina Nalles Magré, l'esigenza di qualità e di unicità si esprime anche nell'architettura. Muri rosso-marrone di cemento a vista si innalzano fino a 9 m. In mezzo si trova la cantina delle barrique, ricoperta da un tetto imponente, asimmetrico e spigoloso.

    Con la graduale ristrutturazione dell'antica residenza - datata 1746 - diventata ora sede principale e vinoteca si è raggiunta la sintesi perfetta tra patrimonio storico contadino e architettura contemporanea premiata a livello internazionale. Qui la degustazione dei vini della Cantina Nalles Magré - ad esempio del Sirmian, segnalato dalla prestigiosa guida Vini d'Italia del Gambero Rosso come miglior vino bianco d'Italia - diventa un'esperienza di gusto vissuta con tutti i sensi e accompagnata dalla consulenza professionale di esperti sommelier.
    Cantine
    Pfitscher
    Montagna, Strada del Vino
    Tre generazioni che producono vino tutte insieme? Ciò che suona come un potenziale conflitto è invece ciò che funziona alla perfezione alla tenuta Pfitscher di Montagna. "Forse sì, perché noi siamo un po' come i nostri vini: ognuno con il suo carattere, ma sempre semplici e sinceri" - sorride nonno Klaus Pfitscher, il capo dei "giullari" montagnesi - come definisce la sua famiglia.

    Ognuna delle generazioni dei Pfitscher porta qualcosa di proprio: nuove idee, tanta esperienza, nuovo sapere, il vantaggio di aver già visto tutto, in qualche modo. La cosa più importante per una buona collaborazione è avere un obiettivo comune. "E il nostro" - dice il nonno - "è saper riempire un bicchiere con eleganza, carattere e con tutto il meglio che Madre Natura può offrire".

    Da 150 anni la famiglia Pfitsche persegue questo stesso obiettivo, la produzione di vini semplici con una propria identità - soprattutto Pinot nero e Sauvignon Blanc. Il fatto che i risultati siano ottimali dipende forse dalle vigne arroccate sui pendii o dal clima fresco a 500 - 900 m s.l.m. O forse dal mix di entrambi, combinati con un'attenzione particolare alla natura. La tenuta Pfitscher, prima in Italia, è stata insignita del riconoscimento "KlimaHaus wine". Non solo per il rispetto di specifici standard di efficienza energetica e di sostenibilità della sede della tenuta, ma anche per la produzione particolarmente rispettosa dell'ambiente e delle risorse naturali.
    Cantine
    Tenuta Kobler
    Magrè sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Passo passo verso il vino prodotto nella propria cantina: alla tenuta Kobler di Magré si "tocca con mano" come una vigna possa essere fatta crescere con tanta pazienza, laboriosità e coerenza. Il passo intrapreso nel 2006 dai Kobler - verso la vinificazione in proprio - era solo logico. E certamente non l'ultimo.

    Fu Erich Kobler a gettare le basi della tenuta omonima di Magré, negli anni '50. Nel 1958 piantò la prima vigna, per metà con Chardonnay. Nel 1972 si aggiunse una seconda vigna a Pinot grigio, Merlot e Carmenè, seguita nel 1993 da una terza a Merlot. Negli anni 2000 l'assortimento venne ampliato con Cabernet Franc e Gewürztraminer.

    Un passo decisivo, poi, fu compiuto dalla famiglia Kobler a metà degli anni 2000. "Con la vendemmia 2006, mia moglie Monika e io abbiamo cominciato a vinificare in proprio una parte della nostra uva" - racconta Armin Kobler, il figlio del fondatore. L'uva di due ettari dell'azienda viene vinificata nella cantina di proprietà. "La produzione media annua si aggira sulle 15.000 bottiglie di vino DOC" - così Kobler.

    L'uva che rimane viene conferita alla cantina sociale di Cortaccia. Anche se la produzione attuale è limitata, è chiaro quale sia l'obiettivo dei Kobler. "Vogliamo produrre da soli vini che esprimano al meglio il carattere della zona, del vitigno e dell'annata" - dice Armin Kobler.
    Cantine
    Cantina Terlano
    Terlano, Strada del Vino
    Produrre vini longevi, complessi e di carattere: questo è l'obiettivo che persegue la Cantina Terlano. Le sue radici, come cantina sociale, risalgono al 1893. La tradizione gioca quindi, per la produzione di uva e di vino, un ruolo centrale, proprio come le nuove conoscenze e la tecnica moderna.

    Oggi sono 143 i soci della cantina sociale di Terlano. Coltivano non meno di 190 ettari con terreno particolarmente vocato alla viticoltura. "Il Rio San Pietro ha formato, qui a Terlano, un cono di detriti costituito in gran parte da ciottoli e sabbia, che al sole si scaldano molto rapidamente" - racconta l'enologo Rudi Kofler.

