Seguendo le orme della nostra storia, puoi passeggiare tra castelli e palazzi signorili, visitare chiese e monasteri ed esplorare architetture contemporanee, edifici e luoghi unici durante visite guidate e tour. Scopri e vive usanze tradizionali nate nel passato, partecipa a eventi contemporanei o a eventi culturali come mostre, teatro, danza e musica per immergerti nell'arte e nella cultura locale.
La Chiesa di San Valentino La Chiesa di San Valentino a Bagni di Moso fu eretta nel 1825. La chiesa fu costruita da Valentin Wassermann intorno al 1925 per gli ospiti dei bagni e restaurata nel 1980.
Durante la prima guerra mondiale il paese di Sesto venne completamente distrutto, tanto che oggi è composto quasi solo da edifici moderni e contemporanei. L’opera di architettura più importante è l’Hotel Tre Cime, eretto nel 1930 nello stile razionalista del Bauhaus e divenuto presto un’icona dell’architettura alberghiera alpina. Il colmo del tetto è disposto parallelamente ai lati brevi del grande edificio. Il fronte verso valle, completamente intonacato di bianco, è impostato su uno zoccolo in pietra naturale alto due livelli e presenta ripetute variazioni del tema del bow-window: tutti elementi dell’architettura alpina tradizionale reiterpretati in chiave moderna. Il rinnovamento portato a termine nel 2000 provvede al comfort degli ospiti con grande sensibilità senza derogare allo stile inconfondibile dell’edificio. Particolarmente riuscito, oltre alla scelta dei colori e dei materiali, è l’allestimento dell’area wellness al piano interrato, con accesso diretto all’esterno.
CAPPELLA DELL’OSPEDALE DELLA SANTA TRINITÀ: Eretta nello stesso periodo in cui fu costruito l’ospedale (1456-1473), intorno alla metà del Seicento fu ampliata fino ad assumere la sua struttura attuale, e il 30 gennaio 1655 venne finalmente consacrata dal vescovo di Bressanone Jesse Perkhofer. La chiesa si fonde in un unico corpo architettonico col vecchio ospedale, al quale è collegata da un atrio con volta a crociera. L’arredamento della cappella è in stile barocco.
Costruita nei primi anni del XXesimo secolo e consacrata nel 1904 . Di proprietà dell'Hotel Lago di Braies.
La Collegiata di San Candido è il migliore esempio d'edificio in stile romanico nella regione delle Alpi orientali. La sua costruzione ebbe inizio intorno al 1143, quando il Convento dei Benedettini di San Candido, fondato nel secolo VIII dal duca bavarese Tassilo III, venne trasformato in Collegiata. La chiesa raggiunse il suo aspetto attuale intorno al 1280; il campanile risale invece agli anni compresi tra il 1320 e il 1326. Le monumentali opere murali ricordano lo stile delle fortezze dei crociati e le numerose cittadelle fortificate che venivano costruite al tempo degli Hohenstaufen. Anche la chiesa doveva apparire come fortezza di Dio. Di particolare interesse sono l'affresco della cupola, il gruppo della crocifissione e la cripta.
