La porta orientale, detta anche di "Unterrainer" conduce in Via Ragen di Sopra.
Un tempo prestigiose dimore di nobili dame e gentiluomini o castelli destinati a duelli e difesa, oggi, grazie a un'accurata ristrutturazione puoi vivere questi luoghi come emozionanti musei, hotel dall’atmosfera unica, ristoranti fiabeschi o location per eventi. Anche se di alcuni castelli o fortezze rimangono ormai solo delle rovine, tutte queste mura accessibili al pubblico raccontano una storia unica.
La porta orientale, detta anche di "Unterrainer" conduce in Via Ragen di Sopra.
A nord di Bolzano all'ingresso della Val Sarentino e di fronte a Castel Roncolo, si trova la rovina di Castel Rafenstein. Palazzo e mura di cinta vennero costruiti già nel XIII secolo, mentre nel XIV secolo il castello venne ampliato con l'edificazione di serraglio, torre d'ingresso e ala sud. Nel XVI secolo il castello venne infine fortificato con serraglio e bastione circolare in base alle nuove esigenze militari in modo da poter difendere il complesso dalle armi da fuoco.
La rovina è accessibile in occasione di eventi e manifestazioni.
In precedenza chiamata "lucchetto", ha un dipinto del pittore altoatesino Rudolf Stolz (1874 - 1960), che mostra S. Floriano, lo stemma di Brunico ed il fondatore della città: l'arcivescovo Bruno. nella Via Floriani si torva S. Floriano, un opera dell'artista brunicense Josef Bachlechner (1871 - 1923).
La Porta delle Orsoline si trova vicino alla Chiesa delle Orsoline, all'entrata ovest della Via Centrale. La porta cittadina fu rovinata nel 1758 durante il trasporto di una grande fontana. L'affresco è opera dell'artista locale Johannes di Brunico e risale al 1420.
Un tempo la città si riduceva alla storica via Centrale con i suoi frontoni merlati, le belle case borghesi, i balconi, le inferriate artistiche alle finestre e i portoni ad arco: insieme al castello e a vicolo Posteriore, essa costituiva un apparto chiuso a difesa dei suoi abitanti. Dal momento che molte case hanno conservato pressoché inalterata l' originaria struttura del secolo XV, la strada, divenuta ai nostri giorni il luogo di passeggio per antonomasia della Pusteria, coniuga elementi tardomedievali e barocchi.
Ai piedi dell'imponente parete rocciosa della punta Santner, immersa nel bosco e avvolta dalla leggenda, è situata la rovina Castelvecchio. La rocca fu eretta nel XII sec. dai signori di Hauenstein, nel XV e XVI sec. subì ulteriori ampliamenti. Uno dei tanti personaggi che ne acquisirono la proprietà, fu il famoso poeta e menestrello Osvaldo di Wolkenstein.
A testimoniare l'antico splendore del castello oggi non restano che pochi ruderi - dai quali, tuttavia, emana un' energia misteriosa e tutta particolare.
Stando a un' antica leggenda, le rovine di Castelvecchio e Salego sono collegate da un passaggio segreto sotterraneo. E a quanto pare, di tanto in tanto verso mezzanotte risuona tra le rovine di Castelvecchio il melanconico e sinistro canto di una vergine intrappolata da un malefico incantesimo.
Nelle vicinanze della rovina di Castelvecchio, ai piedi dell'imponente parete rocciosa della punta Santner, immersa nel bosco e avvolta dalla leggenda, si trova la rovina di Salego. A testimoniare l'antico splendore del castello, eretto nel XII secolo e acquisito dai signori di Wolkenstein nel XVI secolo, oggi non restano che pochi ruderi - dai quali, tuttavia, emana un'energia misteriosa e tutta particolare. Stando a un'antica leggenda, le due rovine di Castelvecchio e Salego sono collegate da un passaggio segreto sotterraneo.
SOLO SU PRENOTAZIONE!!
Ortisei rappresenta il capoluogo della Val Gardena, rinomato per la bellissima zona pedonale con negozi e bar e le sue artistiche sculture in legno.
Questo idilliaco angolo della Val Gardena offre la possibilità di trascorrere momenti indimenticabili nella magica zona pedonale con vista sul maestoso Sassolungo.
Fare shopping in Val Gardena mette di buon umore. Dal più moderno completo da sci all’abito di alta moda: non manca l’imbarazzo della scelta. Dopo un giro per negozi e bar Vi aspettano tanti ristoranti per la gioia del Vostro palato.
