Storia e storie del castello e della regione, un'esperienza indimenticabile per tutta la famiglia.
Prezzi:
vedasi: www.burg-heinfels.com
Scopri la ricca offerta culturale dell'Alto Adige.
Storia e storie del castello e della regione, un'esperienza indimenticabile per tutta la famiglia.
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Come viveva, tra il 1921-1941, la famiglia del commerciante e collezionista Franz Fromm a Merano? Quali furono i loro pensieri in questi anni turbolenti? Come vivevano i membri della famiglia e la servitù in questa tipica villa di Merano, città di cura? Quale significato aveva per loro la collezione d’arte e di artigianato artistico?
Le risposte le trovate alla casa museo meranese “Villa Freischütz”.
Ingresso
Intero: 10,- €
Ridotto (senior 65+, bambini fino ai 18 anni, studenti, portatori di handicap): 8,- €
Guide al 2° piano: 10,- € / ridotto 8,- €
Possono essere visitati gli ambienti al primo piano. Gli ambienti al secondo piano possono essere visitati solo con la guida. Le guide sono disponibili per piccoli gruppi e previa prenotazione. Gli ambienti non sono liberamente accessibili a causa delle condizioni strutturali e per proteggere gli oggetti particolarmente sensibili. La guida, in tedesco, italiano o inglese, costa 10,- €/8,- € a persona e dura 1,5 h.
Chiuso in inverno.
... un piccolo gioiello nel cuore della Valle Aurina ... A Cadipietra, nel vecchio "Kornkasten" (granaio) della miniera di rame di Predoi, è stato allestito un museo minerario, diventato oggi un settore del Museo provinciale delle miniere. Gli oggetti esposti provengono in gran parte dalla collezione mineraria dei conti Enzenberg, che è stata ceduta a titolo gratuito alla Provincia di Bolzano ed ora è aperta al pubblico.
Preziosi modelli in legno, dipinti e antiche piantine della miniera, libri, documenti e strumenti originali usati dai minatori fanno rivivere la storia dell'attività mineraria in Valle Aurina.
Ultima entrata 45 minuti prima della chiusura
Lunedì chiuso (eccetto i giorni festivi)
Chiuso nei mesi invernali (fino a Pasqua).
Eccezioni: il 24/12 il castello rimane chiuso il pomeriggio; il 25/12 e 01/01 rimane chiuso la mattina.
Prezzi:
Adulti:
10€
13€ (18/04/2025 - 02/11/2025 inclusa la mostra)
Studenti/Pensionati (olte 65 anni):
7€
9€/Person (18/04/2025 - 02/11/2025 inclusa la mostra)
Bambini (6-16 anni):
5€
6€ (18/04/2025 - 02/11/2025 inclusa la mostra)
ATTENZIONE: il Guest Pass Museum NON è valido!!!
Tutte le informazioni senza garanzia.
Il Museo degli usi e costumi, il più antico dei Musei provinciali dell'Alto Adige, offre la possibilità di esplorare i diversi ceti sociali della società contadina sudtirolese degli ultimi secoli. Il caposaldo del museo è costituito dall'imponente residenza barocca "Mair am Hof" edificata alla fine del XVII secolo. Le sue sale padronali tipiche della nobiltà rurale sono visitabili. All'interno della residenza trovano inoltre posto le collezioni del museo. Nel museo all'aperto, su circa 3 ettari si susseguono i masi dei contadini, testimoni della varietà di tipologie costruttive d'altri tempi. Accanto a campi e orti agricoli, si trovano inoltre costruzioni ad uso artigianale in un percorso didattico che ripercorre le tappe principali della quotidianità di una vita rurale ormai passata.