    In veste di enologo responsabile della Cantina Terlano deve rispondere di una quantità annua di bottiglie di vino DOC pari a 1,5 milioni. "Il 70% della nostra produzione è rappresentata da vini bianchi, mentre i vini rossi sono appena un terzo" - così Kofler. L'assortimento dei vini bianchi comprende soprattutto Pinot bianco, Chardonnay, Sauvingon Blanc e Pinot grigio. Tra i rossi spiccano il Lagrein, il Pinot nero e il Merlot.

    Perchè entrambi i tipi di vino possano diventare ciò che l'enologo Rudi Kofler ha in mente - e cioé vini longevi, complessi e di carattere - negli ultimi anni sono stati fatti degli investimenti anche per quanto riguarda l'aspetto tecnologico. Il deposito della Cantina Terlano è stato ampliato e oggi ha una capacità di 18.000 metri cubi. I grandi vini hanno bisogno di tempo, ma anche di spazio.
    Cantine
    Cantina Girlan
    Appiano sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Qualche volte è meglio lasciar parlare le cifre. Ad esempio per la cantina Cornaiano, fondata nel 1923 come cantina sociale e alla quale oggi fanno capo 200 famiglie di viticoltori che coltivano 230 ettari di vigneti con 5 vitigni. Cifre che impressionano, ma che non raccontano tutto.

    Non sull'Oltradige, ad esempio, nè sulla Bassa Atesina, proprio dove si trovano i vigneti che conferiscono l'uva alla cantina Cornaiano. Protetto da nord e aperto verso sud, questo territorio è dominato da un clima mite. "I forti sbalzi termici tra giorno e notte, soprattutto in autunno, conferiscono ai vini un profumo raffinato e marcato e una lunga conservabilità" - racconta l'enologo Gerhard Kofler. I terreni magri, ciottolosi e limosi e l'arieggiamento dei vigneti fanno la loro parte.

    "Partendo da queste caratteristiche, ci siamo concentrati su 5 dei vitigni più importanti" - così Kofler. Tra i vini bianchi Pinot bianco, Sauvignon e Chardonnay e tra i rossi Schiava e Pinot nero. Soprattutto quest'ultimo ha reso la cantina Cornaiano famosa a livello internazionale, quotata dai principali critici enologici.

    Questo risonoscimento, la freschezza ricca di mineralità, la struttura fruttuosa e la marcata autenticità hanno favorito l'ampliamento del mercato della cantina Cornaiano i cui vini vengono commercializzati in non meno di 30 Paesi. E sono considerati vini di carattere o, come dice Kofler - "vini eccellenti legati al territorio".
    Cantine
    Cantina Merano
    Marlengo, Merano e dintorni
    Cantina Merano: una particolarità che salta subito all'occhio sono le due diverse zone nelle quali i 360 soci coltivano le loro viti. Da una parte la conca mite e mediterranea di Merano e dall'altra la Val Venosta, siccitosa, ventosa e con eventi climatici estremi. Qui crescono non meno di 20 vitigni, che costituiscono la base dell'offerta della cantina.

    Merano è stata fondata nel 2010 e deriva dall'unificazione della cantina sociale del Burgraviato - nata nel 1901 - con la cantina sociale di Merano, che ha visto la luce nel 1952. La sede di Cantina Merano si trova a Marlengo ed è ubicata in un edificio caratteristico che unisce il nuovo all'antico, nel quale si intrecciano i fili che collegano 360 soci, 250 ettari di vigneti, oltre 20 vitigni e due zone di coltivazione completamente differenti tra loro. "L'offerta di tanti vini diversi è una peculiarità e insieme la forza di Cantina Merano" - spiega l'enologo Stefan Kapfinger - "ma deriva anche da tanto lavoro e da tanta fatica". Si comincia in vigna, che in gran parte si estende su ripidi pendii, dove si lavora quasi esclusivamente a mano, in modo sostenibile e nel rispetto delle risorse naturali.

    "La qualità dell'uva prodotta nei nostri vigneti dev'essere mantenuta anche in cantina" - così Kapfinger. Per quanto possibile, nei suoi vini l'origine dell'uva si deve poter riconoscere. Per questo, l'enologo di autodefinisce "ostetrico". "Il vino deve seguire la sua strada" - dice - "io non faccio altro che accompagnarlo: con tanta pazienza e qualche volta anche con tanta forza di volontà".