Fortezza eretta intorno all'anno 1000, la cui storia è strettamente legata a quella di San Lorenzo e della Val Pusteria centrale.
Il Castello di S. Michele oggi è di proprietà privata.
Nel cuore delle Dolomiti vivono i ladini dolomitici, un nucleo di oltre 30.000 persone la cui identità è caratterizzata da due importanti elementi: la particolare lingua neolatina, derivante dal latino volgare, e lo straordinario paesaggio montuoso delle Alpi centrali. Le caratteristiche fisiche di questo paesaggio hanno reso possibile che la lingua ladina, la più antica fra quelle parlate nella regione, riuscisse a mantenersi viva fino ad oggi. Il percorso del Museum Ladin mette in luce alcune particolari circostanze della storia e della vita attuale dei ladini dolomitici, narrando le importanti influenze delle vicende sovraregionali sulla vita di questa popolazione ed evidenziando le correlazioni esistenti tra le forme di un paesaggio eccezionale e i modi di vivere di questo antico popolo. Il museo è ospitato nel Ciastel de Tor, un castello risalente al 1230, creato come feudo dei vescovi di Bressanone.
Il Castello è disponibile come location per matrimoni, per le coppie interessate a coronare una giornata indimenticabile e vivere un momento da fiaba in un castello medioevale.
La scuola montana di Lana di Gais è unica nel suo genere ed è una delle ultime scuole montaneperfettamente conservate dell'intero arco alpino.È composta da un'unica aula e da un "appartamento" annesso per l’insegnante. Situata a più di 1.500 m di altitudine, è una delle scuole di montagna poste più in alto della zona.
Per le sue piccole dimensioni viene anche definita come "scuola nana".Numerosi scritti, documenti e testimonianze degli ultimi 100 anni, così come i racconti di testimoni, scolari e insegnanti svelano in questo museo scolastico come si svolgevano le lezioni e come si riusciva a sopravvivere in questa scuola di montagna.
Visite guidate devono essere prenotate in anticipo: Tel. +39 348 7735477 - Signor Hochgruber
Castel Casteldarne era sede dei signori di Casteldarne, che in seguito furono chiamati Künigl. La prima costruzione risale al XIII° secolo. Nel XVI° secolo il castello fu terminato e ampliato tramite un cortile con arcate. Verso il 1732 fu trasformato in un castello barocco. Da notare la grande sala e la camera a bow window con soffitto a cassettoni, rivestimento in legno e dipinti sul soffitto, cosi come la cappella del castello. Il castello non è aperto per il pubblico.
Solo visibile dall'esterno.
La costruzione, che risale al XII sec., appartenne ai signori di Aichach, dinastia consumatasi fino all´estinzione in sanguinose battaglie contro i signori di Castelrotto. Fu così che il castello passò nelle mani di questi ultimi che ne rimasero padroni fino al 1741. È raggiungibile tramite il sentiero 7a da Siusi.
La piattaforma panoramica Engelrast sulla Bullaccia offre una vista mozzafiato a 360° sull'Alpe di Siusi, la Val Gardena e le Dolomiti. La piattaforma è circondata da una targa metallica che descrive dettagliatamente il fantastico panorama montano dell'intera Alpe di Siusi con Sciliar, Sassolungo e Sassolungo, nonché le catene montuose circostanti. È possibile sapere quali montagne si vedono in quale direzione del cielo e quanto sono alte le cime. Un dettaglio simpatico di questa piattaforma è l'angioletto che troneggia sopra questo punto panoramico. Vale la pena visitare questo magnifico punto panoramico con panchine in legno. L'Engelrast si trova vicino alla stazione a monte del Telemix Puflatsch. La piattaforma panoramica è raggiungibile a piedi da Compatsch sull'Alpe di Siusi seguendo il sentiero escursionistico n. 14 o con la funivia del Puflatsch.
A nord-est di Welsberg-Monguelfo nell’alta Val Pusteria, all’imbocco della Valle di Casies (Gsieser Tal) si innalza maestosamente il Castello Welsperg, situato nel bel verde alpino su un pianoro roccioso che scende a strapiombo dai tre lati sul rio Casies. Il rudere Thurn si trova sul lato destro del rio Casies, su una collina boschiva di fronte a Castel Welsperg.
