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Tamara Lunger. L'alpinista

Da bambina aveva un sogno: scalare un ottomila. Grazie ad un incontro speciale, ci è riuscita. E da allora i suoi sogni continuano a trasformarsi in spettacolari avventure…

Tamara Lunger è tornata proprio ieri dalla sua ultima spedizione, in India. “Per allenarmi, su una montagna non troppo alta” mi spiega. Sta parlando di un cinquemila, semplice routine per lei. Lassù non aveva campo, il cellulare non prendeva mai, ma capisco subito che la cosa non la disturbava affatto.

Oggi la incontro dov’è nata e cresciuta, a San Valentino in Campo in Val d’Ega. Mi racconta di lei, di ciò che fa. Ad ogni parola che mi dice una cosa mi è sempre più chiara, prova un viscerale e indiscusso amore per la montagna. 

 

Idee chiare

Il Latemar si staglia davanti ai nostri occhi, è splendido. Sulla sinistra riconosco una cima del Catinaccio. Tamara Lunger è cresciuta qui, a 1.100 metri di altitudine. Troppo pochi per lei!

Tami – è così che tutti la chiamano – infatti vive da sempre per le sfide. Ha una vera cultura della fatica. Per imparare ad andare in bicicletta ha rifiutato le rotelline e quando ha iniziato a sciare, si è presto accorta che per lei le comuni piste tracciate non erano abbastanza. “Cerco sempre di fare qualcosa di difficile per sentirmi distrutta a fine giornata!” mi confessa. A 14 anni cominciò a frullarle nella testa qualcosa che avrebbe caratterizzato e segnato la sua vita. “Decisi che sarei salita in vetta ad un ottomila. Anche se non sapevo ancora come” ammette Tamara.

 

L’inizio della scalata

Quel suo grande sogno, di salire su un ottomila, non l’abbandonò. Anzi, continuò a crescere. E iniziò a prendere forma quando meno se lo aspettava, durante il suo ballo di maturità. Fu infatti in quell’occasione che conobbe l’alpinista Simone Moro. Quella sera le promise di portarla sull’Himalaya. Detto fatto. Nel 2009 Simone mantenne la sua promessa e i due alpinisti raggiunsero la vetta dell’Island Peak, in Nepal. Quota 6.189 metri. Si apre così la carriera da alpinista estrema di Tamara. Gli ottomila diventano realtà. Ce la può fare.

Lei, la sua unica forza

Tamara ama a tal punto la montagna, che la sente, la percepisce. “Capisco subito se qualcosa andrà bene o no” mi spiega. E per sentire la montagna fino in fondo, rinuncia a bombole di ossigeno e portatori. “Se non ce la faccio da sola, non merito di arrivare in cima – racconta Tami –. Quando arrivi su e vedi gli altri con le bombole di ossigeno, ma tu ce l’hai fatta senza… ah, è meraviglioso!”. E tutto questo me lo racconta con una tale semplicità che per un istante dimentico quanto siano spettacolari le sue imprese. “Solo durante la salita sul mio primo ottomila mi sono fatta aiutare. Ma poi mi sono data della rammollita!”. Le sue parole mi suonano spietate…

Libertà

Ormai l’ho capito, Tami non può vivere senza la montagna, ma continuo comunque a chiedermi cosa la spinga a cercare sempre qualcosa di così estremo. Per quanto le sue esperienze siano belle, non potrei mai pensare di vivere settimane senza acqua calda, rinchiusa in una piccola tenda da campo a mangiare cibo in scatola… Tamara mi corregge quasi indignata: “In ogni spedizione porto con me speckSchüttelbrot, parmigiano e Kaminwurz (salamini affumicati tipici dell'Alto Adige)!”.

Ancora una volta Tamara mi sorprende con la semplicità di ciò che mi dice. “Sono costantemente alla ricerca della mia libertà – mi racconta –. E ormai so che la posso trovare solo in montagna.

Gli ultimi 70 metri

La vita di Tamara è caratterizzata da alti e bassi. Frequenti problemi alle ginocchia la costringono spesso a delle pause. “Gli ultimi due anni non sono stati un granché per me” mi racconta in piena onestà. Immagino si riferisca soprattutto a ciò che è successo nel 2016, sul Nanga Parbat. Dovette fermarsi a soli 70 metri dalla vetta. “Sapevo che se avessi proseguito, sarei morta” dichiara senza esitazione.

Il sole pian piano sta tramontando, io e Tami ci salutiamo. Mentre rientro a casa le sue parole mi riaffiorano alla mente: “Sapevo che se avessi proseguito, sarei morta”. 70 metri possono essere così pochi. Ma anche così tanti.

Comunque ci riproverà, lo so. Salirà ancora su un ottomila. Volere è potere. E la volontà a lei non manca di certo.

Testo: Katja Schroffenegger
Adattamento italiano: Valentina Casale
Foto: Ivo Corrà / Archivio di Tamara Lunger
Video: Miramonte Film e Andreas Pichler
Pubblicazione: 2017

Chi è Tamara?

Tamara Lunger nasce a Bolzano nel 1986. È la maggiore di tre sorelle ed è cresciuta con la sua famiglia a San Valentino in Campo. Ha ereditato la passione per la montagna e le sfide dal padre, appassionato alpinista e scalatore. Dopo la maturità al liceo scientifico ad indirizzo sportivo a Vipiteno, ha studiato scienze dello sport all’università di Innsbruck, in Austria. Dal 2002 si è distinta come atleta di successo nella squadra nazionale di scialpinismo.

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