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    Luoghi di interesse

    Architettura storica

    Sentirsi come l’imperatrice Sissi passeggiando per i corridoi di un castello? Vedere un monastero dalla prospettiva di un monaco? Immaginare la vita in una semplice casa contadina? Gli edifici del passato rappresentano una componente fondamentale nella storia culturale di un paese. A seconda delle caratteristiche del loro luogo di costruzione, in Alto Adige ci sono edifici adattati alle zone di montagna e edifici con un’influenza più meridionale. 

    Risultati
    Fortezze e castelli
    Monumento alla Vittoria Bolzano
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Il percorso espositivo "BZ '18–'45. Un monumento, una città, due dittature", aperto al pubblico nel luglio del 2014, illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini. Vengono ripercorse le vicende storiche locali, nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918–1945), legate in particolare modo all’avvicendarsi di due dittature (quella fascista e quella nazionalsocialista) e vengono illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti. Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.

    Arte e cultura
    Grand Hotel
    Dobbiaco, Regione dolomitica 3 Cime

    Tutto ebbe inizio nel 1871 con la costruzione della linea ferroviaria da Lienz a Fortezza, di cui era proprietaria la società Südbahngesellschaft di Vienna. Nel 1878 fu inaugurato il Grand Hotel di Dobbiaco, dando così vita al turismo in Alto Adige. Dobbiaco e il Grand Hotel ben presto divennero meta di ospiti illustri soprattutto in estate. L’Hotel Südbahn divenne un prestigioso punto d’incontro per personalità di spicco e, grazie a continui investimenti, l’edificio venne progressivamente ampliato.

    Lo sviluppo del Grand Hotel di Dobbiaco
    Durante la prima guerra mondiale il Grand Hotel subì pochi danni e divenne per questo un ospedale militare. Alla fine della guerra il complesso fu totalmente abbandonato. Nel 1934 l'edificio, messo all'asta, fu acquistato dall'"Istituto di Credito Fondiario delle Tre Venezie". Per fortuna l'Italia viveva una fase di crescita commerciale e la clientela italiana scoprì Dobbiaco come luogo incantevole del turismo estivo alpino.

    Nel periodo successivo ai conflitti mondiali, l’edificio ha accolto diverse istituzioni e strutture, attraversando una nuova fase di vita. Negli anni Novanta del secolo scorso è stato oggetto di un’importante e costosa ristrutturazione.

    Il Grand Hotel odierno
    Quello che per i suoi tempi era un modernissimo albergo di lusso, ospita oggi un centro congressi e culturale  all’avanguardia, ostello della gioventù, un ristorante gourmet, il Centro Visite dei Parchi Naturali, la Scuola di Musica, il Servizio Giovani, un centro di formazione e appartamenti sociali. Fulcro dell’intero complesso è la splendida sala Auditorium “Gustav Mahler”, dedicata all’omonimo compositore boemo: con una capienza di 460 posti e un’acustica eccellente, rappresenta il cuore pulsante dell’attività culturale.  
    Il Grand Hotel di Dobbiaco oggi è sede del Centro Culturale Euregio che ospita l‘imponente Sala Gustav Mahler e la Guesthouse. 

    Arte e cultura
    Museo della Farmacia
    Bressanone, Bressanone e dintorni

    Il Museo della Farmacia conduce nell’interno di un’abitazione dell’antica borghesia brissinese con i suoi sontuosi rivestimenti lignei, gli affreschi unici e le originali stufe ad olle. In casa della Farmacia Peer si è conservato un prezioso tesoro di rari oggetti, che narrano con la loro molteplicità e fantasia «L’arte di curare». Allo stesso tempo questo piccolo gioiello museale rappresenta una perla di rara bellezza per gli amanti dell’architettura e dell’arte moderna.