Il mito della montagna Arroccato su un’altura nella splendida val Venosta, svetta Castel Juval. Nel maniero trova spazio il museo che Reinhold Messner ha voluto dedicare al "mito" della montagna. Per molti popoli in tutto il mondo la montagna è sacra, dall’Olimpo all’Ararat, dal Sinai al Kailash, dal Fujiama in Giappone all’Ayers Rock in Australia. Il museo custodisce una raccolta di dipinti con vedute delle grandi montagne sacre, una preziosa collezione di cimeli tibetani e di maschere provenienti dai cinque continenti, la stanza Tantra ed in cantina gli equipaggiamenti delle spedizioni di Reinhold Messner. Un museo ricco di bellezza e di emozioni. Da visitare accanto al castello i ripidi vigneti dell’azienda agricola Unterortl e l’osteria Schlosswirt Juval con i suoi caratteristici prodotti.
Verso la metà del XIII secolo la casata dei Rottenburger costruì una torre abitativa in stile romanico sopra Appiano in località Pigenò.Intorno alla metà del XIV secolo la torre fu ampliata e trasformata in una residenza di caccia gotica. Dopo l’estinzione dei Rottenburg nel 1410, il complesso passò prima nelle mani dei principi e più tardi, come feudo ereditario, ai signori di Firmiano e intorno al 1500 ai Conti Spaur che lo trasformarono ulteriormente. Fino alla metà del XIX secolo rimase nelle mani dei nobili di Schulthaus. Questo intenso cambio di proprietà e con esso di misure architettoniche causa una speciale fusione di elementi costruttivi collegati fra di loro, di intricati locali situati su livelli diversi e non per ultimo di caratteri stilistici di epoche diverse. Nel 1958 Walther Amonn, commerciante bolzanino e mecenate, comprò il complesso, utilizzato fino ad allora per fini agricoli. Lo fece restaurare con grande dispendio di denaro e lo arredò con oggetti artistici di epoche diverse, artigianato artistico folcloristico e anche con una collezione di quadri di artisti tirolesi contemporanei. Infine rese accessibile al pubblico il complesso nell’ ambito della” Fondazione Walther Amonn”.
Degni di attenzione sono soprattutto gli affreschi dei locali che formano un esempio unico di pittura murale profana gotica e danno un’idea della vita e della filosofia dell’epoca: viticci, melagrane e un unicorno nell’appartamento della padrona del castello; il cosiddetto “mondo alla rovescia” con la guerra dei gatti e dei topi, un albero fallico, giocolieri, giullari nel salone di ricevimento; scene di caccia o rappresentazioni farsesche per i partecipanti, per lo più maschi, a una battuta di caccia.
Per avere una vista d’insieme più appropriata sulla zona intorno a castel Moos-Schulthaus, con i castelli Englar e Gandegg insieme alle residenze di Piganò, si consigliano i sentieri escursionistici segnati e le piste ciclabili.
La storia della Commenda di Longomoso, sede provinciale dell'Ordine teutonico, è strettamente correlata all'ospizio costruito nel 1200, quando la strada che attraversava le Alpi passava ancora per il Renon. L'ospizio, che fungeva da ricovero per i viandanti, veniva utilizzato anche per il cambio dei cavalli e la cura dei malati. L'attuale struttura dell'edificio, un imponente cubo in muratura con tetto piramidale, risale al 1650 circa. Se le splendide "stufe dei cavalieri" nei saloni di gala danno prova delle abilità artistiche dei fumisti locali, altrettanto ammirevoli sono gli stucchi sui soffitti e la tappezzeria con scene bibliche ed eventi della storia dell'Ordine teutonico. Oggi, la Commenda di Longomoso è la perla culturale dell'intero Renon, sede dei numerosi e variegati eventi organizzati dal comitato che la gestisce.
La fortezza tardomedievale sorvegliava un tempo la strada del Passo Giovo. La parte più antica, il mastio come costruzione indipendente, è l'unica che si è conservata fino a noi. Venne costruito alla metà del XIII secolo dai signori von Passeier come casa-torre. Tutti gli annessi di epoca successiva, tra cui diversi edifici e un muro di cinta, sono crollati a partire dal XVIII secolo.
