Fortezza eretta intorno all'anno 1000, la cui storia è strettamente legata a quella di San Lorenzo e della Val Pusteria centrale.
Il Castello di S. Michele oggi è di proprietà privata.
Un tempo prestigiose dimore di nobili dame e gentiluomini o castelli destinati a duelli e difesa, oggi, grazie a un'accurata ristrutturazione puoi vivere questi luoghi come emozionanti musei, hotel dall’atmosfera unica, ristoranti fiabeschi o location per eventi. Anche se di alcuni castelli o fortezze rimangono ormai solo delle rovine, tutte queste mura accessibili al pubblico raccontano una storia unica.
Fortezza eretta intorno all'anno 1000, la cui storia è strettamente legata a quella di San Lorenzo e della Val Pusteria centrale.
Il Castello di S. Michele oggi è di proprietà privata.
Nel cuore delle Dolomiti vivono i ladini dolomitici, un nucleo di oltre 30.000 persone la cui identità è caratterizzata da due importanti elementi: la particolare lingua neolatina, derivante dal latino volgare, e lo straordinario paesaggio montuoso delle Alpi centrali. Le caratteristiche fisiche di questo paesaggio hanno reso possibile che la lingua ladina, la più antica fra quelle parlate nella regione, riuscisse a mantenersi viva fino ad oggi. Il percorso del Museum Ladin mette in luce alcune particolari circostanze della storia e della vita attuale dei ladini dolomitici, narrando le importanti influenze delle vicende sovraregionali sulla vita di questa popolazione ed evidenziando le correlazioni esistenti tra le forme di un paesaggio eccezionale e i modi di vivere di questo antico popolo. Il museo è ospitato nel Ciastel de Tor, un castello risalente al 1230, creato come feudo dei vescovi di Bressanone.
Il Castello è disponibile come location per matrimoni, per le coppie interessate a coronare una giornata indimenticabile e vivere un momento da fiaba in un castello medioevale.
Banchettare allegramente alla maniera dei cavalieri medioevali o addirittura soggiornare in un antico castello, sarà per molti un desiderio impagabile. Il nostro albergo si presta particolarmente per festaggiare in modo originale le più svariate ricorrenze familiari o feste tra amici.
Guide/programmi: non sono previste visite guidate private. L'ampio programma espositivo prevede mostre d'arte, manifestazioni teatrali e musicali. Aperto tutto l'anno.
La scuola montana di Lana di Gais è unica nel suo genere ed è una delle ultime scuole montaneperfettamente conservate dell'intero arco alpino.È composta da un'unica aula e da un "appartamento" annesso per l’insegnante. Situata a più di 1.500 m di altitudine, è una delle scuole di montagna poste più in alto della zona.
Per le sue piccole dimensioni viene anche definita come "scuola nana".Numerosi scritti, documenti e testimonianze degli ultimi 100 anni, così come i racconti di testimoni, scolari e insegnanti svelano in questo museo scolastico come si svolgevano le lezioni e come si riusciva a sopravvivere in questa scuola di montagna.
Visite guidate devono essere prenotate in anticipo: Tel. +39 348 7735477 - Signor Hochgruber
La porta orientale, detta anche di "Unterrainer" conduce in Via Ragen di Sopra.
Il bel castello vescovile domina la città dall'alto di un colle e veglia, oggi come allora, sulle case del centro storico come se dovesse ancora proteggere i cittadini. L'ingresso principale è costituito dal portale sud, un tempo dotato di un ponte levatoio.
Il castello di Brunico ospita il quinto museo della montagna "MMM Ripa" del noto scalatore Reinhold Messner.
Pietra miliare dell'imperatore M. Opellio Severo Macrino (217-218) e il suo figlio Diadumeniano. Il miliario originale in fillade quarzifera (conservato nel museo Ferdinandeum di Innsbruck) venne scoperto nel corso della demolizione di un muro a Castelbadia. La pietra miliare romana fu ritrovata nell'anno 1857 a Castelbadia. La pietra oggi si trova all'ingresso del Museo Mansio Sebatum a San Lorenzo. L'iscrizione riportata fa riferimento all'ampliamento della strada romana attraverso la Val Pusteria sotto l'imperatore Macrino, nella prima metà dell anno 218 d.C., anche se viene messa in risalto la rivendicazione del potere da parte dell'imperatore e suo figlio Diaduminiano, con l'enumerazione delle cariche e dei titoli onorifici e non tanto la costruzione della strada stessa.
La Porta delle Orsoline si trova vicino alla Chiesa delle Orsoline, all'entrata ovest della Via Centrale. La porta cittadina fu rovinata nel 1758 durante il trasporto di una grande fontana. L'affresco è opera dell'artista locale Johannes di Brunico e risale al 1420.
In precedenza chiamata "lucchetto", ha un dipinto del pittore altoatesino Rudolf Stolz (1874 - 1960), che mostra S. Floriano, lo stemma di Brunico ed il fondatore della città: l'arcivescovo Bruno. nella Via Floriani si torva S. Floriano, un opera dell'artista brunicense Josef Bachlechner (1871 - 1923).
Scavi della Stazione romana di Sebatum, dalla collina antistante la chiesa di Santa Croce (Schraffl Bühel) si estendeva per un lungo tratto verso valle su entrambe le rive del Rienza (di tanto in tanto vengono ancora condotti degli scavi). Si tratta dei resti di case d'abitazione con riscaldamento nel pavimento e bagni, di magazzini e di alloggiamenti per le truppe.
Il Museo degli usi e costumi, il più antico dei Musei provinciali dell'Alto Adige, offre la possibilità di esplorare i diversi ceti sociali della società contadina sudtirolese degli ultimi secoli. Il caposaldo del museo è costituito dall'imponente residenza barocca "Mair am Hof" edificata alla fine del XVII secolo. Le sue sale padronali tipiche della nobiltà rurale sono visitabili. All'interno della residenza trovano inoltre posto le collezioni del museo. Nel museo all'aperto, su circa 3 ettari si susseguono i masi dei contadini, testimoni della varietà di tipologie costruttive d'altri tempi. Accanto a campi e orti agricoli, si trovano inoltre costruzioni ad uso artigianale in un percorso didattico che ripercorre le tappe principali della quotidianità di una vita rurale ormai passata.
A nord di Bolzano all'ingresso della Val Sarentino e di fronte a Castel Roncolo, si trova la rovina di Castel Rafenstein. Palazzo e mura di cinta vennero costruiti già nel XIII secolo, mentre nel XIV secolo il castello venne ampliato con l'edificazione di serraglio, torre d'ingresso e ala sud. Nel XVI secolo il castello venne infine fortificato con serraglio e bastione circolare in base alle nuove esigenze militari in modo da poter difendere il complesso dalle armi da fuoco.
La rovina è accessibile in occasione di eventi e manifestazioni.
Un tempo la città si riduceva alla storica via Centrale con i suoi frontoni merlati, le belle case borghesi, i balconi, le inferriate artistiche alle finestre e i portoni ad arco: insieme al castello e a vicolo Posteriore, essa costituiva un apparto chiuso a difesa dei suoi abitanti. Dal momento che molte case hanno conservato pressoché inalterata l' originaria struttura del secolo XV, la strada, divenuta ai nostri giorni il luogo di passeggio per antonomasia della Pusteria, coniuga elementi tardomedievali e barocchi.