Negli anni '30, la tenuta Ebnerhof fu acquistata come controvalore per la libertà. Oggi è il regno di Brigitte e Florian Unterthiner, che vinificano in proprio la loro uva sin dal 2013.
Anche questa è una forma di libertà. Josef, il padre di Florian, è stato il primo a coltivare la tenuta Ebnerhof di Campodazzo. La sua famiglia aveva riportato in vita il maso e la terra per fare in modo che potesse terminare prima il suo servizio militare a Roma. In qualità di agricoltore in attività, Josef venne congedato dall'esercito e potè fare ritorno in Alto Adige, a Campodazzo, dove a maso Ebnerhof potè ricominciare la propria vita.
Da allora sono successe trante cose, al maso (e non solo). Le due generazioni seguenti si sono date da fare e si sono date anima e corpo alla viticoltura, che si pratica su 4,5 ettari su un plateau sopra Campodazzo nella parte più meridionale della Valle Isarco. "Sulle colline soleggiate esposte a sud crescono i nostri vitigni rossi, su quelle ariose esposte a sud-est i bianchi" - racconta Florian Unterthiner. La famiglia cura con grande attenzione le proprie vigne, l'unico concime che utilizza è il letame, rinuncia completamente agli erbicidi e irriga le viti solo se il clima è siccitoso. "In questo modo, le piante vanno a cercare in profondità, nel terreno, le sostanze nutritive e per fare ciò le loro radici devono espandersi" - così Unterthiner.
Altrettanta attenzione si presta in cantina. "Nella vinificazione, per noi è importante avvicinarci ai limti senza mai superarli" - dice il vignaiolo della tenuta Ebnerhof di Capodazzo. "Ci fidiamo della nostra esperienza e delle nostre sensazioni e solo così otteniamo vini profondi, corposi e con una buona struttura".