    Fortezze e castelli
    Museo provinciale degli usi e costumi
    Brunico, Regione dolomitica Plan de Corones

    Il Museo degli usi e costumi, il più antico dei Musei provinciali dell'Alto Adige, offre la possibilità di esplorare i diversi ceti sociali della società contadina sudtirolese degli ultimi secoli. Il caposaldo del museo è costituito dall'imponente residenza barocca "Mair am Hof" edificata alla fine del XVII secolo. Le sue sale padronali tipiche della nobiltà rurale sono visitabili. All'interno della residenza trovano inoltre posto le collezioni del museo. Nel museo all'aperto, su circa 3 ettari si susseguono i masi dei contadini, testimoni della varietà di tipologie costruttive d'altri tempi. Accanto a campi e orti agricoli, si trovano inoltre costruzioni ad uso artigianale in un percorso didattico che ripercorre le tappe principali della quotidianità di una vita rurale ormai passata.

    Architettura
    Cantina Hofstätter
    Termeno sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    La cantina ha sede in un grande edificio sulla piazza del paese accanto alla chiesa. L’ampliamento del deposito per le botti e dei locali tecnici è stato realizzato sul lotto rimasto vuoto tra il campanile gotico della chiesa e la vecchia sede della cantina. Dato lo scarso spazio disponibile si è deciso di costruire una torre rivestita di tavole di legno con un tetto piano molto sporgente. Quest’ultimo è allineato con il cornicione più basso della torre campanaria e con la linea di gronda della vecchia cantina, un accorgimento che lega perfettamente la nuova torre al contesto. La fascia finestrata della sala di riunione nel sottotetto fa riferimento al tetto a capriate gotico del campanile. L’impiego del legno, materiale di tonalità affine alla pietra arenaria della torre della chiesa, evita che le due architetture entrino in competizione. La cantina per le botti ha la struttura portante a telai di cemento armato riempiti con mattoni a vista. Sia la cantina che il corpo scale sono interessati da un intervento artistico in forma di grandi superfici colorate.r

    Arte e cultura
    Vuseum - Museo della Val Venosta
    Sluderno, Val Venosta

    La Val Venosta è una delle zone più aride della regione alpina. “Sunnaseit” e “Nörderseit” hanno sempre plasmato la valle, la gente, la cultura.

    Scopri nel Vuseum - 's Vintschger Museum la versatilità di questa valle unica con la sua lunga storia, e poi fai un'escursione nell'insediamento preistorico di Ganglegg o lungo i vecchi corsi d'acqua Leitenwaal e Berkwaal.

     

    Vivere la Val Venosta …

    Le varie presentazioni di film e la passeggiata lungo i canali d’acqua fino al sito preistorico   "Ganglegg" - ben segnalate - rendono la visita ricca di eventi. In aggiunta, si alternano le mostre nel museo. 

    … Capire la Val Venosta

    Le mostre fanno capire ai visitatori perché la Val Venosta è così com'è oggi e come gli abitanti, i “Vinschger” hanno imparato ad affrontare le dure condizioni locali nel corso dei millenni.

    La Val Venosta arcaica

    La collina di Ganglegg, sopra Sluderno, è forse il sito preistorico d’altura più studiato di tutto l’arco alpino. Si tratta di un insediamento fortificato dell’età del bronzo, del ferro e di epoca romana. Gli abitanti, i reti, del Ganglegg occupavano una posizione di preminenza sociale in epoca preistorica, come dimostrano i numerosi gioielli e reperti di armi provenienti da gran parte dell'Europa. La loro stessa scrittura, il luogo delle offerte bruciate come centro di eventi di culto in Val Venosta resero i reti un popolo potente e ampiamente temuto.

    I Bambini di Svevia

    La Val Venosta era una valle amaramente povera anche a causa del clima. La gente doveva morire di fame e lottare per la sopravvivenza ogni giorno. A partire dal Seicento la povertà ha spinto molti genitori a mandare i loro bambini a fare una camminata molto faticosa fino all’Alta Svevia per trovarvi alloggio e lavoro. La mostra indaga la questione del perché si possa arrivare a questo punto e descrive la dura vita quotidiana di questi "Bambini di Svevia".