Museo all' aperto "Anderter Alpe":
Aquilarum ONLUS Molte aree delle Dolomiti hanno in corso progetti di valorizzazione delle testimonianze storiche della Grande Guerra. Sesto di Pusteria è stata vittima e protagonista di quella tragedia. Sesto di Pusteria è l'unico paese di lingua e cultura tedesca appartenente all'Impero che si è trovato sulla linea del fronte, che ha subito l'evacuazione forzata ed il profugato, e che poi, insieme agli altri paesi del Sud Tirolo è stato annesso all'Italia. Questo casuale insieme di eventi rende Sesto un luogo emblematico per narrare quel periodo storico, non solo per i cittadini tirolersi di oggi, ma per tutti gli abitanti dell'Europa. Le vicende della popolazione civile e dei soldati di quell'importantissimo momento storico sono state finora sorprendentemente ignorate, e la causa è certamente legata agli sconvolgimenti successivi alla fine della guerra ed all'annessione all'Italia. Nel grande interesse per il primo conflitto mondiale che emerge oggi in Europa, Sesto può offrire un contributo unico ed inestimabile. L'associazione Bellum Aquilarum vuole salvare dell'oblio le testimonianze rimaste di quella tragedia per conservarle e trasmetterle alle generazioni future, ai giovani della Pusteria, ma anche ai giovani dei paesi dell' ex-impero austro-ungarico che qui combatterono. La tragedia vissuta così profondamente a Sesto ed in Pusteria, è analoga a quella di molte altre zone d'Europa che si trovaronosulla linea del fronte o che , dopo il conflitto, vissero gli sconvolgimenti seguenti alle annessioni territoriali. Fu quella una frattura culturale, storica e politica immensa, quegli eventi cambiarono certamente la Pusteria ma cambiarono anche l'Europa ed oggi - in una prospettiva europea che permette di superare le antiche tensioni conseguenti al conflitto - la preservazione di quella memoria può aiutare alla costruzione del nostro futuro comune. L'associazione Bellum Aquilarum è una ONLUS (Organizzazione non lucrativa di finalità sociale) riconosciuta dalla Provincia Autonoma di Bolzano, non ha scopo di lucro, è aperta al contributo di tutti, privati, associazioni e istituzioni che ne condividano gli scopi. Si prefigge di stimolare il recupero e la valorizzazione delle testimonianze storiche rimaste con la creazione e gestione di musei all'aperto, archivi storici, centri di documentazione e quant'altro utile al perseguimento dello scopo statutario.
Il Bunker
Una testimonianza della Guerra Fredda in Alto Adige
Costruito tra il 1938 e il 1942 come parte della barriera di Dobbiaco, il bunker fu attivato solo negli anni ’50 nell’ambito dei piani NATO contro il Patto di Varsavia. Non fu mai impiegato in combattimento, ma vi si svolsero numerose attività di spionaggio. Abbandonato nel 1993 e successivamente privatizzato, ospita dal 2017 il BunkerMuseum.
La Chiesa del Convento, consacrata nel 1697 dal Principe Vescovo di Bressanone fu progettata dal frate francescano Vitus Rastpichler di Ötztal. L'ideale di povertà proprio dell'ordine viene esplicitato con la rinuncia ad un alto campanile ed alla compless La Chiesa del Convento, consacrata nel 1697 dal Principe Vescovo di Bressanone fu progettata dal frate francescano Vitus Rastpichler di Ötztal. L'ideale di povertà proprio dell'ordine viene esplicitato con la rinuncia ad un alto campanile ed alla complessità di volte ed affreschi. Dopo l'ingresso, annessa alla navata, si trova la piccola cappella di Sant'Antonio destinata alla meditazione personale. Originariamente i Padri recitavano la preghiera corale nel matroneo. Non molto di quanto caratterizzava la prima versione della chiesa è giunto fino a noi; fanno eccezione i grandi dipinti ad olio degli altari laterali ed i santi francescani sulla parete a sud. Gli attuali altari sono opere leggiadre del rococò. Lo scrupoloso restauro eseguito tra il 1992 ed il 1994 ha riportato il Convento ad un aspetto più simile all'originale (nel giugno 1994 a tale opera è stato conferito il Premio Europa Nostra). Orario di visita: Tutti i giorni (tranne lunedì mattina) 08:00 - 18:30
Il Museo dei Presepi è ospitato presso l'Hotel Mondschein nel centro di Sesto ed è stato allestito con molta pazienza e amore dal sig. Stabinger.
Dal residence Königswarte, di aspetto alquanto tradizionale, si distacca completamente l’ala “Strata”, caratterizzata da un’architettura e da un design moderni. Il nuovo volume architettonico è stato sviluppato a partire dalle curve di livello del pendio soleggiato su cui sorge e da cui si gode una bella vista sulle Dolomiti. Il complesso è caratterizzato dalle linee orizzontali dei listelli in larice che delimitano le balconate della facciata e riprendono la topografia del luogo, ancorando il volume al paesaggio grazie a questa stratificazione (da cui il nome dell’edificio). Dietro il rivestimento si cela la struttura portante in calcestruzzo con grandi vetrate, nella quale trovano posto alcune spaziose suite. Negli interni ben proporzionati sono stati impiegati materiali naturali come il loden, il cuoio, il larice e la roccia dolomitica. L’edificio è stato premiato nel 2008 con il Piper’s Award e il Next Generation Award e nel 2011 con l’Alpine Interior Award.
