Dalle dimore storiche all’architettura contemporanea delle cantine vinicole Tradizione e modernità si fondono nelle cantine vinicole altoatesine, tanto nei vini quanto nell’architettura. Vicoli sinuosi e residenze storiche contraddistinguono l’inconfondibile atmosfera dei paesi vinicoli. Fu soprattutto nel corso del XVI e XVII secolo che semplici cascine vennero trasformate in rappresentative residenze rinascimentali dotate di cortili, bovindi, finestre a doppio arco e scale. Questa fusione tra l’architettura nordica e le influenze dei capomastri dell’Italia settentrionale è passata alla storia dell’arte con il termine “Überetscher Baustil”, ovvero lo stile architettonico dell’Oltradige – zona tra Bolzano e Caldaro.
Se ci si ferma qui con le considerazioni, la cantina di Bolzano è relativamente giovane. Tenuta a battesimo nel 2001, deriva dal connubio tra la cantina sociale di Gries e quella di Santa Maddalena, fondata molti anni prima. Per questo, i soci scrivono il termine tradizione con l'iniziale maiuscola, come la coltivazione il più naturale possibile e sostenibile che praticano nelle loro vigne, spesso abbarbicate su ripidi pendii. "Lavorare il terreno e le viti in modo rispettoso, questo è ciò che sta a cuore ai nostri viticoltori" - dice il Presidente Philipp Plattner..
Ma la prudenza e la saggezza non si fermano qui, continuano in cantina: è la prima in Italia che, per efficienza energetica e sostenibilità, è stata insignita del marchio "KlimaHaus Wine". Anche in cantina si punta al rallentamento. Qui governa l'enologo Stephan Filippi che racconta:"Dato che la lavorazione dell'uva avviene secondo la legge di gravità, i grappoli vengono torchiati nel modo più delicato possibile". Ne risultano vini di qualità unici e inconfondibili. E una varietà che, già da sola, merita di essere vista più da vicino.