    La Cantina Merano a Marlengo e a Merano: d’ora in poi sono due i luoghi di ritrovo della Cantina Merano ad offrire piacevoli occasioni di incontro: l’Enoteca Panoramica a Marlengo e la nuova City.Vinothek nel centro di Merano. Lasciatevi conquistare dalla straordinaria collezione di vini, dalla speciale selezione di distillati e dai frizzanti capolavori rappresentati dagli spumanti DOC dell’Alto Adige, immergetevi nell’emozionante varietà del mondo del gusto meranese partecipando a una visita guidata della cantina.
    Cantine
    Cantina Kurtatsch
    Cortaccia sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Le vigne arroccate su ripidi pendii richiedono tanto lavoro, sudore e impegno, ma hanno tanti aspetti positivi. Sono distribuite su 190 ettari, coltivate da altrettanti soci della Cantina di Cortaccia, situate ad altitudini comprese tra 220 e 900 m s.l.m. - e tutto ciò in un unico Comune. In tutt'Europa non c'è un altro caso simile.

    E la Cantina di Cortaccia detiene anche un altro record: responsabile del giovane e dinamico team è stato scelto Andreas Kofler, che a 32 anni - il più giovane Presidente della storia delle cantine sociali altoatesine - ne ha preso in carico la gestione. "Nei nostri vigneti, ogni vitigno può trovare il suo terroir ottimale" - dice Kofler.

    Le zone più profonde sono tra le più calde di tutto l'Alto Adige e sono ideali per la coltivazione di Cabenet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot. "Le caratteristiche dei terreni tra Cortaccia e Termeno sono molto simili a quelle dell'area di Pomerol, in Francia" - racconta il Presidente. Fino a 900 m s.l.m. crescono invece i vitigni bianchi, che amano i refoli di vento e le temperature più basse e che prosperano sui terreni calcarei dolomitici - per la loro coltivazione si seguono rigide regole di sostenibilità.

    Con grande impegno e con il massimo rispetto per la natura e per le risorse naturali si ottengono, alla Cantina di Cortaccia, vini di terroir dal carattere forte, inconfondibile. "Riflettono esattamente la loro zona di origine, senza alcun trucco" - Aggiunge Andreas Kofler, che confida anche la facile ricetta da seguire per ottenerli:"In cantina" - dice - "lasciamo semplicemente che il vino esprima tutte le sue potenzialità".
    Cantine
    Manincor
    Caldaro sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Con 50 ettari di superficie a vite, la tenuta Manincor di Caldaro è una delle più estese dell'Alto Adige. E una delle più ricche di tradizione: da oltre 400 anni vi si produce vino, una tradizione che il conte Michael Goëss-Enzenberg porta avanti - seguendo vie assolutamente nuove, che per la verità sono antiche.

    Nella sua tenuta, il conte Goëss-Enzenberg, enologo diplomato, pratica la biodinamica fin dal 2005. Questo tipo di coltivazione si propone di rivitalizzare il terreno con il compost, con la semina di determinate piante erbacee, con la pollina e il letame ovino e con le api in vigna, ma anche con infusi con i quali vengono trattate le viti. La camomilla supporta le piante nel superare fasi stress, l'ortica le rinvigorisce e l'equiseto favorisce la cicatrizzazione.

    All'azienda agricola Manincor di Caldaro, per quanto antiche sono le conoscenze sulla coltivazione, altrettanto moderna è la cantina, costruita sotto le vigne - ben 3 piani sottoterra. Qui viene portata l'uva prodotta da mezzo milione di viti di 15 vitigni diversi. Nonostante le dimensioni, il lavoro in cantina è ancora manuale - con particolare attenzione alle minuzie. "Cercare e fare il meglio anche nel più piccolo dettaglio - questa è la nostra strada per ottenere la massima e la più naturale qualità" - dice il conte Goëss-Enzenberg. Perchè:"Per me, il vino è l'espressione più sensuale della cultura contadina".

    E alla tenuta Manincor di Caldaro si sa bene cosa significa sensualità, passione, autenticità e cuore. Da più di 400 anni. Del resto, interpretando liberamente, Manincor si può anche scrivere "man-in-cor".
    Cantine
    Cantina Colterenzio
    Appiano sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    Fondata nel 1960, la Cantina Colterenzio è una delle più giovani cooperative altoatesine. I 26 viticoltori fondatori nel 1960 fondarono la loro propria Cantina sociale per essere più indipendenti. Vignaioli che possono essere definiti ribelli ma al contempo pionieri, perché dopo la fondazione della propria cantina gettarono le basi per una viticoltura improntata alla qualità.

    Oggi i 300 viticoltori associati insieme al team di Colterenzio seguono rigorosamente questo percorso improntato alla qualità.

