4 trail: 2 difficili, 1 medio, 1 facile
Accessibilità del Brixen Bikepark: cabinovia Plose, seggiovia Palmschoß
Entdecke alle Highlight Aktivitäten der einzelnen Regionen und plane deinen Aufenthalt in Südtirol.
Uno dei più bei sagrati in Alto Adige lo troviamo a Bronzolo. È la chiesa di San Leonardo che fu costruita nel 1500, proprio nel periodo romanico – tardo gotico. Ha un campanile che proviene dal predecessore del Duecento e ha un tetto piramidale. Si tratta di una costruzione navata con una cappella laterale e con una volta a forma di stella costale.
Nel 1893 quando la miniera di rame cessò la sua attività, la popolazione di Predoi fu costretta a reperire altre fonti di guadagno.
L’arte preziosa per la creazione di questi capolavori artigianali fu trasmessa alla popolazione locale dopo aver fondato la Scuola di Pizzi al Tombolo di Predoi. I pizzi venivano venduti in Europa, in Africa ed in America.
Pizzi per costumi tipici, applicazioni per lenzuola e per tovaglie, passamani, tovaglie, centrini di varie dimensioni, decori, decorazioni per finestre e pizzi al tombolo moderni, decorazioni natalizie e pasquali e tanto altro ancora…
Punto di partenza: parcheggio “Garner Wetterkreuz” o parcheggio Kühhof. Durata: 2,5 h.
Il Rifugio Radlsee Hütte (2284 m), nelle Alpi Sarentine, si trova in posizione magnifica sul Lago Radlsee, ad est del Monte Königsanger (2436m). Segnaletica: No. 10 + No. 8.
Aperto da metà maggio a fine ottobre. Giovedí: Giornata dei canederli.
La Torre della Città di Vipiteno é detta popolarmente Torre delle Dodici (Zwölferturm) perché i rintocchi della sua campana richiamavano i cittadini alla pausa del mezzogiorno. Essa fu eretta sopra “la porta della città“, in conci di granito grigio, tra il 1468 e il 1472 su disegno del vipitenese Hans Feur, che aveva collaborato alla costruzione del coro gotico della chiesa parrocchiale. Sopra i due fornici della porta due lastre di marmo (inserite nel 1478) ricordano una l’inizio dei lavori preparatori nel 1468 e l’altra la posa della prima pietra da parte del Duca Sigismondo d’Austria nel 1469. Con i suoi 46 m d’altezza la torre è il simbolo del prestigio raggiunto dalla città di Vipiteno.
La Torre delle Dodici può essere visitata anche dall'interno in occasione di alcuni eventi, come il Mercatino di Natale, d'estate durante le Feste delle lanterne o per la Sagra dei canederli.
Il Kronplatz Bike Park è tutt'altro che un bike park con trail tutti uguali. Invece di pianificare i sentieri sul tavolo da disegno, siamo andati nei boschi e abbiamo usato quello che abbiamo trovato. Dove è ripido, i sentieri sono ripidi. Dove c'è spazio, ci sono salti, dove c'è bosco, ci sono radici, dove ci è stato permesso, è stato usato un escavatore, e dove no, proprio no. Non c'è copia-incolla a Plan de Corones, ma ogni tracciato racconta la sua storia.
Anche i nomi dei sentieri sono unici nel Kronplatz Bike Park: Franz e Hans hanno sono ormai un culto e sono nomi familiari nella community da anni. I loro successori Andreas, Alex e Co. non hanno nulla da invidiare e sono tra i percorsi preferiti dai numerosi partecipanti al Trailtrophy e all'Alpine Enduro Series.
Vi aspettano un totale di 18 percorsi: 1 facile-medio, 3 medi, 10 medio-difficili e 2 difficili.
