Sebbene il Perlhof di Bolzano-Costa di Sopra sia citato per la prima volta in un documento del 1545, e vanti quindi ben mezzo millennio di storia, non è tanto la tradizione a contraddistinguere la Tenuta Perlhof di Max Thurner. È piuttosto l’innovazione. “Mai stare fermi, andare sempre avanti, alla ricerca del nuovo: questa è l’ambizione che ci spinge”, spiega Max Thurner che, con la sua famiglia, gestisce l’intero processo di produzione del vino al Perlhof, dalla coltivazione delle viti all’imbottigliamento.
I grappoli per i vini di Max Thurner prosperano in quattro diverse collocazioni ad altitudini comprese tra i 270 ai 550 metri, con differenti pendenze, ma sempre in presenza di condizioni pressoché ottimali. “Sui ripidi pendii a sud di Bolzano ci sono le condizioni climatiche perfette, con le masse d’aria calda che salgono dalla conca di Bolzano e le correnti fredde che arrivano dalla Valle Isarco”, spiega Thurner. A ciò si aggiungono i terreni ricchi di scheletro di porfido di quarzo sui quali crescono le vecchie viti del Perlhof.
A distinguere l’assortimento della tenuta Perlhof di Bolzano-Costa di Sopra non sono solo le quattro collocazioni, ma anche i quattro vini. Ai classici Santa Maddalena e Sauvignon si affiancano un rosé da grappoli di Merlot e il “Milo”, una cuvée di Merlot e Schiava. E visto che al Perlhof non si sta mai fermi, anche la gamma di vini è in costante crescita.