Così il visitatore può accedere all’interno del castello attraverso la porta fortificata esterna solamente passando su di un ponte di altezza elevata e un tempo levatoio.
Castel Welsperg costituisce un’opera di fortificazione singolare: un castello a struttura nucleare.
L’elemento più antico è il mastio la cui costruzione sarebbe iniziate nel 1126. Eretto sul punto più alto della roccia offriva un’ampia veduta sulle valli. In seguito vennero edificati la cappella romanica, l’edificio residenziale con gli ambienti di servizio. Il primitivo castello venne ampliato e ristrutturato nel 1450, nel 1510 e nel 1568.
I Signori di Welsperg che sostenevano di discendere dai Guelfi (Welfen) appartengono alle più eminenti famiglie della nobiltà tirolese.
I Milites Nobiles di Welsperg iniziano la loro ascesa politica e sociale come avvocati dei conti di Gorizia e Tirolo.
Nell’anno 1140 Otto I di Welsperg con i suoi figli Schwikher e Otto II appare in un documento come testimone di una donazione all’abbazia Novacella.
Egli è il capostipite della casata dei Signori di Welsperg. I suoi discendenti dispongono di considerevoli beni patrimoniali nell’intera regione tirolese. Come vassalli dei conti di Gorizia e Tirolo possedevano il giudizio di Welsperg e di Heinfels, i diritti di avvocazia in Pusteria e Vipiteno, nonché terreni a San Candido.
I Signori di Welsperg aumentarono il loro patrimonio e la loro importanza mediante l' amministrazione urbaria, mediante un’intelligente politica matrimoniale, un' abile attività commerciale, mineraria ed amministrativa e la detenzione di alte cariche.
Nel 1359 Georg von Welsperg comprò Castel Thurn ubicato in prossimità di Tesido.
L' anno 1765 fu un anno fatale tanto per Castel Welsperg quanto per Castel Thurn: un incendio distrusse interamente Castel Thurn e gran parte di Castel Welsperg. Da allora la fortificazione è stata trascurata e abbandonata al proprio destino.
Attualmente il "Kuratorium Schloß Welsperg" si adopera per la conservazione, il restauro e la revitalizzazione di questa dimora storica. Il castello è visitabile dal luglio a settembre.
Castel Welsperg apre le sue porte nella stagione estiva con numerosi concerti e mostre.
Storia e storie del castello e della regione, un'esperienza indimenticabile per tutta la famiglia.
Prezzi:
vedasi: www.burg-heinfels.com
Banchettare allegramente alla maniera dei cavalieri medioevali o addirittura soggiornare in un antico castello, sarà per molti un desiderio impagabile. Il nostro albergo si presta particolarmente per festaggiare in modo originale le più svariate ricorrenze familiari o feste tra amici.
Guide/programmi: non sono previste visite guidate private. L'ampio programma espositivo prevede mostre d'arte, manifestazioni teatrali e musicali. Aperto tutto l'anno.
Nel 2022, su iniziativa del gruppo di meditazione di La Val, e sotto la direzione di Gernot Candolini, esperto di labirinti, è stato costruito un labirinto al centro dell’area occupata dall’antica chiesa di San Genesio. Si tratta di un semplice labirinto gotico, costituito da 5 percorsi tracciati con pietre di ruscello. Molte cose qui a Dlijia vedla ci ricordano la caducità della vita: i resti murari dell’antica chiesa, il cimitero abbandonato.
Memento mori - Memento vivere!
Tutto passa in fretta, e il momento non si ferma mai. Perciò devi essere accorto e consapevole, goditi il panorama, senti la speranza che si nasconde nella vita, lasciandoti ispirare e benedire dalla bontà e dal cambiamento.
Panche delle streghe Il posto di riposo delle streghe dello Sciliar sulla Bullaccia è un posto leggendario, nel vero senso della parola. Le cosidette panche delle streghe sono due enormi massi di porfido situati sul lato occidentale di questo bastione. La loro posizione fa supporre, in quel punto, l'individuazione di un luogo di culto dedicato al dio Sole, che al tramonto illumina l'Alpe.