CHIESA PARROCCHIALE CON CAPPELLA DI SANT’ANNA E CAPPELLA MORTUARIA: La chiesa parrocchiale di Santo Stefano è un edificio tardobarocco eretto tra il 1792 e il 1796. Vi si conservano degli affreschi di Franz Altmutter, alcune sculture di Nißl e una pala di altare di Martin Knoller, allievo del pittore barocco Paul Troger. L’altare maggiore e i due altari laterali sono costituiti da strutture colonnate semplici e lineari. Sul lato sinistro della scalinata della chiesa, sorge una doppia cappella gotica dal 15° secolo: la parte inferiore funge da cappella mortuaria, e contiene un affresco di Simon von Taisten, mentre quella superiore è dedicata a Sant’Anna e presenta una volta stellata con chiavi di volta circolari. Questa cappella è uno degli edifici più antichi di tutta la Val Pusteria. Orario di visita della cappella mortuaria: tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 17
Il parco fauna di Carbonin Vecchia, a Dobbiaco, ospita un gran numero di animali strettamente alpini: cervi, daini, caprioli, linci e mufloni, cinghiali, fagiani, civette, civette delle nevi, orsetti lavatori, anatre e oche e tanti altri ancora.
Natura pura a portata di mano!
Il parco faunistico è raggiungibile non solo in auto, ma anche con una piacevole passeggiata da Dobbiaco.
Il Lago di Dobbiaco si trova ad un’altitudine di 1259 m, nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, in Val di Landro e collega Dobbiaco con Cortina d’Ampezzo. Il piccolo lago alpino di origine franosa, per la variegata vegetazione che lo circonda, è l’habitat ideale per gli uccelli acquatici, sia stanziali che migratori. È facile osservarli in primavera e in autunno, quando nidificano o si riposano durante il viaggio di migrazione verso i paesi caldi. Spesso le sponde del lago ospitano anche uccelli rari, quali gli aironi cinerini e gli aironi rosa. Il Lago di Dobbiaco è un biotopo intatto, che rappresenta un aspetto peculiare dell’Alto Adige, in cui gli uccelli non vengono disturbati.
Un sentiero naturalistico si snoda lungo le sponde del lago e in 11 stazioni sono illustrate la flora, la fauna e la morfologia del terreno della zona. Sulla piattaforma di osservazione, posizionata sulla sponda occidentale, è possibile fruire di un’area di sosta, da dove puoi ammirare la flora e la fauna del lago, uno dei più bei laghi delle Dolomiti. Il tempo di percorrenza è di circa 2 ore da Dobbiaco.
In estate, puoi sentire l'effetto dell'acqua fresca sui tuoi piedi, fare meravigliose gite in barca (contatto noleggio barche: +39 0474 973 267) e pescare: le licenze temporanee di pesca per gli ospiti della località si possono richiedere presso l'Ufficio Turistico di Dobbiaco, mentre le licenze giornaliere sono disponibili presso il ristorante.
In inverno hai la possibilità di praticare curling e pattinaggio su ghiaccio.
E del tutto impassibile dinanzi allo scorrere del tempo, è così che si presenta lo skyline forse più rimarchevole creato dalla natura, ovvero la straordinaria Meridiana di Sesto. Ben cinque cime dolomitiche – la Nove, la Dieci (detta anche Croda Rossa), la Undici, la Dodici e la Una – formano insieme l’imponente orologio di pietra. Nelle limpide giornate si può leggere l’ora basandosi sulla posizione del sole che illumina le cime.
E c’è di più: la Meridiana di Sesto offre da sempre spunti e stimoli per stabilire nuovi record e superare i propri limiti – a volte anche sfidando le leggi del possibile. E in tale ambito gli abitanti di Sesto hanno fama di essere molto ingegnosi. Fu così anche nel caso di Greti Rogger del Rifugio Pian di Cengia che insieme al figlio Daniel salì in un solo giorno su tutte e cinque le cime della Meridiana di Sesto. Un modo particolarmente intenso per confrontarsi con il carattere effimero del tempo.