    I Girovaghi – I Korrnr

    Non è stato il desiderio di libertà a spingerli a prendere il carro, è stata la povertà che li ha costretti a farlo. Tirando il carro, molti abitanti della Val Venosta si mossero attraverso i campi. Compravano e vendevano, si offrivano come lavoratori durante il raccolto o provavano a chiedere l'elemosina. Molte famiglie hanno vissuto in strada per anni.

    Acqua per irrigareLa Val Venosta è una delle valli più aride in Europa. Per rendere possibile l'agricoltura, gli abitanti della Val Venosta hanno sviluppato secoli fa un ingegnoso sistema di irrigazione: i canali di irrigazione artificiali, i “Waale”. La mostra WasserWosser racconta vividamente tutti gli aspetti dell'irrigazione tradizionale della Val Venosta, raccontando il carattere peculiare della Val Venosta e della sua gente.

    Visite guidate
    Le visite guidate si svolgono ogni mercoledì.
    Visita guidata in tedesco - ore 16:00
    Visita guidata in italiano - 17:00
    Architettura
    Spazio del Vino Kobler
    Magrè sulla Strada del Vino, Strada del Vino

    Dopo aver rilevato l’azienda vinicola del padre risalente agli anni Ottanta, il committente ha deciso di ricavare un moderno spazio di degustazione nel massiccio edificio della cantina. Il nuovo, semplice padiglione si presenta come una sorta di terrazza coperta che si protende dalla facciata della cantina e a cui si accede da una parete di vetro scorrevole. Il raffinato allestimento interno del locale, studiato con attenzione fino all’ultima fuga, può essere apprezzato solo una volta entrati. Il padiglione completamente bianco è tutto dedicato al vino, che in questo paese ha un’importanza fondamentale. Il tavolo bianco per le degustazioni, che può scorrere verso l’alto, consente di assaggiare il vino anche in piedi, come se si fosse al bar. La parete di fondo del padiglione è interamente utilizzabile per la proiezione di foto e filmati. L’impianto illuminotecnico, progettato su misura, completa in modo efficace la presentazione dei vini. Gli strumenti necessari per la degustazione possono essere riposti in una nicchia del bar.

    Architettura
    Recupero della piazza dell’Abbazia di Novacella
    Varna, Bressanone e dintorni

    Le superfici antistanti l’abbazia dei Canonici Agostiniani sono state utilizzate per molti anni come parcheggio per le auto. Poiché erano circondate da edifici di notevole pregio storico, era necessario valorizzarle attraverso una risistemazione complessiva della piazza. L’intervento si è articolato in tre settori: l’area di accesso dall’esterno, la piazza dell’Abbazia e l’accesso alla porta del convento. La piazza è stata ribassata di 1,5 metri per restituire alle facciate prospicienti le proporzioni originarie. Al centro è stata inserita una piastra di acciaio da cui scaturisce uno zampillo d’acqua. Un salto d’acqua fiancheggiato da gradoni in legno utilizzabili come sedute delimita la piazza, costituendo una sorta di tribuna per le rappresentazioni all’aperto. In caso di maltempo è possibile anche allestire un tendone sorretto da pilastri di acciaio e fissato tramite tiranti. Tutti i nuovi elementi di arredo, quali pavimentazioni, parapetti, gradini ecc., sono stati realizzati in granito prendendo come riferimento il complesso abbaziale.

    Architettura
    Vinzenz zum feinen Wein
    Vipiteno, Vipiteno e dintorni

    Esattamente dietro la Torre delle Dodici, all’ingresso della Città Nuova di Vipiteno, si trova l’Hotel Garni Wipptaler Hof, con al piano terreno il wine bar. Lo spazio del locale è diviso in tre. L’ambiente più grande è occupato dal wine bar che inizia appena dopo la porta di ingresso, con un lungo tavolo in legno di rovere ramato massiccio e uno scaffale dello stesso materiale che occupa tutta la parete riempito con un gran numero di bottiglie di vino di varia provenienza. Di fronte, circondato da comode nicchie per sedersi, è posizionato il camino in acciaio nero. Tutti gli altri arredi del wine bar sono in rovere ramato. Da qui si raggiunge una sala più piccola con una Stube tradizionale in legno di cirmolo e infine si arriva alla cucina, dove i clienti hanno il permesso di dare un’occhiata. Qui vengono preparati vari spuntini da abbinare al vino, che in estate vengono anche serviti ai tavoli all’aperto. Si tratta di un’enoteca moderna e un po’ diversa dal solito.