La torre su cinque piani è stata restaurata con cura e dal 2003 è una delle sedi esterne del MuseoPassiria. Nei singoli piani si trovano piccole esposizioni sulla storia del castello, sui masi dello scudo tipici della Val Passiria e su due famiglie molto influenti, i signori von Passeier e i conti Fuchs, che contavano giudici, signori di giurisdizione e amministratori ecclesiastici e improntarono la vita nella valle per secoli. Splendidi al quarto piano i dipinti rinascimentali del celebre pittore Bartlme Dill Riemenschneider, risalenti al 1538. Infine l'ultimo piano con la sua eccezionale vista sull'intera valle fino a Merano ospita una postazione audio con numerose leggende su Castel Giovo.
Poco sotto il castello si trova la chiesetta della Santa Croce, una graziosa costruzione tardogotica che venne commissionata dai signori del castello. Gli affreschi risalgono al 1550 circa.
Come arrivare: dal centro di San Leonardo a piedi in circa 30 minuti, con percorso piuttosto ripido. Angusto accesso anche dalla strada del Passo Giovo.
Il percorso espositivo "BZ '18–'45. Un monumento, una città, due dittature", aperto al pubblico nel luglio del 2014, illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini. Vengono ripercorse le vicende storiche locali, nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918–1945), legate in particolare modo all’avvicendarsi di due dittature (quella fascista e quella nazionalsocialista) e vengono illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti. Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.
Nel cuore delle Dolomiti vivono i ladini dolomitici, un nucleo di oltre 30.000 persone la cui identità è caratterizzata da due importanti elementi: la particolare lingua neolatina, derivante dal latino volgare, e lo straordinario paesaggio montuoso delle Alpi centrali. Le caratteristiche fisiche di questo paesaggio hanno reso possibile che la lingua ladina, la più antica fra quelle parlate nella regione, riuscisse a mantenersi viva fino ad oggi. Il percorso del Museum Ladin mette in luce alcune particolari circostanze della storia e della vita attuale dei ladini dolomitici, narrando le importanti influenze delle vicende sovraregionali sulla vita di questa popolazione ed evidenziando le correlazioni esistenti tra le forme di un paesaggio eccezionale e i modi di vivere di questo antico popolo. Il museo è ospitato nel Ciastel de Tor, un castello risalente al 1230, creato come feudo dei vescovi di Bressanone.
Il Castello è disponibile come location per matrimoni, per le coppie interessate a coronare una giornata indimenticabile e vivere un momento da fiaba in un castello medioevale.
Per scopi difensivi nel 1940-41 dal regime fascista fu realizzato questo bunker al Passo Palade, è un’impressionante fortificazione sotterranea su più piani costituita da una lunga rete di gallerie che collegano postazioni di tiro e ampi spazi interni. Nella parte iniziale è allestita una galleria espositiva di immagini (Gampen Gallery), mentre l’interno ospita tra l’altro un’esclusiva collezione di minerali.
Situato al margine sud-occidentale di Bolzano, il castello è considerato uno degli emblemi dell'Alto Adige. Il nome originario "Formigar" deriva dal latino "formicaria". Dal X secolo d.C. il castello era di proprietà dei principi vescovi di Trento. Nella seconda metà del Quattrocento fu acquistato dal duca Sigismondo il Danaroso, conte di Tirolo, che lo trasformò nel più grande e prestigioso dei suoi castelli dandogli il nome di "Sigmundskron" (corona di Sigismondo). Oggi è sede del museo della montagna di Reinhold Messner MMM Firmian.
