Ciò che oggi prende sempre più piede, 40 anni fa era deriso. A Rainer Loacker, patriarca dell'azienda omonima di Bolzano, non importava nulla. Lui ha cominciato a produrre vini biodinamici già negli anni '80. O meglio: è decollato.
Questo termine lascia intendere molto meglio qual è stata l'evoluzione dell'azienda Loacker di Bolzano finora. Al pilastro economico in Alto Adige, col tempo se ne sono aggiunti altri due in Toscana: uno a Montalcino e uno in Maremma.
Ma è uguale, dove crescono le viti Loacker: la coltivazione è comunque rigorosamente biodinamica. "Dato che seguiamo queste regole da molto tempo, i nostri terreni sono vitali e siamo anche tra i pochissimi a utilizzare l'omeopatia per la cura delle nostre viti" - racconta Rainer Loacker. A ciò si aggiunge anche una forma del tutto anomala di concimazione verde. Detto papale papale: in inverno tra i filari si semina e le piante che si sviluppano rendono la concimazione chimica assolutamente inutile. "Siamo anticonformisti e ribelli, sfidiamo lo status quo e la società mainstream" - questa è la famiglia Loacker.
L'anticonformismo continua - naturalmente - anche in cantina. Tutti i vini, tra i quali il tenace Sauvignon Tasnim e l'eccezionale Lagrein Gran Lareyn, fermentano con i propri lieviti dell'anno. "I nostri vini naturali sono semplicemente diversi"- spiegano i Loacker - "hanno un loro carattere e una loro anima".