    Arte e cultura
    Centro visite del Parco Naturale Tre Cime
    Dobbiaco

    Alternando tra divertimento ed informazioni, la natura diventa percettibile, tangibile ed accessibile. Sono disponibili informazioni sui Parchi naturali dell'Alta Pusteria e sulla formazione delle Dolomiti, ad oggi Patrimonio Mondiale dell'umanità UNESCO. Al primo piano sono esposte mostre temporanee su tematiche attuali. Ingresso libero!

    Architettura
    Ippodromo di Maia Bassa
    Merano, Merano e dintorni

    L’ippodromo di Maia Bassa è uno degli impianti di questo tipo più grandi e belli d’Europa. Sorge in posizione centrale e proprio per questo rappresenta anche un elemento ordinatore che suddivide chiaramente in due parti la città. Nel 1886 si disputò su questi campi la prima corsa ippica per la nobiltà asburgica che soggiornava a Merano, ma la vera epoca moderna ebbe inizio nel 1936 quando il regime fascista fece costruire il nuovo ippodromo su progetto di Paolo Vietti Violi, una vera archistar del tempo. La distribuzione e il ritmo delle rampe di scale, le coperture piane e l’assoluta chiarezza costruttiva fanno di queste strutture in cemento intonacato un esempio rilevante di quella via italiana al razionalismo che traeva ispirazione dal linguaggio moderno ormai classico del Bauhaus. La tribuna principale a due piani, lunga 150 metri e alta 20, è in grado di ospitare 15.000 spettatori. Dopo il restauro gli edifici dell’ippodromo hanno ricevuto il Premio di Architettura Alto Adige 2011.

    Arte e cultura
    Piazza Municipio
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Incorniciata dai bei Palazzi del Municipio a sud (in stile neo-barocco con interessanti affreschi nella sala del Consiglio - 1907) e da Casa Amonn ad est (facciata decorata a stucchi in stile rococò, decorazioni a fresco sui restanti edifici), Piazza Municipio segna l'inizio di via dei Portici.

