Pattini infuocati sul Renon. Gli amanti di questo Sport non hanno che l'imbarazzo della scelta tra l'anello di ghiaccio e il palaghiaccio di Collalbo, la pista di Soprabolzano e l'idilliaco Lago di Costalovara. Il Renon, l'altipiano del sole, fa battere il cuore di grandi e Piccoli pattinatori ma anche degli appassionati di curling. Il palaghiaccio nell'Arena Ritten é aperto per il publico ogni sabato e domenica dalle ore 14.00 alle ore 16.00.
Avvolto nel suo bianco splendore, il convento arroccato sui pendii sopra Burgusio cattura lo sguardo già da una certa distanza. Fondato intorno al 1000 e insediato in quest’area a partire dal XII secolo, Monte Maria è uno dei centri spirituali più importanti dell’Alto Adige. “Ora et labora” è il motto dei benedettini ed è il titolo dell’esposizione allestita in quello che un tempo era l’economato. A questo scopo le murature antiche sono state ripulite, consolidate e lasciate quasi ovunque nello stato originario, sovrapponendo come una seconda pelle un allestimento d’interni contemporaneo. Alle pareti grezze e non intonacate, infatti, sono stati accostati a una certa distanza nuovi volumi in vetro e acciaio scuro. Questa scelta permette di leggere tuttora con precisione gli interventi edilizi dalla fine del XIII secolo a oggi. Le opere d’arte e gli oggetti esposti hanno come tema la storia del convento. Al piano superiore sono stati predisposti alcuni ambienti destinati alla foresteria e ai seminari.
La piazza di Lasa, il paese del marmo, è interamente lastricata con questo materiale nobile. In marmo bianco è anche il busto dell’Imperatore Francesco Giuseppe, abbandonato in un angolo dato che non fu mai ritirato a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. In questo contesto, la locanda tradizionale Zur Krone non è solo un punto di incontro prediletto da sempre più persone, ma ha sviluppato anche un programma di eventi molto frequentato. La ristrutturazione doveva necessariamente conservare il carattere del locale. I pavimenti in legno, le pannellature alle pareti anch’esse in legno dipinto a colori chiari, le panche continue e gli arredi semplici di provenienza eterogenea, oltre a una teca di acciaio inox con finitura opaca, creano una composizione che sembra quasi casuale ma che è invece il risultato di un calcolo raffinato volto a creare un’atmosfera il più possibile rilassata. Cuore dell’ampliamento è la cantina medievale con le volte originali, oggi utilizzata come spazio per gli ospiti e per le manifestazioni.
L’Abbazia di Monte Maria sorge all'altezza di 1340 m. Si tratta dell’abbazia Benedettina più alta d'Europa. Fu una fondazione dei nobili di Tarasp. Nella solitudine delle montagne da più di 900 anni alcuni monaci conducono la propria vita secondo la regola di San Benedetto. Il Museo di Monte Maria si trova nella parte dell'economato dell'edificio. Il Museo fornisce un'impressione della vita monastica “ora et labora", come pure degli eventi storici e dell'interpretazione spirituale degli affreschi romanici della cripta con le famose e preziose raffigurazioni angeliche.
Mostre temporane:
- Marienberg davanti e dietro l’obiettivo
- Maria
Visite guidate
Ulteriori informazioni sulle visite guidate e orari disponibili sotto https://www.marienberg.it/it/museo/visite-guidate.html.
Lungo la pista ciclabile della Val Pusteria, accanto a una strada molto trafficata all’ingresso della valle, si trova la stazione di servizio e di ristoro per le biciclette Lanz. La sua posizione ben servita dalle grandi vie di traffico ne fa un punto di sosta apprezzato anche dagli automobilisti, che trovano una dotazione adeguata di parcheggi. Il chiosco provvisorio in legno dei primi tempi è sostituito oggi da un volume di forma allungata in calcestruzzo armato intonacato che si incastra in parte nel ripido pendio adiacente. Il committente è talmente legato alla stazione di servizio da aver fatto costruire la propria abitazione sul tetto del fabbricato a un solo piano. La casa è un volume cubico bianco molto articolato: superfici vetrate a tutta altezza davanti agli spazi di vendita e di ristoro, una corte a giardino riparata e alcuni locali di servizio quasi privi di finestre. Per sottolineare il legame con il territorio la stazione di servizio è verniciata esternamente con pigmenti minerali dalla tonalità grigio-bruna.