Con ogni proabilità simultaneamente alla fondazione della città di Glorenza, a sud delle mura sorse una zona artigianale. Accanto al commercio, infatti, si voleva garantire al nuovo insediamento urbano una seconda fonte di sostentamento. A questo scopo, nelle immediate vicinanze del vecchio ponte sull'Adige si derivò dal fiume una gora che servì d'allora in avanti (al più tardi a partire dal 1330) quale fonte di energia per il mulino cittadino. L'importanza una volta attribuita all'arte dei mugnai é dimostrata dal fatto che essi disponevano di un proprio ordinamento artigiano (al più tardi a partire dal 1615) e che in epoca barocca vi era una confraternita dei molitori. Il mulino cittadino, ripetutamente distrutto e danneggiato nel corso dei secoli, é sempre stato ricostruito. Corrispondeva all'interesse pubblico, infatti, poter contare su un mulino funzionante. L'attuale proprietario ha sostituito la ruota del mulino e, nel anno 2004, ha completamente restaurato l'intera struttura.
Castel Juval, la residenza estiva dell’alpinista Reinhold Messner e i Messner Mountain Museums.
Il medievale Castel Juval sorge su un sito di culto preistorico all'ingresso della Val Senales in Alto Adige. La fortezza fu edificata nel 1278 da Ugo di Montalban. Nel 1540, dopo vari cambi di proprietà, il castello fu acquisito dalla famiglia Sinkmoser e proprio in quegli anni conobbe il suo periodo di splendore. Nel 1913, un signore coloniale olandese, William Rowland, diede nuova vita al castello fatiscente, facendolo ristrutturare completamente. Dal 1983, Castel Juval è la residenza estiva dell'alpinista Reinhold Messner, che ne ha fatto la sede principale del suo MMM Messner Mountain Museum. A Castel Juval espone la sua vasta collezione tibetana, una galleria di quadri e la collezione di maschere con pezzi provenienti dai cinque continenti. A Castel Juval si possono ammirare anche affreschi di epoca rinascimentale. Nei dintorni di Castel Juval Reinhold Messner ha allestito un parco con animali alpini, oltre a un’attività agricola con viticoltura. Il vigneto e la cantina "Unterortl, il maso biologico " Oberortl" e l'osteria "Schlosswirt" sono parte integrante del progetto complessivo di salvaguardia e riproposizione di quel paesaggio culturale storico sudtirolese, caratterizzato da piccoli campi e tenute.
Il castello di Naudersberg fu costruito nel 1330 per conto del principe e servì come base e fu sede di un tribunale. Nel 1499 il castello fu preso d'assalto e acceso. Dopo la spartizione del Tirolo nel 1919, la corte fu sciolta. Il castello di Naudersberg è ora proprietà privata e comprende un museo.
La partenza della suggestiva escursione attraverso il tunnel di roccia al Lagazuoi è raggiungibile in 10 minuti di facile camminata dalla stazione a monte della funivia Lagazuoi. Il sentiero è facile e ben segnalato.
Nel 1996 sono stati ripristinati il tunnel principale che si snoda nella roccia per ca. 3 km e di seguito anche diverse gallerie laterali. Al restauro hanno collaborato le forze dell'esercito italiano ed austriaco. Commenti sonori e pannelli informativi nelle postazioni restaurate raccontano le tragiche vicende della I. guerra mondiale.
Sulla collina sopra Mareta, nei pressi di Vipiteno, si erge maestoso Castel Wolfsthurn, che lo storico tirolese Johann N. Tinkhauser descrisse, nel XIX secolo, come il “più bel castello del Tirolo”.
Di proprietà della famiglia Sternbach fin dalla sua costruzione, il complesso barocco ospita dal 1996 il Museo provinciale della caccia e della pesca.
Il Museo mostra le sale nobili con arredi originali e una ricca collezione storico-artistica di oggetti riguardanti la caccia e la pesca.
Al castello conduce l’interessante percorso tematico “Bosco e acqua”.