Da non perdere: il luogo migliore per osservare lo spostamento del sole sopra la Meridiana di Sesto è lungo la via principale che collega Moso e la Sala Congressi di Sesto, dove si traova anche la Pietra del Tempo. Il periodo più indicato è l’inverno, quando la Meridiana coincide quasi perfettamente con l’ora del giorno.
Questo sito web utilizza cookie, per assicurarti una migliore esperienza sul sito. Utilizziamo inoltre anche cookie di parti terze. Perseguendo nella navigazione di questo sito dichiara di acconsentire all'utilizzo dei cookie. Ulteriori informazioni qui.La chiesa in stile romanico risale al XII secolo, ma dopo il 1735 è stata rimaneggiata fino a diventare un gioiello barocco, i cui molteplici ornamenti richiamano già l'esuberanza del rococò. La parte esterna è caratterizzata dalle finestre ad arco, dalle nicchie con statue e dall'imponente facciata principale coronata da una croce, da angeli con fanfare e bracieri ardenti, nonché dai contrafforti dei muri a forma di voluta. Degno di nota anche il leggiadro campanile circolare. Questa chiesa appartiene certamente ad una delle più alte espressioni del barocco tirolese.
L’Hotel Orso Grigio ha una storia lunga cinque secoli e la sua gestione è ormai in carico alla nona generazione della stessa famiglia di albergatori. Di conseguenza la ristrutturazione e il risanamento del bar, della reception, dell’atrio, delle camere e l’ampliamento del ristorante sono stati condotti con grande sensibilità da vari architetti che si sono avvicendati nel corso di molti anni. Questa stratificazione di interventi ha consentito di mettere in risalto le qualità storiche e spaziali del vecchio edificio, creando allo stesso tempo un’atmosfera nuova e contemporanea. La materia storica ha costituito il punto di partenza per i nuovi interventi che si integrano nell’esistente in maniera tale da dare l’impressione che tutto sia sempre stato come lo si vede oggi. Soprattutto il bar, con il suo allestimento essenziale basato sull’impiego di legno chiaro, intonaco bianco e lampade a sospensione, è diventato un apprezzato punto d’incontro per gli abitanti del paese.
La parte più raccolta e, dal punto di vista della colonizzazione, più recente della località è situata su ambedue i versanti di un imponente cono di deiezione. Solo la chiesa, che di solito è perlopiù al centro del paese, è situata su una collina panoramica. Funge da protettore della comunità parrocchiale l'antico patrono delle acque S. Niccolò, il cui patrocino è spesso invocato in quelle località che da sempre combattono contro la furia dei torrenti impetuosi (impetuoso = ted. wütend = winnen). La parrocchiale di Prato Drava è documentata per la prima volta nel 1507, nell'anno della sua consacrazione. La costruzione protoromanica a sala, da noi già menzionata, fu trasformata ed ampliata verso il 1500 nello stile gotico. L'elegante costruzione dalle finestre ogivali e portale a sesto acuto ha conservato il suo aspetto gotico, come pure ben conservati nello stile gotico sono la pianta, la sezione con i pilastri di sostegno, le lesene, gli archi di trionfo leggermente rientrati ed il coro poligonale. Degli affreschi originari, nella chiesa di Prato Drava, sono conservati solamente una Coronazione di Maria e la Rappresentazione della leggenda di S. Niccolò (1505 circa). Al secolo XVII risale l'epitaffio della famiglia Klettenhammer incorniciato architettonicamente. Altari, pulpito e confessionali risalgono al primo XIX secolo, rappresentano uno stile barocco unitario ed estrosamente rustico. Alla collina della chiesa sale una ripida Via Crucis fiancheggiata da quattro tabernacoli a cappella. Le figure lignee di questi tabernacoli in uno stile realistico barocco-rustico rappresentano scene della Passione: Orto degli Ulivi, Flagellazione, Coronazione di spine, Cristo porta la croce. Allo stesso genere e periodo appartiene anche il gruppo della Crocifissione situato nel camposanto (1700 circa). Orario di visita: La chiesa è accessibile solo in occasione delle funzioni religiose (durante la stagione estiva è visitabile ogni giorno).