    Arte e cultura
    Messner Mountain Museum Firmiano
    Bolzano, Strada del Vino

    A sud di Bolzano su rocce di porfido si trova uno dei più ampi e antichi castelli dell'Alto Adige. Grazie alla sua incredibile posizione è visibile anche da lontano in tutto il suo splendore. Storia: Nel 945 Castel Firmiano viene nominato per la prima volta nella storia con l'appellativo di "Formicaria". Quando nel 1027 l'imperatore tedesco donò il ducato di Trento e la contea di Bolzano al Vescovo di Trento passò nelle mani di quest’ultimo anche il castello che divenne sede dei funzionari territoriali e dei processi. Un ampliamento del castello nel XII e XIII sec. si rese così indispensabile. Per i regnanti della zona era molto comodo il controllo della navigazione sull'Adige e sull'Isarco anche perché l'unico accesso a Bolzano da Appiano, prima della costruzione del ponte nel 1200, si poteva bloccare facilmente. Nel 1473 il castello passò nelle mani di Sigmund der Münzreicher, principe regnante del Tirolo. Amante delle residenze sfarzose, egli fece ingrandire il castello e diede a questo imponente maniero l'attuale nome di Schloss Sigmundskron. Purtroppo subito dopo Sigmund subì un crollo finanziario e dovette quindi cedere in pegno la sua dimora. Il castello, così, andò pian piano in rovina non essendo più abitato con regolarità. Nel 1957 ebbe luogo l'altro importante evento all'interno delle mura del castello: la manifestazione popolare contro "Verwelschungsbestrebungen" (via da Trento), ossia contro il non-rispetto "del Trattato di Parigi". Nel 1976 per la prima volta una famiglia di ristoratori azzardò il restauro del castello e ne ricavò un ristorante eccezionalmente romantico tutt'ora attivo, offrendo uno sfondo meraviglioso per i banchetti matrimoniali. Nel 2006 inaugurazione del "MMM" Messner Mountain Museum nel castel Firmiano Stile: Il castello mantiene prevalentemente il suo stile alto-medievale. Il mastio slanciato nella parte bassa presenta elementi tardo-gotici. Al XII sec. risale la torre abitativa con portale e finestre a tutto sesto. Sul muro di cinta spesso fino a 5 m nella parte anteriore del castello riconosciamo due torri di protezione, un'area abitativa ed una agricola (quella che oggi è adibita a ristorante). Caratteristiche: Le due ali del castello sono visibilmente separate da una formazione rocciosa, una barriera naturale che non s'incontra molto spesso. Il duca Sigmund fece impreziosire il castello anche da decorazioni cesellate. Le diverse dimensioni delle feritoie sono innovative rispetto allo stile dell'epoca. Escursioni: Castel Firmiano è raggiungibile anche in auto. Escursioni non troppo impegnative a Cornaiano o ai Laghi di Monticolo in mezzo ai vigneti ed ai boschi passano proprio davanti a quest'attrazione turistica. Anche una passeggiata di 2 ore percorrendo il sentiero 1 da Cornaiano e passando davanti alla famosa Casa del Gesù in direzione Castel Firmiano è un'esperienza da non perdere.

    Architettura
    Ex “Casa del Fascio”
    Merano, Merano e dintorni

    La chiesa dell’Ospedale di Santo Spirito è uno dei principali monumenti artistici e luoghi spirituali di Merano. Fu dunque una provocazione intenzionale verso i fedeli di lingua tedesca la decisione da parte dell’amministrazione comunale fascista di realizzare una nuova Casa del Fascio proprio di fianco alla chiesa, in modo da impedirne la vista dall’ingresso della città storica. Inoltre il vecchio Ospedale dovette essere abbattuto per fare posto al nuovo edificio. Nonostante queste vicende poco decorose, il complesso rimane un capolavoro di architettura razionalista. La torre aperta ben visibile da lontano, le facciate a strisce orizzontali, le cornici sporgenti in cotto e la pianta libera fanno di questo edificio una delle opere architettoniche più interessanti dell’epoca.

    Architettura
    Giardini di Castel Trauttmansdorff
    Merano, Merano e dintorni

    I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono stati premiati nel 2005 come giardino più bello d’Italia. Nei circa 12 ettari di superficie a verde si trovano circa 5800 specie di piante e 80 ambienti botanici, attraversati da sentieri e specchi d’acqua e fiancheggiati da padiglioni. Il castello – un tempo luogo di villeggiatura dell’Imperatrice Sissi – è stato restaurato con grande sensibilità e integrato con un ristorante e un centro visite. Di particolare interesse, accanto agli eleganti dettagli in acciaio inox di ponti, parapetti e arredi, sono la voliera e la piattaforma panoramica di Matteo Thun. Queste due costruzioni moderne danno ai giardini una tridimensionalità architettonica. Si tratta di strutture leggere e audaci in acciaio inox o acciaio zincato a fuoco che sembrano fluttuare nell’aria sopra i giardini. La piattaforma panoramica, raggiungibile tramite una serie di gradini in grigliato metallico, forma una sorta di palcoscenico sopra le cime degli alberi, mentre dalla voliera fuoriesce una passerella che si protende sul giardino con uno sbalzo quasi vertiginoso.