Situato ad alta quota in un’area particolarmente esposta e soggetta a tutela paesistica, il ristorante forma una corte ben protetta dai venti insieme ai due edifici preesistenti, la stazione a monte della funivia e il chiosco-pizzeria. La nuova costruzione si stacca dal suolo il meno possibile, dando origine a un volume di forma allungata a un solo piano che riesce quasi a fondersi con il paesaggio. Il linguaggio architettonico si svincola nettamente dallo stile tradizionale delle baite di montagna: una copertura piana fortemente aggettante crea un riparo per le facciate interamente vetrate, che fanno apparire l’edificio ancora più trasparente e leggero. I materiali impiegati sono tuttavia quelli tipici della tradizione: legno per le terrazze e gli arredi, pietra naturale per le murature della cucina e dei servizi. All’interno tre volumi cubici rivestiti di legno articolano la pianta libera della grande sala per gli ospiti, che assume più il carattere di una lounge che di un rifugio alpino.
Tutto ebbe inizio nel 1871 con la costruzione della linea ferroviaria da Lienz a Fortezza, di cui era proprietaria la società Südbahngesellschaft di Vienna. Nel 1878 fu inaugurato il Grand Hotel di Dobbiaco, dando così vita al turismo in Alto Adige. Dobbiaco e il Grand Hotel ben presto divennero meta di ospiti illustri soprattutto in estate. L’Hotel Südbahn divenne un prestigioso punto d’incontro per personalità di spicco e, grazie a continui investimenti, l’edificio venne progressivamente ampliato.
Lo sviluppo del Grand Hotel di Dobbiaco
Durante la prima guerra mondiale il Grand Hotel subì pochi danni e divenne per questo un ospedale militare. Alla fine della guerra il complesso fu totalmente abbandonato. Nel 1934 l'edificio, messo all'asta, fu acquistato dall'"Istituto di Credito Fondiario delle Tre Venezie". Per fortuna l'Italia viveva una fase di crescita commerciale e la clientela italiana scoprì Dobbiaco come luogo incantevole del turismo estivo alpino.
Nel periodo successivo ai conflitti mondiali, l’edificio ha accolto diverse istituzioni e strutture, attraversando una nuova fase di vita. Negli anni Novanta del secolo scorso è stato oggetto di un’importante e costosa ristrutturazione.
Il Grand Hotel odierno
Quello che per i suoi tempi era un modernissimo albergo di lusso, ospita oggi un centro congressi e culturale all’avanguardia, ostello della gioventù, un ristorante gourmet, il Centro Visite dei Parchi Naturali, la Scuola di Musica, il Servizio Giovani, un centro di formazione e appartamenti sociali. Fulcro dell’intero complesso è la splendida sala Auditorium “Gustav Mahler”, dedicata all’omonimo compositore boemo: con una capienza di 460 posti e un’acustica eccellente, rappresenta il cuore pulsante dell’attività culturale.
Il Grand Hotel di Dobbiaco oggi è sede del Centro Culturale Euregio che ospita l‘imponente Sala Gustav Mahler e la Guesthouse.
Durante la prima guerra mondiale il paese di Sesto venne completamente distrutto, tanto che oggi è composto quasi solo da edifici moderni e contemporanei. L’opera di architettura più importante è l’Hotel Tre Cime, eretto nel 1930 nello stile razionalista del Bauhaus e divenuto presto un’icona dell’architettura alberghiera alpina. Il colmo del tetto è disposto parallelamente ai lati brevi del grande edificio. Il fronte verso valle, completamente intonacato di bianco, è impostato su uno zoccolo in pietra naturale alto due livelli e presenta ripetute variazioni del tema del bow-window: tutti elementi dell’architettura alpina tradizionale reiterpretati in chiave moderna. Il rinnovamento portato a termine nel 2000 provvede al comfort degli ospiti con grande sensibilità senza derogare allo stile inconfondibile dell’edificio. Particolarmente riuscito, oltre alla scelta dei colori e dei materiali, è l’allestimento dell’area wellness al piano interrato, con accesso diretto all’esterno.