Ben 5 impianti di risalita sono aperti in estate per gli appassionati di mountain bike, più che in qualsiasi altro posto delle Alpi: l'impianto Kronplatz 2000, la nuova cabinovia Olang 1+2, l'impianto Ried e le funivie Ruis e Piz de Plaies. Con l'eccezione dell'impianto del Piz de Plaies di San Vigilio, tutti gli altri impianti raggiungono i 2.275 m sul livello del mare e offrono una vista a 360° che non è seconda a nessuno.
Il Museo di Collepietra offre un'indimenticabile escursione nella storia del Tirolo. La vita rurale, le sue radici nella religione, i vari mestieri quasi dimenticati e i ricordi dolorosi delle guerre sono solo alcuni dei reperti raccolti con amore. Durante la visita guidata attraverso le stube, le camere e le stanze da lavoro accuratamente ricostruite, è possibile percepire in prima persona lo spirito della vita semplice e rimanere affascinati da abitudini di vita e di lavoro quasi dimenticate.
Una mostra di specie animali autoctone farà battere il cuore dei bambini.
Una novità è la possibilità di sentire direttamente dai testimoni contemporanei come si viveva nei tempi passati. Queste emozionanti interviste possono essere proiettate su diversi schermi.
Su richiesta offriamo anche visite guidate che si riferiscono specificatamente a questi video di testimoni dell'epoca.
Informazioni importanti:
Il museo apre la Domenica delle Palme e rimane aperto fino alla fine di ottobre.
È possibile visitarlo solo con una visita guidata. Queste si svolgono dal martedì al venerdì alle 10.10 e alle 11.10 e il sabato, la domenica e i giorni festivi alle 17.00.
È necessaria la prenotazione: +39 0471 619560 o steinegg@eggental.com.
Nei giorni feriali la prenotazione deve essere effettuata entro le ore 12.00 del giorno precedente, nei fine settimana entro le ore 16.00 del giovedì e con 48 ore di anticipo nei giorni festivi.
Su prenotazione è possibile effettuare visite guidate speciali per gruppi di almeno 10 persone.
Purtroppo non è possibile visitare il museo senza barriere architettoniche.
Ecco una breve presentazione:
Video Museo di Collepietra
Il museo di cultura popolare a Egnaè situato in un edificio storico dei portici e dà la possibilità di visitare le stanze abitative di una famiglia borghese del XIX e XX secolo. Una vasta collezione di mobili e oggetti d'uso quotidiano domestico ricorda alla cultura passata. Gli oggetti del periodo dal 1800 fino agli anni ‘50 sono stati raccolti ed esposti in diverse stanze. Nel museo si possono visitare varie stanze come per esempio una stanza da gioco per bambini, una cucina con dispensa, un salotto e una camera da letto.
La piccola area di La Crusc/Santa Croce, adagiata alle pendici dell’omonima montagna, è tra i luoghi del cuore della popolazione della Val Badia e dell'Alto Adige.
La storia: fatti e ipotesi
Molti secoli fa, quando il paese di Badia era ancora poco abitato, il Santa Croce era probabilmente un luogo di culto pagano. Le difficili condizioni di vita di quei tempi hanno probabilmente spinto i primi cristiani a costruire un santuario per chiedere la benevolenza del cielo.
Intorno all'anno 1010 dei monaci costruirono una cappella nei prati ai piedi del Sas dla Crusc/Santa Croce. Nel XV secolo al posto della cappella fu costruita una piccola chiesa che alla fine del XVII secolo fu sconsacrata dall'allora imperatore austriaco e quindi soggetta al decadimento. I valligiani e alcuni pellegrini ristrutturarono la chiesetta salvandola dalla rovina. A metà del XVIII secolo la chiesetta fu poi ampliata e dotata di un campanile.
Per molti anni le uniche testimonianze dell'esistenza di un luogo di pellegrinaggio al Santa Croce erano documenti risalenti al 1511. In seguito furono trovate due pergamene che recavano una datazione precedente. Sulla prima pergamena si legge della consacrazione della chiesa, sulla seconda si racconta la storia di un certo "Morellus de Caninis" che nel 1500 si recò in pellegrinaggio a Roma per chiedere il favore della Santa Chiesa.