Il municipio della città di Vipiteno è un vero gioiello dei palazzi civici del Tirolo. Fu costruito negli anni 1468 - 1473, il particolare "erker" ad angolo fu introdotto nel 1524 nel corso di una ristrutturazione. La sala del consiglio in stile gotico, con le sue pareti rivestite in legno e il soffitto con travi a vista, è considerata la più bella di tutto il Tirolo. Gli ampi spazi aperti del municipio furono utilizzati più volte in passato per degli importanti incontri: nel 1525 si riunì il consiglio di emergenza durante la rivolta dei contadini, dal XIV al XVII secolo si tennero diverse riunioni del Parlamento del Tirolo e furono ricevuti i membri della famiglia imperiale (Massimiliano I d'Asburgo, Filippo II di Spagna , Ferdinando II d'Austria, Maria Teresa d'Austria, etc.).
Nell‘atrio, dove si aprono le finestre ad arco sulla parete sud, sono esposti i vari oggetti del museo sulla storia locale. Il municipio è collegato tramite un ampio cortile interno ad una sala civica intitolata a Vigil Raber, il primo editore teatrale dell'area di lingua tedesca.
Nel cortile, alla fine della galleria al piano terra, ci sono reperti di storia dell’insediamento romano. Una copia della Stele del Dio Mitra testimonia il famoso culto misterico che veniva praticato da molti soldati romani. La pietra miliare adiacente (del 200 d.C.) testimonia l‘ampliamento della strada romana lungo la linea del Brennero sotto Settimio Severo.
La sala storica e il cortile interno sono visitabili durante gli orari di apertura del Municipio.
Situato all'imbocco della Val Sarentina, a nord della città, il castello è comodamente raggiungibile a piedi percorrendo la verde passeggiata del Lungo Talvera oppure in bicicletta lungo la pista ciclabile. Collegamenti anche con il bus di linea n° 12 (festivi nr. 14), e con lo shuttle gratuito da Piazza Walther (per informazioni rivolgersi all'Azienda di Soggiorno di Bolzano). Alla base del castello si trova il parcheggio per automobili e biciclette. Edificato nel 1237 su uno spuntone di roccia, il castello è stato più volte ampliato e restaurato e conserva splendidi affreschi che narrano scene di vita cortese, episodi di caccia, tornei cavallereschi e momenti di vita quotidiana. Non mancano gli spunti letterari come la rappresentazione delle avventure di Tristano e Isotta e quelle di Artù con i suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. Trattasi del ciclo di affreschi a soggetto profano più grande e meglio conservato del Medioevo. Molto interessanti anche le manifestazioni culturali e le mostre che animano periodicamente la corte e le sale del castello. All'interno un servizio di ristorazione offre la possibilità di degustare gastronomia tipica locale in un ambiente medievale.
http:/www.roncolo.info
Sotto metri di cemento la storia moderna della regione viene mostrata in un contesto avventuroso per ogni età in questo bunker attivo fino alla fine della Guerra Fredda. Il bunker riflette i conflitti della regione e offre una visione genuina della storia. In varie stazioni vengono imposte informazioni interessanti sull'andamento della guerra che stupiscono ogni visitatore.
Il museo reale e imperiale all'aperto Bad Egart di Tel ospita l'ultima gru per l'acqua ancora funzionante e perfettamente conservata dal periodo asburgico. La torre e la relativa gru furono erette nel 1910. Nel XIX secolo questo tipo di gru veniva utilizzato per l'approvvigionamento di grandi quantità d'acqua alle locomotive a vapore.
Il museo acquistò la gru presso la storica stazione di Tel dalle Ferrovie dello Stato italiane negli anni ottanta. Di recente, la Provincia Autonoma di Bolzano ha effettuato ingenti lavori di ristrutturazione rimettendo a nuovo la gru e la relativa torre. La gru pesa 2000 chili, è alta quattro metri e si compone di un tubo in ghisa verticale con decorazioni Art Nouveau e un braccio mobile roteabile di lato per raggiungere le locomotive sul binario. All'estremità della gru è fissata una lanterna alta 80 centimetri e alimentata a gas. In futuro si auspica di poterla appendere nuovamente alla torre. All'ultimo piano di quest'ultima si trova una cisterna in ferro in cui l'acqua viene pompata dalla secchia adiacente. La torre e la cisterna integrata permettevano di regolare la quantità e la pressione d'acqua necessarie.