    Arte e cultura
    Rifugio Biasi al Bicchiere
    Racines, Vipiteno e dintorni

    Il rifugio più alto dell'Alto Adige si trova sul versante meridionale delle Alpi dello Stubai a 3.195 m di altitudine. Il Rifugio Biasi al Bicchiere è stato costruito nel 1894 dall'associazione Alpina tedesca e austriaca, ma è stato successivamente ricostruito e ristrutturato più volte. Gli ultimi lavori di ristrutturazione sul cantiere più in quota dell'Alto Adige sono stati completati nell'estate del 2021 dopo circa un anno di lavoro. La costruzione originaria durò da marzo ad agosto 1894. 25 tonnellate di materiale proveniente da Masseria furono portate al vertice. Nello stesso anno la capanna fu aperta con il nome di "Kaiserin Elisabeth-Schutzhaus". Qualche anno dopo il nome è stato cambiato. È stata costruita anche la cappella "Maria im Schnee", che può essere visitata ancora oggi.

    Nonostante la sua impressionante posizione, il rifugio offre agli alpinisti acqua corrente, pasti caldi nell’accogliente Stube e spazio per 100 persone; anche sono stati completamente ammodernati gli impianti necessari e i dispositivi antincendio. Il rifugio è aperto da fine giugno a metà settembre, ma questo dipende dal tempo. Cime note come Cima libera (3418 m), Pan di zucchero (3505 m), Cima di Malavalle (3463 m) e Il capro (3250 m) completano il Rifugio Biasi al Bicchiere nell'area della neve eterna.

    Partendo dal fondovalle della Val Ridanna si segue il sentiero 9 lungo il Rio Ferner passando per la Malga Aglsbodenalm e i rifugi Vedretta Piana e Vedretta Pendente. Superato questo ultimo ed il pittoresco Lago di Malavalle, proseguendo lungo il sentiero n. 9, attraversando formazioni rocciose, tratti ben assicurati da corde e scalini, e una morena, si giunge alla base dello sperone roccioso del Bicchiere. L’ultimo tratto conduce, attraverso un sentiero a serpentina, fino al rifugio. Per alpinisti esperti, dal passo sicuro e con attrezzatura adeguata! Si ritorna sulla via dell'andata.

    Fortezze e castelli
    Piazza della Rena e Ponte della Posta
    Merano, Merano e dintorni

    Deve il suo nome alla sabbia che il Passirio, formando un'ansa, depositava tra la porta Bolzano e la sua riva. Su di essa troneggia lo splendido palazzo Esplanade, ex albergo fra i più antichi di Merano, un tempo Hotel Arciduca Giovanni. Fino al 1913 in alcune stanze del palazzo trovava collocazione l'ufficio postale, mentre oggi l'edificio, ristrutturato e riportato ai fasti delle origini, è sede di uffici pubblici e negozi. Di fronte è situata la "Hohensaal", l'odierna sede del convitto delle Dame Inglesi (ordine di monache cattoliche che si consacrarono all'educazione delle giovani) con l'adiacente chiesa del Sacro Cuore in stile romanico. Il ponte della posta è in stile liberty per eccellenza. L'accesso da est alla città era di estrema importanza per i commercianti meranesi che, nel 1909, ne decisero la costruzione, collegando così la chiesa di Santo Spirito a Piazza della Rena. Ristrutturato di recente, è il più elegante di Merano.

    Arte e cultura
    Piazza Tribunale
    Bolzano, Bolzano e dintorni

    Il Palazzo di Giustizia, realizzato nel 1939 dall´architetto Paolo Rossi, si erge di fronte ai palazzi finanziari e conserva un bassorilievo dello scultore Hans Piffrader. Al centro la Fontana delle Naiadi del 1960

    Chiese e abbazie
    Abbazia di Monte Maria
    Malles, Val Venosta

    L’Abbazia di Monte Maria sorge all'altezza di 1340 m. Si tratta dell’abbazia Benedettina più alta d'Europa. Fu una fondazione dei nobili di Tarasp. Nella solitudine delle montagne da più di 900 anni alcuni monaci conducono la propria vita secondo la regola di San Benedetto. Il Museo di Monte Maria si trova nella parte dell'economato dell'edificio. Il Museo fornisce un'impressione della vita monastica “ora et labora", come pure degli eventi storici e dell'interpretazione spirituale degli affreschi romanici della cripta con le famose e preziose raffigurazioni angeliche.