Nell’altare della chiesa sono conservate alcune reliquie, come quella di San Leonardo (patrono della chiesa parrocchiale di Badia/San Leonardo), di San Ippolito, San Virgilio (vescovo di Salisburgo), di Santa Maria Maddalena, di Sant’Agnese e di Santa Barbara.
Ai giorni nostri, durante la stagione estiva, diverse processioni portano dal fondovalle alla chiesa. Particolarmente sentita dalla popolazione della Val Badia la processione della prima domenica di giugno.
Le leggende che circondano la realizzazione della chiesetta
La costruzione della chiesa
Molti secoli fa, gli abitanti di Badia progettarono di costruire una cappella sul "Col d'Anvi". Durante i lavori di costruzione, tuttavia, gli artigiani continuavano a ferirsi con i trucioli del legno. Degli uccelli bianchi, che volavano attorno alla costruzione, raccoglievano i trucioli macchiati di sangue e li portavano ai piedi del Sas dla Crusc/Santa Croce. Dopo un po' gli artigiani se ne accorsero e seguirono gli uccelli per vedere dove andavano. Arrivati ai piedi del Santa Croce, furono così impressionati dalla bellezza del paesaggio, che decisero di costruire lì la loro cappella.
La leggenda di Ottwin, conte di Lurn e della Val Pusteria
Ancor oggi a Badia si racconta come secoli fa ai piedi del Santa Croce vivesse un eremita. E questo eremita era nientemeno che Ottwin, conte di Lurn e della Val Pusteria. Alcuni sostengono che fosse invece suo figlio Volkold, il fondatore del Monastero di Castel Badia a San Lorenzo di Sebato, all’entrata della Val Badia. La leggenda narra che Ottwin durante un pellegrinaggio in Terra Santa si fosse macchiato di eresia. Dopo essere tornato nella patria altoatesina, fu sopraffatto dai sensi di colpa per il suo peccato. In segno di espiazione avrebbe deciso di vivere da eremita in una capanna ai piedi le rocce del Santa Croce, trascorrendo le giornate a pregare e far penitenza.
Presso l'impianto idroterapico Kneipp è possibile compiere un vero e proprio percorso Kneipp lungo un canale ed una vasca in cui scorrono le gelide e cristalline acque del Rio Scaleres. Il contatto con l'acqua della natura ha effetti positivi sulla circolazione ed è molto tonificante. A disposizione c'è anche un percorso vita, lungo il quale si possono eseguire i più svariati esercizi ginnici, un ampio prato verde per rilassarsi ed un parco giochi per bambini. Un'area ricreativa per grandi e piccini.
L'area "impianto Kneipp" è accessibile anche in inverno, ma il percorso Kneipp è svuotato.
Museo del contadino - Maso Tschötscher: La frazione di S. Osvaldo, nel comune di Castelrotto, si adagia splendidamente su un fertile altipiano esteso oltre gli erti pendii che si estendono verso la Valle Isarco. Michl Jaider dell’albergo Tschötscherhof ricorda ancora bene i tempi duri dell’anteguerra quando chiunque in campagna doveva rimboccarsi le maniche, arando i campi di grano, partecipando alla fienagione, lavorando nella stalla, nel fienile e nei vigneti. Quando subentrò al padre nella gestione del maso con l’attigua pensione, i tempi erano già cambiati. I trattori sostituivano gli aratri trainati dai buoi, le macchine mietitrici avevano preso il posto delle falci e i campi di grano erano stati soppiantati dalla più redditizia attività lattiera. I vecchi attrezzi erano ormai solo d’impiccio, ma il giovane Michl non se la sentiva di disfarsene, tanto gli ricordavano gli anni della sua infanzia...
Biglietto d’ingresso: offerta libera
Categorie: Contadino, Artigianato, cultura, Cultura popolare, Etnografia
1° marzo – 30 novembre gio-mar ore 9–20
Chi d’inverno ama lo slittino e conosce la nostra pista da slittino RudiRun, tornerá volentieri in estate per provare l’emozione del mountaincart.