Nelle due sale espositive del museo vengono esposte più di 160 opere del pittore Rudolf Stolz (1874 - 1960). Nella prima metà del 1900 l'artista autodidatta era uno dei più conosciuti pittori del Tirolo dopo Egger-Lienz. Il soggetto prediletto del pittore era la Madonna. Esposizione straordinaria nel museo Rudolf Stolz durante l'estate 2021: Amon e Fingerle 1906 -1940: Liebe für das Haus (Amore per la casa)
CHIESA DI SANTA MADDALENA A MOSO: L’edificio attuale della chiesa di Santa Maddalena fu costruito nel 1490 su commissione della contessa Paola di Gonzaga, moglie del marchese Leonardo di Gorizia. L’altare paleobarocco, invece, fu realizzato intorno al 1600, mentre la tavola in rilievo in stile tardogotico raffigurante i tre re magi è opera di Michael Parth e risale al 1520 circa. Alla chiesa si accede uscendo dal paese in direzione di Monguelfo. Orario di visita: da maggio alla metta d´ottobre: dalle ore 08.00 alle ore 19 (solo con il bel tempo)
Le Dolomiti sono conosciute in tutto il mondo per la loro straordinaria bellezza di paesaggi. In nessun altro luogo si può trovare una perfetta armonia tra i contrastanti massicci rocciosi ed i lievi pendii erbosi. Nella sua storica Villa Michael Wachtler Vi presenta le Dolomiti e la straordinaria storia della loro genesi. IL PIÙ GRANDE MUSEO SULLE DOLOMITI Un viaggio nel tempo che vi condurrà dal mondo misterioso dei miti e delle leggende fino ai primordi della nostra esistenza. La misteriosa evoluzione delle piante. “Megachirella wachtleri”, l’antenato di serpenti e lucertole. Tesori di cristallo. Gli orsi delle caverne. NUOVO! IL MONDO DEI DINOSAURI Nuove ricerche hanno rilevato, che nelle Dolomiti si sono sviluppati i precursori dei dinosauri. Diorami e reperti Vi fanno vedere il loro affascinante cammino. NUOVO! LE LEGGENDE DELLE DOLOMITI Da Aurona, la terra dell’oro e delle luci fino alla regina delle nevi Samblana. Dalla leggenda sui "Monti Pallidi" fino ai Croderes, gli uomini di pietra. NUOVO! CAMPO DEI CERCATORI DI TESORI TUTTO L'ANNO Diventate Voi stessi avventurieri o dei cacciatori di tesori nascosti, alla ricerca di dinosauri, fossili, cristalli, oro e tanto altro.
Il Bunker Una testimonianza della Guerra Fredda in Alto Adige Costruito tra il 1938 e il 1942 come parte della barriera di Dobbiaco, il bunker fu attivato solo negli anni ’50 nell’ambito dei piani NATO contro il Patto di Varsavia. Non fu mai impiegato in combattimento, ma vi si svolsero numerose attività di spionaggio. Abbandonato nel 1993 e successivamente privatizzato, ospita dal 2017 il BunkerMuseum.
estate 2025
20/06 - 30/09/2025
lunedì - sabato: dalle ore 13.30 alle ore 18.00
agosto 2025: aperto giornalmente
tutto l'anno: gruppi su richiesta (min. 8 persone)
Per ulteriori informazioni e prezzi consultare il sito internet!
La chiesa parrocchiale di San Silvestro é dedicata a San Nicoló, che é il protettore contro le inondazioni e le valanghe. La chiesa é stata costruita nel 16° secolo.
Una chiesa a Valle San Silvestro è stata menzionata per la prima volta in un documento del 1258 circa. Nel XV secolo, ma probabilmente già nel XIV, a Wahlen esisteva una piccola chiesa dedicata a San Nicola. Secondo l'iscrizione sulla volta del coro, la chiesa gotica di San Nicola a Wahlen, con le sue ricche volte a rete e i suoi bei portali, fu ricostruita nel 1512 dal capomastro Andre Firtaler di San Candido.