Nel XIX secolo lungo la tratta ferroviaria c’erano degli impianti simili ogni 25 – 30 km, sul Monte di Mezzo anche a distanze minori.
Situato nel cuore di Marlengo, il maso Rochelehof è di proprietà di Walter Mairhofer, appassionato collezionista di antichi attrezzi da lavoro. Nel corso degli anni, la sua raccolta si è arricchita soprattutto di attrezzi in uso nel campo della viticoltura e frutticoltura. Le regole della vita rurale, i diritti e i doveri vigenti in passato e i segreti della cantina sono oggetto di interessanti visite guidate. Per prendere appuntamento, chiamare il n. 366 11 45753.
Residenza degli omonimi conti, Castel Tirolo ha dato il nome all'intera regione. La sua realizzazione risale alla seconda metà dell'XI secolo.
Oggi, Castel Tirolo ospita il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano, incentrato sulla storia del Tirolo dai primordi ai giorni nostri.
Le tracce architettoniche più antiche si trovano nel fortilizio antemurale: uno scavo archeologico ha portato alla luce tre chiese databili tra il VI e il XI secolo. Nel palazzo meridionale si possono ammirare i due portali romanici, mentre la cappella di San Pancrazio, edificata su due piani, contiene bellissimi affreschi gotici. La presunta camera nuziale della contessa Margarete di Tirolo, detta “Maultasch”, si trova nel cosiddetto “Mushaus”. Nel mastio, completato solo dopo il 1902, è possibile ripercorrere in 20 tappe l’appassionante storia dell’Alto Adige nel XX secolo. Quella che un tempo fu la sede degli edifici di servizio, ospita oggi le mostre temporanee.
Mecca per l'arte e gli artisti
“Die Kunst zu leben und die Kunst zu lieben“. L'arte di vivere e l'arte di amare. Questo è il titolo di uno degli ultimi libri dell'artista di Parcines, Matthias Schönweger. La sua più celebre affermazione: “Gli alberi sono la materia di cui sono fatti i libri“.
Matthias Schönweger è un collezionista. Della sua collezione fanno ormai parte 50 bunker, memorie dell'ultima guerra che oggi sono ancora visitabili in tutto l'Alto Adige, a sud del confine con il Brennero.
Uno dei suoi bunker d'arte si trova a Tel. Sicuramente questi luoghi hanno un valore storico, visto che in tempo di guerra venivano usati come luoghi di riparo in sicurezza. Matthias Schönweger trasmette a queste “caverne“ un senso di pace, allestendole con tematiche spirituali. Il bunker non è visitabile.
Dal 2011 la torre verso Sluderno nutre la esposizione "Tappe di una piccola città". La mostra illustra la storia della città su tre piani, esplora i mercati commerciali, la difesa, le professioni e le peculiarità di Glorenza. Una parte del cammino di ronda è accessibile da questa torre.
Castel Fontana si erge su un cono detritico di origine glaciale tra Tirolo e l’omonimo castello. Questa singolare struttura fortificata prende il nome presumibilmente da una sorgente situata nelle vicinanze.
La costruzione delle strutture difensive di Castel Fontana risale al periodo tra il 1241 e il 1253. I resti di tali elementi furono utilizzati come base per gli interventi di restauro. Castel Fontana fu restaurato all’inizio del XX secolo in modo assai particolare. Oggi ospita un museo agricolo ed è un centro di studi e di incontri culturali.
Segheria costruita 1847 e ristrutturata nell´anno 2003 per visitare
Ganglegg, uno degli insediamenti in quota meglio esplorati risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro di tutto l’arco alpino.