Mountaincarts sono simili a go-carts, quindi senza motore e senza pedali ( ma con freni) con i quali ci si diverte scendendo i 9 km della pista fino alla stazione a valle della cabinovia.
Il noleggio avviene presso la stazione a monte della cabinovia. Il noleggio di un Mountaincart include anche il casco. Per favore indossare scarpe da montagna (niente sandali).
Gli amanti delle avventure sulle due ruote trovano in Alta Badia i tracciati BIKE BEATS - ALTA BADIA TRAILS, allestiti a 2000m nel cuore dell’area Movimënt. Si tratta di una rete di percorsi "flow" in terra e sabbia battuta, disegnati tra i pendii e i boschi dell'altipiano tra i paesi di Corvara, La Villa e San Cassiano.
Grazie a spettacolari tratti in northshore, bumps e salti di varia difficoltà, il divertimento in sella alla propria bici è assicurato. I 5 trails, di diverso livello di difficoltá da facile a impegnativo, si distinguono grazie ai loro nomi ladini, che ne descrivono i tratti più caratterizzanti.
5 trails: Ödli trail (facile - lunghezza 1,5 km), Avëna trail (medio - lunghezza 2 km), Cör trail (impegnativo - lunghezza 1,3 km), Fle trail (medio - lunghezza 1,3 km), Mans trail (medio - lunghezza 1,3 km).
Raggiungibilità del parco: cabinovia Piz Sorega da san Cassiano, seggiovia Pralongiá da Corvara.
L’accesso ai Bike Beats – Alta Badia Trails è gratuito.
Possibilità di noleggio biciclette.
A Tagusa presso Castelrotto, esiste dal 2005 un Museo della scuola. Una singolare raccolta di ogetti di arredo e di documenti didiattici, ritrovate e mantenute nei loughi dórigine attende i visitatori. Nel 1993 questa picccola scuola pruiclasse fu definitavamente chiusa. Negli anni50 del secolo scorso fu raggiunta il maggior numero di scolari con ben 46 bambini, nella Tagusa del Temponon permetteva incontri con il mondo esterno. Tutti i bambini si conoscevano e solo i maestri variavano di anno in anno. Pur dotati di uná certa autorita´ed estranei a quella societa´essi di adeguarono agli usi locali, cosi´da far distigere Tagusa dai grandi centri scolastici dellá citta. Anche le suppellettili ed il materiale dittatico vennero utilizzati diversamente che in altre scuole e conservati percio´amorevolmente. Cosi´possono essere ammirati dai visitatori nel pccolo Museo al giorno di oggi, degli oggetti che risvegliano non solo sentimenti di nostalgia, ma che destano línteresse dei turisti e degli estimatori della scuola e della sua funzione educatrice.
Nuovo 2022!
Al 1. piano del Museo della scuola di Tagusa, dopo l‘avvenuta installazione a cura del Museumsverein Kastelruth, e` possibile visitare l‘antico laboratorio di calzoleria risalente agli anni `50, del maestro calzolaio „Peterlunger Gustl „ di Siusi allo Sciliar.
L'idilliaco lago di montagna, situato a 2252 metri sul livello del mare, si trova in una profonda conca naturale circondata dalle aspre pareti rocciose del Gruppo del Sella. Il laghetto è raggiungibile dalla stazione a monte della funivia Boé in soli 20 minuti su un facile sentiero pedonale. Chi vuole camminare un po' più a lungo può raggiungere il rifugio Franz Kostner sul Vallon dal lago Boé sul sentiero nr. 638.
Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, dal 2009 Patrimonio Mondiale UNESCO, copre una superficie di 25.680 ettari e si estende tra i comuni di Badia e La Val in Alta Badia, Braies, Dobbiaco, Marebbe e Valdaora. Il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è attraversato dall’Alta Via Dolomitica n. 1 definita anche l'"Alta Via Classica" delle Dolomiti.