La cappella si trova a Dobbiaco Nuova presso le Seghe. La cappella puó essere raggiunta a piedi o in macchina. La passeggiata puó essere prolungata fino al Lago di Dobbiaco.
La cappella fu costruita nel 1903 a causa delle frequenti minacce al torrente Troge.
Il Forte Mitterberg (Festung Mitterberg) sul Monte di Mezzo a Sesto risale agli anni 1884-89. Due anni prima della sua costruzione fu firmata la Triplice Alleanza tra l'Impero Austro-Ungarico e il Regno d'Italia. Per rafforzare questa unione difensiva, furono costruiti numerosi forti lungo i confini e sui passi, tra cui il Forte Monte di Mezzo sul versante sud e il Forte Haideck sul versante nord di Sesto. L'obiettivo dell'impianto costato 427.000 corone era quello di chiudere la sella del Passo Monte Croce e perciò l'accesso alla Val Pusteria in caso di necessità. I forti erano connessi tramite telefono e telegrafo ottico.
La statua di Gustav Mahler si trova direttamente nel centro del paese di Dobbiaco ed è stata realizzata negli anni 1976 - 1982 dallo sloveno Bojan Kunaver.
"Qui è meraviglioso e rinvigorisce sicuramente l'anima ed il corpo...." così scrisse Mahler durante il suo soggiorno estivo a Dobbiaco. Dal 1908 al 1910 il famoso compositore boemo trascorse le estati a Dobbiaco presso il Maso Trenker, a Carbonin Vecchia. Qui compose la "Nona Sinfonia", la "Decima Sinfonia" (rimasta incompiuta) e il celebre Canto della terra "Das Lied von der Erde".
Bagni di San Candido L'utilizzo delle fonti termali che sgorgano in queste zone per cure termali risale sicuramente al Medioevo, anche se l'esistenza di uno stabilimento termale è dimostrata solo a partire dal sedicesimo secolo. Nel 1856 qui sorse il sanatorio del dottor Johann Scheiber, che all'inizio del secolo fu trasformato nel Grand Hotel Wildbad. Verso il 1939, l'imponente fabbricato venne venduto all'asta e abbandonato alle ingiurie del tempo. San Salvatore ai Bagni La cappella, nella quale fino al 1786 ha vissuto un eremo, venne consacrata nel 1594. Già nei secoli precedenti questo luogo aveva sicuramente ospitato un piccolo santuario, il cui altare risalirebbe addirittura all'ottavo secolo. Probabilmente questo era un luogo di culto sorgivo precristiano. Altezza massima: 1333 m É raggiungibile solo a piedi, ca. 45 minuti da San Candido.
A confronto con l'imponente profilo roccioso delle Dolomiti, ritte sul lato opposto della Valle di Sesto, il panorama offerto dalla Catena Carnica pare quasi anonimo e insignificante. Ma si sa, l'apparenza inganna. Con la funivia che da Sesto porta al Monte Elmo, si raggiunge non solo l'incantevole area sciistica ed escursionistica Tre Cime Dolomiti, ma anche il costone occidentale di una catena montuosa che, sviluppandosi per oltre 100 km, si spinge fin quasi a Villaco, in Carinzia. E l'estensione non è certo l'unico motivo di vanto delle Alpi Carniche. Possono andar fiere, ad esempio, del loro movimentato passato geologico, testimoniato da numerosi fossili, e delle loro origini, ben più antiche di quelle delle Dolomiti. Dal punto di vista storico, poi, la catena ha rivestito un importante ruolo quale confine italo-austriaco. Chi non ha mai attraversato la frontiera percorrendo un'alta via non ha che da incamminarsi sul sentiero che dalla cima del Monte Elmo (2.434 m s.l.m.) passa davanti all'Helmhaus e prosegue lungo il crinale per trovarsi presto con un piede in Austria e l'altro in Italia. Qui ha inizio, inoltre, la popolare Alta Via Carnica, detta anche "via della pace", che in 8-11 giorni porta ad Arnoldstein, in Carinzia.