A un'ora di distanza da Siusi, sull´ampio pendio della montagna, sorgono le rovine di Castelvecchio, un tempo dimora del poeta bardo Oswald von Wolkenstein. A volte, allo scoccare della mezzanotte, si sentono provenire dal castello le note d'uno strumento a corde, accompagnate dal canto straziante d'una vergine, probabilmente vittima d'un incantesimo. Una sera tardi, alcuni pastori stavano sorvegliando le loro pecore intorno alle rovine, seduti proprio all'ingresso, raccontandosi ogni sorta di storia quando, improvvisamente, ebbero come l'impressione che qualcuno aprisse una delle finestre del castello. Allora, guardarono verso l'alto e videro una luce filtrare da un'apertura e una donna intenta a pettinare i suoi lunghi capelli. La sua testa non era come quella di chiunque altro, bensì era un teschio. I pastori, stupiti che la donna potesse avere dei capelli così belli, si spaventarono, fuggendo inorriditi quando la misteriosa creatura gettò su di loro pietre e sabbia. Si dice che lo scheletro sia stato, in vita, la moglie d'un cavaliere esiliato, costretta ad aggirarsi nel castello fino al ritorno del suo amato.
La torre ottagonale del rifornitore d’acqua per locomotive, il fabbricato viaggiatori, il magazzino con rampa, tutte opere del periodo austroungarico, e le case per ferrovieri sul lato est dell’areale della stazione progettate da Angiolo Mazzoni nel 1926, formano un insieme di gioielli della tecnica ferroviaria. Il rifornitore, esempio singolare della tecnica progettato come anche le restanti opere ferroviarie da Wilhelm von Flattich, era stato inaugurato nel 1871 e messo sotto vincolo architettonico nel 2004. Nel 2010 l’immobile fu acquistato dal Comune di Monguelfo. Nell’era delle locomotive a vapore il rifornitore era una vera e propria area di servizio, un distributore d’acqua, alimentato da sorgenti collocate a sud del tracciato in quota e collegate tramite una condotta secondo il principio gravitazionale dei vasi comunicanti dato dalla naturale inclinazione del territorio. Per il rifornimento la locomotiva doveva fermarsi almeno per 15 minuti in stazione, lasso di tempo durante il quale veniva svuotato il cassone con la cenere e ricaricato il carbone.
Scavi della Stazione romana di Sebatum, dalla collina antistante la chiesa di Santa Croce (Schraffl Bühel) si estendeva per un lungo tratto verso valle su entrambe le rive del Rienza (di tanto in tanto vengono ancora condotti degli scavi). Si tratta dei resti di case d'abitazione con riscaldamento nel pavimento e bagni, di magazzini e di alloggiamenti per le truppe.
Il Museo degli usi e costumi, il più antico dei Musei provinciali dell'Alto Adige, offre la possibilità di esplorare i diversi ceti sociali della società contadina sudtirolese degli ultimi secoli. Il caposaldo del museo è costituito dall'imponente residenza barocca "Mair am Hof" edificata alla fine del XVII secolo. Le sue sale padronali tipiche della nobiltà rurale sono visitabili. All'interno della residenza trovano inoltre posto le collezioni del museo. Nel museo all'aperto, su circa 3 ettari si susseguono i masi dei contadini, testimoni della varietà di tipologie costruttive d'altri tempi. Accanto a campi e orti agricoli, si trovano inoltre costruzioni ad uso artigianale in un percorso didattico che ripercorre le tappe principali della quotidianità di una vita rurale ormai passata.
Il bel castello vescovile domina la città dall'alto di un colle e veglia, oggi come allora, sulle case del centro storico come se dovesse ancora proteggere i cittadini. L'ingresso principale è costituito dal portale sud, un tempo dotato di un ponte levatoio.
Il castello di Brunico ospita il quinto museo della montagna "MMM Ripa" del noto scalatore Reinhold Messner.
Pietra miliare dell'imperatore M. Opellio Severo Macrino (217-218) e il suo figlio Diadumeniano. Il miliario originale in fillade quarzifera (conservato nel museo Ferdinandeum di Innsbruck) venne scoperto nel corso della demolizione di un muro a Castelbadia. La pietra miliare romana fu ritrovata nell'anno 1857 a Castelbadia. La pietra oggi si trova all'ingresso del Museo Mansio Sebatum a San Lorenzo. L'iscrizione riportata fa riferimento all'ampliamento della strada romana attraverso la Val Pusteria sotto l'imperatore Macrino, nella prima metà dell anno 218 d.C., anche se viene messa in risalto la rivendicazione del potere da parte dell'imperatore e suo figlio Diaduminiano, con l'enumerazione delle cariche e dei titoli onorifici e non tanto la costruzione della strada stessa.