A nord il parco confina con i monti rivolti verso la Val Pusteria, ad ovest con la Val Badia, a sud il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies si estende fino al confine dell’Alto Adige in direzione Cortina, mentre il confine est verso le Dolomiti di Sesto è segnato dalla Val di Landro. Le ripide e quasi inespugnabili pareti rocciose salvaguardano un esteso territorio ricco di pascoli e altopiani, molti diversi tra loro dal punto di vista morfologico e paesaggistico.
Un’ampia parte del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è coperta da pascoli e prati caratterizzati da una flora straordinariamente ricca - arnica, genziana, diverse orchidacea, bistorta e crepis aurea, tanto per citare alcuni esempi. I livelli di vegetazione si estendono dal bosco a valle fino ad oltre 3000 metri. La fauna del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies è rappresentativa dell’intera regione delle Dolomiti.
La parte del Parco Naturale situata nel territorio dell’Alta Badia presenta luoghi particolarmente interessanti:
i prati dell’Armentara, una piccola area ricca di una straordinaria varietà di specie;
la grotta del Conturines: la grotta situata a 2800 m sul livello del mare è fino ad oggi la grotta degli orsi più alta al mondo. Nel 1987 in questa grotta sono stati ritrovati fossili di ossa, cranio e denti di un orso. I ricercatori hanno scoperto che si trattava di un orso vissuto nelle alpi austriache 50.000 anni fa, l’orso ladino (Ursus ladinicus);
l’alpe di Fanes con il suo anfiteatro roccioso detto il “parlamento delle marmotte” – l’ambientazione di una delle più belle leggende ladine, la saga “Il regno dei Fanes”.
A differenza del Parco Naturale Puez-Odle, il Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies è un’esplosione di colori, di cascate, laghetti e di vita. Per conoscere e comprendere lo straordinario mondo del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, non basta osservarlo dai suoi confini, bisogna attraversarlo, scoprirlo gradualmente e viverlo.
Il Parco è definito anche come "il volto splendente delle Dolomiti", nome dovuto alla ricca varietà della sua vegetazione e dei suoi paesaggi. Ripide pareti rocciose sorgono infatti ai margini del Parco proteggendo una vasta area di pascoli e variopinti altipiani.
Un'escursione attraverso il Parco Naturale ti porterà nei luoghi misteriosi della leggenda del Regno dei Fanes. La leggenda, considerata il poema epico nazionale ladino, racconta dell’espansione del mitico impero dei Fanes e della sua caduta, delle principesse Moltina e Dolasilla, del malvagio stregone Spina de Mul e dell'impavido eroe Ey de Net.
A Ronchi s’innalza la piccola Chiesa di San Giuseppe, un edificio sacro che, in confronto con le altre chiese dei dintorni del Lago di Caldaro, è più recente. L’edificio venne progettato nel 1900 da Ferdinand Mungenast, un architetto austriaco che realizzò anche diversi altri edifici a Bolzano e nell’Oltradige, come il Grandhotel d’Appiano e la Chiesa di San Giuseppe a Frangarto. Sette anni dopo la sua costruzione nel 1901, la chiesa venne completata dal campanile.
Al giorno d’oggi, la chiesetta si presenta con una volta a crociera con nervature, un coro poligonale e un campanile con guglia. Nel 1977 la Chiesa di San Giuseppe a Ronchi (Kirche St. Joseph in Rungg) venne posta sotto tutela monumentale. Da menzionare soprattutto le opere dell’artista gardenese Ferdinand Stuflesser (1855 - 1926) all’interno della chiesa, come ad esempio l’altare con le sculture di San Giuseppe col Bambino, San Francesco di Sales, patrono santo degli scrittori e dei non udenti, e Santa Teresa d’Ávila, patrona della Spagna.
Sopra l’ingresso troneggia invece la statua di Sant’Antonio da Padova, invocato tra l’altro dal popolo per aiutare a ritrovare cose smarrite. Si trova nella frazione di Ronchi (Rungg), un piccolo borgo situato lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige in direzione Cortaccia. Anche l’autobus di linea si ferma qui.