    I soci coltivano l’uva su 300 ettari di vigneti. I vigneti sono situati nella migliore area vitivinicola dell’Alto Adige, tra i 230 e i 650 metri. Crescono 14 diverse varietà di uve. Il 35% dei vini prodotti da quest’uva preziosa sono rossi, il restante 65% sono bianchi. La Cantina è anche molto attenta all’ambiente: la viticoltura è integrata, la raccolta avviene a mano. Gran parte dell’energia usata in cantina viene prodotta da un impianto fotovoltaico, il 100% dell’energia elettrica utilizzata è certificata “green”. Il 70% dell’energia termica viene prodotta da pannelli solari e la tecnica del recupero calore.
    Cantine
    Cantina BOZEN
    Bolzano, Bolzano e dintorni
    224 soci, 350 ettari di vigneto distribuiti tra Gries, San Maurizio, Settequerce, San Giorgio, Cologna, Santa Maddalena, Lutago, Santa Giustina e Renon: la forza della cantina di Bolzano sta nella sua varietà. Nelle vigne fino a 1000 m s.l.m. dominano il Sauvignon e il Gewürztraminer, nelle zone situate a minore altitudine il Santa Maddalena. Ancora più sotto il Cabernet e il Merlot, mentre nel fondovalle - intorno alla cantina costruita in stile futuristico - si coltiva il Lagrein.

    Se ci si ferma qui con le considerazioni, la cantina di Bolzano è relativamente giovane. Tenuta a battesimo nel 2001, deriva dal connubio tra la cantina sociale di Gries e quella di Santa Maddalena, fondata molti anni prima. Per questo, i soci scrivono il termine tradizione con l'iniziale maiuscola, come la coltivazione il più naturale possibile e sostenibile che praticano nelle loro vigne, spesso abbarbicate su ripidi pendii. "Lavorare il terreno e le viti in modo rispettoso, questo è ciò che sta a cuore ai nostri viticoltori" - dice il Presidente Philipp Plattner..

    Ma la prudenza e la saggezza non si fermano qui, continuano in cantina: è la prima in Italia che, per efficienza energetica e sostenibilità, è stata insignita del marchio "KlimaHaus Wine". Anche in cantina si punta al rallentamento. Qui governa l'enologo Stephan Filippi che racconta:"Dato che la lavorazione dell'uva avviene secondo la legge di gravità, i grappoli vengono torchiati nel modo più delicato possibile". Ne risultano vini di qualità unici e inconfondibili. E una varietà che, già da sola, merita di essere vista più da vicino.
    Cantine
    Tenuta Alois Lageder
    Magrè sulla Strada del Vino, Strada del Vino
    "Coltivare in sintonia con la natura e non contro di essa" - questa è la filosofia di base alla quale Alois Lageder, con il suo vigneto di Magré, si attiene da sempre. È stato un precursore della coltivazione biodinamica che pratica sui 55 ettari di vigna di famiglia.

    Nell'azienda, in questo piccolo microcosmo chiuso, si può riconoscere un'ampia biodiversità di piante e animali: è proprio questo ciò che biodinamica si propone. "Per il vigneto ci siamo posti come obiettivo di mantenere intatto e di ampliare questo complesso ecosistema" - racconta Lageder.

    A Magré si persegue anche un altro obiettivo: lo spettro varietale presente nel vigneto deve riflettere la variabilità altoatesina, così come i vini da che esso si ottengono e che si suddividono in vitigni classici, composizioni e capolavori. Dai primi si ottiene un assortimento che va dal Gewürztraminer al Lagrein e alla Schiava, mentre le composizioni sono costituite ogni anno da elementi nuovi.

    Così come nessuna annata è uguale a un'altra. Il fiore all'occhiello della tenuta Lageder sono i capolavori. "Con queste opere d'arte ci proponiamo di perfezionare tutti gli aspetti della viticoltura" - dice Lageder. L'obiettivo dunque è niente di meno che la perfezione. Ad Alois Lageder, amante dell'arte e mecenate (la tenuta Löwengang è un segno eloquente di questa passione), dovrebbe essere noto che la perfezione non si può raggiungere. Ci si può però avvicinare.
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      Dalle dimore storiche all’architettura contemporanea delle cantine vinicole Tradizione e modernità si fondono nelle cantine vinicole altoatesine, tanto nei vini quanto nell’architettura. Vicoli sinuosi e residenze storiche contraddistinguono l’inconfondibile atmosfera dei paesi vinicoli. Fu soprattutto nel corso del XVI e XVII secolo che semplici cascine vennero trasformate in rappresentative residenze rinascimentali dotate di cortili, bovindi, finestre a doppio arco e scale. Questa fusione tra l’architettura nordica e le influenze dei capomastri dell’Italia settentrionale è passata alla storia dell’arte con il termine “Überetscher Baustil”, ovvero lo stile architettonico dell’Oltradige – zona tra Bolzano e Caldaro.