    Mostre temporane:

    - Marienberg davanti e dietro l’obiettivo
    - Maria

    Visite guidate
    Ulteriori informazioni sulle visite guidate e orari disponibili sotto https://www.marienberg.it/it/museo/visite-guidate.html.

    Architettura
    Museo della Val Venosta
    Sluderno, Val Venosta

    Ai piedi di Castel Coira, centro di attrazione antico del paese, un vecchio maso è stato trasformato in un museo che racconta la difficile vita quotidiana di un tempo dei contadini della Val Venosta: un programma didattico che fa da contraltare al mondo feudale di cui il Castel Coira è un simbolo. Al piano inferiore e a quello superiore del maso sono stati ricavati spazi per esposizioni temporanee. La struttura dei due edifici che compongono il complesso è stata conservata e integrata con i materiali tipici della regione per rispondere alla nuova modalità d’uso. Legno di larice, intonaco esterno tradizionale, vetro e acciaio sono stati impiegati con l’intento di esprimere in forme moderne la funzione attuale. La struttura portante esistente è stata combinata con elementi costruttivi contemporanei in modo da ottenere un’unità omogenea di tradizione e modernità, che fa emergere le potenzialità artistiche della Val Venosta puntando a una qualità senza tempo.

    Architettura
    Gasthaus zur Krone
    Lasa, Val Venosta

    La piazza di Lasa, il paese del marmo, è interamente lastricata con questo materiale nobile. In marmo bianco è anche il busto dell’Imperatore Francesco Giuseppe, abbandonato in un angolo dato che non fu mai ritirato a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. In questo contesto, la locanda tradizionale Zur Krone non è solo un punto di incontro prediletto da sempre più persone, ma ha sviluppato anche un programma di eventi molto frequentato. La ristrutturazione doveva necessariamente conservare il carattere del locale. I pavimenti in legno, le pannellature alle pareti anch’esse in legno dipinto a colori chiari, le panche continue e gli arredi semplici di provenienza eterogenea, oltre a una teca di acciaio inox con finitura opaca, creano una composizione che sembra quasi casuale ma che è invece il risultato di un calcolo raffinato volto a creare un’atmosfera il più possibile rilassata. Cuore dell’ampliamento è la cantina medievale con le volte originali, oggi utilizzata come spazio per gli ospiti e per le manifestazioni.

    Arte e cultura
    Museo dei Costumi Tradizionali
    Castelrotto, Regione dolomitica Alpe di Siusi

    L‘altopiano dello Sciliar é, per quanto riguarda i costumi tradizionali, uno dei più grandi territori dell‘Alto Adige, storicamente accresciuti, e uno dei pochi ove ancora oggi il costume tradizionale è vivo e sentito. Il comune di Castelrotto è uno fra i comuni più ricchi per varietà importanza. Il costume tradizionale appartiene alla cultura popolare, così come il dialetto, le canzoni, le danze, le tradizioni laiche e religiose. Esso è qualcosa di unico, che ci distingue dagli altri. Per questo motivo, sollecitato dalle associazioni culturali „Heimatpflegeverein Schlern“e „Museumsverein Kastelruth“ , il comune di Castelrotto ha trasformato un piano della residenza Laechler, sulla piazza del paese, nel „Museo dei costumi tradizionali“, inaugurato il 31 maggio 2019. Manichini a grandezza naturale in vetrine ben illuminate mostrano la varietà dei costumi tradizionali di Castelrotto. Le pareti delle sale sono in parte di colore nero. In questo modo vengono particolarmente evidenziati nelle vetrine a muro illuminate i singoli accessori dei costumi tradizionali.  Lungo le pareti è presente una documentazione di fotografie antiche e recenti, che permette di farsi un‘idea di quando e come il costume tradizionale veniva e viene indossato a Castelrotto. Il „Museo dei costumi tradizionali“illustra la grande varietà dei costumi tradizionali di Castelrotto, frutto di un lungo processo di sviluppo. I costumi sono un elemento storico della tradizione e allo stesso tempo un bene culturale vivo. Essi appartengono al patrimonio culturale più prezioso della comunità di Castelrotto