L'edificio più imponente di S. Paolo è senza dubbio la chiesa parrocchiale nel centro del paese. Non sorgono dubbi sul fatto che questo comune, nel 1147, una volta divenuto diocesi d'Appiano con sede a S. Paolo, fosse il più ricco dell'Alto Adige perché sostenuto dall'impegno finanziario di ricchi possidenti di questa zona, come vuole la tradizione. Dopo il 1786 la diocesi venne divisa per la prima volta in Cornaiano (Cornaiano, Colterenzio e Frangarto) e S. Paolo (S. Paolo, S. Michele, Monticolo, Monte, Missiano, Riva di Sotto, Predonico e Gaido). Nel 1921 questo accadde per la seconda volta: il capoluogo del comune, S. Michele/Appiano, divenne la nuova diocesi di S. Michele insieme a Monticolo, Ganda, Pigano e la parte più a sud di Appiano/Monte. Grazie ai copiosi finanziamenti, nel 1484 si iniziò la costruzione di una chiesa particolarmente bella. Le dimensioni dell'impresa erano enormi e solo nel 1533 l'opera venne ultimata. Il campanile, alto 86 m, fu costruito separatamente, ossia nel periodo che va dal tardo XV sec. fino alla metà del XVII. Per questa ragione, esso presenta due diversi stili: mentre la parte inferiore e centrale è in stile gotico, la sommità con la cupola a cipolla è tipicamente barocca. Al suo interno trovano posto ben 9 campane; la più grande pesa 5 tonnellate ed ha la tonalità del LA. Il suo suono potente ma dolce ci ricorda che questo "strumento di Dio" è il secondo della regione in ordine di grandezza. Una meridiana risalente al 1718, un monumento funerario in memoria dei nobili Firmian, Khuen, Thun, resti tardo-gotici, pitture a secco... sono solo alcune delle tantissime testimonianze storiche dammirare! Un'ultima cosa: la chiesa di S. Paolo è l'unica chiesa dedicata esclusivamente a questo santo. Non è cosa scontata, perché Paolo viene sempre ricordato insieme a Pietro.
Verso nord, il borgo di Sella ha da Sempre una chiesa consacrata a San Maurizui. Il campanile con la sua coppia di trifore ad arco e il tetto piramidale in murata risale al XIII secolo mentre sono sostanzialmente in stile gotico la navata della chiesa e gli arredi. Degno di nota ße un affresco, benché molto danneggiato, che raffigura la battaglia a cavallo con il patrono della chiesa. Questo santo é anche la figura centrale del polittico. Sopra la piccola finestra rettangolare, l'iscrizione in caratteri minuscoli gotici "anno dni m cccc lxx iar" all'esterno ricorda che l'edificazione avvenne nel 1470. Notecole dal punto di vista architettonico é l'armonica costruzione dela casa subito al di sotto della chiesa, dove le belle grate in ferro battuto davanti alle finestre del piano superiore testimoniano l'antica arte artigianale. Un altro pittoresco gruppo, lo formano due o tre antiche case contadine appena oltre la chiesa, lungo la strada verso Altenburg. NEl 1684 uno dei proprietari ha lasciato a futura memoria l'incisione delle proprie iniziali sull'arco del portone.
La navata di sinistra è in stile romanico. L'altare maggiore è stato costruito nel 1520. La navata laterale a sinistra è stile gotico. L'altare è dotato di pannelli immagini di Adamo ed Eva, presumibilmente da Bartlmä Dill Riemenschneider.
La spaziosa area sottostante la cima Scheibkopf offre un bel panorama a 180° con il parco naturale del gruppo del Tessa. Un telescopio consente di mettere a fuoco lo sguardo sul Monte dei Granati (3.304 m)
e sul Monte Principe (3.403 m), che si ergono maestosi dai ghiacciai perenni.
Per saperne di più su …
… le caratteristiche geologiche dell`Alta Val Passiria.
… le formazioni rocciose.
… la capra della Passiria.