    Arte e cultura
    Wandelhalle
    Merano, Merano e dintorni

    Negli anni ’60 del XIX secolo fu allestito un loggiato che fungeva da passeggiata coperta con panchine, dove ci si poteva godere il tepore del sole nelle giornate invernali. La Wandelhalle divenne ben presto un punto di ritrovo per gli ospiti di cura, tanto che nel 1891 dovette essere ampliata e ristrutturata. Nel padiglione centrale si trovano tavole commemorative e busti di personaggi illustri. Le pareti sono decorate da dipinti di Lenhart, Complojer e Demetz, raffiguranti paesaggi dell’Alto Adige.

    Fortezze e castelli
    Antico convento Certosino "Monte degli Angeli"
    Senales, Val Venosta

    AIl convento certosino "Monte degli angeli" fu fondato nel 1326 e sciolto. Si possono ancora visitare il chiostro, la grotta, l´abitazione del Priore, la cucina del convento, le mura di cinta e la chiesa dedicata a Sant´Anna. nel 1782.

    Arte e cultura
    Liberty - Il Kurhaus di Merano
    Merano, Merano e dintorni

    È l'edificio simbolo della città, dalle linee liberty che da un lato si specchiano nel fiume Passirio e dall'altro si affacciano su corso Libertà. Le sue sale ospitano tradizionalmente avvenimenti culturali e mondani, convegni, mostre, celebrazioni e serate di gala. La sua costruzione risale alla seconda metà del XIX secolo. Nel 1874 venne inaugurata la sua prima parte, il Pavillon des Fleurs, giunta invariata ai giorni nostri. L'ala nuova con il Kursaal, progettata da Friedrich Ohmann, architetto della Secessione viennese, fu innaugurata il 31 dicembre 1914. Il Kurhaus è accessibile soltanto durante le manifestazioni.

    Architettura
    Teatro comunale di Merano
    Merano, Merano e dintorni

    Sulla passeggiata Lungopassirio sorsero uno dopo l’altro vari edifici rappresentativi destinati alla nobiltà imperiale asburgica. L’architetto quarantenne Martin Dülfer, a quel tempo uno degli esponenti più in vista della corrente baroccheggiante dello Jugendstil, poté realizzare qui il suo primo teatro, a cui ne seguirono altri tre. L’edificio fu completato in soli 14 mesi sotto la direzione lavori di Wilhelm Kürschner, che in seguito sarà nominato architetto capo della città di Bolzano. La struttura in ferro del palcoscenico venne fatta arrivare da Monaco, gli arredi scenici da Vienna e le poltrone da Berlino. La costruzione originaria è stata alterata in alcuni dettagli importanti ma l’edificio resta una delle poche testimonianze architettoniche ancora esistenti dello Jugendstil in Alto Adige. Il teatro, basato su una pianta dal disegno chiaro, è suddiviso funzionalmente in palcoscenico, platea e foyer e può accogliere fino a 500 spettatori.

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      Nella nostra terra, le antiche mura vengono salvaguardate accuratamente e conservate per il futuro. A testimoniare la delicata sinergia tra passato e presente vi è, ad esempio, Castel Firmiano che ospita uno dei musei di Reinhold Messner nei pressi di Bolzano. Oppure l’Abbazia Benedettina di Monte Maria in Val Venosta, dove ci si può immergere ancora oggi nella sua storia secolare. Esplora i luoghi storici e scopri la straordinaria storia dell'edilizia altoatesina.